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giovedì 10 ottobre 2013

Come ti faccio in casa l'orchidea; Ad Harborea si riuniscono gli amanti del giardinaggio. News Giardinaggio






Come ti faccio in casa l'orchidea
Varese News
Le orchidee sono fra le piante più belle e affascinanti e proprio per questo le vorremmo sempre fiorite e al massimo del loro splendore. Ma, terminata la fioritura, le "piante più belle" della casa diventano di colpo anonime e "ingombranti".
In realtà le orchidee sono fra le piante più robuste e durevoli e bastano pochissime cure e un po’ di pazienza per vederle rifiorire. E quando rifioriscono danno una gioia così grande che ha benefici effetti sulla salute e, secondo me, allunga la vita.
Generalmente queste piante vengono vendute con una piccola etichetta che riporta in modo ultrasintetico le esigenze della pianta, in tante lingue ma quasi mai in italiano, e c’è molta confusione sulla loro coltivazione. Come si bagna? Come si concima? Come si taglia lo stelo sfiorito? ecc.
Per saperne di più l’Orchideria di Morosolo organizza periodicamente corsi "Orchidee in casa", i prossimi si svolgeranno all’Orchideria a fine ottobre, si potrà partecipare, a scelta,al corso di venerdì 25, sabato 26 o domenica 27.
Il corso, con esercitazione pratica di rinvaso, dura circa 3 ore 3 ore e mezza, e inizierà alle 9 del mattino.
Per informazioni ed iscrizioni: Orchideria di Morosolo, Via La Preja, 4 - 21020 Casciago (fraz. Morosolo) Varese
Tel 0332 820661 - 329 1248363
www.orchideria.it info@orchideria.it



Ad Harborea si riuniscono gli amanti del giardinaggio
Il Tirreno
LIVORNO. Sta per cominciare Harborea 2013, la festa delle piante e dei giardini d'Oltremare in programma nel parco di Villa Mimbelli, sede del Museo Fattori, a Livorno da venerdì a domenica.
Tre giorni fra piante esotiche, fiori rari e tante altre proposte, tutte rigorosamente all’insegna dell’amore per il verde, con oltre 80 espositori, eccellenze e particolarità del vivaismo italiano di qualità, e la mostra mercato di piante, erbe, fiori, ortaggi, spezie e sementi, ma anche di arredi da giardino e prodotti enogastronomici biologici tipici e dimenticati.
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giovedì 21 febbraio 2013

Scoperto un altro trucco delle piante carnivore per attrarre gli insetti: la fluorescenza.






Un team di ricercatori indiani del Jawaharlal Nehru tropical botanic garden and research institute di Thiruvananthapuram, nel Kerala, ha pubblicato su Plant Biology l'affascinante ricerca "Fluorescent prey traps in carnivorous plants" nella quale si evidenzia che «Le piante carnivore acquisiscono la maggior parte delle loro sostanze nutritive catturando formiche, insetti e altri artropodi attraverso le loro foglie evolutesi in trappole biologiche. Finora, gli attrattori più noti delle prede nelle trappole preda carnivore erano il nettare, il colore e stimoli olfattivi», ma i ricercatori hanno esaminato le prede intrappolate in 14 specie/ibridi di Nepenthes 5 Sarracenia, 5 Drosera, 2 di Pinguicula ed anche nella Dionaea muscipula e nell'Utricularia stellaris, sottoponendo le piante carnivore a scansione UV 366 nm ed hanno scoperto che i perestomi di alcune di loro presentavano una fluorescenza: «Abbiamo trovato l'esistenza di distinte emissioni di fluorescenza blu presso i punti di cattura delle prede in Nepenthes, Sarracenia e Dionaea». Queste emissioni blu che attraggono le prede aumentano con l'arrivo della preda nella trappola e diminuiscono mentre sta morendo.

Quindi, alcune piante carnivore agiscono come "lampade fluorescenti" blu per attrarre le prede e questa seducente fluorescenza bluastra rivela un nuovo meccanismo di cattura delle prede in alcune specie., Uno dei ricercatori indiani, Sabulal Baby, ha spiegato a Bbc Nature che «Queste distinte emissioni azzurre erano finora sconosciute nelle trappole delle piante carnivore. Per quanto a nostra conoscenza, questo è il primo studio che notifica tali emissioni fluorescenti forti e distinte nel regno vegetale».

Il team ha trovato le emissioni blu nel bordo delle piante carnivore a brocca Nepenthes e Sarracenia e anche sui lati interni nella Dionaea muscipul. La maggior parte degli insetti e degli altri artropodi è in grado di percepire le regioni UV dello spettro elettromagnetico e gli anelli blu fluorescenti dei peristomi delle può renderle molto attraenti ai loro occhi, inoltre queste emissioni fluorescenti sarebbe anche percepibili in condizioni di scarsa luminosità e quindi attrarre anche prede notturne. Anche diversi piccoli mammiferi come topi, pipistrelli e toporagni non sarebbero insensibili alla fluorescenza.

