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lunedì 27 gennaio 2014

8 modi top per uccidere una pianta d'appartamento






Nessuno propone di uccidere una pianta d'appartamento, ma molte piante d'appartamento periscono per eccesso di gentilezza. Fare giardinaggio in casa vuol dire agire in un clima artificiale per cui per tutte le piante sarà necessario un periodo di adattamento. Aspettiamo di veder cadere alcune foglie prima di prendere provvedimenti.

La cosa migliore che puoi fare per le tue piante d'appartamento è di imparare qualcosa seguendo le loro condizioni di crescita e di mantenere quelle condizioni il più possibile. Se noti che sta sorgendo un qualche problema, agire in fretta.

Ed ecco alcuni modi infallibili per uccidere le vostre piante d'appartamento:


1 - Eccesso di acqua 

Il primo assassino delle piante d'appartamento è l'eccesso di irrigazione. Le piante assorbono l'aria attraverso le loro radici e se il terreno è costantemente bagnato, non possono farlo. Incoraggiando il marciume radicale, che può uccidere una pianta d'appartamento.
Non innaffiare automaticamente tutte le piante d'appartamento. Verificare che il terreno, per almeno un centimetro di profondità sia asciutto prima di dare altra acqua. Verificare che l'acqua in eccesso fuoriesca dai fori di drenaggio sul fondo del vaso, questo evita il ristagno.


2 - Accumulo di sale nel terreno

Dare ad ogni pianta un vaso di dimensione sufficiente e verificare che il terriccio utilizzato e la quantità di acqua non favorisca il ristagno che possa portare ad accumulo di sale nel terreno. Anche l'esterno del vaso potrebbe produrre una specie di muffa bianca che si sbriciola al tatto. Non è solo sgradevole a vedere e oltre che danneggiare il contenitore, danneggia anche la pianta che contiene.

Il sale in eccesso può inibire la crescita delle piante. Le piante coltivate in contenitori devono già fare i conti con una quantità limitata di terreno se poi c'è troppo sale il tutto si rifletterà nella crescita e sul vigore della vegetazione.


3 - Scarsa umidità 

Tutti abbiamo notato cosa provoca una bassa umidità sulla nostra pelle, la rende secca e arida. Beh, anche per le piante succede la stessa cosa soprattutto durante l'inverno. Provate a immaginare l'impatto su una pianta che viveva all'aperto, un paio di settimane prima. Si può notare in primo luogo il problema della bruciatura sulle punte delle foglie.

Assicurare alle vostre piante d'appartamento l'umidità di cui hanno bisogno. Se la vostra casa tende ad avere un clima secco, è possibile aumentare l'umidità intorno alle vostre piante d'appartamento mettendo un sottovaso con della ghiaia, riempiendolo di acqua fino a lambire il vaso della pianta. Non lasciate che le vostre piante restino immerse direttamente in acqua o si creerà tutto un altro problema.


4 - Luce insufficiente

Le piante che non raggiungono la quantità di luce di cui hanno bisogno hanno un colorito pallido, piuttosto che una crescita verde e le nuove foglie o i nuovi getti hanno uno sviluppo esile. Si può inoltre notare che le nuove foglie sono più piccole del solito. Se questo accade, spostare la pianta in un luogo più soleggiato, andare per tentativi.

Solo le piante su cui è specificato il sole diretto, come Ciclamino, gardenia, geranio e altre piante d'appartamento coltivate per i loro fiori, devono essere situati in una finestra rivolta a sud. Piante di scarsa illuminazione, come Pothos e Philodendron, staranno bene se messi in una stanza dove la luce solare li raggiunge in maniera indiretta.
Ricordarsi che le piante rallentano i processi di crescita durante l'inverno e una luce brillante nel centro della stanza dovrebbe essere sufficiente.


