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mercoledì 11 febbraio 2009

Come ottenere carburanti ecologici grazie alla biotecnologia

Il progetto Biorenew finanziato dall’Unione europea e' finalizzato alla lavorazione sui biocarburanti di seconda generazione, ossia quelli ottenuti da scarti agricoli o forestali e non da colture alimentari. Attualmente il processo di estrazione della cellulosa costituisce il principale fattore frenante. Nelle piante, infatti, la cellulosa è saldamente legata a lignina e emicellulosa e forma un robusto reticolo che svolge il compito di vera e propria impalcatura dei tessuti vegetali.
La scissione di questi legami chimici rappresentano un serio ostacolo, dal momento che la forza necessaria per spezzarli richiede un quantitativo di energia tale da rendere il processo industriale non conveniente.
Il progetto europeo Biorenew a cui partecipano oltre all'Italia, Austria, Repubblica Ceca, Germania, Francia e Spagna sta raggiungendo importanti traguardi tramite lo studio genomico di un fungo, il Postia placenta, noto proprio per la sua capacità di degradare in maniera efficace la cellulosa.
Il fungo usa una miriade di piccoli agenti ossidanti che distruggono le pareti delle cellule della pianta per depolimerizzare la cellulosa.
L'utilizzo di questo processo biologico apre le porte a strategie per la decomposizione della lignocellulosa in maniera più efficace, con meno dispendio di energia e minore impatto ambientale.
Altra possibile ipotesi potrebbe essere l’estrazione di zuccheri da erbe perenni.
Vedi pure: Modificare le piante per produrre piu' etanolo.


venerdì 16 gennaio 2009

Come controllare il clima con le piante


Secondo uno studio pubblicato oggi su Current Biology e' possibile controllare il clima coltivando le giuste piante.
Infatti coltivando le piante che sono in grado di riflettere al massimo la luce solare verso lo spazio, si contrasta l'effetto riscaldamento, questo fenomeno potrebbe far abbassare le temperature di 1 grado centigrado nel Nord America e in gran parte dell’Europa.
Questa riduzione sarebbe l'equivalente ad un raffreddamento annuale complessivo di oltre 0,1 gradi, quasi il 20% dell'incremento totale della temperatura della terra dalla rivoluzione Industriale ad oggi.
Per attuare un raffreddamento localizzato del clima dovrebbero essere piantate coltivazioni selettive oppure utilizzare l’ingegneria genetica per ottimizzare e migliorare il potere riflessivo di alcune varieta' di piante. Una pianta può essere più o meno riflettente, dipende principalmente dalla forma delle foglie e dalla loro disposizione sui rami.
Naturalmente e' necessaria più ricerca per raggiungere questo obiettivo in tempi non troppo lunghi e a costi contenuti.

mercoledì 14 gennaio 2009

Coltivare il deserto con l'acqua di mare si puo?


Secondo il Sahara Forest Project e' possibile trasformare il deserto in appezzamenti di lussureggiante vegetazione creando grandi serre che sfruttano l'acqua del mare e l'energia prodotta da impianti solari.

Il progetto, già in via di sperimentazione a Tenerife, Oman ed Emirati arabi uniti, prevede la creazione di enormi serre dotate di una tecnologia che utilizza degli specchi per attirare i raggi solari e produrre il vapore necessario per mettere in moto delle turbine da cui si ricava elettricità.

Le serre sono quindi provviste di evaporatori, che mantengono una temperatura costante di 15 gradi, il vapore in piu' viene riutilizzato per irrigare le coltivazioni e pulire gli specchi solari.

Vengono cosi' create all'interno delle serre le condizioni di umidità e di basse temperature ideali per consentire ai raccolti di crescere in modo fantastico in un ambiente di giusta umidità.

Le serre sperimentali hanno consentito per adesso la produzione di lattuga, peperoni, cetrioli e pomodori.

Le prospettive sembrano essere molto buone.

mercoledì 7 gennaio 2009

Le radiazioni del telefono cellulare fanno male alla salute?

