sabato 14 gennaio 2012

L’agricoltura biodinamica per un ambiente sano, non inquinato e in equilibrio, di alimenti senza residui di sostanze chimiche, dotati di valore nutritivo e caratteristiche organolettiche elevate.



L’agricoltura biodinamica ha dimostrato di poter dare risposte concrete ed economicamente sostenibili alle esigenze sempre più pressanti di un ambiente sano, non inquinato e in equilibrio, di alimenti senza residui di sostanze chimiche, dotati di valore nutritivo e caratteristiche organolettiche elevate.

Nasce nel 1924 grazie a Rudolf Steiner, padre dell’Antroposofia, quando, in risposta a un gruppo di agricoltori, già allora preoccupati per il degradarsi della fertilità del terreno e della qualità degli alimenti, ne espose i principi in un ciclo di conferenze a Koberwitz (Polonia).

L’uomo, nel corso della sua storia, ha utilizzato diversi sistemi di lettura della natura e della vita, che trovano una loro sistematizzazione efficace nel pensiero antroposofico, posto alla base dell’agricoltura biodinamica. La suddivisione in due poli opposti, che rappresenta anche la base di molte filosofie orientali (Yin e Yang), la rilettura della struttura tripartita dei processi naturali, fondamento del pensiero alchimista (Sulfur, Mercur e Sal), e la teoria dei quattro elementi (Terra, Acqua, Aria e Fuoco), diventano non solo validissimi strumenti di studio e approfondimento della natura, ma anche dei presupposti operativi per intervenire con delle pratiche e delle metodiche efficaci e naturali. Nell’agricoltura biodinamica ha un ruolo fondamentale la relazione tra esseri viventi e il Cosmo inteso esso stesso come essere vivente.

La percezione del Cosmo come unico grande organismo vivente
Il concetto di Cosmo come organismo vivente viene ripreso ed ampliato da Rudolf Steiner. I principi delle forze formatrici del macrocosmo, che sono impresse nei suoi singoli elementi costitutivi, come i pianeti e le stelle, sono i medesimi che si ritrovano nel microcosmo, in ogni organismo vivente e in ogni cellula. Esiste un legame imprescindibile tra il macrocosmo e il microcosmo. Per questo motivo il movimento delle stelle e dei pianeti risuona con gli organismi viventi sulla terra interagendo con il loro sviluppo. L’agricoltura biodinamica pone le sue basi proprio su questi presupposti e lavora in sinergia con queste forze, sia scandendo i ritmi dei lavori agricoli (calendario delle semine e delle lavorazioni), che intervenendo con i preparati biodinamici, formulati e utilizzati secondo quegli stessi principi.

L’azienda agricola come organismo vivente
L’azienda agricola viene considerata essa stessa un organismo vivente: «un’azienda agricola si realizza nel miglior senso della parola se può venir concepita come una specie di individualità conchiusa a se stessa» (R. Steiner - Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura). L’azienda agricola diventa, essa stessa, una sorta di sistema solare in miniatura, dove i diversi elementi che la costituiscono si integrano tra loro a livello di microcosmo, secondo gli stessi rapporti che ci sono nel macrocosmo. Bosco, prati, zone umide, frutteto, siepi, seminativi ecc.., sono considerati dei veri e propri organi, ognuno con la sua funzione, in grado di dialogare tra loro e di creare quell’ armonia necessaria a mantenere la salute dell’organismo agricolo e delle sue componenti. L’azienda quindi per essere «sana dovrebbe poter generare in se stessa tutto quanto essa richiede». Un’azienda a ciclo chiuso, un organismo quindi autosufficiente, anche se nella realtà è sempre più difficile da realizzare.

Fonte: Nemeton High Green Tech Magazine

mercoledì 11 gennaio 2012

La mafia si infiltra nel settore agroalimentare. Di conseguenza i prezzi salgono





I prezzi della frutta e verdura triplicano (+200 per cento) dal campo alla tavola anche per effetto delle infiltrazioni della malavita nelle attività di autotrasporto. Il volume d'affari delle agromafie, ovvero delle attività della criminalità organizzata nel solo settore agroalimentare, ammonta oggi – sottolinea la Coldiretti - a 12,5 miliardi di euro (il 5,6 per cento dell'intero business criminale).

 In Italia oltre l'86 per cento dei trasporti commerciali avviene su gomma e la logistica incide per quasi un terzo sui costi di frutta e verdura: i fenomeni criminali nel sistema di distribuzione e trasporto, gonfiato e alterato, finiscono dunque per creare vere e proprie "strozzature di filiera" che - avverte la Coldiretti - colpiscono sia imprese agricole sia consumatori.

L'effetto è un crollo dei prezzi pagati agli imprenditori agricoli, che in molti casi non arrivano a coprire i costi di produzione, e un ricarico anomalo dei prezzi al consumo che raggiungono livelli tali da determinare una contenimento degli acquisti in un Paese come l'Italia che ha la leadership europea in quantità e qualità nell'offerta di ortofrutta.

