A parlare delle virtu' della Tillandsia è il professor Luigi Brighigna, docente in pensione di Botanica nel corso di laurea in scienze biologiche dell’università di Firenze, che ha in programma di effettuare un esperimento per rilevare di inquinanti atmosferici attraverso l’utilizzo di tale pianta neotropicale con grandi capacità di adattamento in ogni condizione meteo.
La Tillandsia cattura l’umidità dell’aria tramite apposite strutture poste sulle foglie chiamate tricomi. "Assieme all’umidità - ha detto il professore - catturano anche il pulviscolo atmosferico che contiene agenti inquinanti. Gli studi da me condotti sono stati indirizzati all’utilizzo queste piante come biorivelatori di inquinanti atmosferici in particolare per rivelare gli Ipa, ossia gli idrocarburi policiclici aromatici; sostanze provenienti dalla incompleta combustione dei carburanti che hanno effetto cancerogeno".
Un primo esperimento pilota della durata di sei mesi: in cui sono state esposte alcune piante di Tillandsia in una struttura metallica, ha dimostrato che la pianta può essere usata per monitorare l’inquinamento.
Tale sistema sarebbe valido per capire quali sostanze respiriamo. L’utilizzo delle piante, segue una tendenza mondiale per cui il monitoraggio dell’inquinamento si può effettuare sperimentalmente con organismi biologici: l’uso dei licheni per esempio come indicatori della presenza nell’aria di sostanze tossiche quali l’anidride solforosa, ossidi di azoto, cloro, polveri e metalli pesanti risale a molti anni addietro.
Il professor Brighigna è convinto che il biomonitoraggio dell’ambiente aereo trovi nelle Tillandsie gli organismi vegetali più indicati allo scopo dal momento che esse fanno a meno di qualsiasi mediazione del terreno nei loro rapporti con l’ambiente.
Fonte: http://www.lanazione.it/firenze
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