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venerdì 15 maggio 2015

Energia dalle piante: alcuni studenti liceali produrranno energia fotovoltaica a costo ridotto utilizzando le piante.






Energia dalle piante: gli scienziati vanno al liceo

L'Itis Avogadro di Torino esporrà ad Expo 2015 il suo progetto rivoluzionario nel campo dell'energia rinnovabile. Grazie alla tecnologia delle "Celle di Grӓtzel", gli studenti produrranno energia fotovoltaica a costo ridotto utilizzando le piante.



Energia del tutto "green" che proviene dalle piante?
E' possibile grazie al progetto "DSSC - Energy from Vegetables" dei ragazzi dell'Itis Avogadro di Torino che, sotto la guida del professore Antonio Mandarano e il giovanissimo universitario e aspirante ricercatore Matteo Giardino, hanno realizzato un progetto che produce energia fotovoltaica in modo totalmente rivoluzionario. I ragazzi hanno lavorato infatti sulle “Celle di Grӓtzel”, una tecnologia recente per la quale lo scopritore ha ottenuto il "Millenium Technology Grand Prize 2010", utilizzando coloranti che provengono dalle piante per ottenere un processo di fotosintesi artificiale. Il lavoro dell'Itis Avogadro è risultato vincitore nella competizione "La scuola per Expo 2015", promosso dalla Direzione Generale per lo Studente, l'Integrazione e la Partecipazione del Miur, e gli studenti potranno esporlo il prossimo 21 maggio al Padiglione Italia di Expo 2015.


MIRTILLI E BARBABIETOLE: IL FUTURO DELL'ENERGIA? -
Le Celle di Grӓtzel" - ha spiegato a Skuola.net Matteo Giardino - "sfruttano l'energia del sole per produrre elettricità, riproducendo in laboratorio una fotosintesi artificiale. Si tratta di energia fotovoltaica, ma più "green" ed economica di quella tradizionale. Niente silicio, che è un componente tossico, ma biossido di titanio e coloranti naturali, che insieme agli elettroliti sono i componenti necessari a produrre energia. In particolare, abbiamo visto che sono particolarmente utili i coloranti ricavati da mirtilli, barbabietole e fiori di Cristantemo". Sotto la guida di Matteo e del professore Mandarano, gli studenti dell'Itis Avogadro con a capo la talentuosa e giovanissima studentessa Irene Pomero hanno messo a punto celle che producono circa 1 volt: le presenteranno ad Expo 2015 nel Vivaio Scuole del Padiglione Italia il prossimo 21 maggio dalle 15:00 alle 16:30.





sabato 17 gennaio 2015

Alta scuola di giardinaggio in versione Web Edition






Torna una nuova stagione di corsi di giardinaggio diretti dal Maestro Giardiniere Carlo Pagani sul mondo del giardino, delle piante e dell’orto, e, per la prima volta, con un ciclo di lezioni accessibili direttamente online.


Dal 7 febbraio al 30 maggio 2015, nel vivaio di Flora 2000 a Budrio, il Maestro Giardiniere terrà un ciclo di lezioni, seminari e corsi pratici rivolti a tutti coloro che vogliono scoprire e conoscere il mondo del giardinaggio e diventare giardinieri esperti.

Per imparare a prendersi cura del proprio giardino, dalla crescita delle piante ai rimedi per i problemi più frequenti fino ai segreti per un giardino sempre bello e in forma. I corsi hanno una durata di 2 ore e mezza, dalle ore 9:30 alle 12:00.

Novità assoluta di quest’anno e nel panorama del gardening è l’Alta Scuola di Giardinaggio Web Edition, i nuovissimi corsi online del Maestro Giardiniere: un canale tematico esclusivo, dal quale seguire le lezioni di giardinaggio di Carlo Pagani.

Una serie di corsi dai temi importanti e fondamentali sul giardino, le piante e l’orto, che potranno essere seguiti quando lo si desidera e sul supporto che si predilige: dal computer, al tablet sino allo smartphone per accompagnarti sino in giardino e fare pratica, quasi assieme. A breve sarà possibile seguire il Maestro Giardiniere direttamente da casa, che ci spiegherà in maniera chiara ed esaustiva come coltivare le piante, ma soprattutto ci insegnerà l’arte del giardinaggio.

Leggi l'articolo completo 
DI MARIA TOMASEO






martedì 29 aprile 2014

Giardinaggio: Premio 'Un futuro da coltivare'; come coltivare prodotti biologici nel deserto; Come coltivare i cetrioli.....






UrbMat: il tappeto "magico" per coltivare l'orto con istruzioni e ... - greenMe.it

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UrbMat: il tappeto "magico" per coltivare l'orto con istruzioni e ...
greenMe.it
Siete alle prime armi con la coltivazione dell'orto o volete coinvolgere i più piccoli nella cura delle piante? In aiuto di chi crede di non avere il pollice verde arriva UrbMat, un tappeto "magico" nato per aiutare i principianti nella coltivazione ...



Le associazioni vincitrici del Premio 'Un futuro da coltivare' ospiti all ... - gonews

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Rum Farm Organics: come coltivare prodotti biologici nel deserto di ... - greenMe.it

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Rum Farm Organics: come coltivare prodotti biologici nel deserto di ...
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Rum Farm Organics è specializzata nella coltivazione di cereali, foraggio, frutta e ortaggi, che comprendono melanzane, cavoli, fichi, melograni, patate, zucche e altro ancora. La coltivazione avviene in modo biologico e si serve di speciali tecniche ...


Come coltivare i cetrioli - greenMe.it

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Come coltivare i cetrioli
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I cetrioli (Cucumis sativus) appartengono alla famiglia delle Cucurbitaceae, proprio come le zucche e le zucchine. Potete coltivare i cetrioli sia nell'orto che in vaso. Per la coltivazione in vaso sceglierete le varietà più piccole e potrete ...



