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domenica 24 novembre 2019

L'infuso di rosmarino ringiovanisce il cervello e ne migliora la memoria

Il Rosmarino appartiene alla famiglia delle Lamiacee e cresce spontaneo nel bacino mediterraneo, anche la sua coltivazione in vaso è abbastanza facile.


Il rosmarino, da sempre noto come pianta aromatica utilizzata in cucina come condimento, in realtà possiede numerose proprietà benefiche.
Nel campo erboristico è stato ufficialmente approvato per il trattamento dei disturbi dispeptici, meglio noti come disturbi digestivi. In particolare l'attività benefica della pianta viene concentrata nel suo olio essenziale che, a sua volta, è impiegato positivamente nella cura dei reumatismi e dei disturbi circolatori superficiali (comprese le vene varicose) grazie alla sua azione analgesica e lievemente revulsiva.

Inoltre molti dei costituenti chimici del rosmarino (diterpeni, flavonoidi) hanno dimostrato di possedere interessanti proprietà antiossidanti.
Nella medicina popolare questo arbusto è considerato un toccasana per varie problematiche: amenorrea, dismenorrea, oligomenorrea, mal di testa, vertigini, stati di esaurimento legati a forti periodi di stress, dolori muscolari e sciatica.

Per uso esterno è possibile utilizzare una composizione di impacchi per accelerare la guarigione degli eczemi e per trattare tutte quelle ferite che faticano a guarire.

Ulteriori studi scientifici stanno dimostrando interessanti risultati sulle proprietà curative di questa pianta.
Il Rosmarinus officinalis potrebbe abbassare i livelli di glucosio nel sangue, migliorare la memoria prospettica in soggetti di età superiore ai 65 anni e alleviare ansia e nervosismo.

Recentemente uno studio pilota dell'Università della Northumbria (Inghilterra) ha dimostrato gli effetti benefici dell'acqua di rosmarino per la memoria e le funzionalità cognitive.

Il consumo di un idrolato, ottenuto attraverso la distillazione a vapore, sarebbe in grado di ringiovanire il cervello di 11 anni.



Le sostanze antiossidanti contenute nell'arbusto, inoltre, sono capaci di ridurre le infiammazioni a carico del sistema nervoso. Ciò si traduce in una efficace prevenzione dell'invecchiamento cerebrale.

Per godere di queste proprietà è sufficiente aggiungere due cucchiai di idrolato a una tazza di acqua da sorseggiare nell'arco della giornata.
In alternativa è possibile preparare un infuso al rosmarino. Le foglie vanno lasciate in infusione per 12 ore, per poi essere filtrate.

venerdì 25 ottobre 2013

Il cavolfiore: l’integratore naturale ricco di iodio che stimola il metabolismo e ti mantiene in forma







Quando si acquista un cavolfiore controllare che abbia la testa soda e compatta, di un bel colore uniforme, e che le sue foglie siano tenere. E' da scartare quando le infiorescenze sono poco turgide (se rammollito vuol dire che non è tanto fresco) inoltre non deve presentare macchie scure (sintomo della presenza di alcuni funghi).

E' vero che durante la cottura emana un cattivo odore, ma questo va abbondantemente ricompensato dagli innumerevoli benefici per la salute che ci dona questo ortaggio. Si può tentare di attenuare il cattivo odore immergendo nell'acqua di cottura un pezzo di pane imbevuto di aceto.


Ecco alcuni dei benefici legati al consumo di cavolfiore:

Tiene alla larga i tumori 
Il cavolfiore appartiene alla famiglia delle crucifere (verza, cavoli, broccoletti) che fornisce alcune sostanze quali ditioltioni e glucosinolati, che hanno un’azione chelante, cioè riescono a legare le sostanze tossiche facilitandone l’eliminazione e quindi riducono le mutazioni genetiche che aprirebbero la strada alla formazione dei tumori. L'azione preventiva viene potenziata dalla presenza di polifenoli e isocianati, tutti antiossidanti presenti nell’ortaggio.


Previene e cura il raffreddore
Il cavolfiore è ottimo per contrastare e ridurre i sintomi dei disturbi della stagione fredda. La vitamina C contribuisce a potenziare le difese immunitarie, mentre il gefarnato aiuta nel toglier l'infiammazione delle mucose irritate dai germi.

Il cavolfiore brucia più calorie
Essendo il cavolfiore ricco di iodio, un minerale che stimola la tiroide, di conseguenza stimola  tutte le funzioni dell’organismo, a cominciare proprio dal metabolismo. Ecco perchè è quindi utilissimo nel tenere il peso sotto controllo perché fa bruciare gli zuccheri più velocemente. Altro aspetto da sottolineare è  l'aumento della diuresi, legata sempre all’azione della tiroide, che favorisce quindi l’eliminazione di tossine e liquidi in eccesso.

Valori nutrizionali del cavolfiore per 100 g di prodotto:
- fornisce solo 25 calorie,
- 350 mg di potassio,
- 44 mg di calcio
- 59 mg di vitamina C




lunedì 25 marzo 2013

Cerchi una farmacia? La trovi nell'orto di casa! Come depurare la casa con le piante giuste; Fiori in festa dal 30 Marzo.






La farmacia? È nell'orto di casa! 
TicinOnline.ch
LUGANO - Per prevenire e curare le più diffuse malattie di stagione e patologie degenerative, può non servire la farmacia, ma antiossidanti contenuti in frutta e verdura fresca (cavolini di Bruxelles, cavoli, mele, pere, uva, frutti di bosco e agrumi ...

Asproflor scommette sui fiori e sul verde per promuovere il territorio
targatocn
Nell'ambito del “Circuito nazionale” organizzato da Asproflor, l'Associazione nazionale dei produttori florovivaistici, quasi 150 paesi e città, in un periodo economicamente delicato, scommettono sui fiori e sul verde per promuovere il territorio e ...

Depurare la propria casa con le piante giuste 
wellMe.it
Qual possono essere i rimedi? Non fumare, far passare l'aria bene per gli ambienti della casa per almeno due ore al giorno, limitare l'uso dei detersivi, evitare cibi bruciati. Ma anche: controllare l'umidità, far penetrare i raggi di sole, tenere in ...

A Villa Faraldi la 2^ edizione di Fiori in Festa dal 30 marzo al 1° aprile 
Riviera24.it
Villa Faraldi - Manifestazione dedicata ai fiori e alle erbe della Valle Steria con, in abbinata, una Mostra di porcellane dipinte e degustazioni di prodotti tipici. Realizzata praticamente a costo zero, grazie al lavoro di molti cittadini ...



domenica 26 febbraio 2012

Donne più protette da ictus: Aumentiamo il consumo di frutta in particolare: arance e pompelmi

Le donne che mangiano regolarmente arance, pompelmi e gli agrumi in generale sono più protette contro l’ictus, l’infarto cerebrale.

