mercoledì 11 gennaio 2012

La mafia si infiltra nel settore agroalimentare. Di conseguenza i prezzi salgono





I prezzi della frutta e verdura triplicano (+200 per cento) dal campo alla tavola anche per effetto delle infiltrazioni della malavita nelle attività di autotrasporto. Il volume d'affari delle agromafie, ovvero delle attività della criminalità organizzata nel solo settore agroalimentare, ammonta oggi – sottolinea la Coldiretti - a 12,5 miliardi di euro (il 5,6 per cento dell'intero business criminale).

 In Italia oltre l'86 per cento dei trasporti commerciali avviene su gomma e la logistica incide per quasi un terzo sui costi di frutta e verdura: i fenomeni criminali nel sistema di distribuzione e trasporto, gonfiato e alterato, finiscono dunque per creare vere e proprie "strozzature di filiera" che - avverte la Coldiretti - colpiscono sia imprese agricole sia consumatori.

L'effetto è un crollo dei prezzi pagati agli imprenditori agricoli, che in molti casi non arrivano a coprire i costi di produzione, e un ricarico anomalo dei prezzi al consumo che raggiungono livelli tali da determinare una contenimento degli acquisti in un Paese come l'Italia che ha la leadership europea in quantità e qualità nell'offerta di ortofrutta.

Le agromafie – sottolinea la Coldiretti - investono i loro ricchi proventi in larga parte in attività agricole, nel settore della trasformazione alimentare, commerciale e nella grande distribuzione con il reinvestimento dei proventi illeciti che ha come corollario il condizionamento della libera iniziativa economica e la concorrenza sleale.

Inoltre, come denunciato dalla Coldiretti, le associazioni criminali, attraverso le suddette pratiche estorsive, finiscono per determinare l’aumento dei prezzi dei beni al consumo. A rischio – conclude la Coldiretti - è anche la qualità e sicurezza alimentare dei prodotti alimentari con la vendita di prodotti alimentari “spacciati” come Made in Italy ma ottenuti in realtà con materie prime importate, speso di bassa qualità .

giovedì 5 gennaio 2012

Celiachia bambini intolleranza al glutine. L'introduzione precoce di cereali, un apporto importante di glutine assieme a una predisposizione genetica, può contribuire allo sviluppo della malattia celiaca.

Intolleranza al glutine cosa significa?
Come la pelle, il piccolo intestino del bambino è fragile fin dalla sua nascita. L’introduzione precoce di cereali, un apporto importante di glutine, l’assenza di latte materno e certamente una predisposizione genetica, può contribuire allo sviluppo della malattia celiaca, più nota col nome di "intolleranza al glutine".

 Tutto avviene nel ventre del piccolo: quando il glutine entra in contatto con la mucosa del piccolo intestino si innesca una reazione che conduce alla distruzione della parete intestinale. Ingerire glutine per un bambino intollerante attiva in maniera anomala il sistema immunitario che risponde rifiutando il glutine e danneggiando l’intestino, che non svolgerà più il suo ruolo di assorbimento, quindi le sostanze nutritive contenute negli alimenti del bambino, vengono eliminate per via naturale poche ore dopo.

Primi segni d’intolleranza al glutine
Senza farne troppe, un occhio di riguardo va posto nel periodo di diversificazione alimentare, soprattutto in occasione dell’introduzione delle farine che contengono glutine. Passano alcune settimane e non c’è nulla da segnalare. Ma ecco che il bambino inizia ad avere diarree, diventa scontroso, piagnucoloso e perde peso a vista d’occhio…

Tutte queste manifestazioni sono, generalmente, i primi sintomi della malattia celiaca (intolleranza al glutine), che tocca i piccoli dai 6 mesi e negli anni a venire. Vomito, gonfiore addominale, perdita di peso, non appena vedete apparire questi disordini, consultate il pediatra di fiducia.

Malattia celiaca e intolleranza al glutine, sono la stessa cosa?
Per gli adulti, si parla piuttosto d’intolleranza al glutine: è una malattia del malassorbimento intestinale, con l’atrofia dei villi intestinali che migliora quando il paziente non consuma glutine e si ripresenta quando viene reintrodotto. Il regime alimentare è dunque per la vita. Per i bambini invece, si parla di malattia celiaca.

