Ci troviamo ad Ansedonia, in provincia di Grosseto, dove tra le rovine dell'antica citta' di Cosa, e' stato rinvenuto lo scheletro di una giovane donna morta probabilmente per le conseguenze della malattia celiaca.
A riscontrarne i 'sintomi' e' stato Giovanni Gasbarrini, direttore dell'Istituto di medicina Interna del Policlinico Gemelli di Roma, che ha riportato il caso, forse uno dei piu' antichi conosciuti finora, sul Journal of Clinical Gastroenterology.
Gasbarrini ha chiesto l'autorizzazione a prelevare un frammento di osso per studiarne il Dna alla ricerca dei marcatori tipici della celiachia nei geni nel tentativo di ricostruire l'origine genetica della malattia.
La giovane, i cui resti sono stati rinvenuti nell'attuale Ansedonia nel 1998, si chiama 'Inumata della Cappuccina' (dal tipo di sepoltura in cui e' stata trovata, una tomba 'a cappuccina', con tetto di tegole) risale probabilmente al I secolo DC e doveva avere grosso modo 18-20 anni.
La ricostruzione del 'caso celiachia' e' partita da un'intuizione di Gasbarrini: infatti la ragazza doveva appartenere (come si riconosce dai preziosi, d'oro e bronzo, rinvenuti nella sua tomba) a una famiglia agiata eppure apparentemente mori' di malnutrizione, ha spiegato Gasbarrini. Infatti la ragazza era di bassa statura (140 cm), e presentava anomalie scheletriche, osteoporosi e fragilita' ossea e dentale, tutti sintomi tipici della malnutrizione, nel caso della giovane imputabile a celiachia perche', ha spiegato il medico della Cattolica, appartenendo a una famiglia facoltosa, la ragazza sicuramente non soffriva la fame; anzi per sua sfortuna avra' potuto godere di una alimentazione ricca di cereali, che, di fatto, potrebbero essere stati la sua rovina.
Quello descritto potrebbe essere il primo caso di celiachia accertato dopo le segnalazioni del medico greco Areteo di Cappadocia risalenti al 250 AC che racconto di bambini abitanti in comunita' agricole che manifestavano sintomi addominali simili a quelli della celiachia. L'analisi del Dna della giovane potrebbe permettere di ricostruire l'albero filogenetico della malattia.
Fonte: ANSA
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