I distrurbi del fegato sono sempre più diffusi.
Una dieta scorretta, alcol e scarso movimento sono le principali cause.
Per fortuna vengono in aiuto le erbe, per proteggere il fegato e mantenerlo in salute.
Le malattie del fegato come la steatosi, l’epatite cronica e la cirrosi rappresentano un problema sanitario molto rilevante e diffuso.
Un minimo di prevenzione è comunque possibile, correggendo le abitudini alimentari, lo stile di vita e ricorrendo ad alcune erbe è possibile migliorare il benessere del fegato.
Curandosi con le erbe, si sfruttano le conoscenze della fitoterapia per migliorare il benessere di questo organo vitale.
Ecco la lista delle principali erbe amiche del fegato:
1) Boldo (Peumus boldus): usato da tempo in America Latina per i disturbi del fegato e della cistifellea. La maggior parte della sua attività è attribuita a un alcaloide chiamato boldina, che ha un’azione protettiva del fegato, stimolante della produzione di bile, digestiva, di aumento della secrezione dei succhi gastrici. È utilizzato per infusione. È sconsigliato in gravidanza e allattamento, a chi ha problemi della coagulazione, una malattia del fegato avanzata oppure è in cura con anticoagulanti (warfarin) o antiaggreganti piastrinici.
2) Camomilla: è utilizzata per la sua efficacia antispastica e sedativa. È la bevanda serale da consigliare. In infusione.
3) Carciofo: favorisce la digestione, stimolando anche la funzione epatica e biliare. Contiene, tra l’altro, la cinarina che, oltre ad aumentare la secrezione biliare, protegge il fegato, essendo un antiossidante. In fitoterapia si utilizzano le foglie seccate e tritate per infusi.
4) Cardo mariano: può essere utilizzato in tutte le malattie del fegato. Ha anche un effetto lassativo, tonico e stimolante. Per il contenuto di tiramina, i frutti in infusione devono essere utilizzati con cautela dagli ipertesi.
5) Curcuma: consigliata come spezia, può essere impiegata come infusione per stimolare la produzione della bile e migliorare la digestione. Le proprietà della curcuma e del curry come antiossidante sono state dimostrate anche da studi scientifici. Cautela nel caso di calcoli biliari.
6) Liquirizia (Glycyrrhiza glabra): il principio attivo più importante è la glicirrizina, che le conferisce un’azione antinfiammatoria e antivirale. In medicina è stata utilizzata per la terapia dell’ulcera e nelle malattie croniche del fegato. Poiché ha un’azione negativa sulla pressione arteriosa (la alza) e sui sali (trattiene il sodio, riducendo il potassio), il suo uso non è sempre consigliato.
7) Menta (Mentha piperita): stimola la digestione e stimola la produzione di bile e ha un’azione antispastica. Riduce la nausea. Per infusione.
8) Rosmarino: utilizzato in fitoterapia per le sue azioni tonificanti e digestive, ha un’azione colagoga e coleretica. Può essere impiegato, in infusione, anche in caso di steatosi, epatite cronica e cirrosi. Evitare l’assunzione durante la gravidanza e l’allattamento, se si soffre di epilessia o di ipertensione arteriosa.
9) Schisandra (Schizandra chinensis): poco impiegata in Italia, agisce come antiossidante nelle malattie del fegato e ha un’azione immunostimolante, in particolare contro le infezioni virali.
10) Tarassaco (Taraxacum officinale): l’efficacia sulla stimolazione dell’apparato digerente e del fegato è nota da secoli. Addirittura, in passato, si parlava di tarassacoterapia. Essendo particolarmente ricco in vitamina A, deve essere assunto con prudenza nelle epatopatie croniche avanzate: la vitamina A in alte dosi è tossica per il fegato.
Le suddette erbe si possono assumere quotidianamente in infusione per un paio di settimane, ma è sempre bene consultarsi con il medico, il farmacista o l’erborista. Non bisogna dimenticare, infatti, che le erbe possono provocare disturbi gastrici, diarrea, allergie e mal di testa.
