venerdì 12 dicembre 2008

Semina e coltivazione delle fave


E' il tempo giusto per le fave.
Solitamente la fava si semina in autunno nelle regioni a clima mite e in primavera in quelle settentrionali dove l'inverno e' piu' freddo.

Terreno:
La fava non ha particolari esigenze in fatto di terreno, anzi, vegeta bene anche nei terreni argillosi; richiede solo buone lavorazioni profonde anche per permettere lo sviluppo dell' apparato radicale che come in tutte le leguminose e' abbastanza profondo.

Operazioni presemina:
Per favorire la germinazione e ottenere qualche anticipo nella formazione dei baccelli, si usa spesso immergere i semi prima di interrarli. A tale scopo, la sera prima della semina, basta lasciare i semi in acqua e il giorno appresso, quando i semi avranno raddoppiato il loro volume procedere alla messa a dimora.
Attenzione! questa tecnica potrebbe avere qualche inconveniente, infatti se dopo la semina vi sono abbondanti piogge, potrebbe succedere che buona parte dei semi potrebbero marcire e andrebbero quindi reintegrati. Quindi controlliamo prima le previsioni del tempo.

Semina:
La semina va effetuata facendo dei solchi larghi quanto la zappa o vanga e profondi almeno 15/20 cm. depositare sul fondo del solco uno strato di concime maturo, ricoprire con un leggero strato di terra e quindi deporre le fave distanziandole di 15/20 cm. ricoprire il tutto.
Distanziare le file di almeno 50 cm.

Cura della pianta:
Per quanto riguarda le cure, la fava non e' molto esigente, richiede solo delle buone sarchiature per il controllo delle erbacce ed eventualmente irrigare solo se l'andamento climatico fosse molto siccitoso.
Dopo la fioritura, per accellerare la maturazione, si può effettuare una cimatura pizzicando il germoglio apicale, questo consente di bloccare in altezza la pianta e dare il via alla formazione dei frutti. Una fioritura troppo abbondante darebbe alla fine dei frutti piu' piccoli.
La fava è una coltura miglioratrice eccellente, si può considerare che il cereale che segue la fava trovi un residuo di azoto, apportato dalla leguminose, dell’ordine di 40-50 Kg/ha.

Parassiti vegetali:
Orobanche, detta anche la lupa: è una fanerogama parassita che infligge nelle radici della fava i suoi austori con i quali sugge la linfa elaborata dalla leguminose.

Parassiti animali:
Afide nero: infesta la fava, e molte altre piante, formando colonie di afidi neri che portano le piante a grave deperimento oltre a trasmettere alcune virosi.

Guarda il video sulla Coltivazione delle fave nell'orto



giovedì 11 dicembre 2008

La Jolanda furiosa



La Jolanda furiosa è il nono libro di Luciana Littizzetto, pubblicato il 2 dicembre 2008, ed è il seguito ideale, anche se non filologico, di Rivergination, il suo libro di maggior successo.
Il libro raccoglie una serie di brevi racconti comici ispirati alla cronaca e al costume contemporanei.

Ecco la recensione del libro presa dal risvolto di copertina:

"Il punto G (ve lo spiego un po’ col linguaggio della navigazione) si situa a circa sette, otto centimetri sulla rotta della jolanda. A l’intérieur.
Questo rassicura anche chi ha un walter mignon, piccolo come il tappo del moscato.”

Nessuno come Luciana Littizzetto riesce a farci ridere prendendo in giro i nostri costumi. E quello che c’è sotto. Insomma, per capirsi, quelle cose lì che ognuno chiama un po’ come vuole, ma quando lei le chiama il walter e la jolanda la risata è irresistibile, imperiosa, incontinente. Nessuno come la mitica Litti riesce a rendere sublimi anche gli argomenti più triviali, e a trascinare a terra, a portata di mano e di sbeffeggio, quelli più alti. O forse semplicemente sopravvalutati.

Finiscono così sotto una gragnola di geniali guizzi comici la pubblicità, fatta di scoiattoli che spengono gli incendi con una puzzetta o di campioni del calcio (tanto per non fare nomi, Beckham) con un walter che riempie l’intero cartellone: “Avete presente una baguette, un arrosto per dodici persone, un bob a due, l’uovo di Pasqua del bar, quello della lotteria pasquale?”.

Le banche, con i loro comodissimi codici IBAN: “È il numero più lungo del mondo. Un numero lungo come le balle dei cani da caccia. Sicuramente più di parecchi piselli. Che spesso somigliano invece al CIN”. Gli uomini, che girano per casa coi bragoni da ginnastica ascellari o peggio ancora nudi, “con una pancetta a meloncino rosa dove l’ombelico pare il buco che si fa per metterci dentro il porto”.

I politici: “Che fine ha fatto Prodi, con l’occhiale montatura Telefunken e il viso a forma di Tetrapak?”.

Il Papa: “Ma chi lo fotografa ogni volta, il regista di Paperissima?”. E qualche altro sano e divertentissimo sobbalzo di coscienza, giusto “per non vivere nella beata ignoranza come le oche da pâté”.

A voi un assaggio Il primo capitolo del libro
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