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giovedì 11 marzo 2010

Arriva il 'superpomodoro' non Ogm contro i tumori. Messo a punto dal Cnr di Napoli, è un prodotto totalmente naturale

Un pomodoro di forma semiallungata, polposo, di colore rosso intenso ma soprattutto con un'attività antiossidante totale superiore ad altre varietà in commercio: è questo il ''superpomodoro'', un prodotto naturale e non transgenico messo a punto dall'Istituto di Chimica biomolecolare del Cnr di Napoli per combattere non solo il tumore alla prostata ma tutte quelle malattie dell'uomo, dai tumori alle malattie cardiovascolari, dalle artriti al morbo di Parkinson, causate da stress-ossidativi e dalla formazione di radicali liberi.

Si tratta di una dimostrazione concreta del fatto che si possono ottenere ottimi risultati dalla ricerca al naturale che coniuga tradizione ed innovazione, senza ricorso agli Ogm". Lo sottolinea in un comunicato stampa la Coldiretti in riferimento al "superpomodoro" creato nei campi sperimentali del Cnr di Napoli in modo naturale e non transgenico.

"Si tratta - evidenzia la confederazione - di un prodotto ad alto valore nutrizionale nato dall'incrocio di alcune varietà di pomodori neri e linee pure di San Marzano che risponde perfettamente alle caratteristiche nutrizionali di prevenzione nei confronti del tumore alla prostata".

Articoli correlati:
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domenica 7 febbraio 2010

attenzione ai pollini invernali, si sviluppano nei periodi freddi, da febbraio a metà marzo.

Nonostante siamo abituati a immaginare le allergie come patologie legate alla polvere di casa e soprattutto a quelle della primavera, ai pollini di graminacee, di olivo, di paritaria, facilmente individuabili proprio per la stagionalità tipica (aprile-giugno),  da qualche tempo vi sono altri insidiosi allergeni che si sviluppano nei periodi freddi e soprattutto da metà febbraio a fine marzo.

Stiamo parlando  dei pollini delle cupressacee, una grande famiglia della specie delle conifere a cui fanno parte:  il cipresso comune, la thuia e altre nuove specie importate da alcuni anni in Italia quali il cedro e il cedro giapponese.

Segue la famiglia dei ginepri che comprende diversi tipi di alberi con pollini simili dal punto di vista allergenico. Tutte queste piante si riconoscono per le tipiche foglie accartocciate come quelle del cipresso e per la formazione di bacche.

Questa famiglia di piante e' in grado di emettere migliaia di pollini al giorno e sono necessari quaranta o cinquanta pollini per metro cubo per scatenare, nei soggetti sensibili, l'allergia.

Il fenomeno allergico negli ultimi tempi e' in forte aumento. Il motivo e' dato dal fatto che molte delle suddette piante hanno trovato facile adattabilita' nelle nostre citta',  molte di esse cosiddette "esotiche", e quindi importate, vengono usate per l'abbellimento dei giardini e dei parchi, ma principalmente come siepi e soprattutto bordature.

I sintomi purtroppo spesso si confondono con quelli delle comuni virosi (raffreddori) facili in questo periodo: bruciore degli occhi, prurito del naso, rinorrea, starnuti, tosse, e qualche volta «respiro sibilante». Ma il normale raffreddore dura pochi giorni, l'allergia si prolunga e spesso è accompagnata da una classica iperemia del volto (arrossamento e bruciore). In questi casi è consigliabile praticare le prove allergologiche cutanee presso uno specialista.


La cura farmacologica ben condotta può facilmente dominare i sintomi. Raramente si sviluppa l'asma. Qualora fosse necessario, sempre su consiglio dello specialista, si può oggi praticare con sicurezza il vaccino per via infettiva e per via sublinguale.


Fonte: www.ilgiornale.it/

martedì 2 febbraio 2010

Celiachia e orticaria da freddo sono in stretta relazione.

Uno studio recente condotto a Madrid mette in relazione la celiachia, malattia autoimmune che causa una intolleranza al glutine, con l’orticaria da freddo, una serie di manifestazioni a carico della pelle e non solo, che si scatenano a causa delle basse temperature e che può anche essere associata ad eventuali disordini di natura metabolica o della tiroide.

Apparentemente due malattie così diverse l’una dell’altra. In passato uno studio legava la celiachia ad altre malattie autoimmuni ed una di queste era l’orticaria cronica idiopatica, ma nessuna relazione era stata fatta con l’orticaria da freddo.

Il legame fra le due manifestazioni si è evidenziato osservando i sintomi rinvenuti in un bambino di poco meno di quattro anni d’età ricoverato in un ospedale di Madrid che andava incontro ad angioedema ed ad orticaria da freddo quando si esponeva alle basse temperature. Lo stesso piccolo paziente presentava intolleranza ad alcuni legumi, asma allergico, ricongiuntivite, allergia al polline, anemia.