Fonte: http://www.sanihelp.it/
martedì 28 settembre 2010
sabato 18 settembre 2010
Ricetta per dolci: millefoglie alla frutta
La millefoglie alla frutta è un tipico dolce delle feste con gli amici, da servire per occasioni in cui festeggiate con tanti ospiti. Un dolce molto delicato e dalla prepararazione non proprio semplice. Il consiglio è di usare della pasta sfoglia fresca o magari preparata in casa e vedrete che il risultato sarà un dolce che sembra preparato da mani esperte.
Una torta per stupire gli ospiti insomma, da farcire con frutta fresca.
Ingredienti:
Pasta sfoglia: 200 gr
Zucchero: 100 gr
Pesche: 2
Kiwi: 2
Lamponi: 100 gr
Tuorli d'uovo: 3
Latte: 300 gr
Farina: 30 gr
Limone: 1
Zucchero a velo: 20 gr
Ricetta e preparazione
- Su un piano infarinato tirate la sfoglia a forma di rettangolo. Appoggiatela sulla teglia da forno, imburrata, bucherellata con la forchetta spennelatela con dell’acqua e spolveratela con lo zucchero. Fatela cuocere in forno per 200 gr per 20 minuti e poi fatelo intiepidire. Scaldate il latte aromatizzato con un pezzettino di scorza di limone.
- In un pentolino lavorate i tuorli con 80 gr di zucchero e la farina. Versate poco alla volta il latte, mettetelo sul fuoco e fate cuocere 10 minuti dall’ebollizione mescolando sempre. Sbucciate i kiwi e tagliateli a rondelle, pelate le pesche e affettatele a spicchi. Lavate e asciugate anche i lamponi.
Dividete la sfoglia in tre rettangoli uguali tra loro.
- Spalmate un rettangolo con 1/3 della crema e sistematevi sopra le fettine di kiwi e 1/3 di lamponi. Coprite con un altro rettangolo, stendete la crema, sistemate gli spicchi di pesca e un altro terzo di lamponi. Chiudete con l’ultimo rettangolo di sfoglia e cospargetelo di zucchero a velo.
- E per finire, decorate con la crema avanzata e i lamponi.
Fonte: ricette.pourfemme.it
Una torta per stupire gli ospiti insomma, da farcire con frutta fresca.
Ingredienti:
Pasta sfoglia: 200 gr
Zucchero: 100 gr
Pesche: 2
Kiwi: 2
Lamponi: 100 gr
Tuorli d'uovo: 3
Latte: 300 gr
Farina: 30 gr
Limone: 1
Zucchero a velo: 20 gr
Ricetta e preparazione
- Su un piano infarinato tirate la sfoglia a forma di rettangolo. Appoggiatela sulla teglia da forno, imburrata, bucherellata con la forchetta spennelatela con dell’acqua e spolveratela con lo zucchero. Fatela cuocere in forno per 200 gr per 20 minuti e poi fatelo intiepidire. Scaldate il latte aromatizzato con un pezzettino di scorza di limone.
- In un pentolino lavorate i tuorli con 80 gr di zucchero e la farina. Versate poco alla volta il latte, mettetelo sul fuoco e fate cuocere 10 minuti dall’ebollizione mescolando sempre. Sbucciate i kiwi e tagliateli a rondelle, pelate le pesche e affettatele a spicchi. Lavate e asciugate anche i lamponi.
Dividete la sfoglia in tre rettangoli uguali tra loro.
- Spalmate un rettangolo con 1/3 della crema e sistematevi sopra le fettine di kiwi e 1/3 di lamponi. Coprite con un altro rettangolo, stendete la crema, sistemate gli spicchi di pesca e un altro terzo di lamponi. Chiudete con l’ultimo rettangolo di sfoglia e cospargetelo di zucchero a velo.
- E per finire, decorate con la crema avanzata e i lamponi.
Fonte: ricette.pourfemme.it
Labels:
alimentazione
,
frutta
,
kiwi
,
lampone
,
ricette
giovedì 16 settembre 2010
Detrazioni casa, ancora tre mesi di tempo, ma cosa bisogna fare?
Il 31 dicembre scade il termine ultimo per la detrazione del 55% sulle spese di riqualificazione. Meglio affrettarsi!