5 - Correnti d'aria 

La maggior parte delle piante d'appartamento sono felici di stare alle stesse temperature degli esseri umani. Riescono a gestire la lieve flessione della temperatura, la sera, quando fa meno caldo. Quello che spesso non sono in grado di gestire è l'esposizione a correnti d'aria fredda. riservando un angolo al coperto, in particolare con piante tropicali o in fioritura, vicino a una porta frequentemente aperta verso l'esterno o troppo vicino ad una finestra con scarso isolamento si avrà lo stesso effetto di lasciare la pianta non protetta all'esterno. Si noterà probabilmente prima cadere alcune foglie dando l'impressione come se la pianta abbia bisogno di acqua, quando in realtà ha bisogno di calore. La ripetuta o prolungata esposizione a temperature fredde può uccidere una pianta d'appartamento.


6 - Esposizione a fonti di calore

Molti giardinieri pensano che stanno facendo alle loro piante d'appartamento un favore mettendoli in un posto caldo. Posizionando la pianta d'appartamento vicino ad una fonte diretta di calore, come un radiatore o una conduttura, non solo farà friggere la vostra pianta, farà anche accelerare la disidratazione. Alcune posizioni non sono ovviamente buone, ma a volte la scelta dei luoghi sono limitate. Anche se siete diligenti ad annaffiare il terreno, il fogliame diventerà rapidamente essiccato. Mettete sempre una separazione tra la pianta e la fonte di calore, per esempio una tavola di legno.


7 - Parassiti 

Gli insetti si moltiplicano molto rapidamente al chiuso. In casa non ci sono predatori naturali per tenere gli insetti sotto controllo, quindi bisogna essere molto diligente circa il controllo dei sintomi. Tenete d'occhio le foglie che diventano scolorite o arricciato. Imparate ad individuare i parassiti più comuni delle piante d'appartamento quali: acari, cocciniglie, afidi ecc....


8 - Eccesso di radici 

Prima o poi per una sana crescita della pianta d'appartamento, anche il suo vaso è destinato a crescere. Quando una pianta diventa troppo grande per il suo vaso e in proporzione le radici sono più della terra, la pianta va in sofferenza. Questo è un problema facile da risolvere. Ripianta la tua pianta d'appartamento in un vaso di uno o due pollici più grande. Non allargare troppo il vaso, perchè troppo terreno significa che le radici saranno in condizioni di maggiore umidità e potrebbero a marcire. Questo è un buon momento per rinfrescare il terreno e magari aggiungere del concime a lenta cessione.

In alcune occasioni si potrebbe optare per una potatura delle radici e cambiare una parte di terreno con quello fresco, é una operazione delicata da fare solo se si è competenti.



lunedì 26 settembre 2011

Prendersi cura delle piante grasse fiorite




Le piante grasse vengono spesso classificate come piante spinose, eppure tra le diverse varietà esistono quelle che periodicamente fioriscono. Alcune presentano grossi fiori colorati altre hanno una fioritura quasi insignificante.
Le piante grasse con fiore fioricono soprattutto nel periodo primaverile ed estivo. E quindi necessario prepararle, da fine inverno fino a primavera, arricchendo il terreno con concimi ricchi di fosforo e potassio  per favorire il risveglio della vegetazione.

LUCE
Le piante grasse sono originarie dei luoghi desertici e soleggiati (come l’Africa, l’America, e l’Asia),
per cui, alle nostre latitudini, potrebbero soffrire di una adeguata quantità di luce.
Per aiutarle bisogna posizionare le nostre piante in luoghi illuminati: vicino alle finestre, in angoli riparati del balcone o addirittura costruirsi una mini serra da esporre a piena luce.

INNAFFIARE
Le piante grasse si adeguano a periodi di siccità alternati a periodi di piogge continue.
Per cui, cercando di ricreare questo microclima anche nelle nostre case, bisogna limitare l’acqua durante la stagione invernale ed aumentare l’annaffiatura in primavera ed in estate ovvero durante il periodo della fioritura.
Non bisogna esagerare con le quantità di acqua, infatti parecchie piante in queste condizioni sono soggetti a marcire per cui diventano irrecuperabili.

