venerdì 15 maggio 2015

Energia dalle piante: alcuni studenti liceali produrranno energia fotovoltaica a costo ridotto utilizzando le piante.






Energia dalle piante: gli scienziati vanno al liceo

L'Itis Avogadro di Torino esporrà ad Expo 2015 il suo progetto rivoluzionario nel campo dell'energia rinnovabile. Grazie alla tecnologia delle "Celle di Grӓtzel", gli studenti produrranno energia fotovoltaica a costo ridotto utilizzando le piante.



Energia del tutto "green" che proviene dalle piante?
E' possibile grazie al progetto "DSSC - Energy from Vegetables" dei ragazzi dell'Itis Avogadro di Torino che, sotto la guida del professore Antonio Mandarano e il giovanissimo universitario e aspirante ricercatore Matteo Giardino, hanno realizzato un progetto che produce energia fotovoltaica in modo totalmente rivoluzionario. I ragazzi hanno lavorato infatti sulle “Celle di Grӓtzel”, una tecnologia recente per la quale lo scopritore ha ottenuto il "Millenium Technology Grand Prize 2010", utilizzando coloranti che provengono dalle piante per ottenere un processo di fotosintesi artificiale. Il lavoro dell'Itis Avogadro è risultato vincitore nella competizione "La scuola per Expo 2015", promosso dalla Direzione Generale per lo Studente, l'Integrazione e la Partecipazione del Miur, e gli studenti potranno esporlo il prossimo 21 maggio al Padiglione Italia di Expo 2015.


MIRTILLI E BARBABIETOLE: IL FUTURO DELL'ENERGIA? -
Le Celle di Grӓtzel" - ha spiegato a Skuola.net Matteo Giardino - "sfruttano l'energia del sole per produrre elettricità, riproducendo in laboratorio una fotosintesi artificiale. Si tratta di energia fotovoltaica, ma più "green" ed economica di quella tradizionale. Niente silicio, che è un componente tossico, ma biossido di titanio e coloranti naturali, che insieme agli elettroliti sono i componenti necessari a produrre energia. In particolare, abbiamo visto che sono particolarmente utili i coloranti ricavati da mirtilli, barbabietole e fiori di Cristantemo". Sotto la guida di Matteo e del professore Mandarano, gli studenti dell'Itis Avogadro con a capo la talentuosa e giovanissima studentessa Irene Pomero hanno messo a punto celle che producono circa 1 volt: le presenteranno ad Expo 2015 nel Vivaio Scuole del Padiglione Italia il prossimo 21 maggio dalle 15:00 alle 16:30.





mercoledì 29 aprile 2015

Celiachia: rimborsata anche la spesa di prodotti senza glutine nei supermercati...






Celiaci: rimborsata anche la spesa nei supermercati lecchesi



LECCO – Ottima notizia per i celiaci residenti nel lecchese: a seguito di una prima fase di sperimentazione già avviata nel 2014 in alcune province della Lombardia, è stata estesa anche ai territori della ASL di Lecco una iniziativa che interessa tutte le persone affette da celiachia, in particolare dalle patologie Morbo Celiaco e Dermatite Erpetiforme.

Gli assistiti celiaci ora possono utilizzare il budget mensile per gli alimenti dietetici senza glutine rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale, stabilito dal decreto 4 maggio 2006 del Ministero della Salute per sesso e fasce d’età, anche nei punti vendita convenzionati delle più importanti catene di supermercati della Grande Distribuzione presenti sul territorio e non solo.

Infatti da oggi è possibile, per gli assistiti celiaci, fare la spesa anche presso punti vendita e GDO nei territori delle altre ASL lombarde, permettendo così agli aventi diritto di utilizzare il proprio budget su tutto il territorio regionale. L’accordo tra Regione Lombardia e alcune catene della GDO è un’ ulteriore opportunità per i celiaci lecchesi, che va ad aggiungersi al servizio di rimborso per gli acquisti effettuati nelle farmacie e nei negozi specializzati.