Leggi quì l'articolo completo






venerdì 8 aprile 2011

Plastica ricavata dalla frutta

La plastica del futuro potrà essere ricavata dalle fibre naturali della frutta. Sarà più leggera e più resistente

Grazie alle microfibre di frutti come ananas, cocco e banane verrà costituita la plastica del futuro. Un tipo di plastica più leggera del 30% e, paradossalmente, di 3 – 4 volte più resistente. Ma il grande vantaggio è il fatto che sarà completamente rinnovabile.
 
Ideatori della plastica composta da fibre di frutta sono un team di ricercatori dell’Università di San Paolo, in Brasile. La loro invenzione è stata presentata al National Meeting & Exposition dell’American Chemical Society.
 
A discapito della plastica prodotta dal petrolio, quella ricavata dalle fibre naturali, spiegano i ricercatori, possiede una resistenza simile al kevlar, ovvero il materiale con il quale vengono prodotti i giubbotti antiproiettile.
 
Insomma, la plastica del futuro potrà diminuire drasticamente l’inquinamento provocato da quella attuale. C’è però da chiedersi quante foreste verranno devastate al fine di creare campi atti alla coltivazione di frutta.

Fonte: http://www.ticinonews.ch/

sabato 26 marzo 2011

Ciuriciuri: due manifestazioni siciliane di alto livello dedicate agli amanti del verde e piante particolari

Nasce Ciuriciuri, in Sicilia orientale, due manifestazioni di alto livello dedicate agli amanti del verde e a tutti coloro che sono alla ricerca di specie e varietà che difficilmente si trovano nei tradizionali circuiti commerciali.

La mostra mercato 'Ciuriciuri' non avrà una sede e una data fissa, ma sarà itinerante e si svolgerà in periodi diversi per dare al pubblico siciliano la possibilità di accostarsi ad un più vasto assortimento di piante e dare ai vivaisti ospiti la possibilità di esporre nel periodo più consono le loro produzioni.

La prima edizione si terrà il 2 e 3 aprile 2011 presso i Vivai Valverde e la seconda il 4 e 5 giugno 2011 presso il vivaio Malvarosa. Allo scopo di diffondere sul territorio siciliano la cultura del giardinaggio di qualità, le manifestazioni avranno tra i propri ospiti alcuni vivaisti provenienti da tutta Italia con le loro famose collezioni di piante insolite, oggetti per l'arredo del giardino, articoli da giardinaggio, libri, ecc.; inoltre all'interno della manifestazione si organizzeranno eventi collaterali: mostre di giovani artisti siciliani, conversazioni con temi inerenti le manifestazioni, corsi di giardinaggio, ecc..



Ciuriciuri ha l'ambizioso obiettivo di diventare in Sicilia un punto di riferimento per la fascia di amanti del giardinaggio più esigente, quella di chi non si accontenta; si rivolge ai "giardinieri" che fanno mille domande, a coloro che vogliono conoscere tutti i segreti del mestiere e a chi in biblioteca ha dedicato uno spazio esclusivo ai libri e alle riviste che parlano di piante e giardinaggio, di ambiente e di natura.


Fonte: Associazione Ciuri Ciuri

lunedì 31 gennaio 2011

L’Orto Botanico di Palermo un enorme museo all’aperto!


L'Orto Botanico di Palermo è una delle più importanti istituzioni accademiche italiane e rappresenta, certamente, quella che meglio di altre coniuga realtà scientifica e territorio.

Considerato come un enorme museo all’aperto, al suo interno sono conservati reperti vivi, bisognosi di cure costanti e appropriate. La peculiarità di questo Orto è rappresentata dalla grande ricchezza di specie ospitate e dalla monumentalità di alcune di esse.

Le favorevoli condizioni climatiche di Palermo ne fanno un luogo di delizie ricco di espressioni di flore diverse. Molto cospicua è, infatti, la componente vegetale mediterranea, tropicale e subtropicale alla quale, però, si sono uniti altri numerosissimi elementi di flore esotiche.
L'orto botanico è una istituzione dell’Università degli Studi di Palermo che risale al 1789 e rappresenta il nucleo storico attorno al quale la Botanica accademica si è sviluppata a partire dal 1795, data in cui esso fu solennemente inaugurato.

