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martedì 14 ottobre 2014

orto e giardino: Come eliminare i pesticidi da frutta e verdura; succhi di frutta e pressione alta; Coltivare lo zafferano






Come eliminare i pesticidi da frutta e verdura in modo naturale
Eticamente.net

Come eliminare i pesticidi da frutta e verdura? Basta lavarla!


La frutta e la verdura sono tra quegli alimenti che non devono mai mancare nella nostra dieta alimentare per un corretto funzionamento del nostro organismo. Tuttavia, a meno che la frutta e la verdura non siano completamente biologici, possono contenere pesticidi e diserbanti, dunque residui di sostanze chimiche potenzialmente dannose per il nostro organismo.
Come rimuoverle? Basta lavare accuratamente la frutta e la verdura prima del loro impiego o utilizzo. Oggi esistono in commercio molti prodotti in grado di disinfettare i nostri alimenti, ma questi possono provocare la perdita di elementi fondamentali. Si può ricorrere invece a metodi del tutto naturali che non solo possono garantirvi una massima pulizia degli alimenti, ma che vi permettono di risparmiare anche denaro.

Acqua e bicarbonato
Primo tra tutti è il classico rimedio della nonna: lavare e pulire frutta e verdura con acqua e bicarbonato.
Vediamo insieme come fare.
Anzitutto dovete munirvi di una terrina, oppure potete fare il tutto direttamente nel lavello: l’importante che la capienza sia proporzionata alla quantità di frutta e verdura che dovete pulire. Bene, non dovete far altro che mettere abbondante acqua (non troppa perchè ricordatevi che quando inserite gli alimenti il volume dell’acqua aumenterà) nella terrina o nel lavello per poi aggiungervi una buona dose di bicardonato (per ogni litro d’acqua vanno disciolti 25 gr di bicarbonato, ovvero un cucchiaio).
Mescolate bene e immergetevi la frutta e la verdura da pulire. Fate attenzione che la soluzione ricopra perfettamente gli alimenti per intero. Lasciate agire per una decina di minuti e risciacquate la frutta e la verdura con dell’acqua semplice.

Una soluzione molto semplice, che potete utilizzare attraverso l’impiego di strumenti e materiali di uso comune o di facile reperimento, che vi permetteranno di ottenere un ottimo risultato, in modo assolutamente sicuro e senza nessun tipo di controindicazione.

Aceto di mele e sale
 Un altro rimedio per pulire la frutta e la verdura è dato dall’impiego di aceto di mele e sale, anche questi di uso comune e di facile reperimento. .....


Pressione alta, tra le cause i succhi di frutta?
MedicinaLive

Può essere il succo di frutta tra le cause della pressione alta?
E’ quello che suggerirebbe uno studio condotto in Australia.
Ovviamente si parla in questo caso di un uso pressoché giornaliero e non occasionale.

A finire sotto accusa, secondo gli scienziati della Swinburne University of Technology di Hawthorn in Australia, sono sia i succhi di frutta che troviamo comunemente al supermercato, sia il succo di arancia confezionato.

Secondo i ricercatori australiani la colpa ascrivibile a questo alimento risiederebbe tutta nella quantità di zuccheri in essa contenuta.
La frutta è ovviamente un alimento sano, di cui il nostro corpo ha bisogno in grandi quantità. Ma quando si assume il loro succo, anche quando lo si ottiene in casa, si tende a correggere il suo sapore per renderlo più dolce: è proprio questo a creare il danno al nostro organismo, favorendo la comparsa della pressione alta. ......


Zafferano bio, corsi gratuiti per imparare a coltivare l'antiossidante più potente che esiste in natura
greenMe.it

In Toscana, l'agriturismo biologico Sant'Egle apre le porte della propria azienda agricola per imparare come si coltiva lo zafferano, antico e miracoloso croco (crocus sativus).

L'appuntamento è a ottobre/novembre, per 20 giorni, ogni mattina all'alba con stivali di gomma, giacca antivento, cappello per il sole e tanto entusiasmo!