Albicocche: in Toscana un'oasi per coltivare e riscoprire le varieta ... - greenMe.it

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Albicocche: in Toscana un'oasi per coltivare e riscoprire le varieta ...
greenMe.it
L'omologazione in agricoltura nel corso dell'ultimo secolo ha portato alla perdita di numerose varietà antiche di frutta e verdura. Le necessità commerciali hanno superato il desiderio di salvaguardare il patrimonio alimentare che la natura ci offre in ...






domenica 12 gennaio 2014

Impariamo a coltivare sul nostro terrazzo: Lecco, al via il corso “Il mio orto biologico”






LECCO – 4 lezioni pratiche (compresa l’analisi del tuo spazio personale e le ricette per curare le piante) per imparare a coltivare verdure e fiori insieme secondo i principi dell’agricoltura naturale, e scoprire come utilizzare balconi, terrazze e piccoli orti per cambiare la città e riscoprire la tua indipendenza alimentare.


Sono aperte le iscrizioni al corso "Il mio orto biologico", organizzato dall’Associazione WWF Lecco, in collaborazione con Parco Regionale Monte Barro, con il patrocinio del Comune di Galbiate e del Comune di Lecco, con il contributo di Tecnolario – Lecco e il supporto della Camera di Commercio Lecco.

Il corso è rivolto a tutti gli appassionati che si dedicano (o vorrebbero dedicarsi..) alla coltivazione di frutta e verdura sul balcone, sul terrazzo condominiale o negli angusti spazi cittadini, che amano poi trasformare in casa e in maniera sostenibile il loro raccolto, che sono attenti all’ambiente e rispettosi dei tempi e dei ritmi della terra.

Il corso prevede quattro serate che si svolgeranno presso la Sede della Camera di Commercio Lecco, con apertura della Sala alle 20.15 e termine delle lezioni entro le 22.00, con il seguente programma:

- Mercoledì 5 febbraio - Balcone, terrazzo, orto, giardino: analisi dello spazio, ombre, posizione geografica, clima. Contenitori, materiali, soluzioni tecniche, sfruttamento degli spazi, degli angoli e delle pareti. Gli spazi condominiali, le finestre. (portare la mappa del proprio spazio!…)

- Mercoledì 12 febbraio - Piante da orto: recupero semi, come fare il semenzaio, come trapiantare, esigenze delle specie più comuni. Come fare un orto e giardino: come mescolare fiori e verdure, come consociare le piante per ottenere protezione e maggiore fertilità.

- Mercoledì 19 febbraio - Coltivare naturalmente: tecniche biologiche, sinergia, permacultura. Le filosofie, le tecniche, le possibilità di sperimentazione.

- Mercoledì 26 febbraio - La terra: la risorsa più importante, come riconoscerla, come alimentarla, il compost. Medicina: come curare le piante con macerati e compost.

Il corso sarà tenuto da Mariella Bussolati, laureata in scienze agrarie e specializzata in botanica farmaceutica, animatrice degli orti condivisi di Milano e autrice di: "L’orto diffuso – dai balconi ai community garden, come cambiare la città coltivandola" (Orme Editori).

Tutte le informazioni e il modulo di iscrizione al corso sono disponibili sul sito WWF Lecco, alla pagina http://wwf.lecco.it/orto-2014.html

Per leggere l'articolo completo vai su: http://www.lecconotizie.com





martedì 7 maggio 2013

Le tecniche del Bonsai al "SATSUKI BONSAI FESTIVAL" a Parabiago (MI) dal 17 al 26 Maggio.




Si svolge dal 17 al 26 Maggio a Parabiago in provincia di Milano il:

2° Satsuki Bonsai Festival




Un’ampia esposizione di bonsai di Azalea, presso Crespi Bonsai, proposti dalla celebre Satsuki Bonsai Association di Kanuma (Giappone), località famosa proprio per questo tipo di coltivazione.
In programma dimostrazioni, seminari e workshop sulle tecniche di lavorazione.

La mostra accoglierà innumerevoli e spettacolari varietà, proponendo ai visitatori esemplari dalle eccezionali caratteristiche, date dai multicolori e dalle multiforme dei fiori.
Un’occasione speciale dove i visitatori potranno partecipare a dimostrazioni, conferenze, corsi e workshop tenuti da personaggi di spicco del mondo Satsuki bonsai.

Durante la manifestazione si potrà assistere alla tradizionale Cerimonia del tè giapponese, tenuta da noti maestri giapponesi.
In esposizione e vendita vasta gamma di bonsai e piante da modellare.

Per chi volesse approfondire suggerisco alcuni libri sulle tecniche di realizzazione dei bonsai.


Accesso libero!
L’ingresso alle mostre, alle dimostrazioni e alle conferenze è completamente gratuito,
così come parte dei laboratori didattici. Durante la manifestazione sarà possibile
accedere anche ai giardini e alle nursery di Crespi Bonsai, solitamente chiusi al pubblico.



Per informazioni e iscrizioni:
CRESPI BONSAI
Corso Sempione, 35 • 20015 Parabiago (Mi)
Tel. 0331 491850 • Fax 0331 559410
www.crespibonsai.com • info@crespibonsai.com




sabato 30 marzo 2013

Verdemura, capitale del giardinaggio per 3 giorni; Benessere Low-cost contro la crisi. Un tris di erbe per riposare bene.






Verdemura, Lucca capitale del giardinaggio per 3 giorni 
Lucca in Diretta
Lucca dà il benvenuto alla primavera e torna ad essere uno dei capoluoghi italiani del verde, delle piante e dei fiori grazie a VerdeMura 2013, la mostra mercato del giardinaggio e del vivere all’aria aperta, organizzata dall’Opera delle Mura di Lucca e dal Comune di Lucca. Il taglio del nastro ci sarà venerdì 5 aprile alle 11; la manifestazione continuerà poi sabato 6 e domenica 7 aprile (dalle 9,30 alle 19).

VerdeMura è la festa della primavera – spiegano l’assessore alla Cultura Patrizia Favati, il presidente di Opera delle Mura Alessandro Biancalana e il direttore di Opera delle Mura Maurizio Tani - ed apre la lunga stagione delle grandi mostre nazionali di giardinaggio.

