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mercoledì 21 novembre 2012

Scoperte alcune piante che ottengono energia sfuttando altre piante!






Un gruppo di ricercatori tedeschi ha ottenuto significativi risultati che potrebbero rivoluzionare in maniera importante il futuro della bioenergia.

I fiori hanno bisogno di acqua e luce per crescere. Anche i bambini imparano che le piante utilizzano la luce solare per raccogliere l’energia dalla terra e dall’acqua. Ora i ricercatori di un gruppo guidato dal professor Olaf Kruse dell’Università di Bielefeld hanno fatto una scoperta rivoluzionaria, dimostrando che c’è una pianta che utilizza un’alternativa per accumulare energia.

Questi scienziati hanno confermato per la prima volta che l’alga verde Chlamydomonas reinhardtii, non solo si impegna nella fotosintesi, ma  ha anche una fonte di energia alternativa, che viene dalle altre piante. Questa scoperta potrebbe anche avere un impatto importante sul futuro della bioenergia.

Foto: Bielefeld University

La ricerca è stata pubblicata sull’edizione online del numero del 20 novembre della rivista Nature Communications. Finora, si credeva che solo vermi, batteri e funghi potessero digerire la cellulosa vegetale utilizzandola come fonte di carbonio per crescere e sopravvivere. Le piante, invece,  si impegnano nella fotosintesi di biossido di carbonio, acqua e luce. In una serie di esperimenti, il professor Olaf Kruse e il suo team hanno coltivato le alghe verdi microscopiche, Chlamydomonas reinhardtii, in un ambiente povero di anidride carbonica e hanno osservato che queste piccole piante monocellulari possono ottenere energia dalla cellulosa dei vegetali vicini.

L’alga secerne gli  enzimi (i cosiddetti enzimi di cellulosa), che digeriscono  la cellulosa, rompendola in componenti più piccoli. Questi vengono poi trasportati nelle celle e si trasformano in una fonte di energia, così l’alga può continuare a crescere.
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Prosegui su: http://gaianews.it/green-economy/ la lettura dell'articolo.




venerdì 25 maggio 2012

Le piante diventano piu' produttive in assenza di pigmenti anti-fotosintesi








Permettere alle piante di produrre piu' frutti, riducendo i livelli di pigmenti che non contribuiscono alla fotosintesi. 
E' la conclusione di una ricerca della "olandese" Wageningen University che ha dimostrato come sia possibile sollecitare un maggiore sviluppo delle piante riducendo il livello dei pigmenti che non rendono alcun contributo al processo della fotosintesi. 




Gli scienziati hanno scoperto che i pigmenti delle foglie non direttamente coinvolti nel processo naturale, dissipano la luce, assorbendola senza sfruttarla. Uno spreco che potrebbe essere evitato, intervenendo sui pigmenti poco funzionali che sprecano gli effetti derivanti dall'attivita' della luce.


La scoperta e' importante per ridurre al minimo il consumo energetico delle illuminazioni nelle serre orticole e potrebbe portare alla creazione di strategie e impianti che riducano la quantita' di questi pigmenti "anti-fotosintesi". La ricerca e' stata pubblicata su Plant Cell.


Fonte: AGI




sabato 25 febbraio 2012

I vegetali colorati sono adesso in grado di sviluppare energia elettrica




Il gruppo 'Solare' (Spettrofotometria optoelettronica luminescenza analisi termica rilassamenti energia) dell'Istituto per i processi chimico fisici (Ipcf) del Cnr di Messina, in collaborazione con gruppi di ricerca nazionali e internazionali, ha realizzato celle solari 'fotoelettrochimiche' grazie ai pigmenti naturali.

"Questi dispositivi utilizzano betalaine e antociani", spiega Gaetano Di Marco dell'Ipcf-Cnr, "molecole naturali responsabili della colorazione di molti vegetali e particolarmente abbondanti in arance rosse, more, melanzane, fichi d'India, uve. Quando i pigmenti vengono investiti dalla radiazione luminosa (energia solare), la trasferiscono ai propri elettroni che, attraverso una serie di processi chimico-fisici, chiudono il circuito producendo elettricità".