La giornata inizia con la raccolta dei fiori per proseguire con la conviviale pulizia dei fiori, dove ci sarà modo di parlare di tutti gli aspetti della coltivazione, per terminare con l'essiccazione.
Il pranzo è bio ed è offerto dall'agriturismo.
Zafferano, dal persiano za'faran, significa oro, luce, saggezza rivelata. Noto fin dall'antichità per i suoi effetti benefici sull'organismo, è stato riscoperto in tempi recenti dalla scienza come uno degli antiossidanti più potenti in natura, capace fornire al nostro organismo vitamine, sali minerali ed oligoelementi.

Stimola il sistema immunitario, proteggendo l'organismo dall'aggressione di virus e batteri, prevenire lo sviluppo di tumori e malattie degenerative, ostacolando l'azione distruttiva dei radicali liberi, protegge il cuore e le arterie, riducendo ipertensione e ipercolesterolemia, protegge l'apparato respiratorio, allevia i sintomi della tosse e l'asma, riduce i dolori mestruali.

Grazie al contenuto di crocetina, aumenta la concentrazione, mitiga la depressione, allevia il mal di denti, protegge il fegato e stimola la digestione. ...



martedì 6 novembre 2012

Le piante e le erbe per la protezione del nostro cuore!





Le malattie del cuore sono la prima causa di morte in Italia, con 242.000 decessi all’anno, il 30% causato dall’infarto. Nel giro di 20 anni, però, il tasso di mortalità per patologie coronariche è diminuito del 10%. Ma non è ancora sufficiente.

Per questo Apoteca Natura, in collaborazione con SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) e AMD (Associazione Medici Diabetologi), ha lanciato la campagna di prevenzione "Ci sta a cuore il tuo cuore". Per tutto il mese di novembre, in 500 farmacie italiane, saranno a disposizione dei cittadini strumenti utili alla prevenzione, come un opuscolo informativo e un questionario per individuare i fattori di rischio cardiovascolare e i corretti stili di vita da seguire.
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Oltre ad adottare uno stile di vita sano e corrette abitudini alimentari, si può ricorrere, sempre su consiglio del medico o del farmacista, ad alcuni rimedi naturali. Per esempio preparati contenenti piante come il carciofo, il tarassaco, l’olio di pesce, a base di omega 3 (EPA e DHA), il riso rosso fermentato, l’aglio aiutano a ridurre il colesterolo e proteggere le pareti dei vasi sanguigni. Oppure associazioni di olivo e biancospino sono un valido aiuto per la pressione e la regolazione del battito cardiaco. Infine, in caso di alterazioni lievi dei valori glicemici nel sangue, sono consigliati prodotti a base di mirtillo, carciofo e bardana.

Leggi qui l'articolo completo




giovedì 24 maggio 2012

Fare giardinaggio ci aiuta a vivere bene e mantiene la pressione arteriosa








Vivere nella natura tiene a bada la pressione arteriosa
La Stampa (Blog)
Coltivare il proprio orto o campo, vivere di ciò che offre la natura, condurre una vita più a misura d’uomo si ripercuote positivamente anche sulla salute e, in particolare quella dell’apparato cardiovascolare. Ecco quanto emerge da uno studio dell’Università della California a Santa Barbara.

Il professore di antropologia della UCSB e coautore dello studio, dottor Michael Gurven, ha scoperto che le persone che vivono a stretto contatto con la natura, come per esempio le popolazioni indigene, hanno in generale una pressione arteriosa più bassa e regolare rispetto a chi vive nelle città. Come sappiamo, l’ipertensione (pressione alta) e l’aterosclerosi (l’irrigidimento delle arterie) sono due patologie che mettono a serio rischio la vita delle persone. Tra i vari rischi che si corrono i più frequenti e noti sono l’infarto, l’ictus e le malattie renali.



Il focus dello studio era comprendere come lo stile di vita influisse sulla salute di cuore e arterie. Per far ciò Gurven e colleghi hanno seguito 2.296 adulti che vivono in 82 villaggi indigeni Tsimane, un’area nelle pianure tropicali del bacino amazzonico della Bolivia. Queste popolazioni vivono essenzialmente di agricoltura, pastorizia, caccia, raccolta. La dieta prevalente è composta da banane, riso, mais, manioca, pesce e selvaggina. «Le condizioni di vita degli Tsimane sono simili a quelle dei nostri antenati, con una maggiore esposizione agli agenti patogeni, uno stile di vita attivo, un’alta fertilità e una dieta tradizionale – spiega Gurven – Studiare le malattie croniche in queste popolazioni può essere molto utile».