L’appuntamento, giunto alla sua sesta edizione, è ben presente nelle agende di vivaisti, collezionisti appassionati e amanti del mondo vegetale di tutta Italia come testimoniato dai più di 15.000 visitatori della scorsa edizione. La risposta che abbiamo ricevuto da appassionati e addetti ai lavori è ottima.

LE MOSTRE IN DETTAGLIO
Nuovi Ranuncoli, prestigio italiano si terrà al Baluardo San Martino. Si tratta di una mostra delle coloratissime e multiformi varietà di Ranuncoli selezionate dal famoso ibridatore e vivaista ligure Biancheri Creations, utilizzate per produrre fiori da taglio inviati in tutto il mondo. Un’eccellenza del made in Italy che dimostra come il nostro paese, nonostante la crisi e la fortissima concorrenza nel settore, possa ancora esprimere leader di una tradizione antica proiettata nel futuro.

 Bougainvillea, un esotico arcobaleno di varietà si terrà invece sugli spalti delle mura. Rappresentate in natura da circa venti specie, originarie dell’America del sud, le Buganville sono universalmente conosciute per i colori sgargianti delle loro fioriture fucsia, rosa, arancione, rosso, giallo o bianco, tonalità forti che tappezzano per mesi pergolati e grandi superfici; ma esistono cultivar di piccole dimensioni capaci di vivere anche in un vaso sui nostri terrazzi. Il vivaio specializzato siciliano Tamoflor esporrà circa trenta varietà accompagnandoci a conoscere i segreti di questa pianta. I magnifici fiori delle Camelie della Lucchesia si svolge alla cannoniera ovest del Baluardo San Martino. Le geometriche perfezioni, i colori il fascino delle antiche cultivar di Camelia diffuse nei giardini delle ville della Lucchesia in una mostra con centinaia di varietà organizzata dal vivaio Rododendron – di Andrea Antongiovanni di Pieve di Compito dedito allo studio e al rinnovamento di questa tradizione locale.

Low-cost contro la crisi. Un tris di erbe per riposare bene 
Il Sole 24 Ore 
La camomilla è stata utilizzata per molti anni come rimedio naturale contro l'insonnia, ma in realtà "le ultime ricerche scientifiche sottolineano che l'attività sedativa della camomilla sul nostro sistema nervoso centrale è molto modesta" spiega il dr. Luca Avoledo, naturopata ospite di Nicoletta Carbone a Essere e Benessere.

Meglio utilizzarla quindi in altri modi. Quali? "Ci sono tre usi alternativi in particolare, ad esempio, la camomilla è una delle piante migliori per i disturbi dell'intestino, è poi un toccasana per le donne durante il ciclo mestruale e infine è utile come impacchi per occhi rossi".




giovedì 14 marzo 2013

La gravita' 0 influenza la riproduzione piante; Tarquinia, sequestrata frutta non conservata bene; Sulle terrazze di Milano: più pomodori che fiori


Gravita' 0 influenza riproduzione piante 
ANSA.it
Le condizioni di gravita' zero possono influenzare la riproduzione nelle piante, perche' disturbano la crescita e funzionalita' dell'organo riproduttivo maschile di questi vegetali ...



Tarquinia, frutta non conservata bene sequestrati 750 chili di prodotti 
Il Messaggero ROMA
Oltre 750 Kg di prodotti ortofrutticoli e l'individuazione di un immigrato clandestino. È questo il bilancio di una serie di controlli effettuati nei giorni scorsi dai finanzieri della Tenenza di Tarquinia, in attuazione di specifiche direttive ...

Più pomodori che fiori sulle terrazze di Milano 
Giornalettismo
Sulle terrazze e i balconi di Milano si vedono spuntare sempre più spesso dei piccoli orti, al punto che le vendite delle tradizionali piante da fiori stanno perdendo il primato. Nel capoluogo lombardo il boom di insalate, pomodori rampicanti ...

IL GUSTO DELLA VITA. Del trovare le erbe nei campi (come cercare ... 
Informazione.Tv
Non si speri di trovare papagne (le giovani piante delicate ed effimere del papavero rosso) e crespegne a inizio novembre. Solo da dicembre inoltrato fino a primavera, nei campi a ... oppure lo vedi svettante tra il falasco di primavera in foglie ...



venerdì 25 gennaio 2013

Orchidee per San Valentino; Scoperto il motivo del sale che blocca la crescita delle piante; Salute: frutta e verdura aiutano a rilassarsi.






Innamorati fra le orchidee di Flover a S. Valentino 
Giardinaggio Web
San Valentino si avvicina, e i fiori sono da sempre fra i regali più gettonati. Ci sono le rose, ... Il weekend iniziale sarà anche tempo di imparare a coltivare la varietà acquistata, grazie a un corso gratuito tenuto, dalle 16 alle 18, dall'esperto ...

Agricoltura: scoperto perche' sale blocca crescita piante 
AGI - Agenzia Giornalistica Italia (AGI)
Washington, 25 gen. - Finora non era chiaro come il sale , un flagello per l'agricoltura, riuscisse a bloccare la crescita delle radici delle piante. Adesso un team di ricercatori della Carnegie Institution, guidato da Jose' Dinneny e Lina Duan ...


Salute: frutta e verdura aiutano a rilassarsi 
AGI - Agenzia Giornalistica Italia 
Che la frutta e la verdura facciano bene alla salute non e' un segreto, ma un nuovo studio dell'Universita' di Otago svela un beneficio in piu': mangiare piu' frutta e verdura e' una strategia per calmarsi. Onfatto, l'alimentazione "verde" non si ...

La prova del cuoco : Spiedini di frutta e toast 
Rai.tv 
Sbucciare le mele, le pere e pulire le banane, quindi tagliare la frutta a rondelle. (Se preparate la merenda con un po' di anticipo, spruzzare leggermente con del limone per evitare che la frutta annerisca). Privare il pane in cassetta della crosta ...

