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mercoledì 11 febbraio 2009

Come ottenere carburanti ecologici grazie alla biotecnologia

Il progetto Biorenew finanziato dall’Unione europea e' finalizzato alla lavorazione sui biocarburanti di seconda generazione, ossia quelli ottenuti da scarti agricoli o forestali e non da colture alimentari. Attualmente il processo di estrazione della cellulosa costituisce il principale fattore frenante. Nelle piante, infatti, la cellulosa è saldamente legata a lignina e emicellulosa e forma un robusto reticolo che svolge il compito di vera e propria impalcatura dei tessuti vegetali.
La scissione di questi legami chimici rappresentano un serio ostacolo, dal momento che la forza necessaria per spezzarli richiede un quantitativo di energia tale da rendere il processo industriale non conveniente.
Il progetto europeo Biorenew a cui partecipano oltre all'Italia, Austria, Repubblica Ceca, Germania, Francia e Spagna sta raggiungendo importanti traguardi tramite lo studio genomico di un fungo, il Postia placenta, noto proprio per la sua capacità di degradare in maniera efficace la cellulosa.
Il fungo usa una miriade di piccoli agenti ossidanti che distruggono le pareti delle cellule della pianta per depolimerizzare la cellulosa.
L'utilizzo di questo processo biologico apre le porte a strategie per la decomposizione della lignocellulosa in maniera più efficace, con meno dispendio di energia e minore impatto ambientale.
Altra possibile ipotesi potrebbe essere l’estrazione di zuccheri da erbe perenni.
Vedi pure: Modificare le piante per produrre piu' etanolo.


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