 Lo hanno scoperto i ricercatori della Norwich Medical School - University of East Anglia (Usa) esaminando il consumo di agrumi da parte di circa 70mila donne americane.
La ricerca, pubblicata su Stroke, puntava a scoprire i benefici generali dei flavonoidi, antiossidanti naturali presenti nella frutta, nella verdura, nel cioccolato e nel vino rosso.

Gli scienziati si sono imbattuti in un dato interessante. Il consumo di flavonoidi riduce il rischio di ictus, ma quello di arance, pompelmi e limoni ha un ulteriore beneficio, proteggendo fino al 19% in più dal pericolo di ictus.
Merito dell’azione anti-infiammatorio dei flavonoidi. “È noto che i flavonoidi favoriscono il funzionamento dei vasi sanguigni e un effetto anti-infiammatorio", spiegano i ricercatori.
A far bene potrebbe essere anche l’alto tenore di vitamina C degli agrumi, riconosciuta come un fattore di riduzione dell’ictus. Il consiglio dei ricercatori è di preferire la frutta fresca ai succhi di frutta, per evitare gli zuccheri aggiunti.
E non bisogna dimenticare che in alcuni casi il consumo elevato di agrumi può interferire con alcuni farmaci, potenziando, ad esempio, i calcioantagonisti, le statine o gli anti-staminici, mentre secondo una ricerca belga potrebbe ridurre l’azione di un antitumorale, il tamoxifene.
Infine il consumo eccessivo di succo di pompelmo è sconsigliato in gravidanza e allattamento e quando si soffre di ipertensione.

di Cosimo Colasanto (25/02/2012)

Fonte: Il Sole 24 Ore.

venerdì 25 novembre 2011

Celiachia: il grano saraceno si conferma come alimento senza glutine e fa bruciare più calorie


E’ un cereale ma non appartiene alla famiglia delle graminacee, come il riso, il grano.
Il grano saraceno è una pianta erbacea annua che appartiene alla famiglia delle Poligonacee. È composto da carboidrati, proteine e grassi e per il 10 per cento è costituito da fibre; discreta la presenza di minerali, soprattutto calcio, fosforo, potassio, magnesio, zinco, manganese e ferro. Nel grano saraceno sono contenute anche alcune vitamine del gruppo B e precisamente la vitamina B1, B2, B3, B5 e B6, e anche la preziosa vitamina E antiossidante.

Gli aminoacidi che costituiscono le sue proteine sono: alanina, arginina, cistina, acido aspartico, acido glutammico, glicina, isoleucina, lisina, metionina, valina, treonina, prolina e tirosina. Non è presente glutine. Da una recente ricerca condotta in Canada sembrerebbe che il grano saraceno contenga un principio attivo, chiamato chiroinositolo, che potrebbe avere un ruolo fondamentale nella cura del diabete melito; secondo i risultati forniti da tali studi questa sostanza contenuta nel grano saraceno sarebbe in grado di abbassare la glicemia del 19 per cento.

Il grano saraceno è quindi indicato nella dieta delle persone che soffrono di celiachia. Con la sua farina si preparano pasta, polenta e pane che possono appunto essere consumati dai celiaci con buoni benefici per la salute. Ottimo anche in chicchi per preparare zuppe o per la colazione.

Prosegui la lettura su  mondobenessereblog.com

Approfondisci l'argomento leggendo qualche libro:




Altri titoli per ricette senza glutine e sulle calorie

lunedì 18 luglio 2011

Arriva dal Sudamerica il super mirtillo un concentrato di antiossidanti





Super Mirtillo delle Ande
  Dopo il super pomodoro, e la super carota, è la volta del super mirtillo, direttamente in arrivo dal sud America, un concentrato di antiossidanti e bontà. A sostenerlo, è una ricerca condotta da Edward Kennelly, biologo del Lehman College (New York, Stati Uniti) e Paola Pedraza, botanica del New York Botanical Garden, pubblicata sul “Journal of Agricultural and Food Chemistry”.


I ricercatori, hanno preso in esame 5 specie di mirtillo, scoprendo come la Cavendishia grandifolia e la Anthopterus wardii avessero quantità di antiossidanti 2-4 volte superiori rispetto ai mirtilli disponibili sul mercato, che sono già di per sé ricchi di vitamina B9, tannini e antociani, i pigmenti responsabili del colore bluastro dei frutti, considerati un vero antidoto contro l’invecchiamento cellulare e la fragilità capillare, anche degli occhi. Inoltre, i mirtilli sono molto utili in caso di ritenzione idrica e sono un vero toccasana per il sistema cardiovascolare, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e antiaggreganti piastriniche. Senza considerare l’azione “scova rifiuti” sui radicali liberi.

Come speiga Kennelly:
"Crediamo che queste due specie siano superfrutti con un grande potenziale per la salute umana. Attualmente non sono disponibili sul mercato ma, è solo una questione di tempo prima che le persone inizino a chiederne la disponibilità."

Le 2 specie, sono originarie delle Ande, uno degli ecosistemi più a rischio del mondo e da cui proviene anche un cereale prezioso per chi soffre di celiachia, la quinoa, ricca di sali minerali quali magnesio, sodio, fosforo, ferro e zinco, ma assolutamente priva di glutine. Nell’attesa dell’arrivo dei super mirtilli sudamericani, dunque potremo sempre consumare i mirtilli “tradizionali” che colorano i banchi della frutta, una delle fonti naturali più ricche di antociani insieme a fragole, more, ribes ma anche melanzane, uva nera e bietola rossa. In linea generale, più un alimento ha un colorito rossastro o bluastro, tanto maggiore è la presenza degli antociani.

Fonte: Asca

mercoledì 6 luglio 2011

Vuoi un'abbronzatura perfetta? Mangia tanta frutta e verdura del colore giusto!



Qual'è il segreto per avere una abbronzatura perfetta da esibire durante la bella stagione? Le regole sono: una corretta esposizione ai raggi solari  e mangiare gli alimenti giusti, frutta e verdura che devono avere una gamma di colori che vanno dal giallo all’arancione e al rosso e cioè carote, pesche, anguria, ananas, albicocche, fragole e tutto ciò che di arancione/rosso trovate a casa!
I frutti dal colore arancione contengono, caroteni, vitamina A e licopene che vengono assimilati dal nostro corpo grazie all’alimentazione. Quindi Sole e alimentazione per assicurarsi una tintarella perfetta!