A questo punto i medici hanno deciso di analizzare a fondo il problema ed hanno sottoposto il bambino ad una biopsia intestinale che si e' conclusa con una diagnosi di malattia celiaca. Il conseguente allontanamento del glutine dalla dieta ha di fatto evidenziato, prima la riduzione e poi la completa sparizione dei sintomi dell’orticaria da freddo, per cui si è giunti anche alla conclusione che un decorso non favorevole dell’orticaria da freddo dovrebbe portare a sospettare la malattia celiaca.

Fonte: http://www.tantasalute.it/

venerdì 29 gennaio 2010

La frutta secca oltre a darci energia ci aiuta nella memoria e protegge il sistema cardiocircolatorio

Il termine “frutta secca” in geneale indica i frutti oleosi come noci, nocciole e mandorle. Ognuno di questi frutti ha delle proprietà particolari, e in tutti, se consumati con moderazione, nutrono, rinvigoriscono corpo e mente, proteggono il sistema cardiocircolatorio, il cervello, la pelle, i capelli e i muscoli.  Sono anche adatti per chi fa sport, svolge un lavoro intellettuale o evita di mangiare carne.


I frutti oleosi apportano sostanze per lo più presenti nei prodotti di origine animale e necessarie all’organismo: dalle vitamine B alle proteine.


Noci, mandorle, nocciole, pistacchi, noci del brasile, arachidi, sono tutti cibi ricchi di vitamine del gruppo B, fosforo, rame, calcio, proteine e acidi grassi essenziali importantissimi per lo sviluppo dell’organismo e per il mantenimento di tutte le sue funzioni.
L’elevato contenuto di grassi rende la frutta secca ipercalorica: la maggior parte delle varietà contiene, infatti, più di 500 calorie per 100 g. Tuttavia si tratta di grassi mono o poli insaturi (circa l’85%).
La sostituzione nella propria dieta dei grassi saturi (di cui sono ricchi, oltre la carne, anche i formaggi e il burro) con i grassi insaturi della frutta secca contribuisce ad abbassare i livelli di colesterolo, riducendo anche il rischio di aterosclerosi e di cardiopatie.
Altro punto a favore di questi alimenti è la loro ricchezza di acidi grassi Omega 3. Oltre ad aiutare nella lotta contro le malattie cardiache, gli acidi grassi Omega 3 dei frutti oleosi hanno anche effetti benefici nella cura dell’artrite e di altre forme infiammatorie.

Caratteristiche principali della frutta secca:
- Noci anticolesterolo

- Arachidi per crescere bene
- Nocciole per proteggere il cuore
- Pistacchi: sì ma senza sale. E ti tolgono l’ansia!

- Mandorle per essere felici

- Anacardi ripuliscono il sangue


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Fonte: http://obiettivobenessere.tgcom.it/

venerdì 15 gennaio 2010

Il Mango: Il frutto indicato per una dieta sana, un dolce aiuto conto il cancro del seno e del colon

Seguire una dieta sana, ricca di frutta e verdura è una delle prime mosse facilmente eseguibili per mantenersi in salute. Se poi questa dieta la integriamo con cibi ricchi di antiossidanti, allora offriamo a noi stessi una protezione in più.

Frutti ricchi di queste sostanze utili nel combattere gli agenti nocivi e i radicali liberi che sono causa d'invecchiamento precoce e tutta una serie di altri problemi sono diversi. Tra questi vi sono la melagrana (il frutto del melograno), i mirtilli e il mango che, anche se tra i tre è quello che probabilmente ne contiene meno, secondo un nuovo studio avrebbe comunque effetti positivi sui tumori del seno e del colon.

Nello studio condotto per conto della Texas AgriLife Research food dalla dr.ssa Susanne Talcott e il dr. Steve Talcott, suo marito, sono stati testati gli effetti di estratti polifenoli del mango sulle cellule tumorali in vitro. Le cellule erano rispettivamente cellule del cancro al polmone, cancro alla prostata, cancro al seno, cancro al colon e leucemia. Anche se i polifenoli del mango hanno mostrato un effetto a livello del cancro al polmone, leucemia e le cellule di cancro alla prostata, gli agenti anti-tumorali si sono dimostrati più efficaci nel rallentare la formazione di cellule cancerogene della mammella e del colon.

