Promuovere lo sviluppo in
Umbria di una filiera innovativa ed integrata a basso impatto per la
coltivazione del girasole ad alto contenuto di oleico per la produzione di
lubrificanti ad uso agricolo: è questo l’obiettivo del progetto che è stato accolto dalla Regione Umbria nell’ambito del
Psr Umbria 2007-2013, Asse 1, Misura 124. Un bando estremamente innovativo che posiziona l’Umbria ai vertici della ricerca europea nel campo delle filiere agroindustriali per lo sviluppo di nuovi materiali e prodotti contenenti fonti rinnovabili.
L’aspetto più innovativo del progetto, che ha come capofila
3A Parco Tecnologico agroalimentare dell’Umbria ed è costituito da
Novamont Spa, la Cooperativa
Oro Verde afferente a Coldiretti e
Sincro srl, è la stretta collaborazione tra mondo industriale ed agricolo per lo sviluppo del territorio a beneficio di tutte le parti coinvolte. L’integrazione quindi tra
chimica sostenibile ed agricoltura moderna quale modello di sviluppo basato sul progresso territoriale e non sulla ricerca dei prezzi globali più vantaggiosi.
La scelta di utilizzare il
girasole è da ricondursi al fatto che può essere coltivato sia in terreni pesanti che sabbiosi, il cui limite è rappresentato dalla disponibilità idrica. In Umbria gli ettari coltivati a girasole sono circa 40 mila con
rese medie ad ettaro 24,5 q/ha ed una produzione totale
100 mila quintali. Questi dati rendono il girasole la
coltura oleaginosa più importante per la regione, mentre le nuove varietà di girasole ad alto contenuto di oleico consentano maggiori rese e la convivenza di varietà tradizionali senza perdite di resa.
La produzione avverrà secondo standard a
basso impatto ambientale e saranno condotte prove a basso impatto al fine di razionalizzare gli input (fertilizzazioni, rotazioni, uso di prodotti fitosanitari). L’obiettivo è supportare, attraverso analisi Lca del prodotto, l’agricoltore ad una gestione integrata della produzione, valorizzando sia la produzione agricola che il prodotto finale (lubrificanti), riducendone gli input.
Attualmente circa il 50% dei lubrificanti venduti e usati nel mondo sono
dispersi nell'ambiente. Costituiti da un composto base di origine fossile (derivato dal petrolio) e da un pacchetto di additivi, sono una possibile
minaccia per l’ambiente per l’alta percentuale di oli minerali (più del 95%), di tossicità e bassa biodegradabilità. I lubrificanti ed i liquidi idraulici a base di oli vegetali sono invece
biodegradabili e presentano una
bassa tossicità. Per lo sviluppo di lubrificanti a base vegetale in Umbria è prevista la realizzazione di un impianto prototipo ad hoc di distillazione.
Fonte:
Novamont Spa
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