lunedì 18 luglio 2011

Arriva dal Sudamerica il super mirtillo un concentrato di antiossidanti





Super Mirtillo delle Ande
  Dopo il super pomodoro, e la super carota, è la volta del super mirtillo, direttamente in arrivo dal sud America, un concentrato di antiossidanti e bontà. A sostenerlo, è una ricerca condotta da Edward Kennelly, biologo del Lehman College (New York, Stati Uniti) e Paola Pedraza, botanica del New York Botanical Garden, pubblicata sul “Journal of Agricultural and Food Chemistry”.


I ricercatori, hanno preso in esame 5 specie di mirtillo, scoprendo come la Cavendishia grandifolia e la Anthopterus wardii avessero quantità di antiossidanti 2-4 volte superiori rispetto ai mirtilli disponibili sul mercato, che sono già di per sé ricchi di vitamina B9, tannini e antociani, i pigmenti responsabili del colore bluastro dei frutti, considerati un vero antidoto contro l’invecchiamento cellulare e la fragilità capillare, anche degli occhi. Inoltre, i mirtilli sono molto utili in caso di ritenzione idrica e sono un vero toccasana per il sistema cardiovascolare, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e antiaggreganti piastriniche. Senza considerare l’azione “scova rifiuti” sui radicali liberi.

Come speiga Kennelly:
"Crediamo che queste due specie siano superfrutti con un grande potenziale per la salute umana. Attualmente non sono disponibili sul mercato ma, è solo una questione di tempo prima che le persone inizino a chiederne la disponibilità."

Le 2 specie, sono originarie delle Ande, uno degli ecosistemi più a rischio del mondo e da cui proviene anche un cereale prezioso per chi soffre di celiachia, la quinoa, ricca di sali minerali quali magnesio, sodio, fosforo, ferro e zinco, ma assolutamente priva di glutine. Nell’attesa dell’arrivo dei super mirtilli sudamericani, dunque potremo sempre consumare i mirtilli “tradizionali” che colorano i banchi della frutta, una delle fonti naturali più ricche di antociani insieme a fragole, more, ribes ma anche melanzane, uva nera e bietola rossa. In linea generale, più un alimento ha un colorito rossastro o bluastro, tanto maggiore è la presenza degli antociani.

Fonte: Asca

sabato 16 luglio 2011

Celiachia: anche la Sicilia vara la sua nuova rete regionale per i malati di celiachia



L'assessore regionale siciliano per la Salute, Massimo Russo, ha firmato il decreto con il quale viene approvato il percorso diagnostico-terapeutico per la malattia celiaca e si definisce la nuova rete regionale individuando i centri regionali, i compiti assegnati e i relativi referenti. Lo riferisce una nota regionale spiegando che ai soggetti con malattia celiaca verra' garantita una diagnosi piu' precoce e piu' qualificata e un migliore impiego delle risorse. Sara' istituito il ''Registro regionale della malattia celiaca'' e ridefinito il sistema di erogazione dei prodotti alimentari privi di glutine. Verra' anche portata avanti una campagna di sensibilizzazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta con un pacchetto formativo sulla base delle indicazioni di un apposito tavolo tecnico. Attraverso le Asp saranno anche organizzati seminari di studio.


Cosi' come riportato nel Piano della Salute 2011-2013 anche per la malattia celiaca l'assistenza sara' organizzata secondo il principio delle ''reti integrate'', prevedendo la concentrazione della casistica piu' complessa in un numero limitato di centri (Hub), a loro volta supportati dai centri periferici (Spoke) che assicurano l'assistenza per la casistica a minore grado di complessita'.

Questi i Centri ''Hub'' in Sicilia, scelti sulla base dell'esperienza maturata negli anni e della dotazione tecnologica a disposizione (tra parentesi i referenti della struttura):
Ospedale ''Giovanni Paolo II'' di Sciacca (Antonio Carroccio);
Policlinico - Vittorio Emanuele di Catania (Cinzia D'Agate - Massimo Spina);
Policlinico ''G. Martino'' di Messina (Giuseppe Magazzu' - Salvatore Pellegrino);
Azienda ''Civico Di Cristina'' di Palermo (Francesca Cavataio);
Azienda ''Villa Sofia - Cervello'' di Palermo (Lorenzo Oliva);
Ospedale ''Guzzardi'' di Vittoria (Fabrizio Comisi);
Ospedale ''Umberto I'' di Siracusa (Sebastiana Malandrino);
Ospedale ''S. Antonio Abate'' di Trapani (Andrea Ditta - Pietro Di Stefano).