La sua attuale estensione, circa 10 ettari, fu raggiunta soltanto nel 1906 in seguito a diversi, successivi, ampliamenti. Adornato da numerose statue e bassorilievi, confinante con la storica Villa Giulia, l’Orto botanico di Palermo vanta un’attività di oltre duecento anni che ha consentito lo studio e la diffusione, in Sicilia, in Europa e in tutto il Bacino mediterraneo, di innumerevoli specie vegetali molte originarie delle regioni tropicali e subtropicali.

Sebbene quasi tutte le piante che vivono all'aperto nell'Orto possono essere facilmente coltivate nella Conca d'Oro, è certamente straordinario che esse qui riescano a raggiungere sviluppo e dimensioni uguali o quasi a quelle che raggiungono nel loro ambiente naturale.

Le collezioni scientifiche hanno una consistenza, stimata in difetto, di circa 12 mila specie, disposte secondo criteri sistematici (il sistema sessuale di Linneo e filogenetico di Engler) o secondo criteri bio-ecologici (l’Aquarium) e geografici. Di rilievo le collezioni di succulente, palme e cicadee. Non mancano esempi rappresentativi della flora regionale.

Fonte: Grandi Giardini Italiani

sabato 4 dicembre 2010

La soluzione degli agronomi per salvare le palme italiane dal punteruolo rosso

Quella del 2010 è la peggiore epidemia che mai si sia verificata in Italia, per quanto riguarda gli attacchi alle palme da parte del punteruolo rosso. Preoccupazione (ma anche contromisure efficaci) da parte del Conaf (Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali) che per debellare il problema del punteruolo rosso della palma (un coleottero curculionide, originario dell'Asia, micidiale parassita di molte specie di palme) sottolinea quanto sia necessario fare prevenzione, così da anticipare l’attacco e salvare le piante.

Nei prossimi mesi, intanto, il Conaf – come è stato annunciato oggi a Roma in occasione dell’Assemblea nazionale degli ordini provinciali – organizzerà un convegno scientifico di carattere nazionale, 'con l‘obiettivo di giungere ad una soluzione definitiva – ha detto il presidente Conaf, Andrea Sisti - che debelli il problema del punteruolo rosso delle palme, a vantaggio del verde urbano di tutta Italia'.

Oltre ad un doppio intervento da eseguire al tronco e alle foglie, è necessario agire nei tempi giusti: 'In passato gli attacchi si verificavano nel periodo giugno-luglio – precisa Giovanni Chiofalo, coordinatore del Dipartimento Verde Urbano del Conafadesso a settembre-ottobre, a causa dell’innalzamento medio delle temperature. Abbiamo monitorato l’evolversi degli attacchi del punteruolo rosso in molte località siciliane ed anche in altre città italiane (Genova Roma, Lago di Garda, etc.), con un campione di 110 piante, riscontrando risultati positivi grazie agli interventi eseguiti a fine luglio-metà agosto, proprio perché siamo riusciti ad anticipare gli attacchi di settembre'. Fra la fine di agosto e gli inizi di settembre – assicura il Conaf – arrivano le larve; quello è il momento di intervenire: 'Con l’endoterapia – aggiunge Chiofalo -, un sistema di difesa del verde urbano che permette la eliminazione di insetti nocivi senza disperdere prodotti chimici nell'ambiente, attraverso un apposito strumento abbiamo iniettato nel fusto della palma, a 80 centimetri da terra, un insetticida che non è dannoso per la pianta ma che uccide la larva del punteruolo. Il trattamento (costo 120 euro per intervento) si effettua con un trapano che penetra nel tronco, quindi attraverso dei piccoli tubi si inietta l’insetticida'.

Contemporaneamente è da utilizzare il metodo a pioggia: 'Spruzzando una soluzione antiparassitaria - prosegue il dottore agronomo Giovanni Chiofalo – si agisce anche sulle foglie della palma, per avere così un intervento completo ed efficace anche sulla chioma, per combattere il punteruolo rosso adulto ed evitare la deposizione delle uova. I trattamenti vanno eseguiti dalla metà di giugno ogni settimana, e non una volta ogni tre settimane come avveniva in passato. Il costo di ogni trattamento del genere è di 200 euro a pianta'. Il Conaf sottolinea come il punteruolo rosso attacchi ormai anche altre piante, come ad esempio il Chamaerops (conosciuta anche come palma umana).

Fonte: Conaf
Alcuni testi per meglio conoscere le palme:

venerdì 26 novembre 2010

Punteruolo rosso: In arrivo il "naso elettronico" che permetterebbe di individuare le infestazioni delle palme già nelle prime fasi di attacco.

 Il centro studi e ricerche di Sanremo ha presentato il Progetto Palmis - Palme in sicurezza.
Tale progetto prosegue la precedente Iniziativa dell'Università di Palermo: "adotta una trappola" per contrastare e combattere le infestazioni.