Utilizzando la Tessera Sanitaria – Carta Nazionale dei Servizi o la Carta Regionale dei Servizi (La TS-CNS sta sostituendo in modo progressivo la CRS in possesso dei cittadini lombardi alla naturale scadenza di 6 anni) e l’apposito codice celiachia, inviato a casa a tutti gli assistiti celiaci delle ASL della provincia, è possibile scegliere di rifornirsi anche nei supermercati convenzionati oppure, nelle farmacie e/o negozi specializzati, abilitati da diverso tempo.







martedì 21 aprile 2015

orto e giardino: il Prunus "anticancro"; arriva il kit hi-tech per coltivare l'orto; coltiva alberi a forma di mobili






Il Prunus "anticancro" fa il giro del mondo. Pronte 1100 piante per la sperimentazione



Sta facendo il giro di tutta l’Italia (e non solo) la sperimentazione delle proprietà benefiche di una pianta che cresce nelle zone più incontaminate del Molise. A Bagnoli del Trigno, in provincia di Isernia, la conoscono anche perché dall'estratto di questo frutto e delle foglie si produce un liquore, il Trignolino. Un liquore considerato per le sue proprietà astringenti in quella che si può definire come "medicina popolare". Un frutto dal sapore aspro che, quando è molto maturo, può essere consumato anche a fine pasto proprio come una frutta. Oggi, uno studio sta verificando la funzione antitumorale dell’estratto che da solo – è bene ricordarlo – non ha effetti ma va abbinato ad un composto specifico, sempre naturale, prodotto in laboratorio e brevettato. Questo per evitare anche possibili «assalti» alla ricerca del frutto blu che potrebbe essere considerato come un qualcosa di «miracoloso».

Da un cespuglio di Prunus spinosa nasce anche il fiume che segna in parte il confine con l’Abruzzo. Giovanni Occhionero, chimico farmaceutico responsabile della Biogroup, spiega come è nata l’idea di coltivare questa pianta balzata agli onori della cronaca nazionale, dal Corriere a Il Sole 24 Ore, passando per altri media e, ovviamente, spopolando sui social network. Per ora verranno coltivate mille e cento piante. «Non a caso – spiega entusiasta l’esperto – sono due anni che organizziamo la Trignolata, un evento nato proprio da quando abbiamo iniziato a collaborare con l’Istituto Superiore di Sanità. Chiaramente non abbiamo detto nulla di questo studio nei dettagli in quanto quello che abbiamo prodotto è stato oggetto di un brevetto. La preparazione è brevettata. Siamo un’azienda – precisa il dottor Occhionero - non ci possiamo affidare solo alla raccolta spontanea. Dobbiamo avere dei terreni dove poter coltivare questa pianta e vedremo le cose come andranno. Se partirà alla grande può essere una nuova coltura per il Molise».


Edyn, il kit hi-tech per coltivare l’orto



Un kit che aiuta gli agricoltori a coltivare l’orto. Realizzato da Jason Aramburu, fondatore dell’associazione Re-Char nata per aiutare gli agricoltori in Kenya, e premiato dal CES 2015, il kit Edyn si compone di due elementi.

Il primo, Edyn Garden Sensor, permette di monitorare costantemente le condizioni dell'ambiente e del terreno per facilitare la coltivazione dell'orto e intervenire in modo mirato per migliorare lo stato delle coltivazioni. Edyn raccoglie i dati relativi alla quantità di acqua, temperatura e nutrienti del terreno visualizzati tramite l’app.

Il dispositivo localizza inoltre la posizione del coltivatore e suggerisce le piante migliori a seconda del clima e delle condizioni del suolo in cui si trova. Il device si può preordinare su kickstarter o direttamente sul sito per 99 dollari e sarà disponibile da maggio.


Gavin Munro, l'uomo che coltiva alberi a forma di mobili



Gavin Munro non coltiva semplicemente alberi, coltiva mobili. Realizzare un mobile in modo tradizionale può richiedere decenni se consideriamo il tempo necessario per la crescita di un albero. E se fosse possibile inserire la creazione del mobile proprio in questo processo?
Coltivando l'albero nella forma che si desidera si evita il consumo energetico necessario per utilizzare gli strumenti propri della produzione di mobili, a partire dalle motoseghe.

Gavin Munro ha escogitato un metodo per risolvere il problema. Il procedimento è molto semplice. Si tratta di seguire la crescita degli alberi in modo da dare forma a tronchi e rami tramite supporti e innesti. Munro ha progettato degli speciali stampi per fare in modo che gli alberi crescano nella forma richiesta. Il progetto è in corso di svolgimento nel Derbyshire, in Inghilterra.

Secondo Munro, si tratta di un modo più semplice e sostenibile per creare mobili. Questa scelta infatti permette non soltanto di dare vita a nuovi pezzi d'arredamento ma anche di produrre ossigeno e di assorbire anidride carbonica, quando gli alberi sono in corso di coltivazione.







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