domenica 2 dicembre 2012

TELETHON 2012 METTICI LA FACCIA: Aiuta Telethon nella ricerca attraverso la tua donazione.






Con la tua donazione investi nella migliore ricerca per arrivare alla cura della distrofia muscolare e delle altre malattie genetiche.
Costruisci con noi la speranza per un futuro più sereno.
Faccia da Telethon è l'operazione lanciata da Telecom Italian Group a supporto della Ricerca Telethon, con con l'obiettivo di svelare il volto più umano della Ricerca.
Un'operazione che parte raccontando la storia di 5 ricercatori che lavorano quotidianamente contro le malattie genetiche: è a persone come loro che vanno a finire le donazioni raccolte da Telethon e allora ecco le loro facce.

Ve le presentiamo. E non solo. Vi chiediamo di seguire il loro esempio e di metterci la faccia per sostenere la ricerca, attraverso l'applicazione facebook o la sezione dedicata del sito telethoninweb: la prima piattaforma di storytelling che apre un dialogo paritario tra ricercatori, pazienti e persone come te: sostenitori.
L'operazione si chiude poi con un concorso: tra tutti i sostenitori che avranno contribuito "mettendoci la faccia" verrà estratto un fortunato vincitore che, insieme ad un accompagnatore, potrà seguire il dietro le quinte della Maratona TV.

*Puoi farlo con qualsiasi carta di credito in modo sicuro e certificato su Paypal, oppure, per i soli possessori di card telefoniche PosteMobile, con il tuo cellulare






domenica 25 novembre 2012

Celiachia: sembra che le origini della malattia siano molto più antiche di quanto si pensasse.






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Alcuni ricercatori dell’Università Cattolica di Roma hanno estratto i geni della celiachia dallo scheletro di una ragazza risalente al I secolo A.C., ritrovato nel sito archeologico di Cosa, nei pressi di Ansedonia in Toscana.
L’estrazione e l’esame del Dna del reperto effettuato dai genetisti del Centro di Antropologia Molecolare per gli studi sul Dna antico dell’Università di Tor Vergata, sembrano confermare che quella ragazza possedeva i geni che predispongono alla malattia da intolleranza al glutine e di conseguenza la celiachia abbia avuto una origine molto più lontana di quanto si pensasse e che abbia fatto parte della storia dell’uomo fin dall’introduzione del grano nella nostra alimentazione.

La giovane è certamente morta in condizioni di deperimento fisico, come testimoniato dalla bassa statura, dall’osteoporosi, dall’ipoplasia (sviluppo incompleto) dello smalto dentale e da una caratteristica porosità dell’osso, segno di anemia. «Poiché la ragazza di Cosa apparteneva di certo a una famiglia agiata (come si desume dai gioielli che la ragazza indossava al momento del ritrovamento e dalle caratteristiche della sua tomba) , non è pensabile che tutti questi segni di malnutrizione che il reperto siano dovuti a condizioni di scarsa disponibilità di cibo», spiega direttore della UOC di Medicina Interna e Gastroenterologia del Policlinico A. Gemelli di Roma Antonio Gasbarrini. «Questi elementi hanno fatto supporre che la “ragazza di Cosa” potesse essere affetta da celiachia. Di qui è partita l’idea di isolarne e analizzarne il Dna per vedere se la giovane avesse i geni predisponenti alla malattia».

La prova genetica offerta da questo studio, insieme a tutti gli altri segni fisici riscontrati sul reperto, avvalorano l’ipotesi che la “ragazza di Cosa” sia il primo caso documentato di celiachia della storia.

Fonte: healthdesk.it/ricerca



venerdì 23 novembre 2012

Impollinazione: anche i fiori adottano le loro strategie






In genere si pensa che i fiori utilizzano strategie come colore, odore o posizionamento per agevolare la fase di impolinazione, invece uno studio recente dimostra l'esatto contrario poichè il fiore tenta di rendersi impenetrabile.

Le strategie dei fiori per attirare gli impollinatori sono meno semplici e intuitive di quanto si pensi. A constatarlo è uno studio dell'Università della California coordinato da Nir Sapir e Robert Dudley e pubblicato sulla rivista della British Ecological Society, Functional Ecology.

La ricerca ha analizzato il colore, la posizione e le caratteristiche dei fiori generalmente impollinati dai colibrì che sono rossi, a forma tubulare e privi di qualsiasi odore. L'ipotesi era che le caratteristiche dei fiori fossero finalizzate a facilitare il compito agli uccelli. Ma i risultati hanno svelato che si tratta dell'esatto contrario.

Il team di ricercatori ha lavorato con i colibrì di Anna (Calypte anna) registrando le loro reazioni ad una serie di fiori artificiali creati con differenze di posizione, inclinazione, colore e altre caratteristiche. I ricercatori hanno registrato le reazioni degli uccelli attraverso video ad alta definizione. Le immagini hanno rivelato che i colibrì sono attratti principalmente da fiori posti in una posizione verticale complessa da sfruttare senza un notevole dispendio energetico.

La scoperta ha dimostrato che i fiori in natura hanno sviluppato una posizione più ostile e dispendiosa per gli impollinatori per assicurarsi di essere impollinati da animali più "competenti" degli insetti.

Fonte: http://qn.quotidiano.net/lifestyle/



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