Tre porzioni di verdura e due di frutta, ecco il consiglio guiusto per assicurare al nostro organismo le cinque porzioni giornaliere consigliate di fibre, sali minerali e vitamine. Secondo i nutrizionisti la frutta, se inserita quotidianamente nella dieta, riesce a fornire il giusto equilibrio e benessere al nostro corpo.

La frutta si può mangiare in ogni momento della giornata, a colazione, dopo i pasti principali ma è perfetta da mangiare come spuntino e merenda, magari anche sotto l’ombrellone. Lavate bene la frutta, sbucciatela e ponetela in un box di plastica da portate con voi per una merenda leggera, colorata, gustosa e che vi aiuta ad essere più sane e più belle.

Il mese di luglio, in particolare, oltre a regalare ancora succose fragole e dolci ciliegie, porta a piena maturazione le angurie, le pesche, i meloni, le pere e i fichi.

Tra i frutti migliori ci sono sicuramente le albicocche, ricche di potassio e betacarotene, hanno poche calorie e saziano tantissimo, perfette se siete a dieta ad esempio. In questo senso va benissimo anche l’ananas che ha poche calorie e tante fibre, è giallo e quindi rientra nella gamma di colori che ci fanno abbronzare, inoltre contiene bromelina che aiuta la digestione.

Si anche alla pesca, il frutto dell’estate, anche comodissimo da portare in spiaggia, contengono la melanina che aiuta la tintarella ma anche lo zinco che ci rende più belle scacciando via i brufoli.  Tutti elementi altamente antiossidanti, quindi in grado di combattere l’invecchiamento della pelle che nel periodo estivo, a causa della maggiore esposizione ai raggi solari, diventa più pressante.
Pochi sanno che tutti questi nutrimenti si trovano per la maggior parte nella buccia della pesca, quindi si dovrebbe cercare di non scartare nulla. Inoltre questo frutto produce nell’organismo un elevato senso di sazietà, ottimo dunque per chiunque avesse deciso di sottoporsi a un regime alimentare ipocalorico (solo 27 Kcal per etto).

Il melone contiene betacarotene ed è perfetto per la nostra bellezza inoltre contiene anche antiossidanti e vitamina C, il tutto in pochissime calorie!
E, infine, sua maestà l’anguria, composta per il 90% da acqua. È il frutto più dissetante e rinfrescante che si conosca anche grazie al contenuto molto bilanciato di sali minerali, potassio, vitamina A e C. In un etto di anguria ci sono solo 15 calorie, valido aiuto nei regimi alimentari ipocalorici, anche perché dona un forte senso di sazietà. L’ideale, però, è consumarla lontano dai pasti: il contenuto elevato d’acqua potrebbe rallentare la digestione. E, soprattutto, mai mangiarla eccessivamente fredda. Il metodo migliore per rinfrescarla è sempre quello di porla sotto l’acqua corrente.

Fonte: http://www.pourfemme.it/

domenica 29 maggio 2011

Tanta frutta per combattere la cellulite



Frutta contro la Cellulite
La cellulite è una delle cause dell perdita di elasticità della pelle e dei vasi sanguigni, con conseguente ristagno di liquidi nel tessuto adiposo: molteplici sono le cause della sua comparsa, dalla sedentarietà alla scarsa idratazione corporea, fino a disfunzioni ormonali.

La frutta rappresenta un prezioso alleato per prevenire e combattere la cellulite, favorisce l’eliminazione dei liquidi in eccesso, rafforza i capillari e migliora la circolazione del sangue riattivando il microcircolo.

E' da  preferire l’assunzione di frutta ad altri cibi perchè favorisce un regime alimentare utile per contrastare efficacemente la cellulite su più fronti:

- Disintossicazione;
La cellulite deriva da un ristagno di scorie nei tessuti, quindi passo indispensabile è eliminare le tossine; la frutta, come alimento leggero, non appesantisce l’apparato digerente, viene bene assimilata dall’organismo e ha un’azione disintossicante.

- Lotta alla ritenione idrica;
Il sodio trattiene i liquidi, favorendone il ristagno fra gli interstizi delle cellule: il risultato è una circolazione ostacolata e problematica. La frutta ha uno scarso tasso di sodio, inoltre contiene altri minerali che ne contrastano l’attività, riequilibrando i meccanismi fisiologici di bilanciamento dei liquidi.

- Circolazione;
La frutta è ricca di fibre e stimola la diuresi, inoltre contiene vitamine e altri principi attivi, come gli antociani dei mirtilli, che rinforzano le pareti dei capillari, restituendo efficienza alla circolazione.

- Idratazione;
L’alta percentuale di liquidi contenuta nella frutta stimola l’attività dei reni favorendo la diuresi, aiutando soprattutto in caso di scarsa assunzione di acqua o durante la stagione calda reintegrando attivi e fluidi persi con la sudorazione.

Nel dettaglio molti frutti offrono dei benefici particolari per combattere la cellulite, sia assunti come alimenti per il loro contenuto, sia utilizzando altre parti non commestibili che racchiudono attivi efficaci.
I frutti di bosco come ribes, fragole, lamponi e mirtilli, hanno quantità abbondanti di bioflavonoidi, acido salicilico e vitamina C, che aiutano a mantenere forti le pareti dei capillari, impedendo la fuoriuscita di liquidi.

Fonte: Diredonna.it

mercoledì 12 gennaio 2011

La dieta anti-influenza, Latte, miele e verdure di stagione contro i malanni di stagione

Un aiuto per rafforzare le difese immunitarie dal rischio di insorgenza dell'influenza, favorita dal freddo, viene dall'aumentato apporto  di vitamine e quindi aumentare le calorie consumate, iniziando la mattina con latte, miele o marmellata e portando poi a tavola soprattutto zuppe, verdure, legumi e frutta.

E' quanto sostiene la Coldiretti in riferimento al forte aumento dei casi di influenza stagionale che, secondo gli esperti, dovrebbe mettere a letto nel corso dell'inverno dai 2 ai 5 milioni di italiani.

"Oltre a frutta e verdura ricca di antiossidanti nella dieta per sconfiggere l'influenza non devono mancare - suggerisce la Coldiretti - latte, uova e alimenti ricchi di elementi probiotici quali yogurt e formaggi come il parmigiano e, per alcuni esperti, anche il miele e l'aglio, che contiene una sostanza, l'allicina, particolarmente attiva nella prevenzione".