Nell'attesa di capire se dal Governo l’agevolazione verrà rinnovata anche per il prossimo anno, è importante ricordare che ci sono ancora poco più di tre mesi di tempo per usufruire della detrazione fiscale del 55% sulle spese sostenute per la riqualificazione ecologica degli immobili da ristrutturare. In assenza di nuove proroghe (che potrebbero essere inserite nella Finanziaria 2011), il provvedimento scadrà il prossimo 31 dicembre: è dunque necessario affrettarsi per completare i lavori di ristrutturazione e di adeguamento ai nuovi standard ambientali e presentare tutta la documentazione necessaria per accedere all’agevolazione.
Una proroga necessaria
E' importante che il provvedimento venga rinnovato anche per il prossimo anno poiché, oltre ai vantaggi della detrazione fiscale per i cittadini, ristrutturare un’abitazione seguendo le indicazioni di sostenibilità ambientale:
- comporta sensibili risparmi in bolletta per gli utenti. Oltre al beneficio diretto dello sconto fiscale c’è anche quello indiretto dei minori costi per riscaldare (o raffreddare) la casa;
- può arrivare a dimezzare la quantità di anidride carbonica emessa dalle abitazioni, contribuendo in maniera evidente alla salvaguardia dell’ambiente (l’Italia è il Paese europeo con il maggior coefficiente di inquinamento in termini di Co2 emessa in atmosfera tramite i fumi prodotti dalle abitazioni);
- riduce il ricorso al lavoro nero e al sommerso grazie all’obbligo di trasparenza nei pagamenti e nella fatturazione, contribuendo a ridurre l’evasione fiscale e a incentivare l’occupazione regolare nel settore edilizio.
Anche lo Stato ci guadagna!
Il provvedimento rappresenta un buon investimento anche per le stesse casse dello Stato, il quale recupera la riduzione degli introiti fiscali della detrazione grazie all’aumento del gettito Iva delle aziende edili impegnate nelle ristrutturazioni. Infatti, il settore delle costruzioni, nei soli primi due anni della campagna, ha beneficiato del provvedimento registrando un aumento della domanda di ristrutturazioni e riqualificazioni per un valore economico complessivo di circa 5 miliardi di euro.
Gli interventi detraibili
Lo Stato concede detrazioni fiscali (attraverso una riduzione dell’imponibile netto da inserire nella dichiarazione dei redditi) per una serie di interventi di ristrutturazione edilizia che aumentino il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti e che riguardino le spese sostenute per le seguenti quattro tipologie di intervento:
- riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento, il raffreddamento, la ventilazione e l’illuminazione;
- miglioramento termico dell’edificio (sostituzione di finestre, comprensive di infissi,coibentazioni, posa di nuovi pavimenti);
- installazione di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua;
- sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale (riscaldamento).
L’agevolazione fiscale consiste nel riconoscimento di una detrazione d’imposta pari al 55% delle spese sostenute, da ripartire in cinque rate a scadenza annuale di pari importo, entro un limite massimo di detrazione che varia in base al tipo di interventi di ristrutturazione effettuati sull’immobile.
I requisiti indispensabili
La condizione fondamentale per usufruire dell’agevolazione è che gli interventi siano eseguiti su abitazioni già esistenti (la detrazione non si applica cioè a eventuali lavori sul nuovo).Inoltre, tranne nel caso della posa dei pannelli solari, l’abitazione oggetto dei lavori deve essere riscaldata. Per dimostrare l’esistenza dell’edificio, occorre l’iscrizione al Catasto o la ricevuta del pagamento dell’Ici. Ciò significa che non sono detraibili le spese sostenute durante la costruzione dell’immobile, anche se finalizzate alla realizzazione di un’abitazione a elevata efficienza energetica. Per quanto riguarda le caratteristiche che definiscono un “immobile riscaldato”, per l’Agenzia delle entrate questa prescrizione è soddisfatta se nell’abitazione sono presenti apparecchi fissi (come stufe e caminetti) capaci di erogare una potenza non inferiore ai 15 kW. In caso invece di lavori di riqualificazione effettuati su edifici demoliti, la ricostruzione dovrà essere il più possibili “fedele” all’originale, tanto che se l’immobile viene ampliato la detrazione non può essere riconosciuta.