Si tratta di un rilevatore di odori che permetterebbe di individuare le infestazioni alle palme nelle prime fasi di attacco del punteruolo rosso.
Lo studio delle palme, nell’ambito della VI Biennale europea, ha aperto nuovi orizzonti alla ricerca grazie agli interventi di carattere tecnico e biomeccanico presentati: il Progetto PALM.I.S. – Palme in Sicurezza - e i risultati di ricerche effettuate sul metodo del VPA strumentale, la tomografia sonica, la tomografia di conducibilità elettrica e il naso elettronico.
Si tratta dell’individuazione del rischio di schianto nelle palme, attraverso un’indagine visiva approfondita – il VPA Visual Palm Assessment – basata sui dati rilasciati da strumentazione sofisticata.

Dal momento che le palme, a differenza delle degli alberi, non ci trasmettono con facilità il loro stato di salute attraverso segnali esteriori, la tomografia sonica (che indaga la densità del legno) e quella di conducibilità elettrica (che ne misura la qualità) mirano ad indagare nell’intimità dei monocotiledoni, segnalandoci possibili fratture e cavità che ne compromettono la stabilità. Il tutto per una maggiore sicurezza pubblica, oltre che un intervento di cura rapido.

E’ però il naso elettronico la grande novità dei Dies palmarum 2010. Si tratta di un ‘rilevatore’ di odori che riesce a scoprire ‘fiutando’ la presenza del Punteruolo rosso nascosto all’interno della palma. Il ‘naso elettronico’ permetterebbe di individuare le infestazioni già nelle prime fasi di attacco quando ancora non sono comparsi segnali esteriori sulle foglie o il capitello.

Simile a un contatore, il naso elettronico è stato recentemente testato a Sanremo presso la serra sperimentale del Centro studi e ricerche per le palme ad opera della Coop. Demetra guidata da Gabriele Villa e Letizia Pozzi. L’apparecchio memorizza l’odore della palma infestata dal rincoforo ed è in grado di segnalare il riconoscimento della sua presenza nelle altre.

Ha commentato Claudio Littardi, ricercatore  del Centro studi e ricerche delle palme di Sanremo,
"La ricerca a Sanremo continua, grazie ai rosei orizzonti aperti dalla tomografia sonica e elettrica, che accoppiate ci daranno un quadro della stabilità della palma più dettagliato, mentre il naso che fiuta la presenza del parassita ci permetterà di intervenire in modo tempestivo”.

Per informazioni: Centro studi e Ricerche per le palme di Sanremo, tel. 349-8362307.

Fonte: http://agronotizie.imagelinenetwork.com/

lunedì 30 agosto 2010

Pleione, un'orchidea di facile coltivazione dal fiore spettacolare e magari anche profumato. Dedichiamole un angolo del nostro giardino o del balcone.

Parecchie voci relative alla coltivazione delle orchidee, sono false e tendenziose, ad esempio si crede che tutte le varietà richiedano situazioni climatiche particolari, tipo habitat tropicali: per cui ci si immagina di dover trasformare il bagno di casa in un angolo di foresta pluviale!
Oppure si pensa ad una preziosa serra riscaldata e in ferro battuto tipo stile vittoriano. Tutte cose fattibili, ma certo non necessarie.

In realtà possiamo prenderci la soddisfazione di veder fiorire una bella orchidea dal fiore spettacolare e magari anche profumato, semplicemente dedicandole un angolo del nostro giardino o del balcone.

Il genere dei Pleione, che comprende non più di una ventina di specie s’inserisce a pieno titolo in questa descrizione.


Descrizione:

Sono orchidee semplici, ma spettacolari. Crescono in una grande varietà di habitat montani, ad altitudini che vanno dai 600 ai 3000 metri, dal Nepal alla Cina; aree fredde in cui le quattro stagioni sono ben distinte e c’è una marcata escursione termica tra l’inverno e la primavera. Sono infatti piante resistenti a brevi gelate e alla neve.

Il ciclo vegetativo è annuale, dopo la fioritura primaverile le foglie ingialliscono e seccano, dando così il via a un periodo di dormienza, durante il quale la pianta entra in uno stato di vita latente, simile al letargo degli animali.

In natura crescono come orchidee terricole o come epifite, si trovano ancorate a strati di muschio o a tronchi marcescenti e danno origine, in primavera o in autunno, a grandi fiori, singoli o a coppie.