"Fondamentale - sottolinea la confederazione - è assumere verdure di stagione, soprattutto quelle ricche di vitamina A (spinaci, cicoria, zucca, ravanelli, zucchine, carote, broccoletti, ottimi anche cipolle e aglio possibilmente crudi per la valenza antibatterica non indifferente) perché danno il giusto quantitativo di sali minerali e vitamine antiossidanti. Nella dieta non vanno trascurati piatti a base di legumi perché contengono ferro e sono ricchi di fibre".

Fonte: Coldiretti

giovedì 4 novembre 2010

Influenza: una dieta a base di frutta e di verdure stagionali per combattere i sintomi dell’influenza

Per difendersi dalla imminente influenza stagionale si comincia dalla tavola. Sono gli esperti del Policlinico San Matteo di Pavia, che lanciano l'idea di dieta ‘scudo’ per giocare d’attacco e prevenire le mosse dei tre virus protagonisti della stagione invernale alle porte.
Dal kiwi ai semi di girasole, passando per il classico vegetale del grande freddo: la zucca.

Gli alimenti alleati del nostro sistema immunitario sono insospettabili, e la lista e’ lunga. Il consiglio degli specialisti dell’ospedale è: “Alimentarsi in modo corretto e regolare, assumere cibi ricchi di betacarotene e vitamina E e C con potere antiossidante e protettivo”, spiegano in una nota.
Un messaggio che, tradotto in frutta e verdura, significa consumare tanti agrumi, ananas, frutti di bosco, mandorle e nocciole. E ancora carote e zucchine, patate e pomodori, spinaci e carciofi.

Anche il condimento deve essere ‘mirato’: “Scegliete fra olio extravergine di oliva oppure olio di semi”, suggeriscono gli esperti.

Un aiuto prezioso contro l’influenza arriva anche da cibi ‘sottorappresentati’ nei piatti degli italiani: barbabietole rosse e semi di girasole. Intramontabili i classici broccoli, le cime di rapa, il prezzemolo e i peperoni.

La lista degli specialisti si conclude con il rimedio della nonna più gettonato: latte con il miele. Alla dieta giusta vanno poi abbinate alcune misure protettive, ricordano ancora gli esperti: “Lavarsi spesso le mani o frizionarle con gel alcolico, gettare i fazzoletti dopo l’uso, coprire il naso e la bocca quando si starnutisce o si tossisce, tenersi un po’ più isolati dal resto della famiglia quando ci si ammala, non condividere con altri i propri oggetti personali”.

Da non dimenticare il ruolo strategico del sonno per ricaricare l’organismo e “l’attività fisica regolare”.

Fonte: Adnkronos

martedì 28 settembre 2010

Le 10 erbe per aiutare il benessere del nostro fegato.

I distrurbi del fegato sono sempre più diffusi.
Una dieta scorretta, alcol e scarso movimento sono le principali cause.
Per fortuna vengono in aiuto le erbe, per proteggere il fegato e mantenerlo in salute.

Le malattie del fegato come la steatosi, l’epatite cronica e la cirrosi rappresentano un problema sanitario molto rilevante e diffuso.
Un minimo di prevenzione è comunque possibile, correggendo le abitudini alimentari, lo stile di vita e ricorrendo ad alcune erbe è possibile migliorare il benessere del fegato.
Curandosi con le erbe, si sfruttano le conoscenze della fitoterapia per migliorare il benessere di questo organo vitale.


Ecco la lista delle principali erbe amiche del fegato:

1) Boldo (Peumus boldus): usato da tempo in America Latina per i disturbi del fegato e della cistifellea. La maggior parte della sua attività è attribuita a un alcaloide chiamato boldina, che ha un’azione protettiva del fegato, stimolante della produzione di bile, digestiva, di aumento della secrezione dei succhi gastrici. È utilizzato per infusione. È sconsigliato in gravidanza e allattamento, a chi ha problemi della coagulazione, una malattia del fegato avanzata oppure è in cura con anticoagulanti (warfarin) o antiaggreganti piastrinici.

2) Camomilla: è utilizzata per la sua efficacia antispastica e sedativa. È la bevanda serale da consigliare. In infusione.

3) Carciofo: favorisce la digestione, stimolando anche la funzione epatica e biliare. Contiene, tra l’altro, la cinarina che, oltre ad aumentare la secrezione biliare, protegge il fegato, essendo un antiossidante. In fitoterapia si utilizzano le foglie seccate e tritate per infusi.

4) Cardo mariano: può essere utilizzato in tutte le malattie del fegato. Ha anche un effetto lassativo, tonico e stimolante. Per il contenuto di tiramina, i frutti in infusione devono essere utilizzati con cautela dagli ipertesi.

5) Curcuma: consigliata come spezia, può essere impiegata come infusione per stimolare la produzione della bile e migliorare la digestione. Le proprietà della curcuma e del curry come antiossidante sono state dimostrate anche da studi scientifici. Cautela nel caso di calcoli biliari.

6) Liquirizia (Glycyrrhiza glabra): il principio attivo più importante è la glicirrizina, che le conferisce un’azione antinfiammatoria e antivirale. In medicina è stata utilizzata per la terapia dell’ulcera e nelle malattie croniche del fegato. Poiché ha un’azione negativa sulla pressione arteriosa (la alza) e sui sali (trattiene il sodio, riducendo il potassio), il suo uso non è sempre consigliato.

 7) Menta (Mentha piperita): stimola la digestione e stimola la produzione di bile e ha un’azione antispastica. Riduce la nausea. Per infusione.

8) Rosmarino: utilizzato in fitoterapia per le sue azioni tonificanti e digestive, ha un’azione colagoga e coleretica. Può essere impiegato, in infusione, anche in caso di steatosi, epatite cronica e cirrosi. Evitare l’assunzione durante la gravidanza e l’allattamento, se si soffre di epilessia o di ipertensione arteriosa.

9) Schisandra (Schizandra chinensis): poco impiegata in Italia, agisce come antiossidante nelle malattie del fegato e ha un’azione immunostimolante, in particolare contro le infezioni virali.

10) Tarassaco (Taraxacum officinale): l’efficacia sulla stimolazione dell’apparato digerente e del fegato è nota da secoli. Addirittura, in passato, si parlava di tarassacoterapia. Essendo particolarmente ricco in vitamina A, deve essere assunto con prudenza nelle epatopatie croniche avanzate: la vitamina A in alte dosi è tossica per il fegato.

Le suddette erbe si possono assumere quotidianamente in infusione per un paio di settimane, ma è sempre bene consultarsi con il medico, il farmacista o l’erborista. Non bisogna dimenticare, infatti, che le erbe possono provocare disturbi gastrici, diarrea, allergie e mal di testa.

Fonte: http://www.sanihelp.it/

venerdì 2 luglio 2010

Gli ortaggi si cambiano di colore e aiutano la nostra salute


Rape rosse, pomodori neri, patate viola e carote gialle: il punto di Confagricoltura.