Piante che “sorridono” e vasi biodegradabili: i produttori savonesi ... 
Il Vostro Giornale 
“Siamo un'azienda relativamente giovane, in attività da una dozzina di anni – spiega Gagliolo – con quattro ettari di terreno in regione Ciamboschi, dove produciamo fiori e piante aromatiche in vaso. Vendiamo molto in Italia, dalla Puglia al Trentino ...




lunedì 3 dicembre 2012

Come coltivare la stevia. Il dolcificante naturale ad alta resa






Sia che possediate un piccolo giardino o un terrazzo, coltivare la stevia non è difficile e non sono necessarie conoscenze approfondite di botanica. Basta un poco di dimestichezza con le normali piante ornamentali e seguire costantemente la crescita delle piantine.

La parte che più ci interessa della stevia sono le sue foglie, quindi più ne produce più dolcificante otteniamo. Per coloro che non lo sapessero, ricordiamo che la stevia è  un dolcificante naturale privo di glucosio e per questo adatta a tutti coloro che tengono alla linea e per chi soffre di diabete. Inoltre, poichè resiste nella cottura alle alte temperature, la stevia è l’ingrediente ideale per dolci e pietanze.


La Stevia può essere impiegata come dolcificante a zero calorie sotto forma di foglie fresche o in polvere, estratto disidratato o concentrato liquido di estrazione acquosa e/o idroalcolica. I prodotti di estrazione possono essere usati in diverse preparazioni alimentari precotte e da forno poiché sono stabili a temperature fino a 200°C e non fermentano.

Ecco alcuni semplici consigli per coltivare la stevia:
- La stevia non sembra avere particolari esigenze nei riguardi del terreno. In natura cresce infatti su terreni poveri, sabbiosi, con falda idrica superficiale.

- Le esigenze nutrizionali sono elevate per il potassio e l’azoto tra i macroelementi e per il ferro e manganese tra i microelementi.

- In Italia il periodo migliore per il trapianto ricade nel mese di aprile per le temperature miti e le frequenti piogge che assicurano un buon attecchimento delle piantine ed uno sviluppo uniforme.

- Le piantine vengono poste in campo ad una densità di 5-6 piante per metro quadrato con interfila di 60 cm. L’assorbimento dei nutrienti si verifica nei 30 giorni seguenti il trapianto e solo per l’azoto anche in prossimità della fioritura.

- Di norma si ottengono 2 raccolti di cui il primo nel mese di luglio ed il secondo generalmente più abbondante in settembre-ottobre.

- Eseguire la prima cimatura quando le piantine avranno raggiunto circa i 12 centimetri di altezza. Devono essere eliminati i gli apici vegetativi lasciando almeno un paio di nodi con foglie per consentirne la crescita. In tal modo si potrà ottenere una produzione elevata di foglie e un sapore più dolce.

- Prima di tagliare i tralci, si deve attendere che la stevia abbia raggiunto l’altezza di 50 centimetri: questo perché le foglie più mature sono più zuccherine di quelle più giovani.

- Il periodo migliore per raccogliere le foglie va dalla primavera inoltrata agli inizi dell’autunno.


Come va curata la stevia?
Basta innaffiarla ogni giorno e tenere umido il terreno avendo cura di non far morire le radici per l’eccesso di acqua. E’ una pianta molto resistente ed è capace di sopportare temperature vicine allo zero.
Coltivare la stevia significa che non è possibile usare antiparassitari in quanto è una pianta destinata al consumo alimentare: quindi affidatevi a professionisti del settore prima di adottare contromisure in caso di attacchi da parte di afidi e altri parassiti.

Libri consigliati:



mercoledì 21 novembre 2012

Scoperte alcune piante che ottengono energia sfuttando altre piante!






Un gruppo di ricercatori tedeschi ha ottenuto significativi risultati che potrebbero rivoluzionare in maniera importante il futuro della bioenergia.

I fiori hanno bisogno di acqua e luce per crescere. Anche i bambini imparano che le piante utilizzano la luce solare per raccogliere l’energia dalla terra e dall’acqua. Ora i ricercatori di un gruppo guidato dal professor Olaf Kruse dell’Università di Bielefeld hanno fatto una scoperta rivoluzionaria, dimostrando che c’è una pianta che utilizza un’alternativa per accumulare energia.

Questi scienziati hanno confermato per la prima volta che l’alga verde Chlamydomonas reinhardtii, non solo si impegna nella fotosintesi, ma  ha anche una fonte di energia alternativa, che viene dalle altre piante. Questa scoperta potrebbe anche avere un impatto importante sul futuro della bioenergia.

Foto: Bielefeld University

La ricerca è stata pubblicata sull’edizione online del numero del 20 novembre della rivista Nature Communications. Finora, si credeva che solo vermi, batteri e funghi potessero digerire la cellulosa vegetale utilizzandola come fonte di carbonio per crescere e sopravvivere. Le piante, invece,  si impegnano nella fotosintesi di biossido di carbonio, acqua e luce. In una serie di esperimenti, il professor Olaf Kruse e il suo team hanno coltivato le alghe verdi microscopiche, Chlamydomonas reinhardtii, in un ambiente povero di anidride carbonica e hanno osservato che queste piccole piante monocellulari possono ottenere energia dalla cellulosa dei vegetali vicini.

L’alga secerne gli  enzimi (i cosiddetti enzimi di cellulosa), che digeriscono  la cellulosa, rompendola in componenti più piccoli. Questi vengono poi trasportati nelle celle e si trasformano in una fonte di energia, così l’alga può continuare a crescere.
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Prosegui su: http://gaianews.it/green-economy/ la lettura dell'articolo.




venerdì 25 maggio 2012

Scoperta una proteina delle piante che promuove la fioritura legata alla luce caratteristica della primavera.







Scoperta una proteina delle piante che promuove la fioritura legata alla luce caratteristica della primavera.
La scoperta, da parte degli scienziati della Universita' di Washington, e' stata pubblicata su 'Science'.