La parte aerea del Pleione è costituita da pseudobulbi, formazioni ovoidali turgide, verdi o porpora, ancorate alle radici, alti in genere 3-4cm e larghi 1,5-2cm, che servono da riserva degli elementi nutritivi necessari allo sviluppo della pianta. Dagli pseudobulbi si sviluppano le foglie e gli steli fiorali. Alcuni Pleione, come la formosana, producono diversi bulbilli sulla sommità dello pseudobulbo che col tempo si sviluppano, raggiungendo discrete dimensioni e che possono essere staccati e coltivati in un substrato umido, dove radicheranno.

Nelle specie a fioritura primaverile, lo pseudobulbo dà origine a un nuovo getto che crescendo rompe la guaina che lo racchiude alla nascita e dal quale nasceranno il fiore e le foglie, mentre le specie che fioriscono in autunno generano un getto che inizia a svilupparsi quando viene prodotto il fiore e che rimane in uno stato di senescenza durante tutto l’inverno, per ricominciare poi a crescere col l’arrivo dei primi tepori primaverili.

Il riposo invernale a basse temperature è fondamentale, infatti, come nel caso di molte altre orchidee, è proprio l’escursione termica a dare alla pianta l’input necessario alla ripresa vegetativa.


Coltivazione:

I Pleione sono orchidee con poche pretese, la loro coltivazione è adatta a tutti, purché si voglia loro riservare qualche vaso o un fazzoletto di giardino.

E’ una specie adatta ai climi freddi del Nord e Centro Italia.

Le piante, se coltivate correttamente, producono ogni anno in media due nuovi getti, mentre gli pseudobulbi più vecchi si raggrinziscono e muoiono.

Il substrato più adatto è misto, ricco di humus ma molto ben areato e drenante. E’ importante che sia sempre umido durante il periodo vegetativo, mentre durante i mesi invernali le annaffiature vanno molto diradate e poi sospese, per evitare i marciumi che comprometterebbero la salute dell’intera pianta.

Moltilplicazione:

La moltiplicazione avviene per divisione degli pseudobulbi durante il periodo di riposo, quando raggiungono il massimo sviluppo e un numero sufficiente.

Nella tarda primavera, quando i fiori iniziano ad appassire, è il momento in cui si sviluppano maggiormente le radici, che quindi necessitano di un substrato umido ma non madido. E’ sufficiente dare poca acqua, ma in modo costante. Durante l’estate, quando ormai le radici avranno completato la maggior parte del loro sviluppo, sarà necessario aumentare la quantità d’acqua. Questo è chiaro se si pensa che le zone di origine del Pleione sono attraversate dal monsone durante la tarda primavera e l’estate.

Per le annaffiature l’ideale sarebbe poter usare acqua piovana o acqua purificata per osmosi (quella che si usa per gli acquari), mentre quella del rubinetto potrà andare bene se non troppo dura.

La pioggia diretta rimane la cosa migliore e soprattutto la più amata dai Pleione!

Concimazione:

I Pleione necessitano di essere fertilizzati regolarmente, ma in piccole dosi, durante il periodo di vegetazione, fino a quando le foglie non seccheranno. Le piante, essendo in pieno esploit vegetativo, utilizzerà una parte degli elementi nutritivi al momento, per la crescita e la fioritura della stagione corrente, mentre il resto verrà immagazzinato negli pseudobulbi, a garanzia dello sviluppo della stagione successiva.

Somministrare un prodotto liquido bilanciato una volta alla settimana, ad un terzo della quantità indicata sulla confezione, è la modalità raccomandata da Paul Cumbleton, coltivatore ed esperto di Pleione. Per precisione, il Sig. Cumbleton consiglia di iniziare con una formulazione più alta in azoto per ottenere un buon sviluppo della foglia e di passare poi a un regime equilibrato nel corso della stagione vegetativa.

Fonte: Il Giardino Fiorito

lunedì 7 giugno 2010

SOS salviamo i coralli, sperimentata una nuova tecnica, una sorta di giardinaggio marino, basta trapiantare rametti di corallo rotti sulle barriere coralline e presto si riprodurranno.

Le barriere coralline del mondo sono a richio estinzione, cominceranno a disintegrarsi entro la fine del secolo, come conseguenza dell'aumento di anidride carbonica che rende gli oceani più acidi. L'allarme è stato lanciato dagli scienziati che hanno identificato il 'punto di non ritorno' dell'ecosistema dei coralli, ovvero il momento in cui la capacità delle barriere di rigenerarsi verrà sorpassata dalla velocità con cui si disgregano.

Tra i numerosi rimedi che sono stati ipotizzati o messi in campo per la salvaguardia delle barriere è stata prospettata una soluzione semplice ed economica per tenerle in vita rigogliose. Si tratta di una sorta di giardinaggio marino: basta trapiantare rametti di corallo rotti sulle barriere coralline e questi nel giro di qualche anno formeranno nuovi grandi coralli adulti, del tutto reintegrati nella barriera.

