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lunedì 16 giugno 2014

Celiachia: nuova terapia non alimentare con l'enzima ALV003. E' il trattamento per il futuro? Rassegna web






Celiachia addio con enzima ALV003: ideata terapia non alimentare

Altopascio.info
Un team di scienziati finlandesi dell'Università di Tampere ha ideato una terapia non alimentare contro la celiachia. Gli studiosi hanno concluso una sperimentazione protrattasi sei settimane su due gruppi di volontari. Ad uno dei due gruppi è stata ...

Salute, una terapia enzimatica per la celiachia Nuovi sviluppi per gli ...

Si24 - Il mondo visto da Palermo
Nuovi sviluppi nel campo della ricerca sulla celiachia, l'intolleranza cronica al glutine. I celiaci potrebbero in futuro giovare di un trattamento farmacologico mirato. I ricercatori dell'Università di Tampere in Finlandia hanno somministrato ad un gruppo di ...

Contro la celiachia arriva un enzima

West - Welfare Society Territory
Una terapia non alimentare per combattere la celiachia. È il trattamento messo a punto dai ricercatori dell'Università finlandese di Tampere, che hanno portato a termine un esperimento durato sei settimane su due gruppi di pazienti. La soluzione escogitata ...

Celiachia, studi su terapia “enzimatica”

Italiaglobale.it
La celiachia è una patologia intestinale che colpisce tantissime persone, in Italia e nel mondo. Essa è dovuta ad intolleranza al glutine, proteina presente nel frumento ed in altri cererali quali segale, farro, orzo e avena. L'assunzione di glutine da parte del ...

Un enzima contro la celiachia: sara' il trattamento del futuro?

greenMe.it
La celiachia è una malattia che colpisce sempre più persone soprattutto nel nostro paese. Diverse le ipotesi sul perché di questa diffusione e altrettanti i tentativi a livello scientifico per cercare di arginare il fenomeno o tenerlo a bada nel momento in cui è già ...

Celiachia, possibile cura non alimentare elimina sintomi?

MedicinaLive
E' possibile una cura non alimentare per la celiachia? Sarebbe il sogno di ogni persona affetta da questo disturbo. I ricercatori dell'Università di Tampere in Finlandia sostengono di sì, avendo messo a punto loro un trattamento specifico che lavorerebbe in tal ...

Alimentazione: progressi contro la celiachia

Giaden Informa
La celiachia è una malattia che nel nostro Paese continua a svilupparsi a macchia d'olio, tante ipotesi sulla sua diffusione , tanti tentativi scientifici per “arginarla”, ma senza esito. Le buone notizie arrivano, invece, sul fronte finlandese. Una nuova ricerca ...

Terapia non alimentare per la celiachia

Italiasalute.it
Il trattamento della celiachia potrebbe essere giunto a una svolta. Un team di ricercatori dell'Università di Tampere, in Finlandia, ha messo a punto una terapia non alimentare che si serve di un enzima per ridurre i sintomi legati alla patologia provocata da ...

Celiachia: una nuova cura finlandese elimina i sintomi

Benessere - Guidone.it
Curare la celiachia con una terapia non alimentare? Dalla Finlandia dicono che è possibile, in particolare lo dicono i ricercatori dell'Università di Tampere – Tampere University Hospital, i quali hanno testato un nuovo trattamento che si basa sul lavoro di un ...

Celiachia: un enzima protagonista di una nuova terapia non ...

inGusto
Senza Glutine Fino ad oggi l'unica soluzione sperimentata contro celiachia e intolleranza al glutine era di tipo alimentare: eliminazione dalla dieta di quotidiana di tutti gli alimenti contenenti glutine per dare modo all'organismo di disintossicarsi e, nel solo ...

Celiachia, scoperta nuova terapia

OggiNotizie
Roma - Chi soffre di celiachia e di intolleranza alimentare fino ad oggi si è trovato costretto ad eliminare dalla propria dieta ogni forma e quantità di glutine andando incontro a non pochi problemi sia economici che di reperibilità. Secondo una nuova ricerca ...

Celiachia: c'è un nuovo trattamento non alimentare

La Stampa
Gli scienziati finlandesi dell'Università di Tampere – Tampere University Hospital, hanno testato un nuovo trattamento non alimentare con uno specifico enzima che sarebbe in grado di ridurre i problemi e le lesioni causati da un'esposizione al glutine da ...




giovedì 24 aprile 2014

IBS e incidenza della celiachia in pediatria; Parkinson: e se fosse autoimmune come la celiachia? Dr. Schär Institute. Settimana di informazione sulle intolleranze al glutine






IBS e incidenza della celiachia in pediatria

Secondo uno studio recentemente pubblicato online sulla rivista Jama Pediatrics e condotto presso l’università di Bari i bambini affetti da sindrome dell’intestino irritabile (IBS) sono più a rischio degli altri di sviluppare celiachia.