Era ben risaputo che, per far partire la fioritura, un particolare fattore di trascrizione noto come CO dovesse attivare il gene FT. Il CO si accumula nelle cellule delle piante durante l'inverno e, dato che la luce del giorno e' maggiore in estate, si accumula nelle cellule abbastanza CO da far scattare il gene FT della fioritura.


Ora pero', i ricercatori hanno individuato anche un'altra proteina, la FKF1, che rimuove i repressori e stabilizza il CO attraverso la luce blu, che e' abbondantemente presente nella luce del sole man mano che ci inoltra in primavera. Inoltre, la FKF1 contribuisce ad attivare il gene legato alla CO, in questo modo dando il via alla fioritura.


Fonte: AGI


Le piante diventano piu' produttive in assenza di pigmenti anti-fotosintesi








Permettere alle piante di produrre piu' frutti, riducendo i livelli di pigmenti che non contribuiscono alla fotosintesi. 
E' la conclusione di una ricerca della "olandese" Wageningen University che ha dimostrato come sia possibile sollecitare un maggiore sviluppo delle piante riducendo il livello dei pigmenti che non rendono alcun contributo al processo della fotosintesi. 




Gli scienziati hanno scoperto che i pigmenti delle foglie non direttamente coinvolti nel processo naturale, dissipano la luce, assorbendola senza sfruttarla. Uno spreco che potrebbe essere evitato, intervenendo sui pigmenti poco funzionali che sprecano gli effetti derivanti dall'attivita' della luce.


La scoperta e' importante per ridurre al minimo il consumo energetico delle illuminazioni nelle serre orticole e potrebbe portare alla creazione di strategie e impianti che riducano la quantita' di questi pigmenti "anti-fotosintesi". La ricerca e' stata pubblicata su Plant Cell.


Fonte: AGI




venerdì 13 aprile 2012

Contro l'inquinamento le piante hanno imparato a dosare le tossine




Ne' troppo, ne' troppo poco!
E' questo il segreto delle piante per sopravvivere. Nuove conoscenze sul modo in cui si nutrono le piante, acquisendo minerli dal terreno, sono stati pubblicati da un team di ricercatori della Ruhr-Universitat in una serie di tre articoli pubblicati su The Plant Cell.

I ricercatori hanno scoperto funzioni innovative della molecole nicotianamine, responsabili del metabolismo dei metalli. "Si tratta di risultati importanti per l'agricoltura sostenibile e, inoltre, per la nostra salute - ha detto Ute Kramer, ricercatrice del Dipartimento di Fisiologia Vegetale dell'universita' tedesca - perche' questo tipo di molecole aiuta a prevenire problemi causati da carenze di nutrienti essenziali nella nostra dieta".

Tutti gli organismi hanno bisogno di ferro, zinco e rame come nutrienti. Essi contribuiscono alle funzioni essenziali della cellula come catalitici. Poiche' le piante sono all'inizio della catena alimentare, un contenuto sufficiente di questi minerali e' fondamentale per l'alimentazione umana. "Approfondire il funzionamento di questo tipo di molecole - ha concluso il ricercatore - e' dunque fondamentale per capire come bilanciare l'apporto di nutrienti alla nostra dieta".

Fonte: http://www.agi.it/

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venerdì 24 febbraio 2012

E' tempo di gerani, pianta tipica per terrazzi, balconi o aiuole.




Il Geranio è una pianta originaria del Sud Africa appartenente alla famiglia delle Geraniacee.
E' la tipica pianta da terrazza o da balcone ma può essere coltivata anche nelle aiuole.
E' di natura cespugliosa e produce grandi ombrelle di fiori che possono essere di vari colori, rossi, bianchi, rosa, lilla.

La fioritura inizia in primavera e prosegue fino all'autunno.
Per quanto riguarda la coltivazione di queste piante dobbiamo ricordarci che il geranio non resiste ai climi invernali delle nostre zone, in questi periodi è quindi necessario ricoverarli in apposite serre amatoriali o professionali, per proteggerli da gelate e sbalzi di temperatura che comprometterebbero la loro salute, impedendo la rifioritura estiva.
Ad aprile, quando la temperatura inizia ad essere più calda, si può iniziare a portare i vasi all'aperto. I gerani infatti richiedono molta esposizione al sole e posizioni ben illuminate.
La temperatura ideale per la coltivazione del geranio è tra i 15 ed i 25 gradi, condizioni diverse causano stress ambientali che limitano la fioritura e lo sviluppo della pianta.

Il geranio è molto esigente in fatto di elementi nutritivi, richiede un alto contenuto in Azoto (utilizzato soprattutto nelle fasi iniziali per formare nuovi germogli e, in seguito, per le nuove fioriture) e in Potassio (per formare il colore e il profumo dei fiori e per fornire robustezza alla pianta), oltre che a ferro per evitare gli ingiallimenti da clorosi ferrica. Per questo motivo sono consigliate, nel periodo di fioritura, delle concimazioni quindicinali, meglio se effettuate con un concime liquido diluito e somministrato tramite l'acqua di irrigazione.




LE MALATTIE DEL GERANIO
I gerani coltivati in giardino, terrazzo e balcone sono soggetti ad intemperie e ad attacchi parassitari. Va posta, quindi, molta attenzione nella sua cura, in quanto il geranio è soggetto ad un vasto numero di malattie ed è preda di molti tipi di insetti che risultano essere molto dannosi e se trascurati, addirittura mortali.

Tra le malattie più diffuse ci sono quelle del colletto (la zona che collega le radici e il fusto): queste malattie possono essere causate da vari tipi di funghi. A inizio coltivazione è frequente l’insorgere del Fungo Rhizoctonia solani, il cui sintomo più tipico si osserva appunto nella zona del colletto, dove si verificano imbrunimenti che possono diffondersi fino allo stelo o addirittura fino agli apparati radicali, creando marciumi. Per prevenire gli attacchi di questo tipo, è buona norma evitare ristagni d’acqua nel vaso, evitare di mettere le piante molto fitte nei vasi, per non creare situazioni eccessivamente umide che favoriscano la diffusione della malattia. I gerani, infatti, soffrono più l’acqua stagnante che la sua carenza.