L'ultima nata è la rapa rossa, ricca di antociani (quelli che si trovano nei mirtilli o nel vino rosso) e di litio. Le antocianine hanno un potere antiossidante, combattono i radicali liberi, i danni provocati dalle radiazioni ultraviolette, e la fragilità capillare di chi ha problemi di circolazione e di origine infiammatoria. Il litio è utile nelle cura delle malattie depressive.

"Il nostro obiettivo è valorizzare tutta la produzione tipica della Piana del Fucino nella direzione del benessere". A parlare è Alessandro Aureli, titolare di un'azienda all'avanguardia nella fertile pianura in provincia dell'Aquila, famosa per i suoi ortaggi, che deve molto del suo successo alla produzione di carote 'colorate'.

Non solo arancioni, ma anche nere e gialle. E presto anche rosse e bianche. Carote di tutti i colori per 'curare' o prevenire malattie diverse. La sempre maggiore attenzione per la salute e la cura del proprio corpo facendo ricorso a tecniche naturali spinge la ricerca scientifica applicata all'agricoltura ad arricchire determinati prodotti di sostanze che hanno proprietà benefiche, come gli antociani, il selenio, la luteina. E il mercato risponde molto bene.

"Produciamo succhi e concentrati di carote nere e gialle, destinati alla produzione di bevande multivitaminiche, creme e farine - dice Aureli - E la richiesta da parte dell'industria agroalimentare è in continua crescita".
Carota nera, o 'purple carrot', come la chiamano i suoi clienti, al 90% stranieri (come d'altra parte è straniera la quasi totalità dell'industria agroalimentare), ricca di antociani; Carota gialla, con un alto contenuto di luteina, invece, per chi ha problemi agli occhi. Questa sostanza, infatti, aumenta la densità del pigmento maculare della retina e riduce fortemente i rischi di degenerazione.
Infine, le tradizionali carote arancioni, ma particolarmente ricche di betacarotene. E presto arriveranno anche le carote rosse e quelle bianche.
A breve saranno in commercio anche i pomodori neri (viola-nero all'esterno con la polpa di colore rosso), frutto della sperimentazione italiana dell'equipe coordinata dal professor Pierdomenico Perata, ricercatore e docente presso la Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, anch'essi ricchi di antociani, solitamente assenti in questo ortaggio.

Da tempo, inoltre, si producono patate arricchite di selenio con le loro forti proprietà antiossidanti e di prevenzione dai tumori. La patata 'Selenella' (marchio commerciale) ha alle spalle quattro anni di studio oltre dieci di commercializzazione, con una buona rispondenza anche sui mercati esteri, come la Germania e gli Usa.
Dopo la patata al selenio, si pensa a quella ricca di antociani. In tal senso ci sono molteplici ricerche negli Stati Uniti su nuove patate viola che avrebbero le stesse proprietà del pomodoro nero: ne è un esempio la 'Purple Pelisse', di intenso colore violetto interno e esterno, messa a punto dalle Università dell'Oregon, dell'Idaho e dello stato di Washington con l'Usda.

L'università del Kansas pensa invece ad una patata dolce dal cuore viola, ottima per prevenire il cancro.

Fonte: Confagricoltura

sabato 12 giugno 2010

la dieta ad hoc per la tintarella? Frutta e verdura, la carota regina nella top ten degli abbronzanti naturali

Chi è ancora costretto a rimanere in città può difendersi dal caldo e prepararsi la tintarella estiva con una dieta adeguata a base di cibi ricchi di vitamina A di cui la regina è la carota, seguita da spinaci e radicchio e dalle albicocche. E' Coldiretti a stilare la top ten degli 'abbronzanti naturali' in occasione di 'BIO sotto casa' manifestazione promossa nel weekend a Roma, all'Auditorium della Musica, sui temi dell'agricoltura biologica, con la presenza di oltre cento produttori nell'ambito della campagna promossa da Aiab, Amab e Coldiretti con il contributo dell'Unione Europea e del ministero delle politiche alimentari e forestali.

Con il grande caldo, consumare carote, insalate, cicoria, lattughe, meloni, peperoni, pomodori, albicocche, fragole o ciliegie serve a difendersi dai colpi di calore, ma anche - sottolinea la Coldiretti - a preparare l'abbronzatura estiva. Il primo posto è conquistato indiscutibilmente dalle carote che contengono ben 1200 microgrammi di vitamina A o quantità equivalenti di caroteni per 100 grammi di parte edibile.





Al posto d'onore - continua la Coldiretti - salgono gli spinaci che ne hanno circa la metà, a pari merito con il radicchio mentre al terzo si posizionano le albicocche seguite da cicoria, lattuga, melone giallo e sedano, peperoni, pomodori, pesche gialle, cocomeri, fragole e ciliege che presentano comunque contenuti elevati di vitamina A o caroteni. Antiossidanti 'naturali' sono - sottolinea Coldiretti - le vitamine A, C ed E contenute in abbondanza in frutta e verdura fresca. Peraltro in vista dell'estate - conclude l'organizzazione agricola - il ministero della Salute ha pienamente promosso l'ortofrutta italiana con addirittura il record del 98,8% dei controlli regolari, con una presenza di residui chimici al di sotto dei limiti di legge, secondo le anticipazioni dei risultati dell'ultimo rapporto ufficiale annuale del ministero della Salute sul "Controllo ufficiale dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti di origine vegetale".

Fonte: ANSA

venerdì 26 marzo 2010

Il dimagrimento localizzato di alcune zone del nostro corpo: sogno o realtà?

ASPETTI DELL'OBESITA'
I figli di genitori obesi hanno forti probabilità di divenire anche essi obesi. Si passa dal 40% se un solo genitore è obeso per arrivare anche all'80% se lo sono entrambi. Le femmine presentano anche lo svantaggio, in termini di probabilità, di diventarlo nel doppio dei casi rispetto ai maschi.
L'aumento del grasso sottocutaneo presenta essenzialmente due varianti:

- OBESITÀ IPERTROFICA: dovuta all'aumento in grandezza degli adipociti (cellule di grasso). È il tipo di obesità che nel tempo può portare a incrementi di peso di 10-15 kg oltre la norma.
Questo tipo di obesità appartiene maggiormente al sesso maschile. Oltre al vantaggio che il grasso si distribuisce in maniera uniforme su tutte le regioni del corpo è anche più facile che possa essere eliminato con una dieta opportuna.

