giovedì 24 novembre 2011

Celiachia: in Italia oltre 600.000 malati, le donne sono le più colpite

Censiti 122mila celiaci, stimati 600mila
Corriere della Sera
(ANSA) - ROMA - La prevalenza della celiachia e' stimata intorno all'1%, ne soffrono quindi 600 mila persone ma ne sono stati diagnosticate e censite 122.482. E' quanto si legge nella relazione 2010 sulla celiachia (intolleranza alimentare al glutine) ...


Sanita': censiti 122 mila celiaci, stimati 600 mila
ANSA.it
La prevalenza della celiachia sia nei bambini che negli adulti e' stimata intorno all'1%, per cui se si considera che la popolazione in Italia raggiunge gli oltre 60 milioni di abitanti significa che in teoria il numero dei celiaci si aggira intorno ai ...

SALUTE: IN ITALIA 600MILA CELIACI, MA 4 SU 5 NON LO SANNO
AGI - Agenzia Giornalistica Italia‎
(AGI) - Roma, 21 nov. - E' la piu' frequente intolleranza alimentare nel mondo, l'unica, malgrado i progressi medici, che non abbia una cura se non quella di eliminare totalmente l'elemento non tollerato dalla dieta. La celiachia, intolleranza al ...

Celiachia, il Ministero della Salute pubblica la Relazione annuale ...
Prontoconsumatore.it
La legge che ha delineato le “Norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia” risale al 2005 e da allora il Ministero della Salute ha monitorato lo sviluppo della malattia sul territorio nazionale, tenendo conto anche degli aggiornamenti ...

Celiachia: colpisce di più e soprattutto le donne
DireDonna
Secondo un recente censimento sanitario, in Italia gli affetti da celiachia – un'intolleranza cronica al glutine – sono vertiginosamente aumentati. Non solo: le donne sembrerebbero le più colpite, a causa della componente autoimmune della malattia. ...

Dilaga la celiachia in Italia: 600.000 i malati
Catering NEWS - Giornale della ristorazione e dei consumi fuori
Sono dati freschi freschi quelli che il Ministero della Salute ha inviato al Parlamento: in Italia la celiachia, cioè l'intolleranza alimentare al glutine, è stimata intorno all'1%, quindi sono 600 mila persone che ne soffrono, ma solo 122.482 sono i ...

La celiachia in Italia: il rapporto del Ministero della Salute
inGusto
La celiachia è una malattia importante che conta ogni giorno nuove vittime. Inconsapevoli, spesso, come testimonia la relazione 2010 sulla celiachia redatta dal Ministero della Salute ed esposta in Parlamento. Sarebbero 600 mila, in totale, ...



venerdì 11 novembre 2011

Un lombrico per amico: Allevare lombrichi è semplice e redditizio







L’allevamento dei lombrichi è molto interessante ed utile per la trasformazione di tutti i rifiuti di natura organica: serve per smaltire gli scarti dell'orto e del giardino - erba, fogliame, scarti di cucina, ecc.. - e in questo modo si produce dell'ottimo terriccio da usare ancora nell'orto e nel giardino. La metodologia è molto semplice, in quanto si tratta di mettere tutti gli scarti accumulati in un mucchio per fargli fare una prima fase di “marcescenza”, e portarli a livello ottimale per l’alimentazione dei lombrichi.

Dal mucchio si preleva poi sempre la parte più vecchia (marcia) e la si dà in alimentazione ai lombrichi (3 volte al mese). In questo modo abbiamo risolto due problemi:
1) Ordine e pulizia per tutti gli scarti – recupero e non distruzione.

2) Produzione di ottimo concime (humus di lombrico ricco di preziosa sostanza organica) indispensabile per mantenere la fertilità del suolo.

Il tempo da dedicare ai nostri lombrichi è poco e si riduce alla loro alimentazione.
Per un allevamento da Hobby si può cominciare con l’investimento che vogliamo: 50 – 80 – 100 – 200 – 500€ o più, per uno spazio di 5-10mq circa. In questo caso non servono attrezzature
particolari, bastano una forca, una carriola e un badile.

