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martedì 28 settembre 2010

Le 10 erbe per aiutare il benessere del nostro fegato.

I distrurbi del fegato sono sempre più diffusi.
Una dieta scorretta, alcol e scarso movimento sono le principali cause.
Per fortuna vengono in aiuto le erbe, per proteggere il fegato e mantenerlo in salute.

Le malattie del fegato come la steatosi, l’epatite cronica e la cirrosi rappresentano un problema sanitario molto rilevante e diffuso.
Un minimo di prevenzione è comunque possibile, correggendo le abitudini alimentari, lo stile di vita e ricorrendo ad alcune erbe è possibile migliorare il benessere del fegato.
Curandosi con le erbe, si sfruttano le conoscenze della fitoterapia per migliorare il benessere di questo organo vitale.


Ecco la lista delle principali erbe amiche del fegato:

1) Boldo (Peumus boldus): usato da tempo in America Latina per i disturbi del fegato e della cistifellea. La maggior parte della sua attività è attribuita a un alcaloide chiamato boldina, che ha un’azione protettiva del fegato, stimolante della produzione di bile, digestiva, di aumento della secrezione dei succhi gastrici. È utilizzato per infusione. È sconsigliato in gravidanza e allattamento, a chi ha problemi della coagulazione, una malattia del fegato avanzata oppure è in cura con anticoagulanti (warfarin) o antiaggreganti piastrinici.

2) Camomilla: è utilizzata per la sua efficacia antispastica e sedativa. È la bevanda serale da consigliare. In infusione.

3) Carciofo: favorisce la digestione, stimolando anche la funzione epatica e biliare. Contiene, tra l’altro, la cinarina che, oltre ad aumentare la secrezione biliare, protegge il fegato, essendo un antiossidante. In fitoterapia si utilizzano le foglie seccate e tritate per infusi.

4) Cardo mariano: può essere utilizzato in tutte le malattie del fegato. Ha anche un effetto lassativo, tonico e stimolante. Per il contenuto di tiramina, i frutti in infusione devono essere utilizzati con cautela dagli ipertesi.

5) Curcuma: consigliata come spezia, può essere impiegata come infusione per stimolare la produzione della bile e migliorare la digestione. Le proprietà della curcuma e del curry come antiossidante sono state dimostrate anche da studi scientifici. Cautela nel caso di calcoli biliari.

6) Liquirizia (Glycyrrhiza glabra): il principio attivo più importante è la glicirrizina, che le conferisce un’azione antinfiammatoria e antivirale. In medicina è stata utilizzata per la terapia dell’ulcera e nelle malattie croniche del fegato. Poiché ha un’azione negativa sulla pressione arteriosa (la alza) e sui sali (trattiene il sodio, riducendo il potassio), il suo uso non è sempre consigliato.

 7) Menta (Mentha piperita): stimola la digestione e stimola la produzione di bile e ha un’azione antispastica. Riduce la nausea. Per infusione.

8) Rosmarino: utilizzato in fitoterapia per le sue azioni tonificanti e digestive, ha un’azione colagoga e coleretica. Può essere impiegato, in infusione, anche in caso di steatosi, epatite cronica e cirrosi. Evitare l’assunzione durante la gravidanza e l’allattamento, se si soffre di epilessia o di ipertensione arteriosa.

9) Schisandra (Schizandra chinensis): poco impiegata in Italia, agisce come antiossidante nelle malattie del fegato e ha un’azione immunostimolante, in particolare contro le infezioni virali.

10) Tarassaco (Taraxacum officinale): l’efficacia sulla stimolazione dell’apparato digerente e del fegato è nota da secoli. Addirittura, in passato, si parlava di tarassacoterapia. Essendo particolarmente ricco in vitamina A, deve essere assunto con prudenza nelle epatopatie croniche avanzate: la vitamina A in alte dosi è tossica per il fegato.

Le suddette erbe si possono assumere quotidianamente in infusione per un paio di settimane, ma è sempre bene consultarsi con il medico, il farmacista o l’erborista. Non bisogna dimenticare, infatti, che le erbe possono provocare disturbi gastrici, diarrea, allergie e mal di testa.

Fonte: http://www.sanihelp.it/

domenica 21 febbraio 2010

Ipertensione quali sono le piante e i rimedi naturali per curarla

L'ipertensione e' un problema molto freguente ed quasi sempre è necessario ricorrere a farmaci specifici per combatterla, ma non tutti sanno che esistono anche molti rimedi naturali che aiutano a mantenere la pressione nella norma e a riportare ai giusti valori qualche dato che spesso raggiunge i massimi.

Sia che si assumono farmaci oppure piante medicinali per abbassare la pressione bisogna sempre prestare molta attenzione a cosa si utilizza, perché un improvviso calo della pressione può essere altrettanto dannoso di avere la pressione troppo alta.

Quindi è sempre meglio chiedere il parere del medico o di un erborista professionale, meglio se fitoterapista, prima di avventurarsi nell’automedicazione. Di seguito vengono illustrate quali sono le piante medicinali che possono esservi di aiuto in caso di ipertensione.

Una delle piante migliori da utilizzarsi per la cura dell'ipertensione è l'olivo, è molto efficace ed adatta anche a terapie lunghe perchè priva di tossicità. A questo scopo in fitoterepia si utilizzano le foglie che hanno un'azione vasodilatatrice e quindi sono ipotensive, cioè abbassano la pressione del sangue, sia la massima che la minima.

Molto efficace, specialmente quando vi sia la necessità di ottenere un rapido abbassamento della pressione sanguigna, è il decotto di foglie di olivo: si fanno bollire 20 grammi di foglie di olivo in 300 di acqua fino a ridurre di 1/3, e questa (una tazza) è la dose giornaliera, l'effetto si avverte rapidamente ma è bene insistere per almeno 15 - 20 giorni.

Nel caso di un'ipertensione più lieve si può utilizzare l'infuso, 30 - 50 grammi di foglie in un litro, da infondere per 25 minuti, se ne assumono 2-3 tazze al giorno.
L'infuso di foglie di olivo ha anche proprietà depurative e diuretiche, antiuriche, ipolipemizzanti, ed ipoglicemizzanti, quindi svolge anche un'utile azione disintossicante generale, con particolare mira all'eccesso di acidi urici, grassi e zuccheri nel sangue.

Un preparato valido da utilizzarsi qualora non si avesse il tempo di preparare la tisana è la tintura madre di foglie di olivo, la dose, variabile a seconda dei casi, è di 30-50 gocce 3 volte al giorno.

In commercio si trovano anche validi preparati nei quali l'olivo è associato ad altre piante ad azione ipotensiva, in particolare biancospino, vischio ed aglio.
Il biancospino (utilizzabile anche in tisana insieme all'olivo) coadiuva l'azione ipotensiva e regolarizza l'attività cardiaca, proprietà utile nelle lievi aritmie, il vischio è dotato di una notevole azione ipotensiva, ma, utilizzato da solo, non è adatto a terapie lunghe perchè dotato di una certa tossicità, l'aglio, blandamente ipotensivo, aiuta ad regolare l'eccesso dei lipidi del sangue (colesterolo e trigliceridi), problema che spesso si trova associato all'ipertensione.


Fonte: http://www.encanta.it/
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