«Il mango ha mostrato un certo impatto sul polmone, leucemie e tumori della prostata, ma è stato più efficace sui più comuni tumori del seno e del colon. Quello che abbiamo scoperto è che non tutte le linee cellulari sono sensibili nella stessa misura a un agente antitumorale. Ma le linee di cancro alla mammella e del colon sono sottoposte ad apoptosi, o morte cellulare programmata» ha commentato la dr.ssa Talcott. A conclusione dello studio, gli esperti suggeriscono che una dieta che comprenda buoni quantitativi di frutta è senz'altro l'ideale per prevenire numerose patologie, anche gravi.

lunedì 11 gennaio 2010

Diete: non esistono diete miracolose. Dopo gli stravizi natalizi e' fondamentale fare attivita' fisica in modo costante. Alcuni suggerimenti utili

Dopo gli stravizi di Natale e Capodanno, molte persone si ritrovano con qualche chilo in piu' e si lasciano attrarre da regimi dietetici che promettono di bruciare i grassi e far perdere peso rapidamente.
Gli esperti della British Dietetic Association (BDA) affermano che: "Le diete miracolose non esistono. L'unico modo per dimagrire e' mangiare di meno".


Rachel Cooke, dietologa del St Martins' Hospital di Bath e portavoce della BDA afferma che l'unico modo per perdere peso e' ridurre le calorie e svolgere attivita' fisica. "Purtroppo non c'e' altro modo per dimagrire e mantenere il peso raggiunto: mangiare in modo sano, muoversi e in generale cambiare le proprie abitudini".

Proprio per evitare di incappare in una serie di diete alla moda, la BDA ha pensato di pubblicare una "lista di diete da evitare nel nuovo anno", tra cui quelle del gruppo sanguigno, del minestrone di cavolo, della banana, dello sciroppo di acero o del guerriero. Tali diete possono anche causare gravi deficit nutrizionali, se seguite a lungo.

"Tanto per cominciare, nessun cibo brucia i grassi, solo l'attivita' fisica puo' riuscirci", fa presente la BDA. Da bandire anche i cosiddetti programmi disintossicanti: la BDA assicura che il corpo umano e' in grado di disintossicarsi da solo. "Il fegato lavora ogni giorno per liberare l'organismo dalle tossine, non e' necessario eliminare dei cibi o vivere solo di frutta, verdura e acqua".
"Dopo gli eccessi di Natale, basta tornare a un regime sano, riducendo le calorie e mangiando piu' frutta e verdura. Anche cosi' si perde peso".

In particolare, l'associazione dei professionisti britannici della nutrizione attacca due diete molto famose. La prima e' la Atkins, "che contraddice completamente tutti i messaggi sul mangiar sano che cerchiamo di dare ai nostri pazienti"; la seconda e' la dieta a zona, anche questa non in linea con le raccomandazioni degli esperti.

La versione piu' rigida della Atkins privilegia grassi e proteine, portando a un eccessivo consumo di grassi saturi, ed elimina pane, patate, pasta, riso e cereali, ammettendo solo piccole porzioni di frutta e verdura, mentre questi alimenti dovrebbero costituire la gran parte dell'apporto calorico della giornata. Il gruppo che promuove questa dieta ha respinto tuttavia le critiche della BDA sostendo che la nuova Atkins e' del tutto sana e implica solo una riduzione dei carboidrati e degli zuccheri semplici, incoraggiando il consumo di proteine magre, fibre, frutta e verdura.

Anche i promotori della dieta a zona hanno risposto alle critiche della BDA facendo notare che il loro programma alimentare segue le nuove indicazioni per combattere diabete e obesita'.
Ma la BDA rimane ferma nelle sue conclusioni: non esiste un regime miracoloso. Mangiate di meno e dimagrirete.

sabato 2 gennaio 2010

Erbe medicinali contro l'Alzheimer. La strada naturale per combattere sintomi come depressione, ansia e danni alla memoria.

Una strada naturale per contrastare l'Alzheimer. E' infatti possibile utilizzare alcune erbe medicinali per combattere i sintomi legati alla malattia: perdita di memoria, capacita' di apprendimento, depressione e ansia.
Lo sostiene una ricerca della Swinburne University of Technology, in Australia.

Gli studiosi si sono concentrati in particolare su corteccia di pino, balsamo al limone, ginseng americano ("Panax quinquefolius") e brahmi ("Bacopa monnieri"), pianta acquatica originaria dell'India. Dotati di elementi anti-infiammatori e anti-ossidanti, tali vegetali sono attualmente i protagonisti di numerose sperimentazioni.

In due test, si è voluto verificare l'effetto di un estratto di Brahmi, chiamato CDRI08. I due trial, randomizzati, a doppio ceco e durati 90 giorni l'uno, hanno mostrato come l'estratto fosse in grado di migliorare la memoria.

Un altro test (durato 50 giorni) ha coinvolto uomini dai 50 ai 65 anni, a cui è stato somministrato un estratto di corteccia di pino. Essi hanno evidenziato un potenziamento della memoria spaziale e della capacità di riconoscimento degli oggetti, insieme ad un abbassamento della pressione sistolica.

