mercoledì 1 luglio 2009

primo luglio 2009 entra in vigore l'abolizione degli standard minimi di qualità per la frutta e verdura con il rischio di comprare prodotti di scarto

Dal primo Luglio 2009 e' entrato in vigore l'abolizione degli standard minimi di qualità per la frutta e verdura con il rischio della vendita di prodotti di scarto a prezzi elevati (Regolamento comunitario n.1221/2008).
Il rischio potrebbe essere l'invasione di prodotto dall'estero di bassa qualità, con le importazioni di frutta dall'estero che sono cresciute del 22 per cento nel primo trimestre.

Vengono in pratica soppresse - sottolinea la Coldiretti - le regole sulla dimensione, il peso e la qualita' di origine di alimenti come carciofi, melanzane, cavolfiori, cipolle, asparagi, piselli, ma anche nocciole in guscio, albicocche, meloni, prugne e cocomeri che vengono assoggettati ad una generica definizione di merce sana, leale e mercantile, mentre nulla cambia per dieci prodotti ortofrutticoli ritenuti rappresentativi per il mercato. (mele, agrumi, pere, kiwi, insalate in genere, pesche e nettarine, fragole, peperoni, uva da tavola e pomodori).

Il sistema comunitario fino ad ora in vigore disciplinava la classificazione dell'ortofrutta in categorie e calibri per garantire l'omogeneità dei prodotti presenti in un imballaggio, con le relative tolleranze, l'obbligo o la facoltà di riportare in etichetta la varietà o la tipologia.

Il rischio concreto è quello di una concorrenza sleale da parte dei nuovi paesi dell'est a danno dei consumatori e delle imprese agricole nazionali e delle loro cooperative impegnate a garantire standard qualitativi da primato nella Unione Europea.

Nei mesi precedenti l'entrata in vigore della nuova norma, le importazioni di frutta straniera in Italia sono aumentate del 22 per cento con il rischio concreto che - sostiene la Coldiretti - venga spacciato come Made in Italy prodotto di scarto importato da migliaia di chilometri di distanza perché molto spesso sugli scaffali mancano le etichette ed i cartellini con l'indicazione di provenienza.

E' quindi consigliabile prediligere le varietà di stagione coltivate in serra o in pieno campo che presentano le migliori caratteristiche qualitative e il prezzo più conveniente; preferire le produzioni e le varietà locali che non essendo soggette a lunghi tempi di trasporto garantiscono maggiore freschezza.

venerdì 26 giugno 2009

Quali sono i rischi di una dieta senza glutine

Il glutine è una proteina speciale presente in alcuni cereali come ad esempio la segale, il grano e l'orzo e molti tipi di pane. Negli ultimi tempi si è diffusa la moda di mangiare "gluten-free", senza glutine, un po' come una decina di anni fa si tendeva ad evitare il pane. Il glutine aiuta il pane a lievitare prima del processo di cottura. Inoltre, il glutine mantiene l'amido nelle fette di pane, che restano così integre ed elastiche senza disfarsi. Molti vegetariani fanno affidamento proprio sulle proprietà assorbenti e nutritive del glutine.

Tuttavia, il glutine non è tollerato da tutti. Per esempio, coloro che sono affetti dalla celiachia, non sono in grado di digerirlo correttamente e stanno male se mangiano cibi che lo contengono. L'unica scelta che hanno è quella di una dieta senza glutine. Fortunatamente per loro, non tutti i cereali contengono glutine, per esempio il riso, la quinoa, i semi di girasole, i germogli di soya, l'avena, il miglio, il grano saraceno tra i vari. I prodotti gluten-free solitamente hanno meno dell'1% di glutine ed è riportato sull'etichetta.

Una recente ricerca ha messo in evidenza gli svantaggi della dieta senza glutine e le sue conseguenze sul corpo. Nel corso della ricerca, pubblicata nel numero dell'Aprile 2009 della rivista British Journal of Nutrition, i ricercatori hanno monitorato 10 volontari sani sottoposti alla dieta per un certo periodo di tempo.

Realizzata dallo Spanish National Research Council, la sperimentazione ha osservato, con dei regolari check-up, i partecipanti sottoporsi a una dieta senza glutine per un mese. Al termine della sperimentazione, i livelli dei "batteri buoni" presenti nello stomaco risultarono nettamente inferiori alla quantità presente prima dell'inizio dell'esperimento. Oltre ai batteri utili risultarono ridotti significativamente gli indicatori della salute del sistema immunitario.

La possibilità che il sistema immunitario possa essere compromesso ha destato grande impressione, soprattutto data la crescente popolarità di questa dieta. Molti pensano che dimagrire equivale a tagliare elementi nutritivi dalla alimentazione, ma in realtà seguire una dieta stretta senza il parere del medico può tradursi unicamente in cattiva salute. E' necessario fare ancora altri test dato che questa era una piccola ricerca, ma di certo, i risultati non sono stati positivi.

A parte quella percentuale di popolazione che soffre di celiachia, la dieta senza glutine, mettendo a rischio la salute batterica dell'organismo e il sistema immunitario, non è una buona idea per la gestione del peso o per un programma disintossicante. Ricordate che i batteri buoni (chiamati probiotici, presenti soprattutto nello yogurt) localizzati nello stomaco sono preziosi e necessari per la digestione.

In conclusione, la prossima volta che morite di fame e vi ritrovate di fronte a un menù con piatti senza glutine, optate per una bella pizza e brindate alla vostra salute.
Fonte: healthnews

mercoledì 10 giugno 2009

Celiachia, convegno a Mola di Bari. Specialisti a confronto sulle nuove frontiere della lotta all’intolleranza al glutine

Giovedì 11 giugno si svolgerà a partire dalle 9, nel Teatro Angioino di Mola di Bari, un convegno scientifico sulla celiachia.

Se non diagnosticata in tempo e non trattata correttamente la celiachia può portare a numerose e gravi complicanze, come ad esempio il carcinoma dell’intestino, l’artrite reumatoide, danni alla funzionalità della milza e a patologie epatiche e vascolari.

I relatori, medici e laboratoristi delle Università di Bari, Napoli e Roma, presenteranno un panorama esaustivo sulle attuali conoscenze, approfondendo questo argomento alla luce della più recente letteratura. L’obiettivo è ottenere una comunicazione fra tutte le figure professionali coinvolte, per arrivare a una corretta e precoce diagnosi, che possa portare anche ad un’adeguata terapia per prevenire le complicazioni dovute alla malattia celiaca.

Al convegno, organizzato dal dott. Tommaso Luisi, responsabile del reparto di gastroenterologia dell’Ospedale “Di Venere” di Bari, e dalla dott.ssa Annamaria Baldassarre, responsabile del laboratorio di analisi della ASL di Mola, parteciperanno 50 medici, 15 biologi, 15 tecnici di laboratorio e 15 infermieri professionali. Il convegno è patrocinato dalla Regione Puglia, dall’Università di Bari, dall’Asl di Bari, dal Comune di Mola e dall’Associazione Italiana Celiaci (presidente il prof. Antonio Francavilla).
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...