PARASSITI
Un altro utile accorgimento è quello di proteggere le piante grasse con fiori, dai parassiti e dai funghi, che per questa tipologia di piante sono rappresentate dalle cocciniglie, ovvero dei parassiti che si nutrono della linfa di queste piante attaccando le loro radici.
Se si notassero attacchi di parassiti o muffe agire tempestivamente con specifici prodotti in vendita nei garden center o centri commerciali.

Alcuni manuali per la cura delle piante grasse:

venerdì 26 novembre 2010

Punteruolo rosso: In arrivo il "naso elettronico" che permetterebbe di individuare le infestazioni delle palme già nelle prime fasi di attacco.

 Il centro studi e ricerche di Sanremo ha presentato il Progetto Palmis - Palme in sicurezza.
Tale progetto prosegue la precedente Iniziativa dell'Università di Palermo: "adotta una trappola" per contrastare e combattere le infestazioni.

Si tratta di un rilevatore di odori che permetterebbe di individuare le infestazioni alle palme nelle prime fasi di attacco del punteruolo rosso.
Lo studio delle palme, nell’ambito della VI Biennale europea, ha aperto nuovi orizzonti alla ricerca grazie agli interventi di carattere tecnico e biomeccanico presentati: il Progetto PALM.I.S. – Palme in Sicurezza - e i risultati di ricerche effettuate sul metodo del VPA strumentale, la tomografia sonica, la tomografia di conducibilità elettrica e il naso elettronico.
Si tratta dell’individuazione del rischio di schianto nelle palme, attraverso un’indagine visiva approfondita – il VPA Visual Palm Assessment – basata sui dati rilasciati da strumentazione sofisticata.

Dal momento che le palme, a differenza delle degli alberi, non ci trasmettono con facilità il loro stato di salute attraverso segnali esteriori, la tomografia sonica (che indaga la densità del legno) e quella di conducibilità elettrica (che ne misura la qualità) mirano ad indagare nell’intimità dei monocotiledoni, segnalandoci possibili fratture e cavità che ne compromettono la stabilità. Il tutto per una maggiore sicurezza pubblica, oltre che un intervento di cura rapido.

E’ però il naso elettronico la grande novità dei Dies palmarum 2010. Si tratta di un ‘rilevatore’ di odori che riesce a scoprire ‘fiutando’ la presenza del Punteruolo rosso nascosto all’interno della palma. Il ‘naso elettronico’ permetterebbe di individuare le infestazioni già nelle prime fasi di attacco quando ancora non sono comparsi segnali esteriori sulle foglie o il capitello.

Simile a un contatore, il naso elettronico è stato recentemente testato a Sanremo presso la serra sperimentale del Centro studi e ricerche per le palme ad opera della Coop. Demetra guidata da Gabriele Villa e Letizia Pozzi. L’apparecchio memorizza l’odore della palma infestata dal rincoforo ed è in grado di segnalare il riconoscimento della sua presenza nelle altre.

Ha commentato Claudio Littardi, ricercatore  del Centro studi e ricerche delle palme di Sanremo,
"La ricerca a Sanremo continua, grazie ai rosei orizzonti aperti dalla tomografia sonica e elettrica, che accoppiate ci daranno un quadro della stabilità della palma più dettagliato, mentre il naso che fiuta la presenza del parassita ci permetterà di intervenire in modo tempestivo”.

Per informazioni: Centro studi e Ricerche per le palme di Sanremo, tel. 349-8362307.

Fonte: http://agronotizie.imagelinenetwork.com/

lunedì 21 giugno 2010

Pelargonio: malattie e parassiti, pur essendo una pianta molto robusta, viene colpito da alcune patologie. Vediamo quali sono le più comuni e come combatterle.