Attualmente, è in corso un ennesimo esperimento, che vuole osservare le potenzialità del balsamo al limone nel contrastare ansia ed agitazione (sintomi dell'Alzheimer.)
Ma, come spiegano i ricercatori della Swinburne, in ballo c'è molto di più della lotta alla malattia.

Secondo le statistiche, il 60% dei cittadini australiani utilizza la medicina naturale, spesso tramite terapie fai-da-te. Diventa allora cruciale, concludono gli studiosi fornire le giuste informazioni a medici e pazienti, al fine di integrare i prodotti naturali nei programmi di cura e prevenzione della malattia.

Fonte: www.newsfood.com/

giovedì 31 dicembre 2009

ARTRITE: I DOLORI SI COMBATTONO CON GIARDINAGGIO E YOGA. Gli esercizi che migliorano la flessibilita'

Gli esercizi che migliorano la flessibilita' come lo yoga, il pilates, il tai chi, l'aerobica, l'acqua gym e il nuoto - ma anche attivita' casalinghe come il giardinaggio e i lavori domestici - sono un valido aiuto per il miglioramento della flessibilita' articolare e, di conseguenza, aiutano a ridurre i dolori anche nelle persone che soffrono di artrite. E' quanto sostiene uno studio pubblicato su HealthSource Mayo Clinic Women's. Persone affette da artrite che fanno regolare movimento fisico, si legge nello studio, fanno registrare livelli di dolore piu' bassi rispetto a chi non esegue gli esercizi.

Quando una persona smette di fare esercizio, le articolazioni e i muscoli che le circondano diventano meno mobili, provocando un aumento dell'affaticamento e del dolore a ogni movimento.

A tutte le eta', spiegano i ricercatori, e' sempre bene fare un po' di sport: oltre a migliorare l'agilita' articolare, un po' di movimento migliora anche l'umore, il sonno e rende piu' energici.

giovedì 17 dicembre 2009

I fiori in corsia fanno bene ai malati. Alleviano il dolore, favoriscono la guarigione e migliorano l'umore.

Una bella stella di Natale non può non accendere un sorriso sul volto di un malato costretto in ospedale in questo periodo, inoltre ricevere fiori per un degente è un piacere in ogni momento dell'anno. Ma i fiori fanno davvero bene ai malati? Sì, alleviano il dolore, favoriscono la guarigione e migliorano l'umore, inoltre non sono pericolosi. Malgrado molti nosocomi inglesi stiano bandendo i fiori dalle corsie, uno studio condotto da Giskin Day e Naiome Carter dell'Imperial College di Londra e pubblicato sul British Medical Journal riabilita i fiori in corsia e sfata alcuni miti come il fatto che i fiori portano germi o tolgono l'ossigeno ai pazienti e sono pericolosi.

Gli esperti hanno chiesto a pazienti e staff medico e infermieristico del Royal Brompton Hospital and the Chelsea & Westminster Hospital un parere sui fiori al letto del paziente in ospedale ed hanno esaminato la letteratura scientifica prodotta sull'argomento per valutare tutti i pro e contro dei fiori in ospedale. Dalla letteratura scientifica è emerso che, se è vero che l'acqua dei sottovasi dei fiori è piena di germi, non è mai stato dimostrato che questi possono essere causa di infezioni; altri studi hanno invece dimostrato che non è vero che i fiori di notte rubano l'ossigeno ai pazienti ricoverati. Sfatando questo mito si riduce anche un aggravio di lavoro per gli infermieri, abituati a portare i fiori fuori dalla stanza di notte. Non a caso, è emerso dall'indagine, uno dei motivi principali per cui lo staff ospedaliero spesso non vede di buon occhio l'arrivo di un bouquet o di un vaso di fiori è proprio il fatto che aumenta il loro carico di lavoro.

Ma i fiori, hanno dimostrato numerose ricerche, fanno bene al paziente: alleviano il dolore post-operatorio, abbassano la pressione, riducono ansia e fatica e l'uso di analgesici, migliorano l'umore e favoriscono la convalescenza. Ci sono però delle regole da seguire per chi decide di regalare fiori a un degente, concludono gli autori del lavoro: se sei un visitatore abituale del paziente sarà educato da parte tua pensare a cambiare l'acqua ai fiori ogni volta che vai; scegli dei mazzi non troppo ingombranti e preoccupati anche del vaso in cui potrai disporli in ospedale; evita infine fiori che spargono polline e che emanano un profumo troppo forte che può disturbare gli altri 'abitanti' del reparto.

martedì 15 dicembre 2009

La Dieta Mediterranea e' perfetta ma e' necessario tener conto delle calorie

Si alla Dieta Mediterranea, ma riducendone del 30% l'apporto calorico rispetto a qualche anno fa. E' il messaggio lanciato oggi nella seconda giornata del P.a.n. Prevenzione alimentazione nutrizione 'Signora Dieta mediterranea: piu' di 50 anni ma non li dimostra, organizzato dall'associazione 'Giuseppe Dossetti', a cui hanno partecipato nutrizionisti, docenti e pediatri.