Per proteggere i nostri gerani, non possiamo dimenticarci dei tanti insetti dei quali possono essere facilmente preda. Sappiamo infatti che queste piante, essendo colture tipicamente primaverili, sono molto soggetti agli attacchi dei Tripidi, che si traducono in deformazioni delle foglie e delle nervature, insorgenza di bolle e, se l’attacco si verifica in un stadio vegetativo avanzato, screziature e rotture di colore sui petali dei fiori. Gli Afidi, invece, producono un abbondante quantità di sostanza zuccherina chiaramente visibile sulle foglie. Occorre prestare molta attenzione anche ai possibili attacchi della Mosca Bianca, in quanto questo fastidioso insetto ha la capacità di riprodursi lungo tutto il corso dell’anno, tanto che debellarlo risulta difficoltoso.

domenica 19 febbraio 2012

Come ottenere plastica dalle piante


Ottenere plastica dalle biomasse era già possibile ma non ancora economico e nemmeno efficiente, da oggi ci ha pensato un nuovo studio dell'Università di Utrecht. La sperimentazione ha messo a punto una nuova tecnica che consente una efficienza del 60% senza generare gas tossici. Il futuro della plastica senza petrolio è già iniziato.


Lo studio è stato condotto in Olanda dove i ricercatori dell’università di Utrecht diretti da Hirsa Maria Torres Galvis e  pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Science, per ottenere tramite sintetizzazione, materiali plastici dalle biomasse.


Il vantaggio è evidente, presto la tanto inquinante plastica potrebbe non essere più un problema, dal momento che la sostanza base sarà ottenuta trasformando le piante in etilene e polipropilene, ovvero i componenti base delle materie plastiche.



Il segreto del successo è nel catalizzatore utilizzato per favorire le reazioni chimiche di trasformazione: nanoparticelle di ferro sistemate su un letto di nanofibre di carbonio.
Gli oggetti di plastica, i detergenti, i solventi, i cosmetici e i farmaci sono fatti tutti della stessa pasta: le olefine, cioè molecole costituite da atomi di carbonio e idrogeno. Tradizionalmente, per ottenere le olefine si parte da derivati del petrolio come la nafta, che vengono trasformati tramite reazioni di decomposizione termochimica.


Allo scopo di ridurre la dipendenza dal petrolio, che comincia a scarseggiare e a costare sempre di più, i chimici lavorano da tempo per cercare di produrre olefine utilizzando procedimenti e materie prime alternativi.
L’equipe di Torres Galvis ha cercato di superare il problema utilizzando come catalizzatore nanoparticelle di ferro sistemate su un supporto chimicamente poco reattivo come il carbonio. In questo modo, speravano di garantire alle nanoparticelle il necessario sostegno meccanico senza però alterarne l’attività. L’intuizione si è rivelata vincente: con questo catalizzatore, i ricercatori sono riusciti a produrre olefine a partire da biomasse con un’efficienza del 60 per cento e senza generare gas inquinanti come il metano.

sabato 24 dicembre 2011

Emergenze fitosanitarie: criticità e prospettive per il punteruolo rosso delle palme, il cancro batterico del kiwi, il cinipide galligeno del castagno

Il 1° dicembre u.s., presso l’Accademia dei Georgofili, si è svolta una giornata di studio dedicata alle emergenze fitosanitarie, tra cui le più recentemente diffuse quali: il punteruolo rosso delle palme, il cancro batterico del kiwi, il cinipide galligeno del castagno.

I lavori hanno evidenziato che i costi derivanti dalle emergenze nazionali in atto, sia in termini di danni diretti alle produzioni e agli impianti produttivi che di costi relativi ai controlli e alle misure di eradicazione e contenimento, mettono in luce il ruolo strategico di difesa e prevenzione che deve essere svolto dal Servizio fitosanitario nazionale, in connessione con tutte le altre istituzioni interessate alla difesa delle piante.

La difesa delle piante e del territorio nazionale presuppone una stretta interconnessione tra tutti i soggetti interessati ed un buon livello di coordinamento delle attività di ognuno. La circolazione di tutte le informazioni oltre che permettere l’efficace sfruttamento delle sinergie e quindi una maggiore efficacia nell’azione di ognuno, evita che si verifichino duplicazioni che in alcuni casi, oltre a dissipare energie, portano a risultati incoerenti o contraddittori.
E’ apparso prioritario che le Regioni diano completa applicazione all’intesa tra Stato e Regioni, siglata nel mese di aprile del 2010, che sulla base dei parametri tecnici, ha definito le necessità di personale per il rafforzamento del Servizio fitosanitario nazionale.
Una possibile soluzione è ricercarle tra le dotazioni già in servizio presso le strutture regionali. A questo scopo le Regioni possono provvedere alla riallocazione del personale necessario ed alla sua formazione specifica per l’inquadramento nel ruolo di Ispettore fitosanitario. ...

Prosegui la lettura su: georgofili.info

venerdì 11 novembre 2011

Un lombrico per amico: Allevare lombrichi è semplice e redditizio







L’allevamento dei lombrichi è molto interessante ed utile per la trasformazione di tutti i rifiuti di natura organica: serve per smaltire gli scarti dell'orto e del giardino - erba, fogliame, scarti di cucina, ecc.. - e in questo modo si produce dell'ottimo terriccio da usare ancora nell'orto e nel giardino. La metodologia è molto semplice, in quanto si tratta di mettere tutti gli scarti accumulati in un mucchio per fargli fare una prima fase di “marcescenza”, e portarli a livello ottimale per l’alimentazione dei lombrichi.

Dal mucchio si preleva poi sempre la parte più vecchia (marcia) e la si dà in alimentazione ai lombrichi (3 volte al mese). In questo modo abbiamo risolto due problemi:
1) Ordine e pulizia per tutti gli scarti – recupero e non distruzione.

2) Produzione di ottimo concime (humus di lombrico ricco di preziosa sostanza organica) indispensabile per mantenere la fertilità del suolo.