Alcuni batteri, e specialmente Xanthomonas pelargonii, Agrobacterium tumefaciens e Corynebacterium fascians, possono insediarsi sulle piante di geranio.

Il primo si manifesta con piccole macchie rotondeggianti sulle foglie, dapprima chiare e poi scure, il margine secca e in seguito dissecca tutto il lembo fogliare.

Il secondo batterio provoca la formazione di tumori alla base delle talee e il terzo la proliferazione di piccoli germogli biancastri a livello del terreno sul colletto delle piante.

Il taleaggio è l'operazione ideale attraverso la quale i batteri possono introdursi. Un'accurata disinfezione delle talee, prima della piantagione, è quindi indispensabile, utilizzando sali di rame o prodotti equivalenti.

Marciumi delle piantine

Può accadere che talee da poco radicate e giovani piante presentino la zona del colletto imbrunita e marcescente. Responsabili sono per solito alcuni funghi ubiquitari (Pythium sp., Fusarium sp.) che si trovano sempre come saprofiti sulla sostanza organica in decomposizione, letame, foglie ecc.

Oltre la disinfezione del terriccio usato per la radicazione delle talee (deve essere molto sciolto e povero di sostanza organica) si consiglia di annaffiare lo stretto necessario nel primo periodo e di spargere sul terreno una polvere anticrittogamica, giacché il male tende ad estendersi "a macchia d'olio".
Virosi

Se sulle foglie compaiono zone gialle lungo le nervature, oppure anelli chiari e tacche necrotiche con alone verde chiaro, è probabile che ci si trovi di fronte a qualche malattia da virus. Uguale causa hanno gli arricciamenti e la deformazione dei bordo fogliare, il nanismo delle piante e il disseccamento degli apici vegetativi.

Contro tutte le malattie da virus non si può agire che con pratiche preventive che valgano a preservare le nuove piante da possibili contaminazioni.

Così si raccomanda di distruggere tutte le piante sospettate d'essere infette e di fare bene attenzione nel prelevare le talee destinate alla moltiplicazione, distruggendo senza esitazione tutto il materiale scartato.

Macchie gialle e foglie accartocciate da virosi
Ruggine

Molto facile da riconoscere, la ruggine si presenta con macchie tondeggianti isolate o confluenti sulle foglie; il lembo secca in parte o totalmente, mentre sulla pagina inferiore si formano pustole rugginose nerastre polverulente (Puccinia pelargonii zonalis).

Contro questa malattia si propone l'intervento con ditiocarbammati in polvere o in sospensione acquosa (zineb, maneb, ziram, ecc.). Anche altri composti organici o d'origine mista (cuprorganici) hanno una buona efficacia.




Maculature fogliari diverse

I medesimi prodotti sono pure utili per prevenire e combattere altri miceti responsabili di maculature varie delle foglie Alternaria tenuis, che provoca piccole macchie tanslucide e poi di secco, con bordo bruno. Gioeosporium pelargonii con macchie puntiformi ed estese zone gialle zonate. Macrosporium pelargonii con macchie di secco e zona giallo-verdastra che spesso si estende sino al picciolo fogliare.

Macchie scure da carenza d'acqua.

Foglie arrossate dovute a basse temperature.
Malattie non parassitarie

Molto spesso le piante di geranio (specialmente di Pelargonium peltatum o edera presentano piccole pustole acquose in rilievo sulla pagina inferiore che i fitopatologi chiamano edema. Questo si verifica quando l'umidità dell'ambiente è molto elevata, quando cioè esiste uno squilibrio idrico nella pianta e quindi i sali si accumulano in corrispondenza delle citate escrescenza. Anche i parassiti animali del geranio sono numerosi, ed alcuni di essi sempre assai preoccupanti.