Gli alimenti sono i soliti, pasta, pane, pesce, olio extra vergine di oliva, frutta e verdura, che però non devono superare le 2000 calorie dalle 3000 fissate anni fa, una riduzione dovuta alla vita di oggi che richiede un dispendio energetico molto più basso.

Assumere troppe calorie, infatti, oltre a provocare un aumento di peso, può causare alcune forme di intolleranze alimentari.

Secondo Adolfo Panfili, docente delegato del sindaco di Roma per la Sanità delle Asl, infatti, troppi grassi alterano il sistema assimilativo intestinale. Una patologia però che, nel caso dei carboidrati, può dipendere dal frumento: dal 1974, ha spiegato Panfili, viene utilizzato un ibrido di origine sudamericana radiologicamente modificato, con 4 nuovi amminoacidi che spesso non vengono riconosciuti nel codice di lettura intestinale, creando una normale reazione di intolleranza.

A questo proposito il docente ha anche ricordato l'aumento esponenziale dei casi di celiachia, passati in 25 anni da 1 ogni 2000 individui, a 1 ogni 70-100, che in alcune zone della Sardegna sfiorano quota 40. Il segretario dell'associazione Claudio Giustozzi ha infine sottolineato il ruolo giocato dalla dieta mediterranea nel sistema economico. "L'Italia è uno dei più grandi produttori degli alimenti base e ricordiamoci che un piatto di pasta condito costa appena 0,50 euro a persona".

venerdì 4 dicembre 2009

Attenzione! le sigarette a base di erbe fanno male come quelle di tabacco. Rischio tumori!

Le sigarette cosi' dette vegetali a base di erbe non sono piu' sane delle sigarette normali: a sostenerlo e' uno studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Medicina Cardiovascolare della University of California di San Francisco guidati da Stanton Glantz, e pubblicato nel numero di dicembre di Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention, la rivista dell'American Association for Cancer Research.

I ricercatori hanno esaminato i livelli di quattro marcatori per determinare le differenze nella fornitura di nicotina e di sostanze cancerogene tra i due prodotti commercializzati.

Dallo studio, condotto in una citta' cinese, e' emerso che ''l'aggiunta di erbe non pregiudica il contenuto di nicotina e di sostanze chimiche normalmente contenute nelle sigarette - spiega Glantz -. L'industria cinese del tabacco dovrebbe evitare di fuorviare l'opinione pubblica promuovendo le sigarette alle erbe come prodotti piu' sicuri'''.

domenica 8 novembre 2009

Celiachia: cosa potrebbe succedere se non viene diagnosticata per tempo

La celiachia è un disordine metabolico che non va assolutamente sottovalutato, perché può portare a gravi conseguenze.

La forma più lieve è quella silente, che viene scoperta per caso perché è quasi asintomatica e dà solo uno stato di malessere generalizzato. Ma, se scoperta, non va sottovalutata comunque.

Tra le patologie e i disturbi a cui si può andare incontro se si trascura il morbo celiaco, abbiamo l’anemia, perché i danni che avvengono a carico della mucosa intestinale possono diminuire l’assorbimento di ferro.

Poi può provocare osteoporosi, in quanto neanche il calcio viene assorbito bene e le ossa ne risentono, soprattuto negli anziani.

Infine possono scatenarsi una serie di malattie autoimmuni, tra cui la tiroidite autoimmune, a causa di risposte immunitarie alterate e linfomi intestinali.

sabato 10 ottobre 2009

Celiachia a rischio osteoporosi, secondo un recente studio della University of Edinburgh

Le persone affette da celiachia potrebbero essere piu' esposte a sviluppare l'osteoporosi perche' il loro sistema immunitario attacca il tessuto osseo. Lo suggerisce un nuovo studio.
Era gia' noto agli scienziati che la celiachia comportasse un aumentato rischio di osteoporosi, ma finora si pensava che la causa fosse un'incapacita' di assorbire il calcio o la vitamina D. Il nuovo studio, pubblicato dal New England Journal of Medicine, suggerisce invece che i pazienti affetti da celiachia producono degli anticorpi che attaccano una proteina fondamentale per mantenere intatta la salute delle ossa.