''Un altro importante passo avanti nella riorganizzazione e riqualificazione del sistema - ha spiegato l'assessore Russo - peraltro previsto e programmato nel nuovo Piano Sanitario Regionale che abbiamo approvato da poco colmando una lacuna decennale. La celiachia e' una malattia sempre piu' diffusa e la creazione della rete e del registro favorira' la costituzione di network professionali in grado di coinvolgere le aziende sanitarie per la prevenzione del rischio e la valutazione della qualita' dell'assistenza, oltre che per la conoscenza epidemiologica''.


Fonte: Asca

mercoledì 13 luglio 2011

Epidemia E.Coli, l'origine nella trigonella egiziana. Questo quanto concluso dall'Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare.

E.coli al microscopio

L’EFSA pubblica la relazione della sua task force sui focolai di E. coli O104:H4 sviluppatisi nel 2011 in Germania e in Francia e formula ulteriori raccomandazioni per la protezione dei consumatori

Si riporta il comunicato stampa del  5 luglio 2011:

La task force dell’EFSA creata per coordinare le indagini volte a individuare la possibile fonte dei focolai di E. coli O104:H4 verificatisi in Francia e in Germania ha concluso che un lotto di semi di fieno greco importati dall’Egitto e utilizzati per produrre germogli rappresenta il collegamento più probabile tra i due focolai. Non si esclude tuttavia che siano coinvolti altri lotti di fieno greco importati dall’Egitto nel periodo dal 2009 al 2011. Sulla base di queste conclusioni, l’EFSA raccomanda alla Commissione europea di intraprendere tutti gli sforzi possibili per prevenire un’ulteriore esposizione dei consumatori ai semi sospetti e di proseguire la tracciatura in tutti i paesi che possono avere ricevuto semi dei lotti in questione. In tale contesto, l’EFSA consiglia ancora ai consumatori di non coltivare germogli per il proprio consumo personale e di non mangiare germogli o semi germogliati a meno che non siano stati sottoposti a un’accurata cottura.


In risposta a una richiesta urgente della Commissione europea relativa agli attuali focolai di Escherichia coli, sierotipo O104:H4, produttore della tossina Shiga (STEC), il 26 giugno 2011 l’EFSA ha creato una task force allo scopo di fornire assistenza scientifica immediata. Oltre agli esperti scientifici dell’EFSA ne fanno parte funzionari ed esperti della Commissione europea, degli Stati membri dell’UE interessati, del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).


Dal maggio 2011 è in corso in Germania un focolaio di Escherichia coli, produttore della tossina Shiga (STEC), benché il numero di nuovi casi sia in rapida diminuzione. Il 24 giugno 2011 le autorità francesi hanno segnalato un focolaio di E. coli nella regione di Bordeaux. Dall’inizio di tali focolai è stato registrato un elevato numero di pazienti con diarrea emorragica causata da STEC, e una percentuale insolitamente alta di questi ha sviluppato la sindrome uremico-emolitica (HUS). Ad oggi, il focolaio di E. coli O104:H4 ha causato 48 morti in Germania e una in Svezia. Il numero complessivo dei casi segnalati nell’UE, Norvegia e Svizzera è di 4 1781.

Sulla base delle analisi delle informazioni relative ai focolai registrati in Francia e Germania, si è concluso che un lotto di semi di fieno greco utilizzati per coltivare germogli, importato dall’Egitto da un importatore tedesco, rappresenta il collegamento più probabile; tuttavia non si esclude che possano essere coinvolti altri lotti. La relazione evidenzia che i risultati negativi dei test microbiologici effettuati sui semi non permettono di escludere che un lotto sia contaminato da STEC.

Alla luce dei risultati dell’indagine in corso e delle conclusioni delle indagini retrospettive che hanno permesso di individuare nei semi di fieno greco il collegamento più probabile tra i focolai in Francia e in Germania, l’EFSA ribadisce la validità delle raccomandazioni già presentate il 29 giugno, congiuntamente all’ECDC, in materia di protezione dei consumatori.

Poiché i semi destinati alla germinazione sono spesso venduti sotto forma di miscele di semi e non è possibile escludere una contaminazione crociata, è importante consigliare ai consumatori di non coltivare germogli per il proprio consumo personale e di non mangiare germogli o semi germogliati a meno che non siano stati sottoposti a un’accurata cottura. Questi consigli saranno riesaminati alla luce degli sviluppi futuri.

Prosegui su: efsa.europa.eu la lettura dell'articolo
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