Nottue

Diverse larve di Lepidotteri si cibano volentieri delle foglie dei geranio e possono entrare, talvolta, anche nei fusti. Si tratta delle specie Mamestra ed Agrotis, che in giardino attaccano un po' tutte le piante e che hanno vita notturna. Una distribuzione sul terriccio dei vasi, o ai piedi delle piante nelle aiuole, di qualche insetticida in polvere specifico può essere molto utile.
Afidi e mosche bianche

Questi Emitteri vivono anch'essi a spese delle foglie sulle quali sviluppano le loro colonie. E poiché visitano anche tante altre piante da giardino e da orto, è difficile sloggiarli, nonostante le migliori attenzioni. L'impiego di esteri fosforici (si raccomandano quelli meno tossici a base di fentoato e dimetoato) è assai efficace.
Acari

Ve ne sono di due tipi. Il primo vive sugli apici vegetativi (Tarsonemus pallidus) e deforma le foglie, aggredite man mano ch'esse nascono. Il secondo, comunemente chiamato "ragno rosso". (Tetranichus telarius) vive sulla pagina inferiore delle foglie che diventano giallo-grigiastre e polverose. In seguito si ha una rapida defogliazione, molto evidente specialmente sul geranio edera nel periodo estivo.

Come rimedio si consiglia l'impiego degli acaricidi specifici, aventi azione tanto sulle forme larvali ed adulte quanto sulle uova. Tenere però presente che il "ragno rosso" teme l'umidità, e che frequenti spruzzatore del fogliame durante il periodo caldo possono servire a limitare notevolmente lo sviluppo dei parassita.


Fonte:

Giardino Fiorito - Gambini Franca

I nemici dell'orto, più o meno temibili, animali appartenenti a gruppi molto diversi e dannosi per motivi molto differenti. Come riconoscerli e affrontarli.

Si tratta di specie comprese fra Artropodi (Insetti e Acari), Nematodi, Molluschi e Mammiferi Roditori: qualora si presentassero numerosi e preoccupanti, essi vanno affrontati con mezzi idonei, scelti appositamente.

Insetti terricoli
Negli orti familiari, dove i danni causati da insetti sono in genere di scarso rilievo a motivo della grande varietà di vegetali presenti e della diffusa consuetudine di alternarne rapidamente la coltivazione, possono invece costituire serio pericolo alcune forme polifaghe, appartenenti a famiglie diverse, ma unificate dal comportamento, poiché trascorrono tutta o parte della loro vita nel terreno cibandosi di bulbi, tuberi, radici o altre parti di numerose piante; questi insetti, spesso, ma non tutti né sempre, sono favoriti da suoli sciolti, profondi, permeabili, ricchi di humus, abbondantemente conciliati, ben lavorati ed irrigati.

Delle specie più comuni si fa cenno qui di seguito.

Grillotalpa. Il grillotalpa (Gryllotalpa gryllotalpa) è un grosso ortottero (l'adulto può raggiungere i 6 cm di lunghezza) che compie il ciclo biologico in 2 anni, vivendo nel suolo che abbandona raramente. Infatti i danni sono causati sia dalle forme giovanili che dagli adulti, che scavano nel terreno numerose gallerie, nutrendosi, tra l'altro di germogli e parti sotterranee di piante diverse, rodendo radici, bulbi, tuberi e colletto.

Gryllotalpa grillotalpa, detto comunemente Grillotalpa






Maggiolino. Questo coleottero (Melolontha melolontha) ha un ciclo biologico che si completa nell'arco di 3-4 anni: le larve (molli, biancastre, con cranio color ruggine, tipicamente ricurve), rimangono nel terreno nutrendosi di tessuti vegetali, particolarmente di giovani radici. Gli adulti conducono vita aerea e sono voraci defogliatori di arbusti e latifoglie varie; possono danneggiare anche gli ortaggi divorando foglie ed apici vegetativi. Di norma ogni tre anni si può assistere all'interessante fenomeno dello sfarfallamento contemporaneo di moltissimi adulti che possono invadere, e quindi defogliare, intere piante.

