Un team composto da ricercatori provenienti da vari paesi, parzialmente finanziato dall'Unione europea, ha individuato nella celiachia quattro aspetti dei disturbi del sistema immunitario che possono determinare l'insorgenza della malattia celiaca. I risultati potrebbe condurre alla messa a punto di nuovi trattamenti farmacologici per questa patologia e per il diabete di tipo 1, associato alla stessa. I risultati sono stati pubblicati nella rivista Nature Genetics.
L'inizio della celiachia coincide con il momento in cui il glutine contenuto nel cibo scatena una reazione avversa nell'intestino tenue. Sebbene possa essere diagnosticata a qualsiasi età, la malattia può insorgere nei primi anni di vita e spesso si sviluppa nei neonati che sono appena stati svezzati e che hanno iniziato ad assumere alimenti a base di cereali. Tra i sintomi ci sono gonfiore addominale, stipsi e una pronunciata astenia. La malattia è associata ad alcuni problemi della tiroide e alla rettocolite ulcerosa, una patologia infiammatoria a carico dell'intestino. Se non curata, la celiachia può determinare l'insorgenza dell'anemia, della sindrome da stanchezza cronica, dell'atrofia ossea e causare calo ponderale.
Il professor David Heel dell'Istituto Barts and the London School of Medicine and Dentistry (Regno Unito) ha affermato, in merito ai risultati, "Ora abbiamo la possibilità di comprendere determinati disturbi immunitari che portano all'insorgenza della celiachia. Tra questi, è compreso anche il modo in cui le cellule T reagiscono alle proteine tossiche del frumento, il modo in cui la ghiandola timo elimina queste stesse cellule durante l'infanzia e il modo in cui l'organismo reagisce alle infezioni virali."
"Abbiamo capito che molti di questi fattori di rischio di natura genetica alterano la quantità di questi geni del sistema immunitario prodotti dalle cellule. I dati lasciano inoltre supporre che la celiachia è causata da centinaia di fattori di rischio di natura genetica; ora come ora possiamo intuire circa la metà di questi rischi".
Un importante risultato, tra quelli ottenuti nell'ambito dello studio, è stato l'aver rilevato una prova dell'esistenza di un rischio condiviso tra i geni associati alla celiachia e altre patologie croniche immunologiche piuttosto diffuse. Il team ha già messo in evidenza l'esistenza di un legame tra la celiachia e il diabete di tipo 1 e tra la celiachia e l'artrite reumatoide.
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giovedì 4 marzo 2010
mercoledì 3 marzo 2010
Scoperto a Tel Aviv un enzima che consente di stimolare la crescita delle piante
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Tel Aviv è riuscito ad ottenere radicali miglioramenti nella crescita di vegetali, silenziando in modelli di piante di tabacco un enzima che disattiva le gibberelline (GA), specifici fitormoni che giocano un ruolo chiave nella crescita e nello sviluppo delle piante.
Lo studio, pubblicato sul Plant Biotechnology Journal, si è concentrato sull'induzione dell'aumento di gibberellina prodotta dalle piante, mediante disattivazione della via catabolica dell'ormone, ed in particolare attraverso il silenziamento della GA2-ossidasi.
Precedenti studi avevano infatti dimostrato come il solo potenziamento della via biosintetica, mediante la sovraespressione dell'enzima GA20-ossidasi, non fosse sufficiente a provocare un aumento della produzione di gibberelline, e quindi un aumento della crescita delle piante, poiché parallelamente veniva attivata anche la via di disattivazione dell'ormone stesso, ad opera dell'enzima GA2-ossidasi.
Le linee vegetali in cui GA 2-ossidasi è silenziato, crescendo maggiormente e più velocemente rispetto alle altre linee di controllo, dimostrano gli inequivocabili vantaggi che queste piante potranno in futuro portare alle industrie della fibra e del legno.
Fonte: http://www.diariodelweb.it/
Lo studio, pubblicato sul Plant Biotechnology Journal, si è concentrato sull'induzione dell'aumento di gibberellina prodotta dalle piante, mediante disattivazione della via catabolica dell'ormone, ed in particolare attraverso il silenziamento della GA2-ossidasi.