Celiachia e analisi di laboratorio
Dosaggi degli anticorpi antigliadina (la gliadina è la proteina “tossica„ contenuta nel frumento, farro, orzo, segale e spelta) e della vitamina A per valutare il malassorbimento dei grassi. Queste analisi sierologiche sono una tappa inevitabile nella formulazione della diagnosi della malattia celiaca (intolleranza al glutine), tecniche molto affidabili. Il pediatra potrà anche orientarvi verso uno specialista in materia: il gastroenterologo pediatra, che deciderà per una gastroscopia e biopsia intestinale, questo esame permette non soltanto di confermare la diagnosi della malattia celiaca ma anche di verificare l’efficacia della dieta senza glutine.

Per trattare la celiachia non è necessario alcun farmaco. Il trattamento si basa solo sull’esclusione del glutine dall’alimentazione del bambino. Un regime costrittivo ma fondamentale per la sua salute, per evitare di peggiorare la malattia con la malnutrizione o l’anemia. Il regime alimentare privo di glutine eviterà un ritardo della crescita e il rischio di sviluppare malattie gastrointestinali più importanti. E se il bambino ingerisce involontariamente del glutine? Non sarà in pericolo ma potrebbe avere una diarrea importante. La salute del bambino sottoposto alla dieta priva di glutine migliorerà visibilmente. Per molti bambini, la crescita e lo sviluppo psicomotorio sono rallentati dalla celiachia.

Glutine non troppo presto né troppo tardi… 
Dare cereali ricchi di glutine ai bambini dai 4 ai 6 mesi di vita e predisposti alla malattia celiaca, potrebbe prevenire o ritardare la comparsa della patologia, secondo lo studio condotto da un gruppo di ricercatori del Colorado, negli Stati Uniti.

Dopo 10 anni di lavoro, gli scienziati hanno concluso che introdurre cereali ricchi di glutine prima dei tre mesi o dopo i sette mesi aumenterebbe il rischio di sviluppare la malattia. In attesa di un monitoraggio a lungo termine dei bambini geneticamente predisposti, l’accademia americana di pediatria raccomanda esclusivamente il latte materno per i primi sei mesi di tutti i bambini, soggetti o meno.

Prosegui qui la lettura dell'articolo

sabato 24 dicembre 2011

Emergenze fitosanitarie: criticità e prospettive per il punteruolo rosso delle palme, il cancro batterico del kiwi, il cinipide galligeno del castagno

Il 1° dicembre u.s., presso l’Accademia dei Georgofili, si è svolta una giornata di studio dedicata alle emergenze fitosanitarie, tra cui le più recentemente diffuse quali: il punteruolo rosso delle palme, il cancro batterico del kiwi, il cinipide galligeno del castagno.

I lavori hanno evidenziato che i costi derivanti dalle emergenze nazionali in atto, sia in termini di danni diretti alle produzioni e agli impianti produttivi che di costi relativi ai controlli e alle misure di eradicazione e contenimento, mettono in luce il ruolo strategico di difesa e prevenzione che deve essere svolto dal Servizio fitosanitario nazionale, in connessione con tutte le altre istituzioni interessate alla difesa delle piante.

La difesa delle piante e del territorio nazionale presuppone una stretta interconnessione tra tutti i soggetti interessati ed un buon livello di coordinamento delle attività di ognuno. La circolazione di tutte le informazioni oltre che permettere l’efficace sfruttamento delle sinergie e quindi una maggiore efficacia nell’azione di ognuno, evita che si verifichino duplicazioni che in alcuni casi, oltre a dissipare energie, portano a risultati incoerenti o contraddittori.
E’ apparso prioritario che le Regioni diano completa applicazione all’intesa tra Stato e Regioni, siglata nel mese di aprile del 2010, che sulla base dei parametri tecnici, ha definito le necessità di personale per il rafforzamento del Servizio fitosanitario nazionale.
Una possibile soluzione è ricercarle tra le dotazioni già in servizio presso le strutture regionali. A questo scopo le Regioni possono provvedere alla riallocazione del personale necessario ed alla sua formazione specifica per l’inquadramento nel ruolo di Ispettore fitosanitario. ...

Prosegui la lettura su: georgofili.info
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...