martedì 10 febbraio 2009

Come ridurre i rischi di ipertensione e ictus con l'hibiscus


Bere te' ottenuto dai fiori di ibisco può aiutare a ridurre la pressione del sangue.
Uno studio sostenuto dalla dottoressa Diane McKay, scienziata esperta in nutrizione, rileva che sono sufficienti 3 tazze di infuso al giorno per ridurre la pressione sanguigna nelle persona a rischio di malattie cardiache, ictus e patologie renali.
La pianta ha proprietà antiossidanti che aiutano l’organismo a liberarsi dei dannosi radicali liberi.
Lo studio è stato condotto su 65 persone con età compresa tra i 30 e i 70 anni, suddivisi in due gruppi, tutte con livelli di pressione a rischio.
Al primo gruppo è stato somministrato per tre volte al giorno il tè di ibisco, mentre al secondo è stato dato un placebo. Dopo sei settimane, il gruppo trattato con l’ibisco ha mostrato una diminuzione media della pressione del 7,2%, con qualche punta del 13,2%. Al contrario, il gruppo trattato con il placebo ha registrato un calo della pressione del 1,3%.
Sono comunque necessari studi più approfonditi per stabilire con certezza come e in che misura sia possibile intervenire in tutti i problemi di pressione arteriosa e nelle malattie ad essa collegate.
Vuoi sapere tutto sulla pianta di ibisco? Accedi al sito Ortoegiardino nel settore piante da interno.

mercoledì 4 febbraio 2009

Hai la febbre? Mangia che ti passa!


Di solito per abbassare gli effetti della febbre si ricorre all'aspirina e non si considera che il principio attivo di quest'ultima, l'acido acetilsalicilico, e' contenuto, in quantita' piu' o meno variabili, in diversi prodotti naturali.
Cosi' per combattere la febbre o le malattie da raffreddamento non c'e' di meglio che farsi una bella mangiata.

Naturalmente bisogna sempre seguire una sana alimentazione, senza esagerare e limitandosi a cibi di facile digeribilita'.

Gli alimenti che contengono le concentrazioni piu' alte di salicilati sono le spezie: curry, paprika, timo, rosmarino e origano.

A seguire alimenti più comuni come ortaggi, frutta ed erbe aromatiche che possiamo trovare tranquillamente in negozio o, meglio ancora, ce li coltiviamo nel nostro orticello.


domenica 1 febbraio 2009

Ma il caffe' fa bene anche agli anziani? sembra proprio di si!


Il consumo moderato di caffe' sia esso decaffeinato oppure no, sembra che faccia proprio bene agli anziani, anzi e' un vero toccasana. Tutto cio' e' emerso nel corso del Congresso SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) ove sono stati evidenziati tra i molteplici costituenti della bevanda il contenuto di polifenoli e caffeina che determinano l’effetto positivo sulla salute nella terza età.
Bere caffè significa aumentare la concentrazione plasmatica di acido caffeico (un polifenolo) e di conseguenza aumentare la capacità antiossidante totale del plasma, ma anche diminuire l’aggregazione piastrinica e modulare l’espressione genica.
Sembra che una regolare assunzione di caffè protegge dall’insorgenza di Parkinson e di Alzheimer e dall’insorgenza del diabete di tipo 2 (frequente in età avanzata).
Inoltre: il caffè, proprio per le sue componenti antiossidative, è protettivo rispetto alla cellula epatica, tutelando dal danno di cirrosi alcoolica e non alcoolica fino a prevenire l’eventuale esordio di carcinoma epatico.

EFFETTI DEL CAFFE'
Funzioni metaboliche
: Non aumenta il colesterolo ematico, non incrementa le LDL. Incrementa la termogenesi. Previene dal Diabete II.
Sistema cardiovascolare: non vi sono associazioni tra consumo e ictus, malattia coronaria. Non incide sul rialzo pressorio se non nell'immediato con somministrazione acuta.
Apparato urinario: ha effetti diuretici; stimola il rilascio di renina; non è associato al cancro al rene.
Sistema nervoso: variabile individuale. Favorisce lo stato di allerta e le performance cerebrali. Protettivo nei confronti della malattia di Parkinson e Alzheimer.
Apparato gastrointestinale: digestivo; previene da CCR; cancro esofageo, gastrico; stimola l'attività propulsiva del colon.
Funzioni epatobiliari: previene da Cirrosi epatica e epatocarcinoma; stimola la cistifellea; previene i calcoli biliari. Da evitare solo se già in presenza di calcolosi.
Apparato muscolo scheletrico: stimolatore della performance fisica.

(Approfondimenti in merito, oltre che aggiornamenti scientifici sul tema, nelle varie patologie e differenti momenti fisiologici, sono reperibili sul nuovo sito http://www.caffemedicina.it/, interamente dedicato ai professionisti della salute)
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