I risultati completi di questa osservazione durata dieci anni sono stati pubblicati su Hypertension, la rivista dell’American Heart Association e mostrano come vi siano significative differenze nei valori della pressione arteriosa, sia tra i sessi di questa popolazione che, ovviamente, tra essi e i cittadini. In particolare si è notato che le donne Tsimane, durante questo decennio di studio, avevano avuto in media un aumento della pressione sistolica di 2,86 millimetri di mercurio (mm Hg) e un aumento della pressione arteriosa diastolica di 0,95 mm Hg. Per contro gli uomini Tsimane hanno mostrato un aumento medio della pressione sistolica di 0,91 mm Hg e un calo della pressione arteriosa diastolica di 0,02 mm Hg. È chiaro, un minimo aumento della pressione è normale con il passare degli anni e l’avanzare dell’età. Tuttavia il dato determinante è che se circa il 3 percento degli adulti Tsimane soffre di pressione alta, è niente in confronto al 33,5 percento degli adulti di città che ha problemi di pressione.


Come vivono bene gli Tsimane (e salvano il cuore)!
Benessere - Guidone.it
Arriva da Santa Barbara in California la buona nuova in materia di malattie cardiovascolari e pressione sanguigna. Una ricerca condotta presso la locale università ha evidenziato come la cura del verde, di un orto, di un campo, o solo il vivere nella natura prevenga o diminuisca di molto le percentuali di malattie cardiache.

Sono stati analizzati oltre 2.000 soggetti di diverse tribù e villaggi ancora abituati a vivere allo “stato selvaggio”, o comunque senza troppi comfort o inquinamento, in Bolivia e in Africa. I risultati hanno mostrato come vi siano significative differenze nei valori della pressione arteriosa, tra questi soggetti e i cittadini.


Specialmente le donne della tribù Tsimane, durante questo decennio di studio, avevano avuto in media un aumento della pressione normalmente collegato al passare degli anni e tuttavia, nella media, sempre molto più basso di quello registrato nella popolazione femminile occidentale (3% contro 33%). La conclusione degli studiosi è che la pressione di queste popolazioni è tenuta a bada dallo stile di vita sano e “campagnolo” che conducono e che noi “industrializzati” abbiamo invece perduto per sempre. Quindi vivere in un luogo ricco di ossigeno, come foreste e campi, lavorando e mantenendosi in forma tutti i giorni, mangiando cibi genuini è la miglior cura per cuore e arterie del mondo.



martedì 21 dicembre 2010

Frutta e verdura: un mix utile per combattere anche l’artrosi

Per una alimentazione equilibrata non possiamo dimenticarci di aggiungere frutta e verdura, compresi aglio e cipolla. Fanno molto bene alla salute, migliorando la bellezza della pelle, regolando la pressione e il colesterolo e proteggendo le articolazioni dai danni del tempo.

Lo ha scoperto Frances Williams, epidemiologa del King’s College di Londra, che ha analizzato gli effetti di queste verdure su coppie di gemelli sani di oltre 60 anni. Durante l’indagine i medici hanno tenuto conto dell’età, dell’indice di massa corporea e del livello di attività fisica, tutti elementi che potevano «falsare» il risultato.

La cosa certa, su cui dovremmo riflettere e fare nostra in previsione anche di una vecchiaia serena, e che chi d’abitudine mangia molta frutta e verdura vede ridursi in maniera significativa il rischio di artrosi dell’anca. I cibi che danno maggiore risultato sono i frutti, tutti tranne gli agrumi, e alcune verdure, in particolar modo aglio, cipolle e scalogni.

Per giungere a questa tesi, i ricercatori hanno analizzato in vitro gli effetti di un composto derivato dall’aglio, il diallil-disulfide. Questa sostanza sembra capace di azzerare l’espressione, indotta dalle citochine infiammatorie, delle metalloproteinasi della matrice extracellulare, enzimi che in caso di artrosi hanno un ruolo chiave nell’alterazione e nella distruzione delle articolazioni.

