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martedì 18 maggio 2010

Fibromialgia: bastano pochi passi e un po di giardinaggio per alleviare il dolore della malattia

L`ippocampo è una regione del cervello che può essere stimolata da una varietà di patologie legate agli effetti dello stress, tra cui proprio la fibromialgia, un disturbo che provoca l`insorgenza di un dolore diffuso in tutto l`organismo. Nonostante le cause della malattia siano ancora in parte sconosciute, molti studiosi ritengono che alla basa vi sia il coinvolgimento del sistema nervoso centrale.

Fare delle passeggiate, dedicarsi al giardinaggio o fare le scale a piedi potrebbe ridurre i disturbi associati alla fibromialgia. È quanto emerge da uno studio pubblicato su BioMed Central da alcuni ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora, negli Usa.

La ricerca è stata condotta su un campoine di 84 pazienti affetti da fibromialgia, cui è stato chiesto di svolgere 30 minuti di moderata attività fisica per 5 – 7 giorni a settimana. Gli esercizi, di modesta intensità, miravano a modificare le abitudini della vita quotidiana: prevedevano infatti di fare le scale anziché prendere l’ascensore, di camminare e di scegliere hobby come il giardinaggio.

Al termine dell’esperimento, è emerso che il livello di movimento quotidiano dei pazienti era aumentato del 54%, mentre i deficit funzionali e i dolori collegati alla malattia erano diminuiti in modo significativo.
Lo studio ha dimostrato che una moderata serie di esercizi, da svolgere quotidianamente, potrebbe migliorare efficacemente i sintomi della malattia”.


Fonte: http://salute24.ilsole24ore.com/

sabato 2 gennaio 2010

Erbe medicinali contro l'Alzheimer. La strada naturale per combattere sintomi come depressione, ansia e danni alla memoria.

Una strada naturale per contrastare l'Alzheimer. E' infatti possibile utilizzare alcune erbe medicinali per combattere i sintomi legati alla malattia: perdita di memoria, capacita' di apprendimento, depressione e ansia.
Lo sostiene una ricerca della Swinburne University of Technology, in Australia.

Gli studiosi si sono concentrati in particolare su corteccia di pino, balsamo al limone, ginseng americano ("Panax quinquefolius") e brahmi ("Bacopa monnieri"), pianta acquatica originaria dell'India. Dotati di elementi anti-infiammatori e anti-ossidanti, tali vegetali sono attualmente i protagonisti di numerose sperimentazioni.

In due test, si è voluto verificare l'effetto di un estratto di Brahmi, chiamato CDRI08. I due trial, randomizzati, a doppio ceco e durati 90 giorni l'uno, hanno mostrato come l'estratto fosse in grado di migliorare la memoria.

Un altro test (durato 50 giorni) ha coinvolto uomini dai 50 ai 65 anni, a cui è stato somministrato un estratto di corteccia di pino. Essi hanno evidenziato un potenziamento della memoria spaziale e della capacità di riconoscimento degli oggetti, insieme ad un abbassamento della pressione sistolica.

Attualmente, è in corso un ennesimo esperimento, che vuole osservare le potenzialità del balsamo al limone nel contrastare ansia ed agitazione (sintomi dell'Alzheimer.)
Ma, come spiegano i ricercatori della Swinburne, in ballo c'è molto di più della lotta alla malattia.

Secondo le statistiche, il 60% dei cittadini australiani utilizza la medicina naturale, spesso tramite terapie fai-da-te. Diventa allora cruciale, concludono gli studiosi fornire le giuste informazioni a medici e pazienti, al fine di integrare i prodotti naturali nei programmi di cura e prevenzione della malattia.

Fonte: www.newsfood.com/

lunedì 28 dicembre 2009

Dimostrato che Neuroni in vitro conservano la memoria. L'esperimento è riuscito a ricreare schemi di attività di circuiti cerebrali mantenuti in vitro


Per la prima volta, un gruppo di neuroscienziati della Facoltà di medicina della Case Western Reserve University è riuscito a ricreare schemi di attività di circuiti cerebrali mantenuti in vitro.

Nel campo delle neuroscienze, la memoria umana viene classificata in tre categorie: dichiarativa, che consente di memorizzare fatti o specifici eventi; procedurale, che consente di ricordarsi, per esempio, come si suona il piano o si va in bicicletta; e a breve termine, che permette di ricordare, per esempio, un numero telefonico finché non lo si compone.

In questo particolare studio, i cui risultati sono riportati nell'articolo "Representing information in cell assemblies: Persistent activity mediated by semilunar granule cells", che comparirà sulla rivista "Nature Neuroscience" ed è attualmente disponibile online, gli autori Ben W. Strowbridge e Phillip Larimer erano interessati a identificare gli specifici circuiti responsabili della memoria di lavoro.

Utilizzando frammenti isolati di tessuto cerebrale di roditori, Larimer ha scoperto un modo per ricreare un tipo di memoria di lavoro in vitro. Per lo studio, la scelta è caduta su particolari strutture dell'ippocampo rappresentate dalle fibre muscoidi e dalle connesse cellule granulari, che sono spesso danneggiate nelle persone affette da epilessia e che hanno la particolarità di conservare la maggior parte della loro attività anche quando mantenute in vita in sottili sezioni di cervello.

"La constatazione che molti soggetti epilettici hanno deficit di memoria ci ha portato a chiederci se esista una connessione fondamentale tra queste strutture e i circuiti di memoria”, ha spiegato Larimer.
Dopo aver constatato un'attività elettrica spontanea in queste strutture mantenute in vitro, i ricercatori hanno inserito nelle sezioni di ippocampo alcuni elettrodi di stimolazione, verificando come la loro attività spontanea “ricordasse” quale elettrodo era stato attivato.

Questo tipo di memoria in vitro aveva una durata media di 10 secondi, tanto quanto altri tipi di memoria di lavoro studiati in soggetti umani.

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