Una situazione a cui si puo' ovviare con i farmaci che prevengono la perdita di tessuto osseo, aggiungono i ricercatori.
Secondo l'equipe, della University of Edinburgh, e' questa proteina, chiamata osteoprotegerina, la spiegazione del collegamento tra celiachia e osteoporosi.

Nel 20% dei pazienti celiaci esaminati, venivano prodotti anticorpi che bloccavano il corretto funzionamento dell'osteoprotegerina, fondamentale per mantenere le ossa forti. Il coordinatore della ricerca, Professor Stuart Ralston dell'Institute of Genetics and Molecular Medicine, dichiara: "E' un avanzamento molto importante: non solo abbiamo scoperto un nuovo motivo che spiega perche' chi e' affetto da celiachia si ammala piu' facilmente di osteoporosi, ma anche che si puo' ottenere un'ottima risposta ai farmaci che prevengono la perdita di tessuto osseo".

In futuro bastera' sottoporre i pazienti celiaci a un test che misura la presenza degli anticorpi che uccidono la proteina chiave per la salute delle ossa: se gli anticorpi sono presenti, potra' partire la cura farmacologica per evitare l'osteoporosi.

giovedì 8 ottobre 2009

La dieta mediterranea previene la depressione, oltre che le malattie cardiache e i tumori.

Il recente studio di un team di ricercatori delle Università di Las Palmas e di Navarra spezza una lancia a favore dello alimentare di tipo dieta mediterranea, caratterizzato da cereali integrali, frutta, verdura, legumi, pesce e olio extravergine.

Il team iberico ha studiato per quattro anni un campione di 10.094 adulti in buona salute e ha concluso che un consumo regolare di alimenti tipici della dieta mediterranea comporta una riduzione del 30% del rischio di depressione.

I ricercatori hanno individuato 480 nuovi casi di depressione nel corso dei quattro anni di follow-up (156 tra le donne e 324 tra gli uomini) e hanno concluso che chi seguiva regolarmente una tipica dieta mediterranea risultava meno esposto al rischio, anche tenendo conto di fattori come età, situazione familiare, numero di figli, ansia e competitività.

Non è ancora chiaro quale sia il meccanismo che potrebbe spiegare questo collegamento, ma di certo è ben noto che la dieta mediterranea protegge la salute del sistema cardiovascolare, ripara i tessuti danneggiati dallo stress ossidativo e combatte le infiammazioni: “dovremo quindi approfondire il nostro studio per far luce sui meccanismi di tipo ormonale o fisiologico che possano spiegare perchè gli alimenti tipici della dieta mediterranea siano in grado di prevenire la depressione”, ha spiegato Miguel Martinez- Gonzalez dell’Università di Navarra sugli Archives of General Psychiatry.

mercoledì 30 settembre 2009

Celiachia: una malattia che spesso non presenta sintomi evidenti, attenzione ai campanelli d'allarme

Un fastidioso gonfiore persistente dopo ogni pasto, un disturbo gastrointestinale che non vuole andare via: sono questi i segnali piu' conosciuti della celiachia, l'intolleranza permanente al glutine che determina un'infiammazione cronica e il progressivo danneggiamento della mucosa intestinale.
In Italia sanno di esserlo 75.000 persone, ma circa 500.000 aspettano ancora la giusta diagnosi: l'iter diagnostico dei pazienti parte quasi sempre dal medico di medicina generale, soprattutto nel caso di pazienti adulti. Tuttavia, se i malesseri tipici sono facilmente identificabili e noti, non sempre i segnali della celiachia sono cosi' chiari ed evidenti.

I sintomi della celiachia possono essere infatti estremamente vari, ed in alcuni casi, a prima vista assenti.

Accanto alla sintomatologia gastrointestinale piu' evidente esiste una enorme varieta' di sintomi extraintestinali, che generalmente si presentano in eta' adulta, come la dermatite erpetiforme, la poliabortivita', l'osteoporosi. Solo un ascolto attento e profondo, al momento dell'anamnesi, ai disturbi del paziente puo' far comprendere al medico di famiglia che si possa trattare proprio di intolleranza al glutine.

''Sotto l'etichetta dei cosiddetti 'sintomi extraintestinali' della celiachia si raccolgono in realta' la maggior parte delle situazioni in cui si trovano i pazienti adulti - afferma il Dottor Giuseppe Caula, gastroenterologo presso la Divisione di Medicina Interna Presidio Ospedaliero Valdese ASL TO1 di Torino e membro del comitato scientifico Dr Schar -. Molto spesso pazienti di questo tipo arrivano ad una diagnosi definitiva solo dopo un lungo percorso punteggiato da numerosi, e spesso costosi, esami clinici per verificare patologie differenti. Al contrario, un'ipotesi di diagnosi di celiachia che partisse tempestivamente gia' dal medico di medicina generale o dallo specialista potrebbe ridurre sia l'impatto economico e sociale per il SSN sia il costo emotivo di pazienti che spesso soffrono a lungo prima di iniziare a migliorare adottando la dieta senza glutine''.

