Sempre più persone con l’avvicinarsi della primavera sono vittime di allergie respiratorie. Per molti sembra quasi impossibile uscire di casa, perché le alte concentrazioni di pollini causano disturbi respiratori e uno stato di generale disagio fisico.
I dati poi danno segnali di emergenza per l’incremento costante di soggetti colpiti: la pollinosi è una delle malattie più diffuse al mondo, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità in Italia si stima che ogni anno circa nove milioni di persone si ammalano di allergie respiratorie derivanti dalla presenza di pollini nell’aria e quattro milioni di essi ricorrono a cure.
Ma cosa sono esattamente i pollini e cosa provocano?
I pollini di piante arboree o erbacee sono responsabili della cosiddetta pollinosi, ovvero di tutte quelle manifestazioni allergiche tipiche della primavera, quali starnuti ripetuti, naso chiuso o congestionato, pizzicore e lacrimazione degli occhi, fino all’asma.
Considerato che il 15-20 per cento della popolazione italiana soffre di allergie e che dai dati emerge un fenomeno in crescita, soprattutto tra i più giovani e le donne, quali sono le cause scatenanti tra i fattori di tipo genetico e ambientale che facilitano lo scatenarsi dell’allergia?
Le allergie sono scatenate dagli ‘allergeni’, sostanze, tra cui anche i pollini, capaci di indurre una risposta immunitaria di tipo allergico in un ospite suscettibile.
Numerosi studi dimostrano che le caratteristiche genetiche dell’ospite sono molto importanti nello sviluppo di allergie, anche se attualmente non sono ancora stati ben definiti i geni coinvolti nelle reazioni.
Ma anche altri fattori, esterni, contribuiscono a rendere l’uomo suscettibile alle allergie: gli inquinanti industriali, il fumo di sigaretta e le infezioni virali che alterano i comuni meccanismi di difesa. E’ anche vero che l’inquinamento atmosferico ha alterato la pollinazione delle piante stesse. I pollini in base alla loro specie hanno una propria stagionalità, ma questa negli ultimi anni è stata stravolta e i periodi di pollinazione risultano estremamente allungati.
Nella primavera precoce, fin da febbraio, iniziano le piante arboree;
da aprile a giugno pollinano le Graminacee,
nei mesi estivi e autunnali le Composite, tra cui Ambrosia e Artemisia;
c’è poi la Parietaria che in Italia, a seconda delle aree geografiche, copre il periodo primaverile ed estivo.
In presenza quindi di più allergeni e di un intervallo temporale che va ben oltre il mese di marzo, quali sono i principali consigli per prevenire e giocare d’anticipo?
Una volta diagnosticata l’allergia respiratoria e identificato l’allergene responsabile è possibile eseguire l’immunoterapia specifica, più comunemente nota come vaccino. Consiste nella somministrazione, per bocca o tramite iniezione, di dosi crescenti dell’allergene in modo da alterare la risposta immunologica dell’ospite e migliorare negli anni i sintomi clinici. Si tratta di una terapia che va protratta per alcuni anni, ma che spesso permette di ridurre notevolmente i sintomi, soprattutto l’asma.
E per chi ha invece un forte attacco allergico in corso può essere utile ricorrere agli antistaminici? Nel ‘pieno’ dell’allergia è utile ricorrere a terapie sintomatiche in grado di ridurre i sintomi e l’infiammazione che ne sta alla base. Quindi sì ad antistaminici - quelli di ultima generazione danno sempre meno sonnolenza - e alla terapia topica oculare, nasale o bronchiale con cromoni, cortisone o broncodilatatori, sempre a discrezione dello specialista curante.
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