Il nostro cervello viene quotidianamente bombardato da onde elettromagnetiche provenienti dai telefoni cellulari e da altri dispositivi senza fili. Fanno male oppure no?
I risultati sono controversi e la scienza continua a tenere i telefonini sotto stretta osservazione per verificare se il loro utilizzo possa causare danni al cervello. Intanto, sono state accertate alcune condizioni in cui il cellulare effettivamente interferisce con la nostra salute: l'attività dei telefonini crea problemi ai portatori di pacemaker, ad esempio, così come sembra "eccitare" il sistema nervoso, creando problemi al sonno e alla concentrazione.
Il telefono cellulare provoca un forte campo elettromagnetico proprio all'altezza del cervello causando, dopo una lunga conversazione, un aumento di uno o due gradi della temperatura dell'encefalo, con ripercussioni sulla salute non ancora ben chiarite.
Il telefono cellulare fa male al cervello? La scienza si interroga tra colpevolisti e innocentisti
Fino a qualche tempo fa i risultati delle ricerche erano confortanti: l'uso del cellulare non sembrava collegato ad un aumento del rischio di tumore al cervello. A smuovere le acque è stato, nei giorni scorsi, uno studio svedese condotto da due ricercatori dell'Università di Orebro e Umea che hanno riesaminato undici ricerche condotte negli anni scorsi per verificare se l'uso decennale di cellulari e cordless potesse aumentare il rischio di tumore al cervello.
Il risultato è stato davvero impressionante e ha suscitato un vortice di opinioni e critiche da tutto il mondo scientifico e non solo. Secondo la ricerca, infatti, utilizzare il telefono cellulare un'ora al giorno per dieci anni aumenta il rischio di sviluppare il GLIOMA del 30% e il NEUROMA ACUSTICO del 20%. Gli scienziati svedesi ne sono certi: non si tratta di un allarme ingiustificato ma di una realtà, visto che il tempo minimo perché si possa studiare lo sviluppo di un tumore è proprio dieci anni e le ricerche condotte prima di questo anniversario sarebbero da considerarsi incomplete.
In altre parole, l'uso del cellulare si è diffuso circa dieci anni fa e in questo decennio il cellulare è diventato uno strumento utilizzato da milioni di persone ogni giorno: per questo motivo uno studio serio che indagasse sui rischi dell'utilizzo del cellulare poteva essere condotto solo adesso.
Lennart Hardell e Kjell Hansson non avrebbero dubbi, quindi: basterebbe un'ora al giorno di uso del cellulare per dieci anni per veder salire significativamente il rischio di sviluppare un tumore e sarebbe sufficiente anche meno di un'ora se si poggia il telefono sempre sullo stesso orecchio.
Come fare a utilizzare il cellulare limitando al massimo i rischi per la salute? Hardell consiglia di utilizzare poco il cellulare e comunque sempre con l'auricolare, di evitare di parlare per ore al telefono cellulare, di preferire l'apparecchio fisso e di impedire l'utilizzo del cellulare ai bambini.
Clicca qui per approfondire

mercoledì 17 dicembre 2008

Addio vecchia batteria. Intel progetta dispositivi mobili a ricarica infinita




In una conferenza stampa tenutasi giorni fa, Intel ha illustrato alcune interessanti nuove tecnologie, in corso di sviluppo, per l’alimentazione dei dispositivi mobili con l'uso di energie alternative.

L’utilizzo di questo tipo di alimentazione consentirebbe un’autonomia teoricamente illimitata!

Spesso capita di restare con la batteria del cellulare scarica, proprio mentre si sta parlando o in attesa di un chiamata importante?

Gli odierni terminali, pur se caratterizzati da bassi consumi energetici, hanno in ogni caso un'autonomia limitata ad alcuni giorni.

Non sarebbe bello poter girare senza doversi mai preoccupare della carica del dispositivo, prendendo l’energia gratis direttamente dall’ambiente?

Intel sta lavorando su alcuni sensori ipersensibili che catturano energia dalla luce solare, dal calore del corpo e da altri tipi di energia "pulita", compresa quella captata dalle emittenti del segnale cellulare. Le possibilità sono pressoché infinite.

L’obiettivo dell’azienda è rendere i sensori del tutto autonomi, in modo da lasciare la massima libertà all’utente: niente più batterie e ricariche, il dispositivo si ricaricherà da solo in ogni circostanza. Purtroppo la tecnologia dei sensori è ancora poco matura e allo stato attuale i sensori riescono ad accumulare una minima quantità di energia, non sufficiente quindi ad alimentare i dispositivi di uso comune.

Ci auguriamo che lo sviluppo di energie rinnovabili, eco-compatibili e pulite, possa coinvolgere anche altre importanti aziende del settore.
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