Precedenti studi avevano infatti dimostrato come il solo potenziamento della via biosintetica, mediante la sovraespressione dell'enzima GA20-ossidasi, non fosse sufficiente a provocare un aumento della produzione di gibberelline, e quindi un aumento della crescita delle piante, poiché parallelamente veniva attivata anche la via di disattivazione dell'ormone stesso, ad opera dell'enzima GA2-ossidasi.
Le linee vegetali in cui GA 2-ossidasi è silenziato, crescendo maggiormente e più velocemente rispetto alle altre linee di controllo, dimostrano gli inequivocabili vantaggi che queste piante potranno in futuro portare alle industrie della fibra e del legno.
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sabato 27 febbraio 2010
La mimosa, simbolo della festa della donna, alcuni consigli sulla coltivazione della pianta e per conservare piu' a lungo i fiori recisi.
Ecco alcuni consigli per conservare al meglio la mimosa e per far sì che il simbolo della festa della donna si conservi vivo e rigoglioso per tutto il periodo della sua fioritura.
Come conservare e mantenere piu' feschi i fiori recisi
- Utilizzare un coltellino affilato per eliminare tutte le foglie rovinate e quelle a contatto con l’acqua del vaso che sono destinate a marcire piu' rapidamente.
- Utilizzare acqua tiepida per si riempire il vaso, questo consente ai capolini ancora chiusi di potersi aprire e a quelli sbocciati di acquisire un aspetto più soffice. Tenere il vaso in ambiente non troppo secco e lontano dai caloriferi.
Perché si e' scelta la mimosa quale simbolo della festa della donna.
Nel 1946 alla vigilia del primo “8 marzo” del dopoguerra, si cercava un fiore che potesse contraddistinguere e simboleggiare la giornata, che fiorisse nel periodo della festa, poco costoso e dall’aspetto gentile e delicato. Le “palline” (capolini) morbide e accese che costituiscono la mimosa sono così diventate il simbolo della festa delle donne. Un fiore molto diffuso ma effimero e fragile, che dopo qualche giorno svanisce portando via con sé anche il suo alto valore evocativo.
Coltivare un alberello di mimosa per avere fiori freschi per tutta la primavera
Se volete acquistare un piccolo alberello di mimosa da tenere in giardino o in terrazzo tenete presente che la temperatura non deve scendere mai sotto i 10°.
Si può coltivare anche in casa, alla luce del sole, ma lontano dai termosifoni. La mimosa, infatti è una varietà di acacia originaria di luoghi dai climi caldi e temperati come l'Australia o tropicali come l'Africa o il sud est asiatico, perciò piuttosto umidi.
Le foglie possono essere composte, bipennate, di colore grigio-argenteeo, oppure, dei veri e propri fillodi, che sono dei rametti trasformati in foglie. I fiori, che sbocciano da gennaio a marzo, secondo la zona, sono riuniti in pannocchie di una decina di centimetri.
La pianta in condizioni ideali può raggiungere anche i 10 metri d'altezza. Va messa a dimora da ottobre a marzo, quando non e' ancora in piena fioritura. Richiede un terreno acido, umido ma drenante. Va bagnata poco in inverno e più di frequente in estate, magari aggiungendo all'acqua del fertilizzante, ogni 15 giorni.
Gradisce il sole, anche diretto, ma meglio i luoghi riparati dal vento. Una volta stabilizzata diventa un alberello solido trae il suo nutrimento dal terreno e le è sufficiente l'acqua delle piogge; non richiede quindi cure eccessivamente impegnative. È un sempreverde, quindi non perde mai le foglie.
Propagazione:
Tramite semina o per talea, in primavera- estate. Le talee vanno prelevate dalla pianta medre in estate, e piantate in un terriccio di torba e sabbia.
Rinvaso:
Subito dopo la fioritura, in primavera, quando necessario, ogni 3 anni circa. Utilizzare sempre dei vasi che abbiano un diametro solo leggermente più ampio del precedente.
Potatura:
Si eliminano le parti danneggiate e secche subito dopo la fioritura. Questo tipo di potatura stimolerà l'emissione di nuova vegetazione
Avversità:
Non sono indicate malattie o parassiti particolari. possono verificarsi raramente avvizzimenti di rami e foglie, causati spesso da funghi. Può essere colpita da afidi e cocciniglie che vanno debellati con prodotti specifici.
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