giovedì 23 luglio 2009

Celiachia e turismo: Dai ristoranti alle strutture, ecco le novità per i turisti intolleranti al glutine.


L’allergia al glutine è una patologia molto diffusa, e la percentuale di persone affette da questa disfunzione aumenta ogni anno vertiginosamente.

Il mercato alimentare, si è dovuto necessariamente adeguare a questa nuova tendenza proponendo prodotti gluten-free, disponibili inizialmente solo nelle farmacie e poi, finalmente, nella grande distribuzione.

A seguire questa tendenza, adesso, è il mercato turistico, che spalanca le sue porte alle persone affette da celiachia, proponendo i viaggi gluten free, ossia itinerari, pacchetti vacanze e soluzioni pensate esclusivamente per i celiaci.

La rete si allarga e coinvolge tutto il sistema turistico italiano. Dagli Autogrill, che propongono adesso scaffali con prodotti ad hoc per gli intolleranti al glutine, ai ristoranti, il cui menu giornaliero offre piatti riservati ai celiaci, fino alle strutture turistiche ed alle navi da crociera che da quest’anno, propongono menu specifici per questa categoria di allergici.

Niente più sacrifici quindi per i turisti affetti da celiachia, al contrario, maggiore attenzione da parte degli operatori a questa fetta di clienti che diventa sempre più ampia e sempre più esigente.

Soddisfazione da parte delle associazioni di settore, che pur confermando la notizia della pericolosa tendenza all’aumento vertiginoso di questa intolleranza alimentare in tutte le fasce d’età della popolazione mondiale, possono segnare un punto a favore del sostegno a questa fascia debole.

mercoledì 15 luglio 2009

Pronto il test genetico per scoprire se un neonato sara' allergico al glutine

L'allergia al glutine spesso viene scoperta in eta' adulta, quando si manifestano gli sgradevoli sintomi della malattia e non è più possibile poterla prevenire.
La Swiss Stem Cell Bank di Lugano ha preparato un test genetico che consente di sapere se il nascituro ha la predisposizione a contrarre la celiachia. Queste analisi, svolte dalla banca per la conservazione del sangue da cordone ombelicale, possono indicare anche un’eventuale intolleranza al lattosio e la possibilità di sviluppare la fibrosi cistica nel corso della vita.

Sono pressoché sconosciute le cause di tale allergia, pare che il responsabile della celiachia sarebbe un gene, anzi più geni mancanti o mutati.

Molti casi presentano una predisposizione genetica: i figli di celiaci sono maggiormente predisposti a contrarre la malattia nel corso della loro vita.

Il test genetico è una procedura che risponde preventivamente a future allergie, il test specifico può essere eseguito al momento della crioconservazione delle cellule staminali, dunque subito dopo il parto, o anche in tempi successivi, senza dover fare un prelievo di sangue al bambino e senza intaccare le cellule conservate.

Una diagnosi precoce garantisce certezza di intervento ancor prima che i sintomi possano manifestarsi nell’intento di tutelare sempre più la salute del bambino e del suo futuro. L’importanza di una corretta diagnosi, prima ancora che si possano manifestare i classici sintomi della malattia permette non solamente di affrontare la celiachia in via preventiva, ma anche di non sottovalutarne le conseguenze. Il più delle volte i sintomi sono scambiati per altre malattie.

domenica 12 luglio 2009

Le piante esotiche invadono sempre piu' il nostro territorio

Stiamo parlando di piante provenienti dai piu' svariati paesi del globo e giunte in Italia dopo viaggi «clandestini» a bordo delle navi, dei treni, o dei camion. Anche i volatili che trasmigrano trasportano i semi nell’intestino e li depositano al suolo con le loro deiezioni. Spesso sono state importate dall’uomo, con funzione ornamentale per parchi e giardini e in seguito ne ha perso il controllo.

Sono le piante esotiche che da tempo, con un’accelerazione negli ultimi anni, contendono il terreno alla biodiversità della nostra flora e in qualche caso aumentano la sfilza delle reazioni allergiche (vedi l’«Ambrosia artemisifolia»).

L’introduzione di specie esotiche invasive è considerata una delle più preoccupanti cause di riduzione e di minaccia della biodiversità a livello mondiale.

Buona parte di queste nuove piante arrivano prevalentemente dagli Stati Uniti (il 37,2% ) e dall’Asia (24,3). In misura minore dal resto dell’Europa (8,5%), dai Paesi dell’area mediterranea (4,6), dall’Africa. Un 3,5% è di «origine incerta».

Alcune hanno fatto capolino più o meno spontaneamente nei secoli scorsi: è il caso della «robinia», della «quercia rossa», del «ciliegio tardivo» e dell’«ailanto». Altre, come la «Solanum carolinense» originaria del Nord America, si sono affacciate negli ultimi anni. La gran parte, dopo un periodo di colonizzazione al rallentatore, esplodono di botto recuperando in pochi anni il tempo perduto.

In questa partita non ci sono superstiti: impossibile la convivenza con la flora locale; difficile, se non impossibile, la prevenzione. L’abbandono dei boschi, come la scarsa manutenzione lungo le strade o le aste fluviali, determinano l’habitat ideale in cui gli intrusi mettono radici. La «tropicalizzazione» del clima, confacente a molte specie, fa il resto.

Fonte: La Stampa
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