Melolontha melolontha, comunemente detto Maggiolino
Elateridi. Le larve di questi coleotteri (Agriotes litigiosus, A. lineatus, A. spunctator, A. sordidus, A. obscurus) sono facilmente distinguibili in quanto hanno forma allungata, subcilindrica, e tegumento assai consistente, di color giallo ruggine ciò che le fa volgarmente denominare "ferretti". I danni alle colture ortensi sono da attribuire alla voracità delle larve che attaccano l'apparato radicale di varie specie vegetali, penetrano nei tessuti, stroncano le piantine e scavano i tuberi.

Un esemplare di Elateride
Agrotidi. Alcuni Lepidotteri Nottuidi (Agrotis segetum, A. ypsilon, Noctua pronuba, Autographa gamma, Spodoptera exigua) sono ospiti assai comuni dei nostri orti. Le larve, di colore grigiastro e glabre, se stuzzicate si arrotolano rapidamente su sé stesse in modo caratteristico. Hanno abitudini notturne, infatti durante il giorno stanno inattive nel terreno, mentre di notte raggiungono le parti ipogee degli ortaggi (radici, tuberi, colletto) rodendole, ma talvolta attaccano anche la parte aerea di giovani piantine. Essendo le Nottue estremamente polifaghe, i danni che causano possono essere estesi a tutte le colture ortensi.

Un esemplare della famiglia degli Agrotidi





Lotta. Se in un orto si debbono lamentare perdite attribuite all'attività di insetti terricoli, dopo averne accertata la presenza, per la difesa si può avvalersi di diversi principi attivi, in varie formulazioni. Specifico contro la grillotalpa è l'uso di esche avvelenate; per gli altri si agisce interrando, ad esempio, prodotti a base di methiocarb, chiorpyrifos, phoxim.

Acari
Entro il tipo degli Artropodi, gli Acari costituiscono un ordine della classe Aracnidi, e si distinguono dagli insetti per avere il corpo costituito di 2 parti e 4 paia di arti ambulatori. Si tratta di animali dalle dimensioni modeste o modestissime (quelli che interessano l'agricoltura di solito non superano il millimetro di lunghezza), forniti di un apparato boccale atto a pungere e a succhiare. I danni prodotti dagli acari alle piante sono appunto dovuti alle punture che essi infliggono numerosissime agli organi vegetali: taluni perforano le cellule delle foglie svuotandole del loro contenuto e conferendo un caratteristico colore bronzeo, altri attaccano anche fiori e frutti su cui possono determinare l'insorgenza di caratteristiche malformazioni.

Un esempio di acaro


Nell'ambito delle colture orticole, gli acari più frequenti e dannosi sono i Tetranichidi Tetranychus urticae e T. cinnabarinus, ospiti di numerosi ortaggi in pieno campo e in serra, su cui si sviluppano con più generazioni all'anno: colpiscono il fogliame che assume la citata colorazione bronzea e ricoprono le lamine con una fitta tela sericea. Altra specie da segnalare è Aculops lycopersici, particolarmente legata al pomodoro nelle zone dell'Italia centromeridionale: l'acaro provoca bronzatura e fragilità delle foglie, talora fessurazione del fusto, aborto fioraie e mancata maturazione dei frutti.

La difesa contro gli acari si avvale dell'impiego di prodotti specifici.
Nematodi

I nematodi sono animali di aspetto vermiforme, alcuni dei quali, di dimensioni submicroscopiche, hanno particolare interesse in agricoltura in quanto danneggiano le piante coltivate, vivendo e diffondendosi nel terreno. Negli orti può ricorrere e affermarsi la presenza di specie ubiquitarie e polifaghe come l'anguilluia delle piante erbacee (Ditylenchus dípsaci), l'anguilluia della barbabietola (Heterodera schachtii) e l'anguilluia delle radici (Heterodera radicicola).