Gli autori dello studio sono partiti dal presupposto che in età scolare il 10-15% dei bambini soffre di dolore addominale ricorrente mentre la celiachia in Europa affligge più dell’1% dei bambini e si può manifestare con uno spettro sintomatologico molto vario e a volte, difficilmente individuabile. I ricercatori hanno seguito 782 bambini: 270 affetti da IBS, 201 con dispepsia funzionale e 311 con dolore addominale funzionale....


Parkinson: e se fosse autoimmune come la celiachia?

Le malattie autoimmuni hanno tutte una caratteristica in comune: il sistema immunitario riconosce erroneamente alcuni tipi di cellule, organi o tessuti come corpi estranei e li danneggia fino a distruggerli. Nel caso del morbo celiaco è il glutine contenuto in alcuni cereali a mandare in tilt il sistema e a spingere l'intestino ad attaccare se stesso fino all'atrofia dei villi intestinali. Ora gli scienziati avanzano un'ipotesi che, se dimostrata, potrebbe avere conseguenze enormi sulle potenzialità di cura del Parkinson, una malattia neurologica sulle cui cause non vi è ancora certezza. Il meccanismo alla base della morte dei neuroni che si osserva nella malattia potrebbe essere di tipo autoimmune.

Su Nature Communications sono apparsi i risultati dello studio condotto dai ricercatori del Columbia University College of Physicians & Surgeons, secondo cui sarebbe plausibile ciò che è stato a lungo ritenuto impossibile e cioè che nelle persone malate le cellule immunitarie riconoscano i neuroni come nemici e li attacchino per eliminarli. A questa azione potrebbero essere dovuti i sintomi della malattia neurodegenerativa, quali tremori e perdita di equilibrio......


Dr. Schär Institute. Settimana di informazione sulle intolleranze al glutine

È causa di mal di testa, nausea, irritazione intestinale, stanchezza, dolori muscolari e molti altri problemi a cui, spesso, non si sa dare spiegazione: stiamo parlando di sensibilità al glutine non celiaca, un disturbo ormai accertato a livello scienti­fico, fortemente correlato ai regimi alimentari. Oggi, infatti, la "battaglia" contro il glutine non si gioca più solo nel campo della celiachia, ma la sfi­da più interessante riguarda proprio la "condizione di sensibilità al glutine" che sembra interessare una popolazione largamente superiore a quella dei potenziali celiaci e allergici al grano. A differenza, però, della celiachia e dell’allergia al grano, sembra essere transitoria e può risolversi dopo un periodo di alimentazione gluten free.

Proprio per fare chiarezza su questa condizione, in occasione del lancio della terza Settimana di Informazione sulle intolleranze al glutine (in programma dal 20 al 23 maggio), presso la Gluten Free Home di Milano, tre dei principali Opinion Leader italiani nel campo della celiachia e dei disordini glutine-correlati, la nutrition coach Letizia Saturni, il pediatra gastroenterologo Carlo Catassi e Luca Elli specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, membri del board scientifico di Dr. Schär Institute, hanno risposto a tutti i principali dubbi sulla sensibilità al glutine, raccontando come, oggi, è possibile vivere gluten free, in modo sicuro, senza rinunciare al gusto e al piacere della convivialità.......





mercoledì 4 dicembre 2013

Acne: una nuova cura dalle alghe?












Acne: una nuova cura dalle alghe?

Acne, una nuova cura in vista? Un prezioso aiuto potrebbe provenire dagli acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6, che non sono contenuti soltanto in pesci come il salmone, ma anche in altri alimenti, ad esempio le alghe. Proprio le alghe marine conterrebbero alcuni acidi grassi essenziali in grado di contrastare un batterio responsabile dell'acne e di altri problemi della pelle.


Lo studio in questione è stato condotto dagli scienziati dell'Università di Stirling, in Scozia, I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Marine Drugs. Gli scienziati marini hanno fatto riferimento soprattutto alle alghe brune, oltre che ad altre tipologie di alghe presenti nel mare.
Gli acidi grassi Epa omega 3 e Dgla omega 6 presenterebbero proprietà antinfiammatorie, in grado di contrastare il batterio Propionibacterum acnes e lo Staphylococcus aureus. Gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena attirano l'attenzione degli esperti per la possibilità di mettere a punto nuovi trattamenti topici grazie alle loro proprietà antimicrobiche e antinfiammatorie.