Questa tecnica è stata testata con successo al largo delle Isole Vergini britanniche le cui barriere coralline sono messe a dura prova dalle tempeste. Non serve essere un giardiniere esperto per sapere che piantando un rametto rotto ne può nascere una nuova pianta grande e rigogliosa: il rametto (o talea) interrato emette radici e genera un nuovo individuo.
Gli esperti hanno provato a fare lo stesso con pezzi di corallo: hanno 'piantato' rametti di corallo danneggiati, scoprendo nel giro di pochi mesi molte di queste microcolonie 'attecchiscono' a perfezione e in alcuni anni riescono a formare nuovi grandi banchi corallini.

Le barriere coralline attualmente sono condannate a scomparire quasi totalmente, considerando che la loro salute è legata alla crescita delle temperature e all'acidificazione degli oceani, oltre che allo sviluppo delle coste, all'eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche e all'inquinamento.
Dal 1950 è già scomparso il 20% delle barriere coralline, un altro 20% è a rischio di collasso, mentre il 58% è minacciato dalle attività umane (di cui l'80% nel Sudest asiatico).

Fonte: ANSA

sabato 17 aprile 2010

Le mostre di piante e fiori, gli appuntamenti del mese di Aprile

Aprile è un mese ricchissimo di appuntamento dedicati a  fiori, piante ma anche ai prodotti dell’orto e a tutto ciò che fa giardinaggio e vita all’aria aperta.

Tante le mostre in molte località della penisola dal nord alle isole, spesso realizzati in ambienti particolarmente suggestivi per la loro storia o il loro fascino naturalistico.
 
Gerani, perenni, rose …
Messer Tulipano http://www.castellodipralormo.com/

fino al 2 Maggio-Castello di Pralormo, Pralormo (TO)
La fioritura di decine di migliaia di tulipani e narcisi olandesi, rinnovata ogni anno con l’impianto di nuove varietà. Un percorso tematico che in quest’edizione tocca la vista e il colore, offrendo oltre le fioriture anche le farfalle della serra, la fauna del bosco, ill giardino delle piante tintorie e le illusioni ottiche proposte nell’Orangerie.

Festa dei fiori vivaci
16 – 18 aprile - Casalborgone (TO)
Mostra mercato delle erbacee perenni a fioritura primaverile. All´esordio della primavera per assistere al risveglio dei fiori vivaci, per sceglier le nuove varietà da regalare al vostro giardino.1000 entità botaniche in esposizione. Tra i generi in fioritura: Anemone, Aquilegia, Bergenia, Dicentra, Dodecatheon, Doronicum, Euphorbia, Fritillaria, Geum, Iberis, Myosotis, Phlox, Polemonium, Primula, Pulsatilla, Veronica, Viola.
http://www.gorraonline.it/

Este in Fiore
16 – 18 aprile - Este (PD)
Giardini per crescere sarà il titolo della nona edizione di questa consolidata rassegna. Come sempre, per un intero weekend i viali del trecentesco castello carrarese, celebrato anche per il suo roseto e gli alberi monumentali, e lo stesso centro storico si riempiranno di collezioni botaniche di tanti qualificati espositori provenienti da tutta Italia.
http://www.esteinfiore.it/

Dall’ orto amatoriale alle composizioni floreali
Orti e Horti
16 – 18 aprile - S. Ilario di Lastra a Signa (FI)
Seconda edizione dell’appuntamento primaverile dedicato all’orto amatoriale organizzato al Parco Vivai Belfiore, dove trovare, tra l’ altro, sementi di ortaggi insoliti rari o dimenticati, editoria specializzata, laboratori didattici, artigianato. E inoltre per l’edizione 2010 corsi di acquerello botanico.
http://www.vivaibelfiore.it/

Mostra della Minerva
16 – 18 aprile - Villa Comunale di Salerno
La Mostra della Minerva è organizzata dal Comune di Salerno e dall’Associazione Hortus Magnus; dopo il tradizionale Convegno che funge da apertura la Mostra Mercato nella splendida cornice della Villa comunale.
http://www.hortusmagnus.it/

I Fiori nella Rocca
17- 18 aprile - Lonato del Garda (BS)
La straordinaria cornice della Rocca visconteo-veneta di Lonato del Garda ospiterà la terza edizione della mostra mercato di piante rare ideata dal Garden Club di Brescia che ha voluto così rinnovare ed ampliare il tradizionale Concorso Internazionale di composizione floreale organizzato a Brescia,
http://www.fiorinellarocca.it/

