I
distrurbi del fegato sono sempre più diffusi.
Una dieta scorretta, alcol e scarso movimento sono le principali cause.
Per fortuna vengono in aiuto
le erbe, per
proteggere il fegato e mantenerlo in salute.
Le malattie del fegato come la
steatosi, l’
epatite cronica e la
cirrosi rappresentano un problema sanitario molto rilevante e diffuso.
Un minimo di prevenzione è comunque possibile, correggendo le abitudini alimentari, lo stile di vita e ricorrendo ad alcune erbe è possibile migliorare il benessere del fegato.
Curandosi con le erbe, si sfruttano le conoscenze della fitoterapia per
migliorare il benessere di questo organo vitale.
Ecco la lista delle principali
erbe amiche del fegato:
1)
Boldo (
Peumus boldus): usato da tempo in America Latina
per i disturbi del fegato e della cistifellea. La maggior parte della sua attività è attribuita a un alcaloide chiamato
boldina, che ha un’azione protettiva del fegato, stimolante della produzione di bile, digestiva, di aumento della secrezione dei succhi gastrici. È utilizzato per infusione. È sconsigliato in gravidanza e allattamento, a chi ha problemi della coagulazione, una malattia del fegato avanzata oppure è in cura con anticoagulanti (warfarin) o antiaggreganti piastrinici.
2)
Camomilla: è utilizzata per la sua
efficacia antispastica e sedativa. È la bevanda serale da consigliare. In infusione.
3)
Carciofo: favorisce la digestione, stimolando anche la funzione epatica e biliare. Contiene, tra l’altro, la
cinarina che, oltre ad aumentare la
secrezione biliare, protegge il fegato, essendo un antiossidante. In fitoterapia si utilizzano le foglie seccate e tritate per infusi.
4)
Cardo mariano: può essere utilizzato in tutte le malattie del fegato. Ha anche un
effetto lassativo, tonico e stimolante. Per il contenuto di tiramina, i frutti in infusione devono essere utilizzati con cautela dagli ipertesi.
5)
Curcuma: consigliata come spezia, può essere impiegata come infusione per
stimolare la produzione della bile e migliorare la digestione. Le proprietà della curcuma e del curry come antiossidante sono state dimostrate anche da studi scientifici.
Cautela nel caso di calcoli biliari.
6)
Liquirizia (
Glycyrrhiza glabra): il principio attivo più importante è la
glicirrizina, che le conferisce
un’azione antinfiammatoria e antivirale. In medicina è stata utilizzata per la terapia dell’ulcera e nelle malattie croniche del fegato. Poiché ha un’azione negativa sulla pressione arteriosa (la alza) e sui sali (trattiene il sodio, riducendo il potassio), il suo uso non è sempre consigliato.
7)
Menta (
Mentha piperita):
stimola la digestione e stimola la produzione di bile e ha un’azione antispastica. Riduce la nausea. Per infusione.
8)
Rosmarino: utilizzato in fitoterapia per le sue
azioni tonificanti e digestive, ha un’azione
colagoga e coleretica. Può essere impiegato, in infusione, anche in caso di
steatosi, epatite cronica e cirrosi. Evitare l’assunzione durante la gravidanza e l’allattamento, se si soffre di epilessia o di ipertensione arteriosa.
9)
Schisandra (
Schizandra chinensis): poco impiegata in Italia, agisce come
antiossidante nelle malattie del fegato e ha
un’azione immunostimolante, in particolare
contro le infezioni virali.
10)
Tarassaco (Taraxacum officinale): l’efficacia sulla stimolazione dell’apparato digerente e del fegato è nota da secoli. Addirittura, in passato, si parlava di tarassacoterapia. Essendo particolarmente ricco in
vitamina A, deve essere assunto con prudenza nelle epatopatie croniche avanzate: la vitamina A
in alte dosi è tossica per il fegato.
Le suddette erbe si possono assumere quotidianamente
in infusione per un paio di settimane, ma è sempre bene
consultarsi con il medico, il farmacista o l’erborista. Non bisogna dimenticare, infatti, che le erbe possono provocare disturbi gastrici, diarrea, allergie e mal di testa.
Fonte:
http://www.sanihelp.it/