- OBESITÀ IPERPLASTICA: dovuta all'aumento numerico delle cellule adipose. Questo aumento può avvenire nelle varie fasi dell'accrescimento umano fino alla pubertà. Può avvenire anche nella fase intrauterina.
È il tipo di obesità che può portare a notevoli incrementi ponderali. Appartiene maggiormente al sesso femminile e tende a collocarsi su alcune regioni del corpo preferenziali.
Questo tipo di obesità, in relazione alla modalità con cui il grasso si distribuisce e modifica l'estetica del corpo, viene definita (Figura):

- OBESITÀ A "PERA" (ginoide): presente nella maggioranza dei casi (circa il 96-97%), deriva dalle funzioni delle ghiandole endocrine (diencefalo-ipofisiaria). È il tipo di obesità ereditaria e può essere fatta risalire agli albori della presenza umana sulla terra dove questa tipologia era indispensabile a garantire la procreazione e la sopravvivenza della madre e del nascituro. La distribuzione del grasso avviene soprattutto sui fianchi, glutei e arti inferiori. L'adipe si presenza particolarmente flaccido unito ad un pallore della cute.

- OBESITÀ A "CONO GELATO" (androide): deriva generalmente dalla disfunzione delle ghiandole surrenali. La distribuzione del grasso avviene soprattutto sul tronco, nuca, collo e viso.
Principali tipi di obesità femminile


Sul numero e sul volume degli adipociti agiscono anche gli ormoni steroidei. Il testosterone tende a ridurne il numero mentre gli estrogeni tendono ad aumentarne sia il numero che il volume, in particolare questi ultimi, nella regione inferiore del corpo. Nella regione superiore del corpo, invece, l'aumento di volume degli adipociti è dovuto all'azione del cortisolo.


COME FUNZIONANO I MEZZI E I METODI PER DIMAGRIRE
LA DIETA
Quando si attua una dieta dimagrante, anche corretta dal punto di vista quantitativo e qualitativo, è necessario tenere presenti alcuni processi fisiologici che vengono attivati:

1- Quando si dimagrisce il grasso viene utilizzato in maniera uniforme da tutto il corpo. Oltretutto il corpo comincia a dimagrire proprio dove il grasso è meno spesso, quindi dal petto in su. Seguono la pancia, i fianchi e, infine, le cosce e le gambe. Quindi non è detto che il grasso cominci a diminuire per primo dove risulta più abbondante e più spesso. Inoltre gli ormoni "bruciagrassi" adrenalina e noradrenalina sembrano privilegiare il grasso depositato sull'addome (tipico dei maschi) rispetto a quello presente sui glutei e sulle cosce (tipico delle femmine).
Esiste un meccanismo, detto di "ridistribuzione", per cui se si perde troppo grasso in una certa regione del corpo è lo stesso organismo a riportarcelo dopo averlo prelevato da un'altra parte. Questo è uno dei motivi della comparsa di "pelle flaccida", situazione che tenderà poi a normalizzarsi dopo qualche mese di mantenimento del peso acquisito in quanto si realizza un rimodellamento estetico. Il trasferimento del grasso da una regione all'altra del corpo avviene attraverso la cosiddetta "migrazione".

2- La perdita di peso iniziale risulta apparentemente notevole, infatti si perdono essenzialmente liquidi a causa del minor apporto glicidico che porta ad eliminazione di acqua (questo perché esiste un rapporto cellulare di 2.8:1 di equilibrio tra glicidi ed acqua corporea). Lo stesso vale per il sale che trattiene acqua per circa 70 volte il suo peso (i 15-20 gr. di sodio introdotti di solito giornalmente trattengono da 1 a 1.5 litri di acqua). Solo in seguito il dimagrimento è reale e a carico del grasso sottocutaneo.

3- Dopo qualche tempo si innesca un meccanismo difensivo, detto di "risparmio", che comporta un consumo calorico nettamente inferiore (anche di oltre il 20%) per sostenere il metabolismo basale. Si realizza anche un minor consumo calorico a parità di lavoro svolto ed una maggiore assimilazione del cibo ingerito. Più la dieta è drastica più il meccanismo del "risparmio" si accentua.

4- Il consumo del grasso sottocutaneo porta alla formazione dei corpi chetonici (acidi derivati dall’acido acetoacetico) che tendono ad innalzare l’acidità del sangue, acidità che può sommarsi a quella derivante dall'attività fisica. Questa situazione può essere parzialmente contrastata con un giusto apporto di glicidi e di alimenti alcalini (specialmente frutta e verdura).


L'ATTIVITÀ FISICA
Sicuramente utile se unita ad una dieta dimagrante bilanciata, comporta i seguenti effetti:

1- La scelta del grasso da "bruciare" non segue un percorso legato necessariamente ai muscoli impegnati ma schemi geneticamente predeterminati in ciascun soggetto. Ad esempio può succedere che un lavoro sui muscoli addominali utilizzi il grasso delle cosce e viceversa.

2- Determina nel tempo un aumento del tono muscolare (leggera e permanente tensione dei muscoli anche in stato di riposo). Questo fatto si evidenzia esteticamente con un aspetto più "sodo" in quanto le varie regioni del corpo risultano più "sollevate" e "retratte" (es.: addome meno prominente e glutei meno cadenti). Il grasso sottocutaneo rimane invariato.

3- L'aumento delle masse muscolari comporta un maggiore consumo di ossigeno a riposo, quindi anche maggiore metabolismo e, quindi, consumo calorico nelle 24 ore.

4- Innalza il metabolismo basale e lo mantiene elevato per diverse ore dopo aver terminato l'allenamento. Quindi un consumo calorico aggiuntivo alla stessa attività fisica.

Specialmente nelle donne può presentarsi la CELLULITE dovuta alle cellule adipose che aumentano di volume e trattengono liquidi. Il metabolismo tra gli spazi intercellulari (microcircolazione sanguigna e linfatica periferica) procede con difficoltà. Quindi è necessario migliorare il drenaggio dei liquidi per evitare una stasi idrica e un processo infiammatorio locale.
Pertanto l'attività fisica deve essere impostata con alcuni accorgimenti:

- L'attività aerobica (di durata) è la più indicata in quanto favorisce la circolazione sanguigna periferica e in particolare la microcircolazione a livello tessutale e cellulare delle regioni muscolari impegnate. Inoltre le fibre muscolari a contrazione lenta tendono a specializzarsi nella migliore utilizzazione degli acidi grassi.
L'intensità ideale è quella regolata tra il 60-70% della propria massima frequenza cardiaca (numero di pulsazioni al minuto). La massima frequenza cardiaca è data dalla formula: 220 - età anagrafica. L’intensità di lavoro che non va comunque oltrepassata è quella che permette di dialogare con un partner senza affanno.

