Parecchie voci relative alla coltivazione delle orchidee, sono false e tendenziose, ad esempio si crede che tutte le varietà richiedano situazioni climatiche particolari, tipo habitat tropicali: per cui ci si immagina di dover trasformare il bagno di casa in un angolo di foresta pluviale!
Oppure si pensa ad una preziosa serra riscaldata e in ferro battuto tipo stile vittoriano. Tutte cose fattibili, ma certo non necessarie.
In realtà possiamo prenderci la soddisfazione di veder fiorire una bella orchidea dal fiore spettacolare e magari anche profumato, semplicemente dedicandole un angolo del nostro giardino o del balcone.
Il genere dei Pleione, che comprende non più di una ventina di specie s’inserisce a pieno titolo in questa descrizione.
Descrizione:
Sono orchidee semplici, ma spettacolari. Crescono in una grande varietà di habitat montani, ad altitudini che vanno dai 600 ai 3000 metri, dal Nepal alla Cina; aree fredde in cui le quattro stagioni sono ben distinte e c’è una marcata escursione termica tra l’inverno e la primavera. Sono infatti piante resistenti a brevi gelate e alla neve.
Il ciclo vegetativo è annuale, dopo la fioritura primaverile le foglie ingialliscono e seccano, dando così il via a un periodo di dormienza, durante il quale la pianta entra in uno stato di vita latente, simile al letargo degli animali.
In natura crescono come orchidee terricole o come epifite, si trovano ancorate a strati di muschio o a tronchi marcescenti e danno origine, in primavera o in autunno, a grandi fiori, singoli o a coppie.
La parte aerea del Pleione è costituita da pseudobulbi, formazioni ovoidali turgide, verdi o porpora, ancorate alle radici, alti in genere 3-4cm e larghi 1,5-2cm, che servono da riserva degli elementi nutritivi necessari allo sviluppo della pianta. Dagli pseudobulbi si sviluppano le foglie e gli steli fiorali. Alcuni Pleione, come la formosana, producono diversi bulbilli sulla sommità dello pseudobulbo che col tempo si sviluppano, raggiungendo discrete dimensioni e che possono essere staccati e coltivati in un substrato umido, dove radicheranno.
Nelle specie a fioritura primaverile, lo pseudobulbo dà origine a un nuovo getto che crescendo rompe la guaina che lo racchiude alla nascita e dal quale nasceranno il fiore e le foglie, mentre le specie che fioriscono in autunno generano un getto che inizia a svilupparsi quando viene prodotto il fiore e che rimane in uno stato di senescenza durante tutto l’inverno, per ricominciare poi a crescere col l’arrivo dei primi tepori primaverili.
Il riposo invernale a basse temperature è fondamentale, infatti, come nel caso di molte altre orchidee, è proprio l’escursione termica a dare alla pianta l’input necessario alla ripresa vegetativa.
Coltivazione:
I Pleione sono orchidee con poche pretese, la loro coltivazione è adatta a tutti, purché si voglia loro riservare qualche vaso o un fazzoletto di giardino.
E’ una specie adatta ai climi freddi del Nord e Centro Italia.
Le piante, se coltivate correttamente, producono ogni anno in media due nuovi getti, mentre gli pseudobulbi più vecchi si raggrinziscono e muoiono.
Il substrato più adatto è misto, ricco di humus ma molto ben areato e drenante. E’ importante che sia sempre umido durante il periodo vegetativo, mentre durante i mesi invernali le annaffiature vanno molto diradate e poi sospese, per evitare i marciumi che comprometterebbero la salute dell’intera pianta.
Moltilplicazione:
La moltiplicazione avviene per divisione degli pseudobulbi durante il periodo di riposo, quando raggiungono il massimo sviluppo e un numero sufficiente.
Nella tarda primavera, quando i fiori iniziano ad appassire, è il momento in cui si sviluppano maggiormente le radici, che quindi necessitano di un substrato umido ma non madido. E’ sufficiente dare poca acqua, ma in modo costante. Durante l’estate, quando ormai le radici avranno completato la maggior parte del loro sviluppo, sarà necessario aumentare la quantità d’acqua. Questo è chiaro se si pensa che le zone di origine del Pleione sono attraversate dal monsone durante la tarda primavera e l’estate.
Per le annaffiature l’ideale sarebbe poter usare acqua piovana o acqua purificata per osmosi (quella che si usa per gli acquari), mentre quella del rubinetto potrà andare bene se non troppo dura.
La pioggia diretta rimane la cosa migliore e soprattutto la più amata dai Pleione!
Concimazione:
I Pleione necessitano di essere fertilizzati regolarmente, ma in piccole dosi, durante il periodo di vegetazione, fino a quando le foglie non seccheranno. Le piante, essendo in pieno esploit vegetativo, utilizzerà una parte degli elementi nutritivi al momento, per la crescita e la fioritura della stagione corrente, mentre il resto verrà immagazzinato negli pseudobulbi, a garanzia dello sviluppo della stagione successiva.
Somministrare un prodotto liquido bilanciato una volta alla settimana, ad un terzo della quantità indicata sulla confezione, è la modalità raccomandata da Paul Cumbleton, coltivatore ed esperto di Pleione. Per precisione, il Sig. Cumbleton consiglia di iniziare con una formulazione più alta in azoto per ottenere un buon sviluppo della foglia e di passare poi a un regime equilibrato nel corso della stagione vegetativa.
Fonte: Il Giardino Fiorito
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