Per favorire un approccio di ascolto ''tradizionale'' al momento dell'anamnesi del paziente possono essere seguite poche linee guida, che possano aiutare i medici di medicina generale o gli specialisti a ''sospettare'' di una possibile celiachia e richiedere, oltre agli esami specifici per i sintomi in questione, anche il dosaggio degli anticorpi che marcano l'intolleranza.

sabato 19 settembre 2009

NUOVA INFLUENZA: COLDIRETTI, NELL'UVA E VINO ROSSO E' CONTENUTA LA MOLECOLA 'ANTI VIRUS'

Il resveratrolo e' presente naturalmente nel vino e nell'uva rossa che l'Italia produce in abbondanza proprio in questo periodo e che possono quindi aiutare a mantenere in forma il sistema immunitario per preparare l'organismo a combattere i virus influenzali.

E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare ''l'azione di protezione della molecola contro i virus influenzali, incluso il virus H1N1 dell'influenza A'', evidenziata dagli esperti riuniti a Praga dove e' in corso un incontro sulle misure contro l'influenza stagionale.

Gli effetti positivi per la salute del consumo moderato di vino sono stati confermati da numerosi studi scientifici come negli Stati Uniti dove e' stata addirittura data la possibilita' a un produttore di indicare sulle etichette del proprio vino il contenuto di ''resveratrolo'', un importante antiossidante con effetti benefici sull'apparato cardiovascolare dimostrato dal paradosso francese secondo il quale una alimentazione ricca di grassi di origine animale, prevalentemente costituiti da acidi grassi saturi, non indurrebbe una maggiore incidenza di malattie cardio-circolatorie se accompagnata da un costante, ma moderato, consumo di vino rosso, per merito del suo ricchissimo contenuto di polifenoli (tra cui il resveratrolo).

Le proprieta' antiossidanti, antibatteriche ed antivirali del resveratrolo sono in realta' solo l'ultima delle conferme scientifiche sull'importanza di una corretta alimentazione nel rafforzamento delle difese immunitarie necessarie nella prevenzione per combattere il virus influenzale. In primis la frutta e verdura che e' ricca di antiossidanti ma - riferisce la Coldiretti - anche latte, uova e alimenti ricchi di elementi probiotici quali yogurt e formaggi come il parmigiano e per alcuni esperti anche l'aglio, che contiene una sostanza, l'allicina, particolarmente attiva nella prevenzione.

lunedì 14 settembre 2009

Radiazioni dei cellulari, quali modelli con meno radiazioni e quali con maggiore intensita'

La classifica dei cellulari basata sull'intensità delle radiazioni emesse dai dispositivi presi in esame e' stata stilata da uno studio dell'Environmental Working Group (EWG).

Non è la prima volta che si studiano i rischi per la salute connessi all’utilizzo dei telefonini, ma, come per le ricerche precedenti, anche in questo caso è bene precisare che non esiste, al momento, alcuna evidenza scientifica.
Vedi pure il precedente post su: Le radiazioni del telefono cellulare fanno male alla salute?

E' altrettanto vero che recenti studi avrebbero rivelato rischi significativamente più alti per i tumori del cervello e delle ghiandole salivari tra persone che usano i cellulari da 10 anni o più, mancano evidenze scientifiche che dimostrino se e in che misura i telefonini possano incidere sulla salute dell’uomo.

Fatte le doverose precisazioni passiamo alla classifica in dettaglio:
La Top Ten dei terminali mobili che emettono le radiazioni più basse vede al comando il Samsung Impression (0.15-0.35 W/kg), seguito dal Motorola RAZR V8 (0.36 W/kg) e dal Samsung SGH-T299 (0.38 W/kg).
Per trovare il primo cellulare Nokia (0.81 W/kg) in classifica bisogna scendere al 34esimo posto.
W/kg e' l'unita' di misura che esprime la potenza di campo elettromagnetico assorbita per unità di massa, ovvero indica il tasso di assorbimento specifico di energia, dall'inglese Specific Absorption Rate (SAR).

I cellulari non maggiori emissioni risulterebbero invece il Motorola MOTO VU204, il T-Mobile myTouch 3G e il Kyocera Jax S1300. Al quarto posto troviamo il BlackBerry Curve 8330 (1.54 W/kg), distanziato di 6 posizioni dal BlackBerry Bold 9000, che chiude la Top Ten dei dispositivi a più alta emissioni di radiazioni.