- L'attività anaerobica (forza e tono muscolare) è meno indicata in quanto già al 40% della massima tensione muscolare si ha una costrizione dei vasi sanguigni dei muscoli impegnati. Se si decide di attuarla è opportuno seguire un programma che non ostacoli un ricambio ottimale a livello cellulare e limiti anche la formazione di acido lattico.

Questo è possibile:
- usando pesi di bassa entità (che permettano l'esecuzione di almeno 25 ripetizioni in una serie)
- eseguendo ogni ripetizione con ritmo fluente e controllato senza pause che mantengono i muscoli in tensione isometrica
- portando le serie a esaurimento non esasperato
- attuando recuperi completi tra una serie e l'altra (mediamente 3 minuti) e tra un allenamento e l'altro (mediamente 2 giorni).


I "BRUCIAGRASSI"

Nel pensare comune come anche nei messaggi pubblicitari ci sono delle strategie o dei prodotti che sembrano promettere dei veri e propri miracoli nel dimagrimento generale e in quello localizzato.

La realtà è molto diversa in quanto:
1- Diuretici, sauna e lassativi fanno solo perdere momentaneamente acqua e sali minerali (sodio, potassio e cloro). I rischi possono essere delle disfunzioni cellulari, nervosismo, crampi muscolari e perdita di efficienza fisica.

2- Massaggi e idromassaggio possono solo aiutare nel recupero dalla fatica muscolare (smaltimento delle tossine) ma non intaccano le riserve di grasso sottocutaneo se non in maniera insignificante (il meccanismo di sudorazione comporta un minimo dispendio calorico). L’unico che consuma calorie e può dimagrire è solo chi esegue i massaggi.

3- Le fasce sintetiche non fanno evaporare il sudore e, quindi, accumulando liquidi tra pelle e fascia dando solo l'impressione di una maggiore sudorazione nella regione del corpo che avvolgono. Se messe a contatto diretto della pelle possono causare irritazioni e alterazione nella traspirazione tra pelle e ambiente (termoregolazione corporea). In presenza di temperatura esterna elevata e umidità possono contribuire a determinare pericolosi colpi di calore.

4- Le creme applicate localmente non hanno alcuna efficacia. Al massimo possono avere un effetto estetico legato ad una maggiore idratazione e una circolazione sottocutanea momentaneamente più attiva.

5- Gli elettrostimoli applicati localmente determinano solo una contrazione muscolare utile a migliorare il tono muscolare dei fasci muscolari meno profondi. Il consumo energetico è poco significativo.

6- I prodotti sintetici e gli estratti naturali ad azione "locale" non hanno una comprovata evidenza scientifica. Alcuni di questi hanno anche subito delle diffide da parte degli organi di controllo. Solitamente chi li propone si preoccupa anche di consigliare una dieta dimagrante e una attività fisica sistematica.



Autore: Stelvio Beraldo
Maestro di Sport

Interamente tratto da: http://www.sportmedicina.com/




giovedì 11 marzo 2010

Arriva il 'superpomodoro' non Ogm contro i tumori. Messo a punto dal Cnr di Napoli, è un prodotto totalmente naturale

Un pomodoro di forma semiallungata, polposo, di colore rosso intenso ma soprattutto con un'attività antiossidante totale superiore ad altre varietà in commercio: è questo il ''superpomodoro'', un prodotto naturale e non transgenico messo a punto dall'Istituto di Chimica biomolecolare del Cnr di Napoli per combattere non solo il tumore alla prostata ma tutte quelle malattie dell'uomo, dai tumori alle malattie cardiovascolari, dalle artriti al morbo di Parkinson, causate da stress-ossidativi e dalla formazione di radicali liberi.

Si tratta di una dimostrazione concreta del fatto che si possono ottenere ottimi risultati dalla ricerca al naturale che coniuga tradizione ed innovazione, senza ricorso agli Ogm". Lo sottolinea in un comunicato stampa la Coldiretti in riferimento al "superpomodoro" creato nei campi sperimentali del Cnr di Napoli in modo naturale e non transgenico.

"Si tratta - evidenzia la confederazione - di un prodotto ad alto valore nutrizionale nato dall'incrocio di alcune varietà di pomodori neri e linee pure di San Marzano che risponde perfettamente alle caratteristiche nutrizionali di prevenzione nei confronti del tumore alla prostata".

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venerdì 29 gennaio 2010

La frutta secca oltre a darci energia ci aiuta nella memoria e protegge il sistema cardiocircolatorio

Il termine “frutta secca” in geneale indica i frutti oleosi come noci, nocciole e mandorle. Ognuno di questi frutti ha delle proprietà particolari, e in tutti, se consumati con moderazione, nutrono, rinvigoriscono corpo e mente, proteggono il sistema cardiocircolatorio, il cervello, la pelle, i capelli e i muscoli.  Sono anche adatti per chi fa sport, svolge un lavoro intellettuale o evita di mangiare carne.


I frutti oleosi apportano sostanze per lo più presenti nei prodotti di origine animale e necessarie all’organismo: dalle vitamine B alle proteine.


Noci, mandorle, nocciole, pistacchi, noci del brasile, arachidi, sono tutti cibi ricchi di vitamine del gruppo B, fosforo, rame, calcio, proteine e acidi grassi essenziali importantissimi per lo sviluppo dell’organismo e per il mantenimento di tutte le sue funzioni.
L’elevato contenuto di grassi rende la frutta secca ipercalorica: la maggior parte delle varietà contiene, infatti, più di 500 calorie per 100 g. Tuttavia si tratta di grassi mono o poli insaturi (circa l’85%).
La sostituzione nella propria dieta dei grassi saturi (di cui sono ricchi, oltre la carne, anche i formaggi e il burro) con i grassi insaturi della frutta secca contribuisce ad abbassare i livelli di colesterolo, riducendo anche il rischio di aterosclerosi e di cardiopatie.
Altro punto a favore di questi alimenti è la loro ricchezza di acidi grassi Omega 3. Oltre ad aiutare nella lotta contro le malattie cardiache, gli acidi grassi Omega 3 dei frutti oleosi hanno anche effetti benefici nella cura dell’artrite e di altre forme infiammatorie.

Caratteristiche principali della frutta secca:
- Noci anticolesterolo

- Arachidi per crescere bene
- Nocciole per proteggere il cuore
- Pistacchi: sì ma senza sale. E ti tolgono l’ansia!