A chi spetta la detrazione
Sebbene il limite di spesa su cui calcolare la detrazione si riferisce alla singola unità immobiliare, è possibile suddividere l’importo della detrazione anche fra più soggetti, dividendola in base alle rispettive quote di sostenimento della spesa. Possono usufruire della detrazione tutti i contribuenti che possiedono, a qualsiasi titolo, l’immobile su cui si intende operare la ristrutturazione. In particolare, possono richiedere la detrazione oltre che i proprietari e gli usufruttuari, anche i condomini (per gli interventi sulle parti comuni del condominio), gli inquilini e i comodatari.
Sono inoltre ammessi alla detrazione anche i familiari conviventi (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado) che contribuiscono alle spese per la realizzazione dei lavori, a condizione tuttavia che la convivenza sia in atto dall’inizio dei lavori di riqualificazione. Facciamo un esempio: se la moglie è proprietaria della casa o dell’appartamento su cui vengono eseguiti i lavori e se le spese vengono sostenute dal coniuge perché lei non ha reddito per poter sfruttare la detrazione, sarà il marito a poter usufruire dell’agevolazione.
Gli interventi ammessi
Le spese per le quali è possibile usufruire della detrazione comprendono, oltre ai costi per i lavori edili legati all’intervento, anche quelli per le prestazioni professionali necessarie sia per la realizzazione degli interventi agevolati sia per acquisire la certificazione energetica richiesta per accedere al beneficio. In generale, si può quindi dire che sono detraibili tutte quelle spese necessarie al lavoro di ristrutturazione: l’importante è che sia un tecnico abilitato a individuare le spese strettamente connesse alla riqualificazione.
La riqualificazione energetica
Per interventi di riqualificazione energetica si intendono tutti quei lavori che incidono, migliorandola, sulla prestazione energetica dell’edificio. Motivo per cui la condizione imprescindibile per ottenere la detrazione è che gli interventi debbano interessare l’intero edificio e non solo una singola parte. Ricordate però che l’acquisto dei pannelli fotovoltaici (cioè i pannelli solari per la produzione di energia elettrica e non di acqua calda) non è soggetto alla detrazione fiscale, poiché rientra già nel programma di incentivazione del cosiddetto Conto Energia.
Il miglioramento termico
Concerne gli interventi su coperture, pavimenti, pareti e finestre (comprensive di infissi). Nel caso di sostituzione degli infissi, sono considerate detraibili anche le strutture accessorie che hanno effetto sulla dispersione del calore, come tapparelle, ante e persiane. A determinate condizioni, possono inoltre beneficiare del provvedimento anche le sostituzioni di porte e portoni d’ingresso. Per gli infissi, la procedura è stata semplificata: infatti basta presentare la scheda informativa degli interventi realizzati (il cosiddetto “allegato F”) compilabile e scaricabile direttamente dal sito dell’Enea (www.enea.it), l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
I pannelli solari
L’intervento agevolabile riguarda quello che prevede l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda destinata all’uso domestico. È da ricordare che, a partire dal 2008, non è più necessario per questo tipo di lavori presentare l’attestato di certificazione energetica. Inoltre, nell’ipotesi di autocostruzione dei pannelli, è sufficiente l’attestato di partecipazione a un apposito corso di formazione in sostituzione dell’asseverazione. Sono detraibili anche le spese per la fornitura e la posa in opera delle apparecchiature, nonché i lavori idraulici ed edili necessari per la realizzazione dell’impianto.
Climatizzazione invernale
Si tratta della sostituzione - integrale o parziale - degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti dotati di caldaie a condensazione e della contemporanea messa a punto del sistema di distribuzione dell’acqua all’interno dell’abitazione. In questo caso, per usufruire della detrazione fiscale è necessario sostituire completamente l’impianto preesistente e installare la nuova caldaia: non sono quindi detraibili le spese per l’installazione di sistemi di climatizzazione invernale in edifici che ne erano sprovvisti. Dal 2008, l’agevolazione è stata ampliata anche alla sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza e impianti geotermici. Inoltre, per la sostituzione degli impianti di climatizzazione non è più necessario presentare il certificato di qualificazione energetica previsto per gli altri interventi.