Ovviamente per essere più sicuri e applicare questa scoperta alla medicina ci vogliono altre indagini. Intanto però non fate una dieta selezionata volta ad escludere alcuni cibi piuttosto che altri. E poi mi raccomando non fate mai mancare tanta frutta e verdura.


domenica 21 febbraio 2010

Ipertensione quali sono le piante e i rimedi naturali per curarla

L'ipertensione e' un problema molto freguente ed quasi sempre è necessario ricorrere a farmaci specifici per combatterla, ma non tutti sanno che esistono anche molti rimedi naturali che aiutano a mantenere la pressione nella norma e a riportare ai giusti valori qualche dato che spesso raggiunge i massimi.

Sia che si assumono farmaci oppure piante medicinali per abbassare la pressione bisogna sempre prestare molta attenzione a cosa si utilizza, perché un improvviso calo della pressione può essere altrettanto dannoso di avere la pressione troppo alta.

Quindi è sempre meglio chiedere il parere del medico o di un erborista professionale, meglio se fitoterapista, prima di avventurarsi nell’automedicazione. Di seguito vengono illustrate quali sono le piante medicinali che possono esservi di aiuto in caso di ipertensione.

Una delle piante migliori da utilizzarsi per la cura dell'ipertensione è l'olivo, è molto efficace ed adatta anche a terapie lunghe perchè priva di tossicità. A questo scopo in fitoterepia si utilizzano le foglie che hanno un'azione vasodilatatrice e quindi sono ipotensive, cioè abbassano la pressione del sangue, sia la massima che la minima.

Molto efficace, specialmente quando vi sia la necessità di ottenere un rapido abbassamento della pressione sanguigna, è il decotto di foglie di olivo: si fanno bollire 20 grammi di foglie di olivo in 300 di acqua fino a ridurre di 1/3, e questa (una tazza) è la dose giornaliera, l'effetto si avverte rapidamente ma è bene insistere per almeno 15 - 20 giorni.

Nel caso di un'ipertensione più lieve si può utilizzare l'infuso, 30 - 50 grammi di foglie in un litro, da infondere per 25 minuti, se ne assumono 2-3 tazze al giorno.
L'infuso di foglie di olivo ha anche proprietà depurative e diuretiche, antiuriche, ipolipemizzanti, ed ipoglicemizzanti, quindi svolge anche un'utile azione disintossicante generale, con particolare mira all'eccesso di acidi urici, grassi e zuccheri nel sangue.

Un preparato valido da utilizzarsi qualora non si avesse il tempo di preparare la tisana è la tintura madre di foglie di olivo, la dose, variabile a seconda dei casi, è di 30-50 gocce 3 volte al giorno.

In commercio si trovano anche validi preparati nei quali l'olivo è associato ad altre piante ad azione ipotensiva, in particolare biancospino, vischio ed aglio.
Il biancospino (utilizzabile anche in tisana insieme all'olivo) coadiuva l'azione ipotensiva e regolarizza l'attività cardiaca, proprietà utile nelle lievi aritmie, il vischio è dotato di una notevole azione ipotensiva, ma, utilizzato da solo, non è adatto a terapie lunghe perchè dotato di una certa tossicità, l'aglio, blandamente ipotensivo, aiuta ad regolare l'eccesso dei lipidi del sangue (colesterolo e trigliceridi), problema che spesso si trova associato all'ipertensione.


Fonte: http://www.encanta.it/

sabato 2 gennaio 2010

Erbe medicinali contro l'Alzheimer. La strada naturale per combattere sintomi come depressione, ansia e danni alla memoria.

Una strada naturale per contrastare l'Alzheimer. E' infatti possibile utilizzare alcune erbe medicinali per combattere i sintomi legati alla malattia: perdita di memoria, capacita' di apprendimento, depressione e ansia.
Lo sostiene una ricerca della Swinburne University of Technology, in Australia.

Gli studiosi si sono concentrati in particolare su corteccia di pino, balsamo al limone, ginseng americano ("Panax quinquefolius") e brahmi ("Bacopa monnieri"), pianta acquatica originaria dell'India. Dotati di elementi anti-infiammatori e anti-ossidanti, tali vegetali sono attualmente i protagonisti di numerose sperimentazioni.