Le agromafie – sottolinea la Coldiretti - investono i loro ricchi proventi in larga parte in attività agricole, nel settore della trasformazione alimentare, commerciale e nella grande distribuzione con il reinvestimento dei proventi illeciti che ha come corollario il condizionamento della libera iniziativa economica e la concorrenza sleale.

Inoltre, come denunciato dalla Coldiretti, le associazioni criminali, attraverso le suddette pratiche estorsive, finiscono per determinare l’aumento dei prezzi dei beni al consumo. A rischio – conclude la Coldiretti - è anche la qualità e sicurezza alimentare dei prodotti alimentari con la vendita di prodotti alimentari “spacciati” come Made in Italy ma ottenuti in realtà con materie prime importate, speso di bassa qualità .

giovedì 5 gennaio 2012

Celiachia bambini intolleranza al glutine. L'introduzione precoce di cereali, un apporto importante di glutine assieme a una predisposizione genetica, può contribuire allo sviluppo della malattia celiaca.

Intolleranza al glutine cosa significa?
Come la pelle, il piccolo intestino del bambino è fragile fin dalla sua nascita. L’introduzione precoce di cereali, un apporto importante di glutine, l’assenza di latte materno e certamente una predisposizione genetica, può contribuire allo sviluppo della malattia celiaca, più nota col nome di "intolleranza al glutine".

 Tutto avviene nel ventre del piccolo: quando il glutine entra in contatto con la mucosa del piccolo intestino si innesca una reazione che conduce alla distruzione della parete intestinale. Ingerire glutine per un bambino intollerante attiva in maniera anomala il sistema immunitario che risponde rifiutando il glutine e danneggiando l’intestino, che non svolgerà più il suo ruolo di assorbimento, quindi le sostanze nutritive contenute negli alimenti del bambino, vengono eliminate per via naturale poche ore dopo.

Primi segni d’intolleranza al glutine
Senza farne troppe, un occhio di riguardo va posto nel periodo di diversificazione alimentare, soprattutto in occasione dell’introduzione delle farine che contengono glutine. Passano alcune settimane e non c’è nulla da segnalare. Ma ecco che il bambino inizia ad avere diarree, diventa scontroso, piagnucoloso e perde peso a vista d’occhio…

Tutte queste manifestazioni sono, generalmente, i primi sintomi della malattia celiaca (intolleranza al glutine), che tocca i piccoli dai 6 mesi e negli anni a venire. Vomito, gonfiore addominale, perdita di peso, non appena vedete apparire questi disordini, consultate il pediatra di fiducia.

Malattia celiaca e intolleranza al glutine, sono la stessa cosa?
Per gli adulti, si parla piuttosto d’intolleranza al glutine: è una malattia del malassorbimento intestinale, con l’atrofia dei villi intestinali che migliora quando il paziente non consuma glutine e si ripresenta quando viene reintrodotto. Il regime alimentare è dunque per la vita. Per i bambini invece, si parla di malattia celiaca.

Celiachia e analisi di laboratorio
Dosaggi degli anticorpi antigliadina (la gliadina è la proteina “tossica„ contenuta nel frumento, farro, orzo, segale e spelta) e della vitamina A per valutare il malassorbimento dei grassi. Queste analisi sierologiche sono una tappa inevitabile nella formulazione della diagnosi della malattia celiaca (intolleranza al glutine), tecniche molto affidabili. Il pediatra potrà anche orientarvi verso uno specialista in materia: il gastroenterologo pediatra, che deciderà per una gastroscopia e biopsia intestinale, questo esame permette non soltanto di confermare la diagnosi della malattia celiaca ma anche di verificare l’efficacia della dieta senza glutine.

Per trattare la celiachia non è necessario alcun farmaco. Il trattamento si basa solo sull’esclusione del glutine dall’alimentazione del bambino. Un regime costrittivo ma fondamentale per la sua salute, per evitare di peggiorare la malattia con la malnutrizione o l’anemia. Il regime alimentare privo di glutine eviterà un ritardo della crescita e il rischio di sviluppare malattie gastrointestinali più importanti. E se il bambino ingerisce involontariamente del glutine? Non sarà in pericolo ma potrebbe avere una diarrea importante. La salute del bambino sottoposto alla dieta priva di glutine migliorerà visibilmente. Per molti bambini, la crescita e lo sviluppo psicomotorio sono rallentati dalla celiachia.

Glutine non troppo presto né troppo tardi… 
Dare cereali ricchi di glutine ai bambini dai 4 ai 6 mesi di vita e predisposti alla malattia celiaca, potrebbe prevenire o ritardare la comparsa della patologia, secondo lo studio condotto da un gruppo di ricercatori del Colorado, negli Stati Uniti.

Dopo 10 anni di lavoro, gli scienziati hanno concluso che introdurre cereali ricchi di glutine prima dei tre mesi o dopo i sette mesi aumenterebbe il rischio di sviluppare la malattia. In attesa di un monitoraggio a lungo termine dei bambini geneticamente predisposti, l’accademia americana di pediatria raccomanda esclusivamente il latte materno per i primi sei mesi di tutti i bambini, soggetti o meno.

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