Esempio di nematode


I danni che le differenti specie penetrando nelle piante attraverso le radici, provocano, possono riassumersi in diminuita funzionalità dell'apparato radicale, presenza su questo di galle, distribuzione di tessuti, talvolta danneggiamenti alle foglie, indebolimento e generale della pianta che può soggiacere a successive infezioni fungine. La lotta può attuarsi con adeguate rotazioni e con l'impiego di apposite sostanze nematocide come ad esempio prodotti a base di dicioropropano-dicioropropilene. Nelle colture sotto plastica o vetro e nei semenzai viene attuata la sterilizzazione del terreno mediante vapore.

Molluschi

Alcuni Molluschi Clasteropodi terrestri possono essere dannosi negli orti, soprattutto in primavera e in autunno, in quanto si cibano di giovani piante, germogli, foglie. Si tratta di appartenenti alla famiglia Limacidae che comprende le ben note limacce (Limax flavus, L. maximus, Agriolimax agrestis) e alla famiglia Arionidae (Arion empiricorum, A. lusitanicus): tali specie si distinguono dalle altrettanto note chiocciole eduli in quanto, fra l'altro, sono prive di conchiglia.

Esempio di mollusco


Questi gasteropodi sono attivi soprattutto durante e dopo le giornate piovose, specialmente nelle ore notturne o mattutine. Nelle rimanenti ore della giornata essi rimangono rintanati sotto pietre o in luoghi freschi umidi ed ombreggiati per cui gli agricoltori si accorgono della foro presenza solo per i danni che producono o per le strisce di muco sericeo che rimane dopo il loro passaggio.

Ricci, topi, talpe, uccelli, ecc. sono predatori di limacce ma la lotta può essere coronata da successo solo se condotta con prodotti specifici che agiscono per contatto come calce viva, calciocianamide, metaldeide, solfato ferroso. Tra le sostanze ricordate la metaldeide è la più diffusa: con essa possono prepararsi anche delle esche avvelenate.

Roditori

Fra questi piccoli mammiferi comuni nelle nostre regioni, diverse specie appartenenti alle famiglie Alirotidae (Arvicola terrestris, Clethrionomys glareolus, Microtus arvalis, Microtus agrestis, Pitymis savii) e Muridae (Apodemus sylvaticus, Himus musculus) sono temibili nemici di varie colture e talvolta possono apparire e far razzia anche negli orti.

Esempio di roditore appartenente alla famiglia

dei Mirotidae
Voraci e astuti, i topi in campo agrario sono noti per le loro molteplici attività. Si ricordano il taglio delle grosse radici e lo scortecciamento ad anello nella zona del colletto, nei fruttiferi; la distruzione di parti ipogee carnose (radici, tuberi, bulbi) di varie piante orticole; la devastazione di seminativi e di derrate immagazzinate.

Lotta. E' basata sull'impiego di esche avvelenate costituite da bulbi, tuberi, semi, granaglie, ecc., seguendo però metodologie diverse secondo le specie che si devono combattere. In particolare contro i Muridi la strategia messa in atto deve essere particolarmente accurata, data l'astuzia di questi animali. Esistono in commercio rodentici diversi per composizione ed effetto.

Nell'uso bisogna sempre ricordare la loro possibile tossicità anche per l'uomo e gli animali domestici. Si ricordano il fosfuro di zinco, l'arsenico, la crimidina e tutto il gruppo degli anticoagulanti (warfarin, prolin, clorophacinone).


Fonte: Giardino Fiorito - Gambini Franca


sabato 24 ottobre 2009

Celiachia: alcuni scienziati australiani stanno preparando una singolare terapia basata sull'utilizzo di vermi parassiti spesso presenti nell'uomo

I vermi contro le malattie autoimmuni come la celiachia, intolleranza permanente al glutine presente nei cereali.
Alcuni scienziati australiani stanno cercando di sviluppare una nuova terapia ma il trattamento può incontrare una certa riluttanza, visto il rimedio che consiste nell'infettarsi con vermi parassiti. L'equipe del prof. James Daveson, dell'ospedale Princess Alexandra di Brisbane, ha contagiato 20 volontari che soffrono di questo male con il parassita intestinale detto anchilostoma, le cui larve penetrano per via orale o cutanea nell'uomo e si attaccano alla parete intestinale.

