martedì 21 aprile 2009
Celiachia, e' possibile che sia di origine virale
Secondo gli scienziati la celiachia, ovvero l’infiammazione di un tratto dell’intestino che causa una errata risposta immunitaria e rende impossibile l’assorbimento del glutine, potrebbe anche essere messa in relazione con il Rotavirus. Una scoperta confortante per circa due milioni di persone solo in Italia.
Secondo gli studi di un gruppo di ricercatori italiani, effettuati su volontari sani e affetti dalla malattia si sarebbe visto in quest’ultimi la presenza di immunoglobuline che si opponevano alla proteina VP7 dei Rotavirus, cosa che non accadeva in chi non era affetto dalla celiachia. Ne deriva dunque che sempre secondo il pensiero di tali scienziati i Rotavirus potrebbero avere un ruolo nel determinare la malattia in fase attiva con un meccanismo tale da confondere il sistema immunitario dell’organismo rendendolo impossibilitato a difendersi adeguatamente a questi agenti patogeni.
I Rotavirus, che, per’altro, siamo costretti a conoscere fin dalla prima infanzia, sono degli agenti virali responsabili di patologie quali la gastroenterite dei bambini o di eventuali pancreatiti di natura virale.
E' naturale sperare che in un prossimo futuro si potrebbe anche pensare ad una cura della celiachia mediante un vaccino utile anche per quei soggetti che, dopo accurate analisi, si determinasse la loro predisposizione alla malattia e considerando che l’attuale terapia contro la celiachia è basata in larga parte soltanto su una rigorosa dieta senza glutine.
Fonte: Tantasalute.it
sabato 11 aprile 2009
Ecologia quotidiana; vivere con piacere in una casa ecologica
Negli ultimi tempi cresce l'attenzione nei confronti dell'ambiente in cui viviamo e in particolare dove abititiamo: le case, gli uffici, gli interni in genere.
E' in questi ambienti che noi occidentali passiamo oltre l'ottanta per cento del nostro tempo, e questo ovviamente comporta qualche problema a cui si cerca di porre rimedio con l'architettura bioecologica.
Fino a metà Ottocento, fino alla rivoluzione industriale in sostanza, la nostra vita si svolgeva meno all'interno e più all'esterno, per lo meno nei nostri climi temperati. Poi è successo qualcosa che ha scombussolato questo equilibrio: le industrie, le automobili, le necessità di fare in fretta.
Oggi, dire "ecologia" è diventato un argomento, una scusa per aumentare i prezzi, uno spauracchio che ci fa sentire in colpa se gettiamo per terra un pezzo di carta, da collegare al "buco nell'ozono", per altri viene usata inconsciamente per aumentare il proprio senso di potenza perché dà la grande possibilità di "salvare il mondo" con poche piccole azioni quotidiane.
Si e' cosi' giunti all'interesse per i propri ambienti, le case in particolare. la gente quindi prende sempre' piu' coscienza e ha cominciato ad andare dagli architetti chiedendo loro una casa più "sana", materiali non dannosi all'organismo, impianti che tenessero conto delle influenze elettromagnetiche e tutta una serie di richieste alle quali la maggior parte dei tecnici non sapeva proprio cosa rispondere.
L'architetto italiano dal canto suo si è rivolto alle sperienze maturate all'estero, in particolare in Germania, scoprendo un diverso modo di intendere le case, una riscoperta dei materiali naturali, una serie di studi che individuavano negli interni contemporanei degli elementi negativi per la salute fisica e psicologica di chi li abita.
Sorge così anche in Italia una corrente di pensiero e di azione che si richama a quella che chiamamo qui architettura bioecologica.
Essenzialmente possiamo agire in due modi diversi con l'ambiente che ci circonda:
a. Agire dall'esterno.
Cambiare lo spazio, cercare i materiali giusti, non nocivi, naturali; stare attenti a tutte le regole, cercare di controllare l'ambiente con il maggior numero di mezzi possibili, con l'obbiettivo di renderlo 'sano'
b. Agire dall'interno.
Modificare il nostro comportamento con quello che ci circonda, inseriamo abitudini che possano farci stabilire col mondo esterno dei rapporti di equilibrio positivo e di piacere. L'ipotesi su cui lavora questa soluzione è che spesso sia più efficace agire sul proprio comportamento piuttosto che rifare le case.
Nella valutazione un ambiente, i parametri indicati dalla maggioranza degli operatori sono:
1 - qualità dell'aria
2 - qualità della luce e dei colori
3 - condizione elettromagnetica e geobiologica
4 - temperatura e umidità
5 - qualità dei materiali da costruzione, delle finiture e degli isolanti
6 - qualità dei materiali dell'arredamento
7 - qualità acustica, suoni e rumori
8 - qualità olfattiva, odori e profumi