Il tempo da dedicare ai nostri lombrichi è poco e si riduce alla loro alimentazione.
Per un allevamento da Hobby si può cominciare con l’investimento che vogliamo: 50 – 80 – 100 – 200 – 500€ o più, per uno spazio di 5-10mq circa. In questo caso non servono attrezzature
particolari, bastano una forca, una carriola e un badile.

Se invece vogliamo impostare un piccolo impianto di produzione, con investimento da 2000-5000€ o più, abbiamo molte più possibilità di lavoro e di applicazione in vari campi. Non necessita comunque, in qualsiasi caso, nè di permessi, nè di autorizzazioni, e può essere allocato in qualsiasi luogo. Basta un terreno pianeggiante e, per l'allevamento di lombrichi, da 100 a 500 mq circa. Come alimentazione, inizialmente è meglio lavorare con letame di qualsiasi tipo, integrato con scarti agroalimentari.

E’ un allevamento semplice e spartano, che dà molte soddisfazioni. La “lettiera” si imposta direttamente sulla terra, all’aperto, poiché non servono strutture di alcun genere. I lombrichi si riproducono continuamente, e la lettiera può essere posizionata ovunque (nord, sud, est, ovest, sole, ombra). Non teme assolutamente né il freddo (ne abbiamo collocati a 1600m di altezza) nè il caldo (impianti realizzati anche in Tunisia-Israele, in mezzo al deserto).
Non esistono specifiche attrezzature per la lombricoltura, si usano mezzi vari, e tutto in relazione all’investimento, agli obiettivi ed alle finalità

Alcuni interessanti manuali sul lombrico:

- Manuale di lombricoltura. Il compostaggio domestico dei rifiuti organici in humus

- L'allevamento del lombrico

- Allevamento intensivo del lombrico

- Manuale del lombricoltore

- Lombricoltura moderna

domenica 6 novembre 2011

Tarlo asiatico: dopo il punteruolo rosso arriva un altro temibile insetto nemico delle piante






Un nuovo pericolo per la salute delle nostre piante si fà sempre più avanti, si tratta del tarlo asiatico, giunto, sembra, nascosto in alcuni bonsai importati dalla Cina qualche anno fà.
Il coleottero, che da adulto raggiunge dieci centimetri di lunghezza, è considerato «pericoloso», perché estremamente aggressivo.
Il temibile insetto può distruggere la piante, anche quelle sanissime, e lo fa in maniera estremamente aggressiva.

Il fenomeno, per il momento, è localizzato in Lombardia,  è difficile da debellare e il contagio di una sola pianta rischia di estendersi a macchia d’olio.  Per tale motivo le autorità si sono mosse e la Regione sta tappezzando la metro di Milano con manifesti che recitano: "tarlo asiatico, un pericolo per il nostro ambiente" invitando i cittadini a chiamare il numero verde 800 318 318  laddove si scoprissero dei focolai, notando  i buchi del tarlo, adesso che le foglie sono cadute.

"E’ un minatore del legno – spiega Ferrini, docente di arboricoltura urbana e presidente della Società Italiana di Arboricoltura -. Scava, quindi, delle gallerie in tutto l’albero, creando dei fori dal diametro che può arrivare anche oltre il centimetro. Tali gallerie, infatti, penetrando al suo interno, e attraversandola per intero, ne interrompono il flusso linfatico di entrambe le direzioni. Sia quello che procede dalle radici verso le foglie, ovvero la linfa grezza, sia la linfa lavorata che, dalle foglie torna alle radici".

Molto efficaci sembrano alcune tecniche di lotta biologica, utilizzando una piccola vespa che si nutre delle uova del tarlo asiatico. Questa vespetta depone le sue uova all' interno dell' uovo del tarlo e lo annienta.
Le piante che subiscono tale attacco non hanno scampo, per cui oltre al fermo della vegetazione, la pianta appasisce e perde vitalità, rappresenta un pericolo perchè viene a minarsi la stabilità meccanica e strutturale della pianta stessa che potrebbe cedere da un momento all'altro causando danni a persone e cose. Vanno quindi abbattute e bruciate per evitare ulteriori contagi,

lunedì 26 settembre 2011

Prendersi cura delle piante grasse fiorite




Le piante grasse vengono spesso classificate come piante spinose, eppure tra le diverse varietà esistono quelle che periodicamente fioriscono. Alcune presentano grossi fiori colorati altre hanno una fioritura quasi insignificante.
Le piante grasse con fiore fioricono soprattutto nel periodo primaverile ed estivo. E quindi necessario prepararle, da fine inverno fino a primavera, arricchendo il terreno con concimi ricchi di fosforo e potassio  per favorire il risveglio della vegetazione.

LUCE
Le piante grasse sono originarie dei luoghi desertici e soleggiati (come l’Africa, l’America, e l’Asia),
per cui, alle nostre latitudini, potrebbero soffrire di una adeguata quantità di luce.
Per aiutarle bisogna posizionare le nostre piante in luoghi illuminati: vicino alle finestre, in angoli riparati del balcone o addirittura costruirsi una mini serra da esporre a piena luce.

INNAFFIARE
Le piante grasse si adeguano a periodi di siccità alternati a periodi di piogge continue.
Per cui, cercando di ricreare questo microclima anche nelle nostre case, bisogna limitare l’acqua durante la stagione invernale ed aumentare l’annaffiatura in primavera ed in estate ovvero durante il periodo della fioritura.
Non bisogna esagerare con le quantità di acqua, infatti parecchie piante in queste condizioni sono soggetti a marcire per cui diventano irrecuperabili.

PARASSITI
Un altro utile accorgimento è quello di proteggere le piante grasse con fiori, dai parassiti e dai funghi, che per questa tipologia di piante sono rappresentate dalle cocciniglie, ovvero dei parassiti che si nutrono della linfa di queste piante attaccando le loro radici.
Se si notassero attacchi di parassiti o muffe agire tempestivamente con specifici prodotti in vendita nei garden center o centri commerciali.