Il parassita, che sta scomparendo dalle società occidentali a causa della forte enfasi sull'igiene, ha dimostrato di poter produrre una maggiore tolleranza a cibi come pane e pasta. "I pazienti che hanno ospitato il parassita hanno tollerato meglio il glutine, con migliori risultati nei test rispetto ai soggetti del gruppo di controllo; hanno accusato minori infiammazioni e meno danni alla parete intestinale", ha spiegato Daveson in una relazione ad un convegno della Settimana della gastroenterologia, in corso a Sydney.

Una rigorosa dieta senza glutine è finora l'unica terapia che garantisce al celiaco un buono stato di salute. Altrimenti il sistema immunitario lo combatte come un invasore nemicò e gli anticorpi attaccano le pareti intestinali, causando problemi che vanno dalla diarrea cronica al cancro.

Lo studioso ha spiegato che la ricerca si è basata sulla teoria secondo cui il sistema immunitario ha bisogno di essere esposto ad organismi estranei, per funzionare bene.

Diversi studi hanno mostrato un legame fra gli alti standard di igiene ed il numero crescente di malattie autoimmuni. "L'uomo si è evoluto insieme con essi, eppure abbiamo sterilizzato il nostro mondo così bene che non abbiamo più vermi nel nostro intestino. Alcuni esperti ritengono che questa sia una delle ragioni per cui assistiamo ad una crescita allarmante di disturbi auto immuni come la celiachia, ma anche l'asma e la sclerosi multipla", ha aggiunto.

I vermi usati nella sperimentazione convivono solo con l'uomo, e non sono facilmente trasmissibili da persona a persona. Dopo la sperimentazione di 21 giorni, ai volontari è stata offerto un trattamento per liberasi dei parassiti, ma tutti hanno scelto di continuare ad ospitarli.

Fonte: ANSA

lunedì 23 marzo 2009

La processionaria torna ad attaccare i pini



La processionaria e' un parassita che da diversi anni ormai attacca le piante defogliando le chiome e mette a rischio oltre che il verde anche le persone e gli animali. Gli esperti consigliano la disinfestazione da attuare in questo periodo.
Il parassita in questione e' il lepidottero defogliatore Traumatocampa detto anche "processionaria del pino" già da alcuni anni un grosso numero di pinete del nostro Appennino è stato attaccato da questo tipo di parassita.
Oltre al danno sulle piante, può costituire un serio pericolo per l'uomo e per gli animali domestici. Infatti in seguito ad un contatto dell’epidermide con i peli urticanti della processionaria si possono verificare reazioni urticanti, e nei casi più gravi può verificarsi uno shock anafilattico.
Oltre ad essere pericolosa per gli individui, la processionaria risulta deleteria anche nei confronti degli animali che, annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti.
I bruchi vivono in gruppo e spostandosi di ramo in ramo si nutrono a spese della chioma. In autunno formano un nido protettivo dove affronteranno l'inverno, per poi, in primavera, tra la seconda metà di marzo e la fine di aprile, discendere lungo i tronchi. Questo è il momento di massima pericolosità.
Il metodo più semplice e più pratico per combattere la processionaria è l’eliminazione e distruzione dei nidi. Questa operazione deve essere svolta durante l’inverno prima che le larve siano uscite dal nido. Durante il prelevamento dei nidi è necessario vestirsi in modo adeguato per evitare il contatto con i peli urticanti.
Chiunque riscontrasse la presenza dei nidi di processionaria sulle proprie piante di pino deve provvedere a sue spese gli interventi di lotta.


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