mercoledì 15 luglio 2009

Pronto il test genetico per scoprire se un neonato sara' allergico al glutine

L'allergia al glutine spesso viene scoperta in eta' adulta, quando si manifestano gli sgradevoli sintomi della malattia e non è più possibile poterla prevenire.
La Swiss Stem Cell Bank di Lugano ha preparato un test genetico che consente di sapere se il nascituro ha la predisposizione a contrarre la celiachia. Queste analisi, svolte dalla banca per la conservazione del sangue da cordone ombelicale, possono indicare anche un’eventuale intolleranza al lattosio e la possibilità di sviluppare la fibrosi cistica nel corso della vita.

Sono pressoché sconosciute le cause di tale allergia, pare che il responsabile della celiachia sarebbe un gene, anzi più geni mancanti o mutati.

Molti casi presentano una predisposizione genetica: i figli di celiaci sono maggiormente predisposti a contrarre la malattia nel corso della loro vita.

Il test genetico è una procedura che risponde preventivamente a future allergie, il test specifico può essere eseguito al momento della crioconservazione delle cellule staminali, dunque subito dopo il parto, o anche in tempi successivi, senza dover fare un prelievo di sangue al bambino e senza intaccare le cellule conservate.

Una diagnosi precoce garantisce certezza di intervento ancor prima che i sintomi possano manifestarsi nell’intento di tutelare sempre più la salute del bambino e del suo futuro. L’importanza di una corretta diagnosi, prima ancora che si possano manifestare i classici sintomi della malattia permette non solamente di affrontare la celiachia in via preventiva, ma anche di non sottovalutarne le conseguenze. Il più delle volte i sintomi sono scambiati per altre malattie.

domenica 12 luglio 2009

Le piante esotiche invadono sempre piu' il nostro territorio

Stiamo parlando di piante provenienti dai piu' svariati paesi del globo e giunte in Italia dopo viaggi «clandestini» a bordo delle navi, dei treni, o dei camion. Anche i volatili che trasmigrano trasportano i semi nell’intestino e li depositano al suolo con le loro deiezioni. Spesso sono state importate dall’uomo, con funzione ornamentale per parchi e giardini e in seguito ne ha perso il controllo.

Sono le piante esotiche che da tempo, con un’accelerazione negli ultimi anni, contendono il terreno alla biodiversità della nostra flora e in qualche caso aumentano la sfilza delle reazioni allergiche (vedi l’«Ambrosia artemisifolia»).

L’introduzione di specie esotiche invasive è considerata una delle più preoccupanti cause di riduzione e di minaccia della biodiversità a livello mondiale.

Buona parte di queste nuove piante arrivano prevalentemente dagli Stati Uniti (il 37,2% ) e dall’Asia (24,3). In misura minore dal resto dell’Europa (8,5%), dai Paesi dell’area mediterranea (4,6), dall’Africa. Un 3,5% è di «origine incerta».

Alcune hanno fatto capolino più o meno spontaneamente nei secoli scorsi: è il caso della «robinia», della «quercia rossa», del «ciliegio tardivo» e dell’«ailanto». Altre, come la «Solanum carolinense» originaria del Nord America, si sono affacciate negli ultimi anni. La gran parte, dopo un periodo di colonizzazione al rallentatore, esplodono di botto recuperando in pochi anni il tempo perduto.

In questa partita non ci sono superstiti: impossibile la convivenza con la flora locale; difficile, se non impossibile, la prevenzione. L’abbandono dei boschi, come la scarsa manutenzione lungo le strade o le aste fluviali, determinano l’habitat ideale in cui gli intrusi mettono radici. La «tropicalizzazione» del clima, confacente a molte specie, fa il resto.

Fonte: La Stampa

venerdì 10 luglio 2009

Per le medicine gli italiani spendono quasi il doppio rispetto alla frutta e verdura

Secondo Coldiretti gli italiani spendono per farmaci il doppio di frutta e verdura, il cui consumo potrebbe sicuramente favorire un minor ricorso ai farmaci secondo l'antico proverbio.
Dal rapporto Osmed 2008, realizzato dall'Istituto Superiore di Sanita' e dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) emerge che la spesa farmaceutica totale, comprensiva della prescrizione territoriale e di quella erogata attraverso le strutture pubbliche, e' stata di 24,4 miliardi di euro.

Si tratta di un valore che è quasi il doppio della spesa per frutta e verdura fresche e per ortaggi surgelati delle famiglie italiane che nel 2008 hanno destinato 14 miliardi, con un calo dell'acquisto medio per nucleo familiare del 3,1 per cento (378,7 chili per famiglia) mentre l'uso di medicine di fascia A è cresciuto del 4,9 per cento nello stesso anno.

Tra i farmaci di maggior consumo ci sono peraltro quelli per le patologie relative al sistema cardiovascolare, gastrointestinale e a quello del sistema nervoso centrale sul quale la corretta alimentazione ha un impatto determinante.

Fonte: Republica.it
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