Stiamo parlando di piante provenienti dai piu' svariati paesi del globo e giunte in Italia dopo viaggi «clandestini» a bordo delle navi, dei treni, o dei camion. Anche i volatili che trasmigrano trasportano i semi nell’intestino e li depositano al suolo con le loro deiezioni. Spesso sono state importate dall’uomo, con funzione ornamentale per parchi e giardini e in seguito ne ha perso il controllo.
Sono le piante esotiche che da tempo, con un’accelerazione negli ultimi anni, contendono il terreno alla biodiversità della nostra flora e in qualche caso aumentano la sfilza delle reazioni allergiche (vedi l’«Ambrosia artemisifolia»).
L’introduzione di specie esotiche invasive è considerata una delle più preoccupanti cause di riduzione e di minaccia della biodiversità a livello mondiale.
Buona parte di queste nuove piante arrivano prevalentemente dagli Stati Uniti (il 37,2% ) e dall’Asia (24,3). In misura minore dal resto dell’Europa (8,5%), dai Paesi dell’area mediterranea (4,6), dall’Africa. Un 3,5% è di «origine incerta».
Alcune hanno fatto capolino più o meno spontaneamente nei secoli scorsi: è il caso della «robinia», della «quercia rossa», del «ciliegio tardivo» e dell’«ailanto». Altre, come la «Solanum carolinense» originaria del Nord America, si sono affacciate negli ultimi anni. La gran parte, dopo un periodo di colonizzazione al rallentatore, esplodono di botto recuperando in pochi anni il tempo perduto.
In questa partita non ci sono superstiti: impossibile la convivenza con la flora locale; difficile, se non impossibile, la prevenzione. L’abbandono dei boschi, come la scarsa manutenzione lungo le strade o le aste fluviali, determinano l’habitat ideale in cui gli intrusi mettono radici. La «tropicalizzazione» del clima, confacente a molte specie, fa il resto.
Fonte: La Stampa
domenica 12 luglio 2009
venerdì 10 luglio 2009
Per le medicine gli italiani spendono quasi il doppio rispetto alla frutta e verdura
Secondo Coldiretti gli italiani spendono per farmaci il doppio di frutta e verdura, il cui consumo potrebbe sicuramente favorire un minor ricorso ai farmaci secondo l'antico proverbio.
Dal rapporto Osmed 2008, realizzato dall'Istituto Superiore di Sanita' e dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) emerge che la spesa farmaceutica totale, comprensiva della prescrizione territoriale e di quella erogata attraverso le strutture pubbliche, e' stata di 24,4 miliardi di euro.
Si tratta di un valore che è quasi il doppio della spesa per frutta e verdura fresche e per ortaggi surgelati delle famiglie italiane che nel 2008 hanno destinato 14 miliardi, con un calo dell'acquisto medio per nucleo familiare del 3,1 per cento (378,7 chili per famiglia) mentre l'uso di medicine di fascia A è cresciuto del 4,9 per cento nello stesso anno.
Tra i farmaci di maggior consumo ci sono peraltro quelli per le patologie relative al sistema cardiovascolare, gastrointestinale e a quello del sistema nervoso centrale sul quale la corretta alimentazione ha un impatto determinante.
Fonte: Republica.it
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La prima mela italiana rossa dentro e fuori e' in arrivo a settembre
Sta per nascere in Val Venosta, Alto Adige, la prima mela italiana rossa dentro e fuori. La nuova mela - cui lavorano da anni agronomi di tutto il mondo - è stata creata a Monaco di Baviera. I primi frutti dei 3500 alberi piantati in Alto Adige arriveranno a maturazione a settembre. Karl Luggin, l'agricoltore altoatesino che si è assicurato i diritti per l'Italia, preferisce in ogni caso essere cauto e spiega: ''I frutti hanno dieci volte le proprietà delle mele normali, ma sono forse un po' troppo aspri''; e il loro succo è molto simile a quello del lampone. Secondo esperti, il frutto è ancora allo stato sperimentale; per la loro immissione sul mercato ci vorranno ancora circa quattro anni.
Fonte: Agrapress
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