Fonte: Altroconsumo.it
Nell'attesa di capire se dal Governo l’agevolazione verrà rinnovata anche per il prossimo anno, è importante ricordare che ci sono ancora poco più di tre mesi di tempo per usufruire della detrazione fiscale del 55% sulle spese sostenute per la riqualificazione ecologica degli immobili da ristrutturare. In assenza di nuove proroghe (che potrebbero essere inserite nella Finanziaria 2011), il provvedimento scadrà il prossimo 31 dicembre: è dunque necessario affrettarsi per completare i lavori di ristrutturazione e di adeguamento ai nuovi standard ambientali e presentare tutta la documentazione necessaria per accedere all’agevolazione.
Una proroga necessaria
E' importante che il provvedimento venga rinnovato anche per il prossimo anno poiché, oltre ai vantaggi della detrazione fiscale per i cittadini, ristrutturare un’abitazione seguendo le indicazioni di sostenibilità ambientale:
- comporta sensibili risparmi in bolletta per gli utenti. Oltre al beneficio diretto dello sconto fiscale c’è anche quello indiretto dei minori costi per riscaldare (o raffreddare) la casa;
- può arrivare a dimezzare la quantità di anidride carbonica emessa dalle abitazioni, contribuendo in maniera evidente alla salvaguardia dell’ambiente (l’Italia è il Paese europeo con il maggior coefficiente di inquinamento in termini di Co2 emessa in atmosfera tramite i fumi prodotti dalle abitazioni);
- riduce il ricorso al lavoro nero e al sommerso grazie all’obbligo di trasparenza nei pagamenti e nella fatturazione, contribuendo a ridurre l’evasione fiscale e a incentivare l’occupazione regolare nel settore edilizio.
Anche lo Stato ci guadagna!
Il provvedimento rappresenta un buon investimento anche per le stesse casse dello Stato, il quale recupera la riduzione degli introiti fiscali della detrazione grazie all’aumento del gettito Iva delle aziende edili impegnate nelle ristrutturazioni. Infatti, il settore delle costruzioni, nei soli primi due anni della campagna, ha beneficiato del provvedimento registrando un aumento della domanda di ristrutturazioni e riqualificazioni per un valore economico complessivo di circa 5 miliardi di euro.
Gli interventi detraibili
Lo Stato concede detrazioni fiscali (attraverso una riduzione dell’imponibile netto da inserire nella dichiarazione dei redditi) per una serie di interventi di ristrutturazione edilizia che aumentino il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti e che riguardino le spese sostenute per le seguenti quattro tipologie di intervento:
- riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento, il raffreddamento, la ventilazione e l’illuminazione;
- miglioramento termico dell’edificio (sostituzione di finestre, comprensive di infissi,coibentazioni, posa di nuovi pavimenti);
- installazione di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua;
- sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale (riscaldamento).
L’agevolazione fiscale consiste nel riconoscimento di una detrazione d’imposta pari al 55% delle spese sostenute, da ripartire in cinque rate a scadenza annuale di pari importo, entro un limite massimo di detrazione che varia in base al tipo di interventi di ristrutturazione effettuati sull’immobile.
I requisiti indispensabili
La condizione fondamentale per usufruire dell’agevolazione è che gli interventi siano eseguiti su abitazioni già esistenti (la detrazione non si applica cioè a eventuali lavori sul nuovo).Inoltre, tranne nel caso della posa dei pannelli solari, l’abitazione oggetto dei lavori deve essere riscaldata. Per dimostrare l’esistenza dell’edificio, occorre l’iscrizione al Catasto o la ricevuta del pagamento dell’Ici. Ciò significa che non sono detraibili le spese sostenute durante la costruzione dell’immobile, anche se finalizzate alla realizzazione di un’abitazione a elevata efficienza energetica. Per quanto riguarda le caratteristiche che definiscono un “immobile riscaldato”, per l’Agenzia delle entrate questa prescrizione è soddisfatta se nell’abitazione sono presenti apparecchi fissi (come stufe e caminetti) capaci di erogare una potenza non inferiore ai 15 kW. In caso invece di lavori di riqualificazione effettuati su edifici demoliti, la ricostruzione dovrà essere il più possibili “fedele” all’originale, tanto che se l’immobile viene ampliato la detrazione non può essere riconosciuta.