Fonte: http://www.webmasterpoint.org/

sabato 12 settembre 2009

Consumare piu' frutta e verdura rende più intelligenti

Un recente studio dell'Università di Dusseldorf, in collaborazione con altri atenei (tra cui l'Università di Perugia) e pubblicato dal "Journal of Alzheimer's Disease" conclude che Un'alimentazione a base di frutta e verdura migliora il funzionamento del cervello, potenziando le capacità cognitive.

Gli scienziati hanno lavorato con 200 persone sane d'età media, ed hanno potuto osservare come coloro che mangiavano in media 400 gr di frutta e verdura al giorno possedevano alti livelli di antiossidanti ed livelli bassi di radicali liberi.

Tutti i soggetti mostravano abilità cognitive più spiccate rispetto a chi assumeva 100 gr di tali alimenti.

Lo studio tedesco ha provocato il positivo interesse di numerosi membri della comunità scientifica internazionale.

La dottoressa Maria Cristina Polidoro del Dipartimento di Geriatrica dell'Università di Bochum si e' cosi' espressa: "Era risaputo che esistesse una forte connessione tra l'assunzione di frutta e verdura e le difese antiossidanti naturali del nostro organismo contro i radicali liberi. Si sapeva anche che cattive abitudini alimentari aumentano il rischio di un impoverimento cognitivo, in presenza o meno di demenza. Con questa ricerca, però, viene mostrato un legame multiplo tra frutta e verdura, difese antiossidanti e abilità cognitive in totale assenza di malattie, a qualsiasi età. Al di là del proprio stile di vita, è dunque vivamente consigliabile una consistente assunzione di questi elementi fin da bambini, per evitare il più possibile il rischio di demenza in età avanzata".

L'Università di Dusseldorf ha reso noto come il prossimo passo della ricerca sarà provare l'efficienza di frutta e verdura su individui affetti da Alzheimer o altre malattie neurodegenerative.

martedì 8 settembre 2009

le afte, secondo uno studio recente la causa potrebbe essere l'intolleranza al glutine

Uno studio pubblicato sulla rivista «BMC Gastroenterology» rivela che la presenza di afte potrebbe nascondere una malattia celiaca o una predisposizione a svilupparla.
La stomatite afosa è un problema molto diffuso di cui non sempre si riesce a capire la causa.

Che cos'è la stomatite afosa?
Spiega Giovanni Cammarota, della Divisione di Medicina interna, del Policlinico Gemelli, di Roma: «Si tratta di un'infiammazione della mucosa della bocca che comporta la formazione di piccole ulcere. Inizialmente l'area interessata si arrossa, poi si forma una sorta di bolla e infine un'ulcera che può essere anche molto dolorosa».

Quali possono essere le possibili cause?
«Spesso la stomatite è legata alla presenza di germi, conseguenza di una cattiva igiene orale. Questi germi possono prendere il sopravvento sulle difese immunitarie del soggetto per diversi motivi per esempio per colpa dello stress, per una carenza di vitamine del gruppo B. Altre volte la presenza di afte può essere legata a un'alterazione della flora intestinale, o a malattie come la colite ulcerosa, il morbo di Crohn, la celiachia, forse a causa delle carenze vitaminiche e dell'alterazione della risposta immunitaria nei pazienti con intolleranza al glutine

Cosa bisogna fare?
«Bisogna chiarire la causa. Se si identifica la celiachia bisogna procedere con la dieta priva degli alimenti contenenti il glutine o se c'è una carenza vitaminica cercare di colmarla. In attesa di scoprire la causa si può ricorrere a diversi rimedi: da colluttori protettivi per l'igiene orale a preparati da utilizzare localmente».

sabato 29 agosto 2009

Patata rosso purpureo per combattere tumori, presto sul mercato

E' una superpatata dal colore inconsueto: rosso purpureo. Ma conviene metter da parte ogni riserva perché il tubero, modificato in laboratorio, è ricco di sostanze antiossidanti alleate preziose nella prevenzione del cancro e di altre patologie. E non è tutto. L'ortaggio messo a punto da Soyoung Lim, ricercatrice della Kansas State University (Usa), potrebbe coniugare salute e bellezza, grazie alla sua capacità di contrastare il temuto invecchiamento.

Proprio le preziose sostanze con cui il tubero è stato arricchito, le cosiddette antocianine, hanno finito per donargli l'inconsueto colore con cui la superpatata esordirà sulle tavole. E' dolce, assicura chi l'ha testata, e perfettamente commestibile. Nei test di laboratorio, spiega un articolo del britannico Telegraph, le antocianine di cui l'ortaggio è ricco hanno mostrato di rallentare la crescita del cancro del colon.


Ora la 'patata della salute' verrà sottoposta a ulteriori test clinici e, se tutto filerà liscio, approderà sul mercato.

Fonte: http://www.adnkronos.com/
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