Alcuni manuali per la cura delle piante grasse:

venerdì 8 luglio 2011

La fondazione Minoprio propone corsi avanzati per tecnici super specializzati nella produzione delle piante. Corsi biennali, per diplomati e liceali.

Parco della fondazione Minoprio
Una grandissima novità in merito alla formazione.
58 istituti italiani sono stati scelti da Ministero per la realizzazione di corsi biennali, per diplomati e liceali, d'alta specializzazione.

Minoprio è l'unico istituto che propone questo tipo di corso nella produzione di piante.
Si chiama “Tecnico Superiore per la filiera delle nuove produzioni vegetali e florovivaistiche” e ha una caratteristica fondamentale: è un corso unico sull’intero territorio nazionale. Questo corso rientra in un importante progetto del Ministero dell’Istruzione, Ricerca e Università, che lo ha lanciato in seguito a uno studio del Ministero dello Sviluppo Economico. Il progetto vede coinvolti 58 Istituti, distribuiti in diverse regioni italiane per la realizzazione di altrettanti Istituti Tecnici Superiori con la sigla ITS, che formeranno tecnici di altissima specializzazione in settori considerati trainanti (efficienza energetica, mobilità sostenibile, bioedilizia, produzioni tipiche). Finalmente arriva anche in Italia una realtà che in Europa esiste dagli anni Settanta. I corsi sono biennali, i docenti devono provenire per il 50% dal mondo imprenditoriale e dall’Università e un terzo delle ore sarà svolto in aziende, in Italia o, preferibilmente, all’estero, sotto forma di tirocinio.


Gli ITS nascono con l’obiettivo di curare due mali in apparente contraddizione: da una parte un’altissima disoccupazione giovanile e dall’altra un sistema industriale che ogni anno non riesce a trovare tecnici specializzati. Un paradosso che nasconde un problema antico: le nostre scuole e le nostre università sfornano diplomati e laureali che hanno spesso una formazione lontana da quella richiesta dal mercato del lavoro. Su richiesta del Ministero dell’Istruzione le realtà che hanno attivato gli ITS hanno dovuto costituire una Fondazione per poter operare a livelli di eccellenza, mentre è stata riconosciuta l’unicità di Minoprio che ha già una Fondazione efficiente.

Di questi 58 ITS, nove sono in ambito agricolo; di questi, otto sono riferibili alla produzione agroalimentare – olio, vino e prodotti che rappresentano la fase di lavorazione e trasformazione dei prodotti – mentre la scuola di Minoprio è l’unica che si occupa direttamente di produzione, in particolare di piante. D’altra parte Como è al secondo posto in Italia per questo genere di produzione, dopo Pistoia.


Il lungo titolo del corso non è stato scelto a caso, contiene in sé concetti fondamentali: “Tecnico Superiore per la filiera delle nuove produzioni vegetali e florovivaistiche”; “filiera” per comprendere competenze che vanno dalla produzione con tecnologie moderne alla commercializzazione; “nuove” per intendere una continua ricerca di innovazione e aggiornamento; “vegetali” per ampliare la conoscenza delle piante da quelle da interno alle piante da orto, da frutto e forestali.

Il corso è rivolto a diplomati a indirizzo agrario o a liceali che dovranno frequentare dei corsi propedeutici e partirà con l’anno accademico. Il corso consentirà di acquisire crediti universitari per l’eventuale ingresso al terzo anno di alcuni Diplomi Universitari, saranno utili ai fini dell’accesso all’esame di stato per le professioni di Agrotecnico e Perito Agrario e costituiranno titolo per l’accesso ai pubblici concorsi.

Le iscrizioni sono aperte fino al 5 agosto e verranno poi riaperte dopo la pausa estiva, dal 29 agosto in poi. Il corso è gratuito, c’è da pagare la sola tassa di iscrizione di Euro 300,00.

La figura formata e specializzata avrà il ruolo di programmare e realizzare produzioni vegetali in coltivazione protetta (serre, tunnel) o all’aperto, curerà gli aspetti promozionali e commerciali del prodotto anche in sinergia con le organizzazioni di mercato.

Coordinerà i processi produttivi del materiale vegetale progettando ove necessario una differenziazione nella coltivazione dei prodotti, con utilizzo di tecniche biologiche, tecnologie informatiche e a risparmio energetico, studierà strategie di marketing, si relazionerà con operatori italiani esteri ed esteri nella logica della delocalizzazione delle produzioni e dell'apertura di nuovi mercati, creerà e gestirà reti di servizi a integrazione dei prodotti interfacciandosi con il mondo della ricerca applicata per l’impiego di tecniche e prodotti sperimentali.

Opererà presso imprese vivaistiche, floricole, orticole, garden, centri di distribuzione e altre imprese agricole. I processi che governerà si delineano in:

• ideazione e pianificazione delle produzioni vegetali
• ricerca applicata nella tecnica colturale con nuove varietà vegetali
• gestione e organizzazione aziendale secondo regolari sistemi di qualità
• gestione dell’approvvigionamento
• coordinamento della promozione e della vendita
• controllo dei risultati di produzione e di vendita

I contenuti formativi e la qualità del corso sono definiti dal Comitato Tecnico Scientifico, rappresentato da facoltà universitarie, organizzazioni imprenditoriali, albi professionali, con lo scopo di raggiungere le seguenti tre competenze:

1. programmare i piani di produzione vegetale e florovivaistica

2. applicare tecniche e tecnologie di produzione innovative a basso impatto ambientale con risparmio energetico

3. organizzare processi di valorizzazione commerciale della pianta florovivaistica.


In un momento difficile come quello attuale, questo corso può costituire la corsia preferenziale per un’occupazione proiettata nel futuro e legata all’ambiente, alle tecnologie più innovative, alle energie rinnovabili, alla produzione e alla valorizzazione del Made in Italy.


Per informazioni e iscrizioni:
Fondazione Minoprio
Viale Raimondi, 54 – 22070 Vertemate con Minoprio (CO)
Tel. 031 900224 – fax 031 900248
http://www.fondazioneminoprio.it/
minforma@fondazioneminoprio.it
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