A chi spetta la detrazione
Sebbene il limite di spesa su cui calcolare la detrazione si riferisce alla singola unità immobiliare, è possibile suddividere l’importo della detrazione anche fra più soggetti, dividendola in base alle rispettive quote di sostenimento della spesa. Possono usufruire della detrazione tutti i contribuenti che possiedono, a qualsiasi titolo, l’immobile su cui si intende operare la ristrutturazione. In particolare, possono richiedere la detrazione oltre che i proprietari e gli usufruttuari, anche i condomini (per gli interventi sulle parti comuni del condominio), gli inquilini e i comodatari.
Sono inoltre ammessi alla detrazione anche i familiari conviventi (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado) che contribuiscono alle spese per la realizzazione dei lavori, a condizione tuttavia che la convivenza sia in atto dall’inizio dei lavori di riqualificazione. Facciamo un esempio: se la moglie è proprietaria della casa o dell’appartamento su cui vengono eseguiti i lavori e se le spese vengono sostenute dal coniuge perché lei non ha reddito per poter sfruttare la detrazione, sarà il marito a poter usufruire dell’agevolazione.
Gli interventi ammessi
Le spese per le quali è possibile usufruire della detrazione comprendono, oltre ai costi per i lavori edili legati all’intervento, anche quelli per le prestazioni professionali necessarie sia per la realizzazione degli interventi agevolati sia per acquisire la certificazione energetica richiesta per accedere al beneficio. In generale, si può quindi dire che sono detraibili tutte quelle spese necessarie al lavoro di ristrutturazione: l’importante è che sia un tecnico abilitato a individuare le spese strettamente connesse alla riqualificazione.
La riqualificazione energetica
Per interventi di riqualificazione energetica si intendono tutti quei lavori che incidono, migliorandola, sulla prestazione energetica dell’edificio. Motivo per cui la condizione imprescindibile per ottenere la detrazione è che gli interventi debbano interessare l’intero edificio e non solo una singola parte. Ricordate però che l’acquisto dei pannelli fotovoltaici (cioè i pannelli solari per la produzione di energia elettrica e non di acqua calda) non è soggetto alla detrazione fiscale, poiché rientra già nel programma di incentivazione del cosiddetto Conto Energia.
Il miglioramento termico
Concerne gli interventi su coperture, pavimenti, pareti e finestre (comprensive di infissi). Nel caso di sostituzione degli infissi, sono considerate detraibili anche le strutture accessorie che hanno effetto sulla dispersione del calore, come tapparelle, ante e persiane. A determinate condizioni, possono inoltre beneficiare del provvedimento anche le sostituzioni di porte e portoni d’ingresso. Per gli infissi, la procedura è stata semplificata: infatti basta presentare la scheda informativa degli interventi realizzati (il cosiddetto “allegato F”) compilabile e scaricabile direttamente dal sito dell’Enea (www.enea.it), l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
I pannelli solari
L’intervento agevolabile riguarda quello che prevede l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda destinata all’uso domestico. È da ricordare che, a partire dal 2008, non è più necessario per questo tipo di lavori presentare l’attestato di certificazione energetica. Inoltre, nell’ipotesi di autocostruzione dei pannelli, è sufficiente l’attestato di partecipazione a un apposito corso di formazione in sostituzione dell’asseverazione. Sono detraibili anche le spese per la fornitura e la posa in opera delle apparecchiature, nonché i lavori idraulici ed edili necessari per la realizzazione dell’impianto.
Climatizzazione invernale
Si tratta della sostituzione - integrale o parziale - degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti dotati di caldaie a condensazione e della contemporanea messa a punto del sistema di distribuzione dell’acqua all’interno dell’abitazione. In questo caso, per usufruire della detrazione fiscale è necessario sostituire completamente l’impianto preesistente e installare la nuova caldaia: non sono quindi detraibili le spese per l’installazione di sistemi di climatizzazione invernale in edifici che ne erano sprovvisti. Dal 2008, l’agevolazione è stata ampliata anche alla sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza e impianti geotermici. Inoltre, per la sostituzione degli impianti di climatizzazione non è più necessario presentare il certificato di qualificazione energetica previsto per gli altri interventi.
Fonte: Altroconsumo.it
Labels:
casa
,
detrazioni
,
ecologia
,
energie alternative
,
energie rinnovabili
,
inquinamento
,
risparmio
,
ristrutturazioni
Iscriviti a:
Post
(
Atom
)