Prosegui la lettura su: greenme.it/vivere/salute-e-benessere














martedì 3 dicembre 2013

giardinaggio news: Come coltivare lo zafferano in casa; Coltivare spezie, ortaggi e cereali esotici in città; Utilizzare urina per fertilizzare






Come coltivare lo zafferano (in vaso e nell'orto)
greenMe.it 
Conosciamo lo zafferano (Crocus sativus) come una delle spezie più costose e dal sapore più delicato del mondo. Il suo prezzo elevato riguarda soprattutto le modalità della sua produzione e raccolta, che deve essere effettuata in modo manuale per ottenere un prodotto di alta qualità. Proprio a causa degli elevati costi di produzione, la coltivazione europea di zafferano è in calo.

Nel mondo lo zafferano viene coltivato soprattutto in India e Iran. Non mancano però alcune coltivazioni di zafferano in Italia, che interessano soprattutto le regioni dell'Abruzzo, della Sardegna, delle Marche, dell'Umbria e della Toscana. In alcuni casi avviene nel nostro Paese la produzione di zafferano DOP.
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Coltivare spezie, ortaggi e cereali esotici nella città che cambia 
Green Planner Magazine
Il ruolo del gruppo di ricerca guidato dal professor Bocchi dell’Università degli Studi di Milano, nell’ambito del progetto Nutrire la città che cambia, consiste nello studio degli aspetti agronomici e tecnici dell’introduzione di nuove colture di origini esotiche nelle campagne attorno a Milano.
La nostra metropoli sta attraversando un’epoca di profondo cambiamento, grazie anche all’arrivo di numerosi migranti da Paesi lontani, con nuove culture e nuove esigenze alimentari.

Tenendo conto dei capisaldi della disciplina agronomica, dalle intuizioni dello scienziato russo N. I. Vavilov, ai tre grandi fattori che influenzano le agrotecniche: ambiente, mercato e legislazione, si può affermare che la Lombardia è una regione particolarmente vocata ad accogliere l’introduzione di nuove colture.
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Olanda, società raccoglie urina per coltivare giardini sui tetti 
La Stampa
Una società olandese, Waternet, ha iniziato a raccogliere urina da bagni e orinatoi a muro pubblici per incentivare la realizzazione di giardini e orti sui tetti delle città. L'idea è stata presentata alla Settimana Internazionale dell'Acqua, dove contestualmente è stata lanciata la campagna Green Urine: una serie di orinatoi mobili a Place De La Bourse, ad Amsterdam, per raccogliere uno dei rifiuti fisiologici a quanto pare preziosissimo per il riciclo.

Il liquame conservato andrà a fertilizzare oltre un ettaro di tetti verdi coltivati con erba e altre piante, utili per assorbire e trattenere l'acqua piovana, isolare le case durante l'inverno e abbattere i consumi energetici dovuti dal riscaldamento degli ambienti.




venerdì 23 novembre 2012

Impollinazione: anche i fiori adottano le loro strategie






In genere si pensa che i fiori utilizzano strategie come colore, odore o posizionamento per agevolare la fase di impolinazione, invece uno studio recente dimostra l'esatto contrario poichè il fiore tenta di rendersi impenetrabile.

Le strategie dei fiori per attirare gli impollinatori sono meno semplici e intuitive di quanto si pensi. A constatarlo è uno studio dell'Università della California coordinato da Nir Sapir e Robert Dudley e pubblicato sulla rivista della British Ecological Society, Functional Ecology.

La ricerca ha analizzato il colore, la posizione e le caratteristiche dei fiori generalmente impollinati dai colibrì che sono rossi, a forma tubulare e privi di qualsiasi odore. L'ipotesi era che le caratteristiche dei fiori fossero finalizzate a facilitare il compito agli uccelli. Ma i risultati hanno svelato che si tratta dell'esatto contrario.

Il team di ricercatori ha lavorato con i colibrì di Anna (Calypte anna) registrando le loro reazioni ad una serie di fiori artificiali creati con differenze di posizione, inclinazione, colore e altre caratteristiche. I ricercatori hanno registrato le reazioni degli uccelli attraverso video ad alta definizione. Le immagini hanno rivelato che i colibrì sono attratti principalmente da fiori posti in una posizione verticale complessa da sfruttare senza un notevole dispendio energetico.

La scoperta ha dimostrato che i fiori in natura hanno sviluppato una posizione più ostile e dispendiosa per gli impollinatori per assicurarsi di essere impollinati da animali più "competenti" degli insetti.

Fonte: http://qn.quotidiano.net/lifestyle/



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