Horti Tergestini
17 – 18 aprile - Trieste
Quinta edizione della mostra mercato di piante e arredi per il giardino, esposizioni artistiche,
presentazioni di libri, conferenze e altri eventi sul tema del verde realizzata nel parco di San Giovanni.
http://www.hortitergestini.it/

Primavera alla Landriana
23 – 25 Aprile - Tor San Lorenzo, Ardea (RM)
Mostra mercato del giardinaggio di qualità: piante insolite e rare, alberi, fiori, bulbi, attrezzi, vasi, libri, arredamento da giardino e complemento d’arredo...
http://www.aldobrandini.it/

Il Giardino di Delizia
24 – 25 aprile - Bogliaco di Gargnano (BS)
Come sempre i vari settori espositivi, disposti tra le antiche limonaie, pongono attenzione alla tradizione giardinistica del lago, alle nuove tendenze culturali, al recupero ed alla diffusione di specie rare con piante da fiore, da frutto, aromatiche, da ombra e da topiaria coltivate dai più esclusivi ed appassionati produttori.
http://www.ilgiardinodidelizia.it/

Nel Segno del Giglio
23 – 25 aprile - Colorno (PR)
Colorno e il suo magnifico Parco delle Reggia si apprestano all’edizione numero 17 di una mostra mercato che è ormai di riferimento in Italia e che ha saputo tessere anche importanti collegamenti con analoghe manifestazioni in Europa, primo fra tutti quello con “Les journees des plantes de Courson”, mostra che da anni è gemmellata con questa di Colorno
http://www.comune.colorno.pr.it/

Tre giorni per il giardino
29 aprile – 2 maggio - Castello di Masino, Caravino (To)
Appuntamento con la diciannovesima edizione della “Tre giorni per il giardino”, la manifestazione floro-vivaistica nazionale per giardini e terrazzi, organizzata dal FAI – Fondo Ambiente Italiano sotto l’accurata regia dell’architetto Paolo Pejrone, fondatore e Presidente dell’Accademia Piemontese del Giardino. Un “ponte” fiorito che anche quest’anno durerà ben quattro giorni, durante i quali oltre 130 vivaisti italiani e stranieri accuratamente selezionati metteranno in mostra le loro collezioni e novità.
http://www.fondoambiente.it/

Primavera in Valnerina
30 aprile – 2 maggio - Sant’Anatolia di Narco (PG)
Mostra mercato dedicata al florovivaismo e al giardinaggio 7ª edizione di Primavera in Valnerina..
http://www.comunesantanatolia.it/


Orchidee, succulente e officinali
Orchidee in Centro
23 – 25 aprile - Monte Porzio Catone (RM)
Nell’ambito del mondo orchidofilo l’evento, giunto alla sua XV edizione, è divenuto sempre più ambito, perché, unico nel suo genere, non rispecchia gli schemi canonici di altri congressi mondiali ma offre una vetrina internazionale di novità in una cornice mai statica.
http://www.comune.monteporziocatone.rm.it/

Meristema
23 – 25 aprile - Ischia, (NA)
I Giardini Ravino di Ischia, nella cornice di un parco botanico tropical-mediterraneo, organizzano la terza edizione della mostra-mercato di piante succulente rare, contestualmente a un convegno che quest’anno avrà come titolo Forma e metamorfosi: la trama creatrice della vita. La botanica secondo Goethe.
http://www.ravino.it/

SalusErbe
24 – 25 aprile - Saludecio (RN)
La XXII edizione di Saluserbe si svolgerà come tradizione nel centro storico che, nelle due giornate di festa, offrirà ai suoi visitatori un programma ampio con incontri e dibattiti, mostre d'arte dedicate alla natura ed esposizioni di pittura botanica nei palazzi storici più rappresentativi, e dimostrazioni di lavori artigiani.
http://www.saluserbe.ottocentofestivalsaludecio.it/

domenica 7 febbraio 2010

attenzione ai pollini invernali, si sviluppano nei periodi freddi, da febbraio a metà marzo.

Nonostante siamo abituati a immaginare le allergie come patologie legate alla polvere di casa e soprattutto a quelle della primavera, ai pollini di graminacee, di olivo, di paritaria, facilmente individuabili proprio per la stagionalità tipica (aprile-giugno),  da qualche tempo vi sono altri insidiosi allergeni che si sviluppano nei periodi freddi e soprattutto da metà febbraio a fine marzo.

Stiamo parlando  dei pollini delle cupressacee, una grande famiglia della specie delle conifere a cui fanno parte:  il cipresso comune, la thuia e altre nuove specie importate da alcuni anni in Italia quali il cedro e il cedro giapponese.