In due test, si è voluto verificare l'effetto di un estratto di Brahmi, chiamato CDRI08. I due trial, randomizzati, a doppio ceco e durati 90 giorni l'uno, hanno mostrato come l'estratto fosse in grado di migliorare la memoria.

Un altro test (durato 50 giorni) ha coinvolto uomini dai 50 ai 65 anni, a cui è stato somministrato un estratto di corteccia di pino. Essi hanno evidenziato un potenziamento della memoria spaziale e della capacità di riconoscimento degli oggetti, insieme ad un abbassamento della pressione sistolica.

Attualmente, è in corso un ennesimo esperimento, che vuole osservare le potenzialità del balsamo al limone nel contrastare ansia ed agitazione (sintomi dell'Alzheimer.)
Ma, come spiegano i ricercatori della Swinburne, in ballo c'è molto di più della lotta alla malattia.

Secondo le statistiche, il 60% dei cittadini australiani utilizza la medicina naturale, spesso tramite terapie fai-da-te. Diventa allora cruciale, concludono gli studiosi fornire le giuste informazioni a medici e pazienti, al fine di integrare i prodotti naturali nei programmi di cura e prevenzione della malattia.

Fonte: www.newsfood.com/

giovedì 17 dicembre 2009

I fiori in corsia fanno bene ai malati. Alleviano il dolore, favoriscono la guarigione e migliorano l'umore.

Una bella stella di Natale non può non accendere un sorriso sul volto di un malato costretto in ospedale in questo periodo, inoltre ricevere fiori per un degente è un piacere in ogni momento dell'anno. Ma i fiori fanno davvero bene ai malati? Sì, alleviano il dolore, favoriscono la guarigione e migliorano l'umore, inoltre non sono pericolosi. Malgrado molti nosocomi inglesi stiano bandendo i fiori dalle corsie, uno studio condotto da Giskin Day e Naiome Carter dell'Imperial College di Londra e pubblicato sul British Medical Journal riabilita i fiori in corsia e sfata alcuni miti come il fatto che i fiori portano germi o tolgono l'ossigeno ai pazienti e sono pericolosi.

Gli esperti hanno chiesto a pazienti e staff medico e infermieristico del Royal Brompton Hospital and the Chelsea & Westminster Hospital un parere sui fiori al letto del paziente in ospedale ed hanno esaminato la letteratura scientifica prodotta sull'argomento per valutare tutti i pro e contro dei fiori in ospedale. Dalla letteratura scientifica è emerso che, se è vero che l'acqua dei sottovasi dei fiori è piena di germi, non è mai stato dimostrato che questi possono essere causa di infezioni; altri studi hanno invece dimostrato che non è vero che i fiori di notte rubano l'ossigeno ai pazienti ricoverati. Sfatando questo mito si riduce anche un aggravio di lavoro per gli infermieri, abituati a portare i fiori fuori dalla stanza di notte. Non a caso, è emerso dall'indagine, uno dei motivi principali per cui lo staff ospedaliero spesso non vede di buon occhio l'arrivo di un bouquet o di un vaso di fiori è proprio il fatto che aumenta il loro carico di lavoro.

Ma i fiori, hanno dimostrato numerose ricerche, fanno bene al paziente: alleviano il dolore post-operatorio, abbassano la pressione, riducono ansia e fatica e l'uso di analgesici, migliorano l'umore e favoriscono la convalescenza. Ci sono però delle regole da seguire per chi decide di regalare fiori a un degente, concludono gli autori del lavoro: se sei un visitatore abituale del paziente sarà educato da parte tua pensare a cambiare l'acqua ai fiori ogni volta che vai; scegli dei mazzi non troppo ingombranti e preoccupati anche del vaso in cui potrai disporli in ospedale; evita infine fiori che spargono polline e che emanano un profumo troppo forte che può disturbare gli altri 'abitanti' del reparto.