Il sistema si ispira alla fotosintesi clorofilliana e si pone come possibile alternativa a quello delle celle al silicio degli impianti fotovoltaici convenzionali. "Attualmente il rendimento energetico delle nostre celle solari è prossimo al 2%, tuttavia i dispositivi mostrano una buona stabilità termica e un'efficienza costante anche in condizioni di illuminazione critica", sottolinea Giuseppe Calogero, che lavora al progetto con Di Marco. "Partendo dallo studio dei coloranti naturali come le antocianine contenute nelle arance rosse di Sicilia, nel gelso rosso e in altri frutti colorati o come le betalaine presenti nelle rape e nei fichi d'india, siamo riusciti a intrappolare tali pigmenti su elettrodi trasparenti mesoporosi per raccogliere l'energia solare e trasformarla in elettrica" spiegano i ricercatori del Cnr.


da Almanacco della Scienza - N. 3 - 15 feb. 2012

 Fonte: http://www.georgofili.info

sabato 1 maggio 2010

Il ruolo delle piante nel riscaldamento globale. Le piante restano un mezzo efficace per combattere il riscaldamento globale

Nonostante emettano in piccole quantità un gas ad effetto serra le piante restano un mezzo efficace per combattere il riscaldamento globale. E’ quanto sostiene un recente studio condotto da un’équipe di ricercatori dell’Università di Edimburgo e coordinato dal dottor Andy McLeod.

La ricerca ha calcolato che le piante emettano meno dell’1% delle emissioni totati di metano sulla Terra. Quindi, anche se il metano è considerato circa 25 volte più potente dell’anidride carbonica nell’impatto sul riscaldamento globale, la vegetazione non ne produrrebbe poi così tanto da incidere significativamente sull’aumento delle temperature e su quanto sta avvenendo relativamente ai cambiamenti climatici.

I risultati di questo studio sono in netto contrasto con una precedente ricerca scientifica che aveva ipotizzato che le piante erano responsabili della produzione di grandi quantità di gas serra.

I nuovi dati forniti dall’Università di Edimburgo confermano al contrario che gli alberi sono un modo utile per compensare le emissioni di gas a effetto serra, in quanto la loro produzione di piccole quantità di metano è di gran lunga superata e compensata dalla loro capacità di immagazzinare il carbonio dall’atmosfera nelle foglie, nel legno e nella corteccia.

Per arrivare a queste conclusioni, gli scienziati hanno creato delle foglie artificiali utilizzando la pectina contenuta naturalmente nelle piante e hanno poi misurato il metano prodotto quando le foglie venivano esposte alla luce solare.

Hanno poi unito i loro risultati con i dati satellitari sulla copertura vegetale della superficie terrestre, l’ozono nell’atmosfera, la copertura nuvolosa, la temperatura, e le informazioni sul ruolo delle emissioni solari nell’incremento del metano prodotto da tutte le piante presenti sulla Terra.

I loro risultati confutano precedenti studi che avevano indicato che la quantità di metano prodotta dalle piante avrebbe potuto essere molto più alta. La ricerca futura prenderà in esame la produzione di metano da parti di piante diverse dalle foglie, e la quantità di metano emessa da diverse specie di piante in diverse regioni della Terra.

Fonte: http://www.ecologiae.com/

venerdì 24 aprile 2009

Clima: l'aria inquinata "aiuta" le piante ad assorbire piu' CO2


Sembra che l'inquinameto dell'aria ha un effetto positivo per la lotta ai cambiamenti climatici perche' accresce il livello di assorbimento di anidride carbonica da parte delle piante.
In una recente ricerca, un gruppo di studiosi di Zurigo, del Met Office Hadley Centre britannico e dell'Universita' di Exeter ha osservato che, contrariamente a quanto si crede, le piante sono piu' brave ad assorbire CO2 in condizioni di nebbia e inquinamento piuttosto che sotto un cielo terso.

Questo fenomeno riguarda l'aerosol, le particelle inquinanti disperse nell'atmosfera, il quale frastaglia la luce solare che cosi' non arriva piu' diretta dall'alto ma si disperde su un maggior numero di foglie e favorisce quindi una piu' diffusa fotosintesi clorofilliana, il processo dell'assorbimento di C02.
Il risultato e' che nella lotta per la riduzione delle emissioni di gas serra si dovra' tenere conto anche del fatto che con un'aria piu' pulita le piante assorbiranno meno anidride carbonica. La ricerca porta un argomento a favore della geo-ingegneria, che propone di frenare i raggi solari con satelliti che usano specchi o particelle di luce riflettenti.
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