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lunedì 23 novembre 2009

Nasce alla Garbatella di Roma l'orto di quartiere

Broccoletti e frutta made in Garbatella è il progetto promosso da Legambiente e sostenuto dai cittadini dello storico quartiere romano.
Una parte della grande area verde alle spalle della Regione Lazio potrebbe trasformarsi in un’oasi di autoproduzione agricola a uso e consumo degli abitanti della zona.

Per anni è stato un parcheggio per la ex Fiera di Roma, poi una sosta per il circo. Oggi è un’area semi abbandonata in attesa di fondi che la riqualifichino. «Intanto i cittadini sono lanciatissimi all’idea dell’orto» - dice Lorenzo Parlati di Legambiente Lazio - «anche se a rilento, ne stiamo inaugurando altri anche a Trionfale e lungo l’Aniene a Ponte Mammolo».

Dal presidente del Municipio XI arriva la notizia che entro gennaio 2010 la Regione stanzierà oltre un milione di euro per fare dell’area di Garbatella il nuovo polmone di Roma.

venerdì 28 agosto 2009

Concessione dei terreni demaniali ai giovani per la competitività delle imprese

Nonostante le difficoltà del settore primario, la parola d’ordine è “guardare avanti e fare lobby per crescere. In agricoltura, spazi per fare questo mestiere ce ne saranno”. È questo il messaggio di Marco Saraceno, presidente nazionale dell’Anga, i giovani agricoltori di Confagricoltura, nella sua visita a Mantova, per i 50 anni dell’Anga provinciale, guidata da Davide Lorenzi.

Certo, secondo Saraceno in Italia bisognerà colmare il gap del dimensionamento. “Rispetto alle aziende agricole francesi, che possono contare su una superficie media di 40 ettari – specifica Saraceno – le aziende italiane superano di poco i 6 ettari: troppo piccole”. Per i giovani agricoltori nuove possibilità di crescita potranno essere sviluppate con l’assegnazione dei terreni demaniali. “Una battaglia proposta dall’Anga già con l’allora ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro e sostenuta con forza anche da Confagricoltura, direttamente dal presidente Federico Vecchioni – puntualizza il numero uno di Angae che costituisce uno strumento per rilanciare la competitività delle imprese agricole guidate dai giovani. Ora servirà attendere la mappatura dei terreni demaniali”.

Secondo il presidente Saraceno le imprese agricole dovrebbero poter contare su alcuni correttivi relativamente ai Piani di sviluppo rurale. Allineati su questa opinione il presidente lombardo dell’Anga, Alessandro Vecchi, e quello mantovano Davide Lorenzi. “Purtroppo il Psr 2007-2013 non ha predisposto misure sufficienti per i giovani agricoltori, mentre altre sono state sotto-utilizzate – ricorda Vecchi -. Speriamo che in corso d’opera, grazie anche al dialogo proficuo che da tempo Anga Lombardia ha instaurato con il Pirellone, vengano adattate al meglio le misure”.

venerdì 24 luglio 2009

Terreni demaniali: darli in gestione ai giovani per consentire di poterli sfruttare.

In occasione dell'attuale decreto anticrisi, la Cia (Confederazione italiana agricoltori) e l'Agia (Associazione dei giovani imprenditori agricoli) hanno elaborato e presentato l'emendamento per destinare i terreni demaniali ai giovani, esso può rappresentare un primo passo in avanti e un positivo contributo per dare prospettive adeguate alle nuove generazioni del mondo agricolo, favorendo il ricambio generazionale.

Il progetto di Cia e Agia, oltre a prevedere l'utilizzo agricolo dei terreni demaniali, ha proprio come obiettivo quello di definire un piano di azione organico per l'imprenditoria giovanile, per sostenere, appunto, il ricambio generazionale dei titolari d’azienda e la costituzione di nuove imprese e per favorire l’attrattività e la sostenibilità dell’attività agricola.

In Italia i giovani non sono abbastanza motivati e non vedono nell’agricoltura delle prospettive economiche interessanti: fra le difficoltà principali di insediamento giovanile ci sono la scarsa mobilità fondiaria e l’accesso al bene terra, gli alti costi di avviamento, l’incertezza delle prospettive economiche, la scarsità di formazione e servizi di consulenza adeguati.

Sono inoltre da considerare gli alti oneri amministrativi connessi all’esercizio dell’attività agricola, gli elevati prezzi di affitto e di acquisto dei terreni, gli alti costi dei macchinari, ed in generale, degli investimenti.

Le barriere fiscali e legali e in alcuni casi il forte rischio di mancato guadagno delle aree rurali, la carenza di infrastrutture, di logistica, di mobilità, dei servizi civili e socio-sanitari, che ne condizionano la qualità della vita, completano il quadro.


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