domenica 21 dicembre 2008

Celiachia: e' stato aggiornato l’elenco dei prodotti senza glutine



Come ogni anno, il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali ha aggiornato l'elenco dei cibi senza glutine rimborsati dal servizio sanitario nazionale.

Lelenco e' scaricabile dal sito del ministero e i nuovi prodotti, rispetto all'elenco precedente, sono evidenziati.

Come parecchi sanno sono oltre 60 mila gli italiani che soffrono di intolleranza al glutine, una sostanza presente in prodotti essenziali per l’alimentazione, come le farine di frumento, di segale, l'orzo e il farro e in tutti i preparati che li contengono.

Il servizio sanitario nazionale contribuisce alla spesa degli alimenti dietetici privi di glutine a favore delle persone affette da celiachia, i tetti di spesa, suddivisi per fasce di età e sesso, sono stati definiti per la prima volta dal Decreto ministeriale 8 giugno 2001 e successivamente confermati dal Decreto Ministeriale 4 maggio 2006.

I buoni dei prodotti gluten freee forniti dalla ASL di competenza, sono spesso spendibili in farmacia dove i prezzi sono notoriamente piu' salati, inoltre i prezzi aumentano continuamente, ma il valore dei buoni e' rimasto fermo ad almeno tre anni fa' e non se ne parla neanche per il prossimo 2009.

Di conseguenza chi e' affetto da celiachia deve sobbarcarsi, tra le altre cose, anche l'onere di spesa di questi particolari prodotti alimentari dei quali non puo' fare a meno!

Sempre sul del sito del Ministero della salute, nella sezione dedicata alla celiachia, trovate una pratica guida dal titolo «La celiachia, impariamo a conviverci» nonché una sezione dedicata a «domande e risposte» sull’argomento.





venerdì 19 dicembre 2008

Biodiesel dagli scarti del caffe'


Secondo uno studio dell’Università del Nevada-Reno, pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, dagli oltre 7 miliardi di tonnellate di caffè consumati ogni anno nel mondo, potrebbero venire prodotti circa 1,2 miliardi di litri di biodiesel. I resti del caffè risultano particolarmente adatti alla conversione in carburante poiché già contengono il 10/15% di olio a seconda della varietà (arabica o robusta).

Il biodiesel prodotto, inoltre, è molto stabile, a causa degli agenti anti-ossidanti contenuti nel caffè, mentre il residuo può essere utilizzato come compost per il terreno o pellet per stufe.
I ricercatori hanno asciugato i resti di caffè della Starbucks (già impiegati come compost negli USA), mischiandoli successivamente con dei solventi per estrarne l’olio contenuto dopo un passaggio in una centrifuga. I solventi vengono poi recuperati e riutilizzati nel ciclo successivo.
Il risultato finale è del biodiesel dal totale dell’olio estratto dal caffè.

Il settore del caffè in Italia alimenta un giro d’affari alla produzione che si aggira sui due miliardi di euro. I torrefattori in attività sono circa 750 e trasformano annualmente poco più di 6,8 milioni di sacchi di caffè verde (un sacco = 60 kg), tutto importato. Questo vuol dire che nel 2007 sono state importate circa 420 mila tonnellate di caffè; usare lo scarto per fare carburante e compost potrebbe essere una buona idea per accrescere l’indipendenza energetica.

Fonte: Ecoblog.it

mercoledì 17 dicembre 2008

Addio vecchia batteria. Intel progetta dispositivi mobili a ricarica infinita




In una conferenza stampa tenutasi giorni fa, Intel ha illustrato alcune interessanti nuove tecnologie, in corso di sviluppo, per l’alimentazione dei dispositivi mobili con l'uso di energie alternative.

L’utilizzo di questo tipo di alimentazione consentirebbe un’autonomia teoricamente illimitata!

Spesso capita di restare con la batteria del cellulare scarica, proprio mentre si sta parlando o in attesa di un chiamata importante?

Gli odierni terminali, pur se caratterizzati da bassi consumi energetici, hanno in ogni caso un'autonomia limitata ad alcuni giorni.

Non sarebbe bello poter girare senza doversi mai preoccupare della carica del dispositivo, prendendo l’energia gratis direttamente dall’ambiente?

Intel sta lavorando su alcuni sensori ipersensibili che catturano energia dalla luce solare, dal calore del corpo e da altri tipi di energia "pulita", compresa quella captata dalle emittenti del segnale cellulare. Le possibilità sono pressoché infinite.

L’obiettivo dell’azienda è rendere i sensori del tutto autonomi, in modo da lasciare la massima libertà all’utente: niente più batterie e ricariche, il dispositivo si ricaricherà da solo in ogni circostanza. Purtroppo la tecnologia dei sensori è ancora poco matura e allo stato attuale i sensori riescono ad accumulare una minima quantità di energia, non sufficiente quindi ad alimentare i dispositivi di uso comune.

Ci auguriamo che lo sviluppo di energie rinnovabili, eco-compatibili e pulite, possa coinvolgere anche altre importanti aziende del settore.
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