Se invece vogliamo impostare un piccolo impianto di produzione, con investimento da 2000-5000€ o più, abbiamo molte più possibilità di lavoro e di applicazione in vari campi. Non necessita comunque, in qualsiasi caso, nè di permessi, nè di autorizzazioni, e può essere allocato in qualsiasi luogo. Basta un terreno pianeggiante e, per l'allevamento di lombrichi, da 100 a 500 mq circa. Come alimentazione, inizialmente è meglio lavorare con letame di qualsiasi tipo, integrato con scarti agroalimentari.

E’ un allevamento semplice e spartano, che dà molte soddisfazioni. La “lettiera” si imposta direttamente sulla terra, all’aperto, poiché non servono strutture di alcun genere. I lombrichi si riproducono continuamente, e la lettiera può essere posizionata ovunque (nord, sud, est, ovest, sole, ombra). Non teme assolutamente né il freddo (ne abbiamo collocati a 1600m di altezza) nè il caldo (impianti realizzati anche in Tunisia-Israele, in mezzo al deserto).
Non esistono specifiche attrezzature per la lombricoltura, si usano mezzi vari, e tutto in relazione all’investimento, agli obiettivi ed alle finalità

Alcuni interessanti manuali sul lombrico:

- Manuale di lombricoltura. Il compostaggio domestico dei rifiuti organici in humus

- L'allevamento del lombrico

- Allevamento intensivo del lombrico

- Manuale del lombricoltore

- Lombricoltura moderna

domenica 6 novembre 2011

Tarlo asiatico: dopo il punteruolo rosso arriva un altro temibile insetto nemico delle piante






Un nuovo pericolo per la salute delle nostre piante si fà sempre più avanti, si tratta del tarlo asiatico, giunto, sembra, nascosto in alcuni bonsai importati dalla Cina qualche anno fà.
Il coleottero, che da adulto raggiunge dieci centimetri di lunghezza, è considerato «pericoloso», perché estremamente aggressivo.
Il temibile insetto può distruggere la piante, anche quelle sanissime, e lo fa in maniera estremamente aggressiva.

Il fenomeno, per il momento, è localizzato in Lombardia,  è difficile da debellare e il contagio di una sola pianta rischia di estendersi a macchia d’olio.  Per tale motivo le autorità si sono mosse e la Regione sta tappezzando la metro di Milano con manifesti che recitano: "tarlo asiatico, un pericolo per il nostro ambiente" invitando i cittadini a chiamare il numero verde 800 318 318  laddove si scoprissero dei focolai, notando  i buchi del tarlo, adesso che le foglie sono cadute.

"E’ un minatore del legno – spiega Ferrini, docente di arboricoltura urbana e presidente della Società Italiana di Arboricoltura -. Scava, quindi, delle gallerie in tutto l’albero, creando dei fori dal diametro che può arrivare anche oltre il centimetro. Tali gallerie, infatti, penetrando al suo interno, e attraversandola per intero, ne interrompono il flusso linfatico di entrambe le direzioni. Sia quello che procede dalle radici verso le foglie, ovvero la linfa grezza, sia la linfa lavorata che, dalle foglie torna alle radici".

Molto efficaci sembrano alcune tecniche di lotta biologica, utilizzando una piccola vespa che si nutre delle uova del tarlo asiatico. Questa vespetta depone le sue uova all' interno dell' uovo del tarlo e lo annienta.
Le piante che subiscono tale attacco non hanno scampo, per cui oltre al fermo della vegetazione, la pianta appasisce e perde vitalità, rappresenta un pericolo perchè viene a minarsi la stabilità meccanica e strutturale della pianta stessa che potrebbe cedere da un momento all'altro causando danni a persone e cose. Vanno quindi abbattute e bruciate per evitare ulteriori contagi,
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