- Mandorle per essere felici

- Anacardi ripuliscono il sangue


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Fonte: http://obiettivobenessere.tgcom.it/

venerdì 15 gennaio 2010

Il Mango: Il frutto indicato per una dieta sana, un dolce aiuto conto il cancro del seno e del colon

Seguire una dieta sana, ricca di frutta e verdura è una delle prime mosse facilmente eseguibili per mantenersi in salute. Se poi questa dieta la integriamo con cibi ricchi di antiossidanti, allora offriamo a noi stessi una protezione in più.

Frutti ricchi di queste sostanze utili nel combattere gli agenti nocivi e i radicali liberi che sono causa d'invecchiamento precoce e tutta una serie di altri problemi sono diversi. Tra questi vi sono la melagrana (il frutto del melograno), i mirtilli e il mango che, anche se tra i tre è quello che probabilmente ne contiene meno, secondo un nuovo studio avrebbe comunque effetti positivi sui tumori del seno e del colon.

Nello studio condotto per conto della Texas AgriLife Research food dalla dr.ssa Susanne Talcott e il dr. Steve Talcott, suo marito, sono stati testati gli effetti di estratti polifenoli del mango sulle cellule tumorali in vitro. Le cellule erano rispettivamente cellule del cancro al polmone, cancro alla prostata, cancro al seno, cancro al colon e leucemia. Anche se i polifenoli del mango hanno mostrato un effetto a livello del cancro al polmone, leucemia e le cellule di cancro alla prostata, gli agenti anti-tumorali si sono dimostrati più efficaci nel rallentare la formazione di cellule cancerogene della mammella e del colon.

«Il mango ha mostrato un certo impatto sul polmone, leucemie e tumori della prostata, ma è stato più efficace sui più comuni tumori del seno e del colon. Quello che abbiamo scoperto è che non tutte le linee cellulari sono sensibili nella stessa misura a un agente antitumorale. Ma le linee di cancro alla mammella e del colon sono sottoposte ad apoptosi, o morte cellulare programmata» ha commentato la dr.ssa Talcott. A conclusione dello studio, gli esperti suggeriscono che una dieta che comprenda buoni quantitativi di frutta è senz'altro l'ideale per prevenire numerose patologie, anche gravi.

sabato 2 gennaio 2010

Erbe medicinali contro l'Alzheimer. La strada naturale per combattere sintomi come depressione, ansia e danni alla memoria.

Una strada naturale per contrastare l'Alzheimer. E' infatti possibile utilizzare alcune erbe medicinali per combattere i sintomi legati alla malattia: perdita di memoria, capacita' di apprendimento, depressione e ansia.
Lo sostiene una ricerca della Swinburne University of Technology, in Australia.

Gli studiosi si sono concentrati in particolare su corteccia di pino, balsamo al limone, ginseng americano ("Panax quinquefolius") e brahmi ("Bacopa monnieri"), pianta acquatica originaria dell'India. Dotati di elementi anti-infiammatori e anti-ossidanti, tali vegetali sono attualmente i protagonisti di numerose sperimentazioni.

In due test, si è voluto verificare l'effetto di un estratto di Brahmi, chiamato CDRI08. I due trial, randomizzati, a doppio ceco e durati 90 giorni l'uno, hanno mostrato come l'estratto fosse in grado di migliorare la memoria.

Un altro test (durato 50 giorni) ha coinvolto uomini dai 50 ai 65 anni, a cui è stato somministrato un estratto di corteccia di pino. Essi hanno evidenziato un potenziamento della memoria spaziale e della capacità di riconoscimento degli oggetti, insieme ad un abbassamento della pressione sistolica.

Attualmente, è in corso un ennesimo esperimento, che vuole osservare le potenzialità del balsamo al limone nel contrastare ansia ed agitazione (sintomi dell'Alzheimer.)
Ma, come spiegano i ricercatori della Swinburne, in ballo c'è molto di più della lotta alla malattia.

Secondo le statistiche, il 60% dei cittadini australiani utilizza la medicina naturale, spesso tramite terapie fai-da-te. Diventa allora cruciale, concludono gli studiosi fornire le giuste informazioni a medici e pazienti, al fine di integrare i prodotti naturali nei programmi di cura e prevenzione della malattia.

Fonte: www.newsfood.com/

giovedì 31 dicembre 2009

ARTRITE: I DOLORI SI COMBATTONO CON GIARDINAGGIO E YOGA. Gli esercizi che migliorano la flessibilita'

Gli esercizi che migliorano la flessibilita' come lo yoga, il pilates, il tai chi, l'aerobica, l'acqua gym e il nuoto - ma anche attivita' casalinghe come il giardinaggio e i lavori domestici - sono un valido aiuto per il miglioramento della flessibilita' articolare e, di conseguenza, aiutano a ridurre i dolori anche nelle persone che soffrono di artrite. E' quanto sostiene uno studio pubblicato su HealthSource Mayo Clinic Women's. Persone affette da artrite che fanno regolare movimento fisico, si legge nello studio, fanno registrare livelli di dolore piu' bassi rispetto a chi non esegue gli esercizi.

Quando una persona smette di fare esercizio, le articolazioni e i muscoli che le circondano diventano meno mobili, provocando un aumento dell'affaticamento e del dolore a ogni movimento.

A tutte le eta', spiegano i ricercatori, e' sempre bene fare un po' di sport: oltre a migliorare l'agilita' articolare, un po' di movimento migliora anche l'umore, il sonno e rende piu' energici.

martedì 15 dicembre 2009

Pistacchio, mangiare regolarmente questo frutto ci protegge dal tumore ai polmoni

Polmoni protetti con 68 grammi di pistacchi al giorno: il frutto allontanerebbe il rischio di cancro. È quanto emerge dallo studio presentato in occasione dell'American Association for Cancer Research Frontiers in Cancer Prevention Research Conference, dai ricercatori dell`Università del Texas di Houston, secondo cui il frutto secco, oltre a ridurre il colesterolo e fornire sostanze antiossidanti, aiuterebbe anche a ridurre il tumore polmonare.

La ricerca, condotta su 36 soggetti, metà dei quali hanno seguito un regime dietetico integrato con 68 grammi di pistacchi al giorno per un periodo di sei settimane, ha dimostrato che un consumo giornaliero del frutto aiuta a ridurre il rischio di cancro ai polmoni. I pistacchi sono infatti una buona fonte di gamma-tocoferolo, una forma di vitamina E nota per le sue proprietà anti-tumorali.

"Lo studio - spiega Ladia M. Hernandez, ricercatrice del Dipartimento di Epidemiologia dell`Università del Texas - dimostra che mangiare 68 grammi di pistacchi al giorno aumenta l'assunzione di gamma-tocoferolo, pertanto può diminuire il rischio di cancro al polmone, senza determinare cambiamenti significativi nell'indice di massa corporea".

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