venerdì 7 maggio 2010

Lampone: scoperto il segreto che caratterizza il suo aroma. Identificate le 46 sostanze che caratterizzano il profumo del lampone

Il lampone è considerato uno tra i frutti più profumati e ogni varietà ha un proprio odore e sapore caratteristico. I ricercatori dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige hanno effettuato analisi e studi molto approfonditi, identificando 46 composti che determinano questi singolari profili olfattivi e gustativi. Un risultato molto importante che potrà essere sfruttato nei programmi di miglioramento varietale per creare, con gli incroci naturali, varietà sempre più profumate e apprezzate dal consumatore.

"Le analisi - spiega la ricercatrice Flavia Gasperi dell'area alimentazione del Centro ricerca e innovazione - hanno messo in evidenza come la diversa composizione relativa dei principali composti volatili tipici di questo frutto, in particolare 46 composti appartenenti a diverse classi chimiche, può rendere profondamente diverso il profilo olfatto-gustativo di un lampone passando da una varietà all'altra".

Questi composti possono generare diverse sensazioni che avvertiamo non solo quando si annusa un frutto, ma anche mentre lo si mastica, e ci permettono di riconoscerlo ed apprezzarlo nelle diverse sfumature possibili. Questo è dovuto ad una complessa combinazione di segnali indotta dalla presenza contemporanea di più sostanze che modulano, in funzione della loro concentrazione, le sensazioni avvertite e che rendono l'odore e il sapore di una varietà di lamponi diversa da un'altra.

Queste conoscenze pongono le basi per impostare programmi di miglioramento varietale basati in maniera importante sulle caratteristiche sensoriali che sono determinanti per guidare l'apprezzamento del consumatore.

"Nel corso dello studio - aggiunge il ricercatore Eugenio Aprea - è emerso che varietà di lampone in cui erano presenti determinati composti volatili, in particolare terreni, risultano più resistenti alla botrite". Alcune varietà di lampone risultano pertanto dotate di meccanismi di difesa naturale contro questo patogeno; per confermare questa ipotesi, i ricercatori che si occupano di difesa stanno valutando l'efficacia di singoli composti o miscele degli stessi nel contrastare la botrite.

Fonte: Istituto agrario S. Michele all'Adige - Fondazione Edmund Mach

Link correlati:
 Lampone giapponese, Tayberry e altre varietà
Guide e manuali sul Giardinaggio 

martedì 4 maggio 2010

Bastano 5 minuti nel verde per salvaguardare la nostra salute mentale

Uno studio epidemiologico rileva che si riducono rischio depressione e ansia
Bastano 5 minuti di esercizio nel verde, vicino a laghetti o corsi d'acqua, per migliorare salute mentale e difese immunitarie. E' quanto emerge da uno studio epidemiologico pubblicato sulla rivista 'Enviromental Science and Technology'.
Fare giardinaggio, camminare, andare in bici, a cavallo o occuparsi dell'orto aumentano il senso di autostima e benessere, riducendo i rischi di depressione e ansia. Benefici soprattutto per i giovani e per chi gia' soffre di disturbi psicologici.

Fonte: http://www.ansa.it/

lunedì 3 maggio 2010

Celiachia: nuove prospettive giungono dallo studio dei batteri intestinali

Purtroppo le persone affette da celiachia sono in costante aumento e, spesso, questa patologia non è riconosciuta e diagnosticata per tempo.

La malattia si manifesta principalmente come una reazione incontrollata del nostro sistema immunitario che provoca una intolleranza al glutine.

Una nuova speranza arriva dallo studio condotto dai ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche spagnolo a Valencia secondo cui promuovere un equilibrio della flora microbica intestinale potrebbe avere un ruolo chiave nella risposta immunitaria legata alla celiachia, in particolare nelle prime fasi della manifestazione.

I risultati dello studio sono stati pubblicati sul “Journal of Leukocyte Biology” e suggeriscono come i cambiamenti dietetici possano contribuire ad alleviare la gravità della malattia celiaca in alcuni pazienti, poiché differenti batteri intestinali possono influenzare differenti risposte e il grado d’infiammazione.
Allo stesso modo, fanno notare i ricercatori, l’intervento sulla flora batterica intestinale per mezzo di prebiotici e probiotici può migliorare la qualità della vita dei celiaci e ne potrebbero beneficiare anche le persone affette da diabete di tipo 1 e altre malattie autoimmuni.

«Ci auguriamo che lo studio potrà in ultima analisi favorire la comprensione dei meccanismi di azione del microbiota intestinale nelle malattie immuno-mediate. Questo studio può anche aiutare a progettare nuove strategie, che potrebbero migliorare la qualità della vita dei pazienti celiaci in futuro», ha concluso la dottoressa Yolanda Sanz del CNR spagnolo.

Fonte: http://www.lastampa.it/
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