lunedì 23 marzo 2009

La processionaria torna ad attaccare i pini



La processionaria e' un parassita che da diversi anni ormai attacca le piante defogliando le chiome e mette a rischio oltre che il verde anche le persone e gli animali. Gli esperti consigliano la disinfestazione da attuare in questo periodo.
Il parassita in questione e' il lepidottero defogliatore Traumatocampa detto anche "processionaria del pino" già da alcuni anni un grosso numero di pinete del nostro Appennino è stato attaccato da questo tipo di parassita.
Oltre al danno sulle piante, può costituire un serio pericolo per l'uomo e per gli animali domestici. Infatti in seguito ad un contatto dell’epidermide con i peli urticanti della processionaria si possono verificare reazioni urticanti, e nei casi più gravi può verificarsi uno shock anafilattico.
Oltre ad essere pericolosa per gli individui, la processionaria risulta deleteria anche nei confronti degli animali che, annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti.
I bruchi vivono in gruppo e spostandosi di ramo in ramo si nutrono a spese della chioma. In autunno formano un nido protettivo dove affronteranno l'inverno, per poi, in primavera, tra la seconda metà di marzo e la fine di aprile, discendere lungo i tronchi. Questo è il momento di massima pericolosità.
Il metodo più semplice e più pratico per combattere la processionaria è l’eliminazione e distruzione dei nidi. Questa operazione deve essere svolta durante l’inverno prima che le larve siano uscite dal nido. Durante il prelevamento dei nidi è necessario vestirsi in modo adeguato per evitare il contatto con i peli urticanti.
Chiunque riscontrasse la presenza dei nidi di processionaria sulle proprie piante di pino deve provvedere a sue spese gli interventi di lotta.


venerdì 20 marzo 2009

Giappone: Sei disoccupato? Vai a lavorare nei campi!


L'iniziativa del ministro all'Agricoltura nipponico Taro Aso

Il Giappone ha una filosofia molto pratica rispetto ai problemi della vita: c’é la crisi? saltano posti di lavoro?
Nessun problema, si torna a lavorare nei campi. E così il ministro per l’Agricoltura Taro Aso ha finanziato per 800 disoccupati uno stage della durata di 10 gorni per imparare a produrre e vendere ortaggi e frutta. Dopo questo primo periodo iniziale i disoccupati lavoreranno per un anno nei villaggi agricoli.
Intanto, l’iniziativa non è solo politica, ma proprio economica: 'Un’ esigenza di grande attualità per il Giappone che, nonostante la presenza di 3 milioni di agricoltori è, tra i Paesi sviluppati, il più dipendente dall’estero, dal quale importa ben il 60% degli alimenti necessari'.
L’idea è piaciuta tanto a Coldiretti che la presenterà domani al G8 Farmers Meeting, a palazzo Rospigliosi a Roma, cioè a quelli che saranno un po’ gli stati generali tra i vari rappresentanti del mondo agricolo dei paesi industrializzati, in vista del G8 ufficiale di luglio alla Maddalena.

mercoledì 18 marzo 2009

Razzini chiede di aumentare i contributi per gli affetti da celiachia


E' necessaria una dimostrazione di attenzione dalla Regione a fronte di 300 nuovi casi all'anno.
Trieste - Stando ai dati della sezione regionale dell'Associazione italiana celiachia, i celiaci potenziali nel nostro Paese sono circa 400 mila, ma attualmente ne sono stati diagnosticati solo 75.000 e ogni anno vengono effettuate 5.000 nuove diagnosi e nascono 2.800 nuovi celiaci, con un incremento annuo del 10%.
E per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia ogni anno i nuovi casi diagnosticati sono circa 300.
Dati, questi, alla base dell'interrogazione del consigliere regionale della Lega Nord Federico Razzini che - ricordando i contributi che in forma di buoni acquisto le Aziende per i Servizi Sanitari erogano ai pazienti affetti da morbo celiaco (L.R.19/2006), le modalità di erogazione dei prodotti privi di glutine e i limiti massimi di spesa suddivisi per fasce d'età - vuole così sapere se non sia opportuno aumentare i livelli massimi di spesa per l'acquisto di prodotti senza glutine da parte di soggetti affetti da morbo celiaco per dare un segnale di attenzione nei confronti di questa malattia sempre più diffusa.
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