martedì 3 marzo 2009

Frutta e verdura da sempre alleate dei nostri occhi

Secondo gli studi di alcuni ricercatori dell’Università di Liverpool il rischio di degenerazione maculare correlata all’età può essere diminuito fino al 20 per cento mangiando più frutta, verdura e noci.
La degenerazione maculare, generalmente correlata all’età, e' una malattia della retina che, nel mondo, colpisce più di 25 milioni di persone e che rappresenta la principale causa di riduzione della vista e cecità negli individui sopra i 50 anni.
Ai fini del problema sembrano pure giovare alcuni integratori specifici in particolare l’assunzione di un integratore a base di acido folico, vitamina B6 e vitamina B12 contribuiscono a ridurre il rischio di sviluppare la malattia in una popolazione di donne a rischio di malattie cardiovascolari.
Tra i motivi che possono favorire lo sviluppo della degenerazione maculare correlata all’età, spicca sicuramente il fattore eta': dopo i 70 anni circa il 38 per cento delle persone mostra segni clinici di questa malattia.
Altri fattori di rischio sono:
- Il sesso, le donne sono piu' a rischio degli uomini.
- Il colore dell'iride, se di colore piu' chiaro.
- L’eccessiva esposizione alla luce solare.
- La predisposizione genetica.
- Il fumo delle sigarette.
- Chi soffre di pressione alta, ipertensione.
- Le persone obese.
- E non ultima una dieta sbagliata.

Alimenti che aiutano a proteggere
Una dieta ricca di frutta e verdura ha un effetto protettivo a lungo termine, grazie all’elevato contenuto di vitamine e sali minerali.
Recenti studi hanno individuato altri nutrienti che possono avere un effetto benefico, tra questi i grassi omega-3 di cui è particolarmente ricco il pesce azzurro e la luteina, una vitamina della famiglia dei carotenoidi che si trova naturalmente nella retina e di cui sono ricche frutta e verdure a foglia verde. La luteina, oltre a svolgere un’importante attività antiossidante, contribuisce alla formazione dei cosiddetti pigmenti maculari che impediscono alle radiazioni nocive di raggiungere e danneggiare il tessuto sensibile della retina.

Integratori Utili
Gli integratori oltre che avere funzione protettiva, possono pure contribuire a rallentare l’evoluzione della malattia.
Un studio internazionale ha dimostrato che l’integrazione della dieta con alte dosi di antiossidanti, in particolare vitamina C, vitamina E, beta carotene e zinco, può ridurre il rischio di progressione della degenerazione maculare.
In conclusione le sane abitudini alimentari hanno ancora dimostrato i loro effetti benefici.
Naturalmente non biosogna limitarsi solo alla dieta ma muoversi su più fronti: evitando di fumare, eliminando il sovrappeso, non esponendosi in modo indiscriminato alle radiazioni solari (usare occhiali da sole), consumando molta frutta e verdura ricche di antiossidanti, pesce e pochi grassi animali.

Fonte Corriere.it

martedì 10 febbraio 2009

Come ridurre i rischi di ipertensione e ictus con l'hibiscus


Bere te' ottenuto dai fiori di ibisco può aiutare a ridurre la pressione del sangue.
Uno studio sostenuto dalla dottoressa Diane McKay, scienziata esperta in nutrizione, rileva che sono sufficienti 3 tazze di infuso al giorno per ridurre la pressione sanguigna nelle persona a rischio di malattie cardiache, ictus e patologie renali.
La pianta ha proprietà antiossidanti che aiutano l’organismo a liberarsi dei dannosi radicali liberi.
Lo studio è stato condotto su 65 persone con età compresa tra i 30 e i 70 anni, suddivisi in due gruppi, tutte con livelli di pressione a rischio.
Al primo gruppo è stato somministrato per tre volte al giorno il tè di ibisco, mentre al secondo è stato dato un placebo. Dopo sei settimane, il gruppo trattato con l’ibisco ha mostrato una diminuzione media della pressione del 7,2%, con qualche punta del 13,2%. Al contrario, il gruppo trattato con il placebo ha registrato un calo della pressione del 1,3%.
Sono comunque necessari studi più approfonditi per stabilire con certezza come e in che misura sia possibile intervenire in tutti i problemi di pressione arteriosa e nelle malattie ad essa collegate.
Vuoi sapere tutto sulla pianta di ibisco? Accedi al sito Ortoegiardino nel settore piante da interno.
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