Segue la famiglia dei ginepri che comprende diversi tipi di alberi con pollini simili dal punto di vista allergenico. Tutte queste piante si riconoscono per le tipiche foglie accartocciate come quelle del cipresso e per la formazione di bacche.

Questa famiglia di piante e' in grado di emettere migliaia di pollini al giorno e sono necessari quaranta o cinquanta pollini per metro cubo per scatenare, nei soggetti sensibili, l'allergia.

Il fenomeno allergico negli ultimi tempi e' in forte aumento. Il motivo e' dato dal fatto che molte delle suddette piante hanno trovato facile adattabilita' nelle nostre citta',  molte di esse cosiddette "esotiche", e quindi importate, vengono usate per l'abbellimento dei giardini e dei parchi, ma principalmente come siepi e soprattutto bordature.

I sintomi purtroppo spesso si confondono con quelli delle comuni virosi (raffreddori) facili in questo periodo: bruciore degli occhi, prurito del naso, rinorrea, starnuti, tosse, e qualche volta «respiro sibilante». Ma il normale raffreddore dura pochi giorni, l'allergia si prolunga e spesso è accompagnata da una classica iperemia del volto (arrossamento e bruciore). In questi casi è consigliabile praticare le prove allergologiche cutanee presso uno specialista.


La cura farmacologica ben condotta può facilmente dominare i sintomi. Raramente si sviluppa l'asma. Qualora fosse necessario, sempre su consiglio dello specialista, si può oggi praticare con sicurezza il vaccino per via infettiva e per via sublinguale.


Fonte: www.ilgiornale.it/

giovedì 20 agosto 2009

Pianta carnivora in grado di divorare un topo e' stata scoperta da un gruppo di ricercatori del Regno Unito

E' stata scoperta, da un gruppo di biologi inglesi, una delle più grandi piante carnivore esistenti al mondo. La pianta e' stat individuata a Palawan, nella zona centrale dell'arcipelago delle Filippine, è stata battezzata Nepenthes Attemboroughii essa è in grado di mangiare piccoli animali.
Raggiunge i 30 centimetri di diametro, ha la forma di una coppa piena di acqua e di enzimi acidi per la digestione della sfortunata vittima.

Con la stessa tattica di altre piante carnivore, attrae infatti il suo pasto emettendo un odore dolciastro: una volta che la preda è caduta nella coppa digestiva non può più uscire a causa delle pareti scivolose e affoga. In seguito viene lentamente digerita.

Nel corso della sua esplorazione la spedizione britannica ha scoperto oltre 20 nuove specie di piante carnivore e ha rinvenuto esemplari di altre due che si credevano scomparse nel bombardamento di Manila durante la Seconda guerra mondiale, quando fu distrutto l'Herbarium nazionale delle Filippine.


domenica 12 luglio 2009

Le piante esotiche invadono sempre piu' il nostro territorio

Stiamo parlando di piante provenienti dai piu' svariati paesi del globo e giunte in Italia dopo viaggi «clandestini» a bordo delle navi, dei treni, o dei camion. Anche i volatili che trasmigrano trasportano i semi nell’intestino e li depositano al suolo con le loro deiezioni. Spesso sono state importate dall’uomo, con funzione ornamentale per parchi e giardini e in seguito ne ha perso il controllo.

Sono le piante esotiche che da tempo, con un’accelerazione negli ultimi anni, contendono il terreno alla biodiversità della nostra flora e in qualche caso aumentano la sfilza delle reazioni allergiche (vedi l’«Ambrosia artemisifolia»).

L’introduzione di specie esotiche invasive è considerata una delle più preoccupanti cause di riduzione e di minaccia della biodiversità a livello mondiale.

Buona parte di queste nuove piante arrivano prevalentemente dagli Stati Uniti (il 37,2% ) e dall’Asia (24,3). In misura minore dal resto dell’Europa (8,5%), dai Paesi dell’area mediterranea (4,6), dall’Africa. Un 3,5% è di «origine incerta».

Alcune hanno fatto capolino più o meno spontaneamente nei secoli scorsi: è il caso della «robinia», della «quercia rossa», del «ciliegio tardivo» e dell’«ailanto». Altre, come la «Solanum carolinense» originaria del Nord America, si sono affacciate negli ultimi anni. La gran parte, dopo un periodo di colonizzazione al rallentatore, esplodono di botto recuperando in pochi anni il tempo perduto.

In questa partita non ci sono superstiti: impossibile la convivenza con la flora locale; difficile, se non impossibile, la prevenzione. L’abbandono dei boschi, come la scarsa manutenzione lungo le strade o le aste fluviali, determinano l’habitat ideale in cui gli intrusi mettono radici. La «tropicalizzazione» del clima, confacente a molte specie, fa il resto.

Fonte: La Stampa
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